Dalla Fornero altre mazzate ai lavoratori. Fermiamo il nuovo massacro sociale!
Che la riforma del mercato del lavoro si sarebbe ben presto palesata per quello che a gran voce richiedono Confindustria e tutte le imprese, la Banca Centrale Europea e i mercati, lo avevamo già detto e scritto ed anche per contrastarla abbiamo proclamato lo sciopero generale del 27 Gennaio prossimo.
Ma questo Governo sta andando veramente oltre ogni minima decenza; altro che tecnico!
Che Monti stia dalla parte dei più forti lo dimostrano oltre che le manovre finanziarie, anche gli imbrogli che ad ogni piè sospinto vengono fuori: nel decreto CRESCITALIA varato venerdì scorso , tanto per dirne una, salta il blocco salariale per i dirigenti pubblici, quelli che già guadagnano centinaia di migliaia di euro ma resta il blocco dei contratti per tutti gli altri – cgil cisl uil non hanno niente da dire al riguardo? - mentre in Parlamento viene votato un ulteriore regalo agli evasori: nel decreto mille proroghe infatti troviamo uno sconto fiscale enorme, da 70 al 90% della somma evasa senza multe o penali!
Tornando allo schema di riforma degli ammortizzatori sociali scopriamo che questo si concretizza nella cancellazione delle attuali forme di cassa integrazione -ordinaria straordinaria in deroga - e di mobilità che verrebbero sostituite da un’unica tipologia: la cassa integrazione ordinaria della durata di 52 settimane, un solo anno, anche in caso di chiusura dell’azienda! Ma poi? La nostra ineffabile Ministra tecnica pensa al rafforzamento dell’indennità di disoccupazione o al massimo ad un’ indennità risarcitoria.
Ma come? Aveva parlato di flexsecurity, di reddito minimo, aveva assicurato che nessuno, in caso di perdita del posto di lavoro, sarebbe rimasto solo per strada, ma ora scopre che questa riforma ‘richiede soldi ora non disponibili’ per cui se pure passasse non sarebbe esigibile.
Le previsioni parlano per quest’anno di oltre 300.000 disoccupati in più senza contare tutti quei lavoratori che già si trovano in CIG o mobilità. Che fine faranno dopo 12 mesi?
Anche rispetto al tanto declamato diritto dei giovani ad un lavoro regolarmente pagato, all’abolizione delle svariate forme (48) di contratti precari ed atipici, in nome dei quali si è preteso di riformare le pensioni, oggi la Fornero ci annuncia che al massimo possono essere resi più cari ma non aboliti, mentre la stabilizzazione verrebbe incentivata tramite la defiscalizzazione degli oneri contributivi.
E ancora non basta: il terzo capitolo della riforma riguarda il contratto calibrato sul ciclo di vita, che non si capisce bene cosa significhi realmente ma si sa che ai tre anni di contratto d’ingresso, in cui si può essere licenziati senza dover fornire alcuna motivazione, seguirebbe un contratto che evolve con l’età, quindi non un contratto a tempo indeterminato con regole uguali per tutti.
Scompare definitivamente il contratto nazionale e con esso il principio giuridico della parità di trattamento in presenza di uguale prestazione lavorativa!
Dulcis in fundo, retroscena ci avvertono che, per evitare trabocchetti parlamentari Monti pensa a risolvere il tutto con una legge delega da varare entro marzo in modo da rendere il tutto applicabile entro l’estate.
I poteri forti economici e finanziari debbono aver ben pressato la nostra ministra che è arrivata a proclamare che ‘sui licenziamenti sarò radicale’ ma quello che è più paradossale è che di fronte a queste proposte CGIL CISL UIL balbettino, guardandosi bene dal lasciare il tavolo ministeriale e coinvolgere i lavoratori in una protesta forte e decisa.
C’è invece un gran bisogno di reagire in modo adeguato e per farlo è necessario mettere in campo la massima mobilitazione possibile in tutti i posti di lavoro, a cominciare dallo sciopero generale del 27 gennaio.
Dobbiamo scendere tutti in piazza e far sentire la nostra voce, il nostro dissenso, la nostra rabbia. Le adesioni allo sciopero che stanno arrivando, prime fra tutte anche quelle di esponenti Fiom e di partiti e movimenti, compreso il Forum per l’Acqua Pubblica, ci mostrano che la nostra protesta è non solo giusta ma necessaria.