DDL GELMINI: IL GOVERNO NON RIESCE A FERMARE LA PROTESTA E PRENDE TEMPO
Grande partecipazione al sit-in sotto il Parlamento contro il DDL Gelmini. Il governo non riesce a fermare la protesta e prende tempo
Slitta ancora la discussione del DDL Gelmini: mancherebbero i fondi a copertura dell'emendamento per la promozione ad associato di 9000 ricercatori in 6 anni.
E' un colossale tentativo di imbrogliare le carte di fronte all'opinione pubblica.
I ricercatori hanno già rifiutato questo emendamento come espediente mediatico per far passare una "riforma" che smantella l'Università Pubblica trovando su questo piena concordanza con l'intera comunità universitaria (studenti, precari, lavoratori tecnico-amministrativi). A questi si aggiungono le critiche di numerosi organi accademici e anche di alcuni Rettori a dimostrazione che chi, come la Conferenza dei Rettori, avalla questa riforma parla in nome dei suoi interessi e non certo di quelli della comunità universitaria.
La massiccia mobilitazione negli atenei che ha accompagnato la mobilitazione di oggi di tutta la comunità universitaria davanti al Parlamento ha infatti detta l'unica parola chiara della giornata: il DDL Gelmini è inaccettabile e inemendabile: il DDL Gelmini deve essere ritirato.
I problemi che affliggono le Università possono solo essere peggiorati con una "riforma" che riduce l'Università Pubblica ad aziende nelle mani dei Rettori e dei loro sponsor Confindustriali, che precarizza la docenza e la ricerca, che esternalizza funzioni, attività, servizi e personale.
La comunità universitaria richiama il governo e le forze politiche alle loro responsabilità di garantire il normale funzionamento degli atenei pubblici messi in ginocchio da anni di disinvestimenti sulla formazione e la ricerca e da ultimo con tagli ai bilanci. Tagli che non garantiscono nemmeno più le spese istituzionali (personale e funzionamento) e quindi il normale funzionamento degli atenei, "virtuosi" o meno che siano. I tagli ai bilanci vanno ritirati !
La grande partecipazione di oggi a Montecitorio, restituendo la parola a ricercatori, studenti e lavoratori, ha dimostrato che l'unità e la mobilitazione della comunità universitaria può rimettere e rimette in discussione le manovre di palazzo. La mobilitazione continua.
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