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GENOVA: GRAVE PROVOCAZIONE NEI CONFRONTI DEI FERROVIERI

Nazionale -

Il licenziamento di otto operai dell’Officina Manutenzione Locomotive di Genova è l’ultimo inquietante atto effettuato dalla dirigenza ferroviaria. Circa un mese fa due ETR, i fiori all’occhiello della flotta ferroviaria, a distanza di circa una settimana incappavano in una rottura del sistema di aggancio fra vetture: la medesima dirigenza si affrettava ad affermare che le rotture sono avvenute non per problemi di manutenzione, ma per errori dei macchinisti che guidavano i due convogli.

Anzi, di fronte a dei comunicati stampa degli RLS che ponevano in dubbio quanto affermato dalla dirigenza, una pesante contestazione disciplinare è sta inviata ad uno di questi, un macchinista di Roma.

Evidentemente la dirigenza FS non ha saputo resistere alla tentazione di utilizzare il clima intimidatorio, creatosi in queste settimane nei confronti dei lavoratori del pubblico impiego, per far passare nell’opinione pubblica il concetto dei ferrovieri fannulloni come unici responsabili della disatrosa situazione ferroviaria.

La manutenzione del materiale ferroviario – locomotori, vetture, linee elettriche, binari – è da anni al centro delle critiche: molti e ripetuti incidenti di diverse entità hanno evidenziato sia la insufficiente manutenzione, sia l’arrivo della crisi di tutto il sistema, perché dopo anni l’insufficienza è diventata cronica.

E per noi, che abbiamo vissuto e viviamo dall’interno queste vicende, le motivazioni sono chiare e precise: Prima una lucida scelta di smantellamento della manutenzione in favore di una entrata massiccia di imprese private.

Poi, visto i risultati deludenti, un maldestro tentativo di recuperare reinternalizzando alcune lavorazioni (in verità molto poche); ma con le difficoltà di accellerare la professionalizzazione dei nuovi assunti, di riorganizzare i magazzini dei ricambi, ecc…

Insomma un processo di privatizzazione delle operazioni di manutenzione completamente fallito.

Inoltre la necessità aziendale di avere dei lavoratori disponibili, flessibili, che non chiedano troppo l’applicazione dei loro diritti contrattuali, nonostante il settore manutenzione sia stato penalizzato negli ultimi contratti nazionali (scelte che però erano in linea con il percorso di smantellamento concordato con le OO.SS. Filt, Fit e Uilt che hanno firmato tali contratti) ha fatto sì che la gestione del personale negli impianti di manutenzione fosse elastica, anche per supplire alle croniche carenze di addetti in tutte le officine.

Ebbene, con un sistema manutentivo in forte crisi e con la seria possibilità che questa crisi si acutizzi, la dirigenza ferroviaria tenta il solito giochetto: la manutenzione dei treni è scarsa perché i ferrovieri sono dei fannulloni. E’ un gioco pericoloso anche per chi lo fa, poiché non ci sono alternative ai ferrovieri.

Però questa dirigenza può giocare sul tempo, aiutata anche da una opinione pubblica tradizionalmente disattenta perché impegnata a godere delle proprie ferie, spostando l’attenzione dalla vicenda degli ETR spezzati – di difficile gestione da parte della dirigenza ferroviaria stessa visto anche che già due inchieste giudiziarie sono aperte – alla vicenda degli otto operai delle ferrovie licenziati.

 

COME FERROVIERI NON CI STIAMO. CHIEDIAMO L’IMMEDIATA RIASSUNZIONE DEGLI OTTO OPERAI ED IL RITIRO DELLA CONTESTAZIONE DISCIPLINARE AL MACCHINISTA RLS DI ROMA.

CHIEDIAMO INOLTRE CHE TUTTO IL PIANO DELLA MANUTENZIONE FERROVIARIA VENGA RIMESSO IN DISCUSSIONE IN FAVORE DI UNA MASSICCIA REINTERNALIZZAZIONE DELLE MANUTENZIONI E DI INGENTI ASSUNZIONI.