Draghi, proprio lui!
Con la solita ineffabile faccia tosta ieri (31 maggio, ndw) il Governatore della Banca d’Italia ha svolto davanti alle massime autorità del Paese (sic!) la sua relazione annuale, anzi, non ha letto ovviamente tutta la relazione annuale ma solo le considerazioni finali. E ce n’è a sufficienza. Infatti il nostro percettore di pensione baby maturata a 49 anni di ben 8.000 euro e spicci netti, circa 14.000 euro lordi al mese cui ovviamente va aggiunto l’appannaggio per la sua funzione attuale, si è sperticato nel pronunciare alcune banalità di prammatica (la macelleria sociale è colpa degli evasori fiscali) condite con il pieno sostegno alla manovra correttiva di Berlusconi, Tremonti e, a questo punto anche di Napolitano e con gli attacchi non di rito ai lavoratori e ai loro diritti.
Il pensionato privilegiato ha detto subito, perché non ci fossero equivoci, che bisogna mettere mano alla spesa pubblica (leggi welfare e pubblico impiego) e alle pensioni attraverso l’aumento dell’età pensionabile, (ha omesso di dire che il governo ha già previsto l’accelerazione dell’aumento dell’età pensionabile delle donne, la modifica delle liquidazioni nel pubblico impiego, la chiusura delle finestre che significa l’allontanamento di fatto della pensione, ecc.).
Ovviamente, e non poteva essere diversamente, ha ottenuto i plausi e i consensi di tutti: dal Governo che ha dichiarato che Draghi condivide le scelte del Governo, dalla Confindustria che ha dichiarato che quelle dette da Draghi sono esattamente le cose che i padroni sostengono da anni ma anche dall’“opposizione” che ha sostenuto che i problemi del Paese vanno affrontati così!!
Rimaniamo solo noi, a dire che le cose che dice Draghi, un tecnocrate che aspira a guidare un governo tecnico che, come tutti i governi tecnici, sia pronto all’occorrenza a fare politiche di ulteriore massacro sociale non dovendo rispondere agli elettori, ma solo alla stella polare del bilancio, sono le parole di un fedele esecutore dei voleri padronali e del grande capitale e che noi non lo riteniamo credibile quando, per l’ennesima volta, lancia cortine fumogene sull’evasione fiscale che nessuno ha mai voluto combattere davvero.
Il 5 giugno, con la manifestazione nazionale a Roma, torneremo a dirlo nelle piazze e non solo nelle nostre assemblee e nei nostri congressi, speriamo che assieme a noi ci sia tanta gente che, stufa di fare da bersaglio, prenda la parola e si disponga a tornare protagonista del proprio futuro.