Fronteggiare l'emergenza occupazionale: USB all'audizione della Commissione Lavoro -testo-
Di seguito il testo che sarà consegnato da USB alla audizione di oggi, 17 settembre, alla XI Commissione Lavoro della Camera dei Deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle misure per fronteggiare l’emergenza occupazionale, con particolare riguardo alla disoccupazione giovanile
Gentile On. Presidente, gentili Onorevoli membri la XI Commissione Lavoro
Innanzitutto vogliamo ringraziarvi dell'opportunità che ci viene concessa di illustrare la nostra posizione in ordine ad uno dei problemi più gravi che attraversa il nostro Paese quale l’emergenza occupazionale ed in particolare la disoccupazione giovanile.
Sarebbe per noi importante che la Commissione ci convocasse per essere auditi anche in occasione della definizione, o della discussione, di altri importanti provvedimenti in carico a codesta Commissione quale ad esempio la annosa e sempre più cogente questione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro e quindi della rappresentanza e rappresentatività sindacale, anche alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale; confidiamo pertanto che l'audizione odierna non sia un caso isolato ma segni finalmente l'avvio di una costruttiva relazione tra la Commissione Lavoro della Camera e la Confederazione USB.
In ordine alle materie oggetto dell'odierna audizione la USB esprime una posizione e delle richieste consistentemente distanti da quelle su cui si è chiesto il nostro parere.
È convinzione della Confederazione USB che la gravissima situazione occupazionale nel nostro Paese abbia più di una motivazione e che molte di esse abbiano origine non dalla crisi sistemica in cui siamo immersi da troppo tempo, ma da scelte di politica sociale in assoluta controtendenza rispetto alle necessità, scelte operate per lo più in ossequio alle politiche di smantellamento progressivo del welfare fortemente volute dall'Unione Europea, dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale non solo nel nostro Paese.
Immaginare di poter invertire la tendenza attuale alla crescita della disoccupazione mantenendo inalterate le scelte in materia pensionistica operate dai precedenti Governi, e dal Governo Monti in particolare è a nostro avviso molto difficile. La permanenza al lavoro anche fino a 70 anni prima di poter godere della meritata pensione è un evidente enorme impedimento all'ingresso al lavoro delle nuove generazioni, che sono quelle che oggi più di ogni altro soffrono la prospettiva della disoccupazione per il presente e della assenza di tutele previdenziali per il futuro. A una tale situazione non si pone rimedio attraverso improbabili staffette generazionali, allungando a dismisura le forme di accesso al lavoro, mantenendo nella precarietà un'intera generazione e favorendo lo sfruttamento. E’ peraltro evidente come misure quali quelle allo studio, che ricalcano i provvedimenti assunti dai precedenti governi nella erronea convinzione che più flessibilità favorisca più occupazione, siano oggi del tutto inservibili e producano un effetto esattamente opposto a quello voluto.
La USB ha messo al centro dello sciopero generale proclamato per il 18 ottobre, tra gli altri obbiettivi, proprio quello della lotta senza quartiere alla disoccupazione ed ha indicato una propria piattaforma che sinteticamente esponiamo, riservandoci di inviare al più presto una più completa ed esaustiva documentazione al riguardo.
La nostra piattaforma parte dall'assunto che, in questo tempo di profonda crisi economica, sia possibile invertire la tendenza, che sembra inarrestabile, alla perdita di posti di lavoro soprattutto tra i giovani, solo restituendo allo Stato e alle sue articolazioni territoriali il ruolo di promotore di buona e utile occupazione. C'è la necessità di creare nuovi posti lavoro e di stabilizzare quelli precari se si vuole davvero provare ad uscire dalla crisi.
La USB ritiene necessario l'avvio di un Piano che preveda Grandi Opere che abbiano caratteristiche Sociali attraverso cui dare buona e continua occupazione a centinaia di migliaia di giovani, disoccupati, precari. Ci permettiamo di proporre alcuni dei settori in cui sarebbe possibile creare, per lo Stato e per le sue articolazioni territoriali, centinaia di migliaia di posti di lavoro:
· La messa in sicurezza del territorio, devastato da decenni di speculazione e di abusivismo, opere di rimboschimento, di protezione civile e prevenzione degli incendi, la tutela del mare e dell'ambiente, favorire lo sviluppo della filiera agroalimentare e dell'occupazione in agricoltura
· La messa in sicurezza e la ristrutturazione di tutte le scuole e di tutto il patrimonio edilizio esistente
· La requisizione e la riattivazione di tutto il patrimonio edilizio sfitto o inutilizzato per garantire il diritto all'abitare, invece delle annunciate privatizzazioni e svendite
· La tutela e la valorizzazione del nostro inestimabile patrimonio artistico, l'apertura di nuovi spazi museali, la stabilizzazione la qualificazione e l'incremento del personale addetto.
· Una forte implementazione dell'accoglienza turistica non solo nel periodo estivo
· Il rilancio della ricerca e la riqualificazione della scuola e dell'università pubbliche
· Il reale rafforzamento delle risorse da impiegare nella lotta all'evasione fiscale e contributiva
· Lo sviluppo del sistema di trasporto pubblico non inquinante
· Il rilancio complessivo della pubblica amministrazione e la reinternalizzazione dei servizi e del personale, la garanzia della tempestività delle prestazioni soprattutto in campo sanitario e previdenziale.
Un simile piano, accompagnato anche da un utilizzo dei Fondi strutturali Europei finalizzato alla realizzazione dei progetti succintamente esposti, potrebbe a nostro avviso favorire un'uscita dalla crisi e un'inversione di tendenza sulla continua emorragia di posti di lavoro, contribuendo a quella ripresa economica che può avvenire unicamente rilanciando occupazione, circolazione della moneta, redistribuzione della ricchezza prodotta dal Paese.