Direttivo CGIL: sui diritti dei lavoratori, indietro tutta!
Il Direttivo della CGIL, nella giornata di lunedì 22 Aprile, ha dato mandato alla segreteria di comporre insieme alla CISL e alla UIL una proposta sulla rappresentanza sindacale, base di partenza per un nuovo accordo con Confindustria, come corollario del prossimo Patto tra Produttori.
Squinzi, presidente degli industriali ha già dichiarato che sui punti relativi al regolamento che disciplinerà le RSU non intende mettere bocca, al padronato interessa una sola cosa: la certezza che gli accordi raggiunti a qualsiasi livello non saranno poi stravolti, in una parola la certezza della loro esigibilità.
Ed allora vediamoli i contenuti del mandato affidato dalla CGIL alla Camusso,con l'approvazione di tutto il direttivo tranne i componenti che fanno riferimento alla Rete 28 Aprile.
Il punto principale prevede che quei sindacati che concorreranno alle elezioni per le Rappresentanze sindacali unitarie aziendali (RSU) dovranno accettare preventivamente di non poter dichiarare sciopero su accordi firmati da almeno il 51% dei rappresentanti aziendali, siano essi RSU o RSA; la consultazione dei lavoratori non è obbligatoria!
Si tratta in pratica del completamento di quanto già indicato nel famigerato Accordo del 28 Giugno 2011 seguito nel Novembre 2012 dal tristemente noto 'Accordo per la Produttività la Crescita e la Competitività' in cui si prevedono deroghe su praticamente tutti gli istituti contrattuali, con un bel good bye al contratto nazionale.
Di fatto, se si vuole partecipare alle elezioni, ci si deve impegnare a non scioperare e quindi ad accettare acriticamente ciò che viene deciso da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Per poter mantenere il diritto di sciopero, che è un diritto costituzionale individuale, i lavoratori non potranno scegliere i propri rappresentanti sindacali, a meno che non siano addomesticati, notai di decisioni prese in altre sedi, occupati soltanto a perpetuare i propri “privilegi”.
Questa posizione, da sempre patrimonio di Bonanni e Angeletti, dall'alto del loro 'estremo spirito democratico', diventa oggi anche della Cgil della Camusso, con il voto favorevole anche dalle varie minoranze interne, tranne la Rete 28 Aprile, che come abbiamo già ricordato ha votato contro.
Così anche Maurizio Landini, quel “campione” delle libertà e della democrazia sindacale, insieme a Rinaldini, entrambi sponsorizzati dai media e da quasi tutta la sinistra, ha votato con la Camusso accettando un accordo profondamente antidemocratico e autoritario, probabilmente in cambio dei benefici e delle agibilità sindacali e di una nuova interlocuzione con Confindustria per la Fiom.
Il 9 maggio si svolgerà a Roma un incontro pubblico sul tema della rappresentanza e della democrazia sindacale, organizzato dal FORUM DIRITTI LAVORO in collaborazione con USB e Rete 28 Aprile. Sarà un'occasione di confronto e analisi, ma la mobilitazione contro quest'accordo deve iniziare immediatamente.
L’USB lancia quindi una campagna a difesa di democrazia e diritto di sciopero. Sarà necessariamente una mobilitazione dura e prolungata contro un accordo che di fatto istituzionalizza regole antidemocratiche e mette in seria discussione il diritto di sciopero, per permettere alle aziende di sviluppare indisturbate le loro politiche. L’USB invita inoltre le lavoratrici ed i lavoratori ad abbandonare immediatamente Cgil, Cisl, Uil e Ugl per costruire insieme una vera, credibile e indipendente alternativa sindacale.
P.S. Due giorni fa si sono svolte le elezioni RSU alla Sigma Tau di Pomezia, su 1120 aventi diritti al voto la lista USB è risultata al secondo posto, per soli 6 voti dietro la CISL, distanziando di molto la CGIL e gli altri partecipanti, con 5 eletti su 14.
Il successo di USB poggia sul rifiuto netto degli accordi confederali/azienda che prevedevano l'espulsione di centinaia di lavoratori, la chiusura e l'esternalizzazione di due centri di ricerca tra i più eccellenti di tutto il gruppo, una multinazionale con ampi margini di profitto. Ci chiediamo come, con una proposta come quella passata in CGIL, i lavoratori avrebbero potuto liberamente e democraticamente scegliere i propri delegati e continuare a lottare contro accordi obbrobriosi!