DAL "COLLEGATO LAVORO" NUOVO ATTACCO AL PUBBLICO IMPIEGO
Più penalizzazioni per chi ha figli piccoli e portatori di handicap a carico
Se la strategia del governo è quella di colpire i dipendenti pubblici per smantellare la Pubblica Amministrazione, c’è un impegno senza sosta per raggiungere l’obiettivo.
Nel collegato lavoro, approvato definitivamente lo scorso 3 marzo dal Senato, è contenuta la delega per rivedere la normativa relativa alla fruizione dei permessi per l’assistenza ai portatori di handicap e per limitare il ricorso del part-time nelle amministrazioni pubbliche.
Premesso che avere un parente in famiglia cui bisogna prestare cure sicuramente occupa ben oltre i tre giorni al mese concessi dalla legge 104 e che nessuno sceglie volontariamente di ridurre il proprio reddito con un contratto part-time se non per gravi motivi quasi sempre legati alla cura dei figli o di anziani genitori, rimettere mano alla normativa vigente, “senza costi aggiuntivi” e senza penalizzare chi è già penalizzato, risulta impresa ardua anche per i politici più creativi.
In un Paese dove la cura degli infermi e la “gestione” dei figli è affidata quasi esclusivamente alle famiglie, dove l’assistenza domiciliare è un servizio che nelle migliori delle ipotesi bisogna prenotare con mesi di anticipo, dove gli asili nido sono privati o a numero chiuso, dove gli orari della scuola non sono “sincronizzati” con gli orari del lavoro o della città, la famiglia è l’unico elemento di sicurezza sociale ancora garantito.
E nella famiglia sono prevalentemente le donne coloro che sono caricate di queste incombenze tant’è che ben il 90% dei rapporti part-time nel pubblico impiego sono “rosa” così come la stragrande maggioranza dei permessi per l’assistenza ai portatori di handicap sono utilizzati da donne.
Donne al centro, oltre che degli inasprimenti che riguardano la generalità dei lavoratori pubblici, anche di norme specifiche quale quella in questione e come l’innalzamento dell’età pensionabile recentemente introdotta sempre da questo governo.
C’è la necessità nel Paese di investire nella tutela sociale innescando così meccanismi virtuosi che portino, questi sì, ad una maggiore efficienza e trasparenza della Pubblica Amministrazione, ma forse non è questo l’obiettivo dei governi.