DPEF: CUB, VERSO MOBILITAZIONE PER REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO - NON E' ESCLUSO SCIOPERO GENERALE
LE SCELTE DELINEATE DAL MINISTRO DELL'ECONOMIA PADOA SCHIOPPA, SONO UNA VECCHIA RICETTA CHE HA CREATO DISASTRI SOCIALI E MESSO IN CRISI L'ECONOMIA ITALIANA
Dopo che il ministro dell'Economia Padoa Schioppa ha delineato i contenuti della prossima Finanziaria, la Confederazione unitaria di base (Cub) ha annunciato che per il 19 luglio e' stato convocato il Consiglio nazionale del sindacato con all'ordine del giorno le iniziative di lotta contro il Dpef, per la ridistribuzione del reddito e per la cancellazione del "silenzio assenso" per il trasferimento del tfr ai fondi pensione.
Il coordinatore nazionale della Cub, Piergiorgio Tiboni, contesta ''su tutta la linea l'impianto della Finanziaria che incide per l'80% su sanita', previdenza, enti locali e cioe' dipendenti pubblici'' e non esclude che il sindacato possa prendere in considerazione l'ipotesi di sciopero generale. ''E' una decisione pero' - ha precisato - che sarà all’odg il 19 luglio''.
''Ancora una volta vengono colpiti pensionati, lavoratori, precari, e classi medie - sottolinea il sindacalista - mentre al contrario, non solo per equita' sociale ma per rilanciare l'economia del Paese, e' indispensabile la redistribuzione del reddito dai veri ricchi ai ceti popolari''.
''Secondo il nostro centro studi - ha affermato Tiboni - si puo' drasticamente ridurre il debito pubblico tagliando parte dei 40 miliardi di euro l'anno di spese militari e vendendo una parte consistente dei 61 miliardi delle riserve della Banca d'Italia come indicato già da diversi economisti.
Le scelte delineate dal ministro, invece, sono una vecchia ricetta che ha creato disastri sociali e messo in crisi comunque l'economia italiana.
E' una cura sbagliata e utile solo ai padroni che attraverso la riduzione del cuneo fiscale/previdenziale intascheranno una parte consistente dei tagli al sistema previdenziale, alla sanità e dagli interventi sui pubblici dipendenti.
Infine per la Cub e' totalmente inaccettabile che venga riproposto lo scippo del Tfr ai favore dei fondi pensione, anticipato al primo di gennaio prossimo ( come richiesto da cgil-cisl-uil) e rivendica la cancellazione della norma sul silenzio assenso.