Da Susa a Bussoleno…e non si vede la fine! -foto-
Un grande camminata in una giornata intensa, serena e determinata. Nonostante la pioggia battente, decine di migliaia di persone hanno dato vita ad un corteo densamente vissuto da chi abita la valle e da chi la ama, da chi condivide la necessità di fermare un’opera inutile e costosa.
Si comincia la mattina con la visita-ispezione al cantiere, a quel “buco” nero di democrazia sospesa, sovranità limitata, militarizzazione e devastazione ambientale. Parlamentari e attivisti Notav si muovono all’interno dello spazio occupato da uomini in divisa e questa volta senza tagliare reti o subire violenze gratuite.
Una giornata importante per chi si oppone al Tav e tanta preoccupazione sui volti degli amici del treno veloce in Valsusa. Che succede ora? Chi si è giocato carte a favore dell’opera adesso teme che una partita considerata chiusa venga riaperta e con un finale che li potrebbe decisamente deludere.
Sta accadendo ora ed è il frutto di anni di mobilitazioni senza se e senza ma. Le certezze di chi sostiene la necessità dell’opera vacillano e devono fare i conti con i numeri della manifestazione di sabato, con la sua composizione, con la sua forza serena. Soprattutto la rottura decisa delle compatibilità e degli interessi che motivano i tifosi di questa infrastruttura inutile, hanno consentito di mantenere le posizioni e ora di rilanciare con determinazione il movimento Notav verso una “scrollata” che potrebbe essere decisiva.
Essere parte di questa esperienza di conflitto ci ha fatto crescere e apprezzare il valore dell’indipendenza, dell’autonomia necessaria. La distanza incolmabile tra le nostre ragioni e quelle sostenute da forze politiche come il PD, le timidezze dei sindacati confederali, più attenti agli interessi delle imprese e delle cooperative interessate ai lavori, hanno fatto si che oggi un movimento consapevole della propria forza si sta accingendo a chiudere il conto con questa compagnia di giro. Un conto che qualcuno ha saldato già in fase elettorale premiando il movimento 5 stelle, da sempre vicino e interno alle ragioni Notav.
Aver manifestato con i Vigili del Fuoco in prima fila ha significato il profondo disagio che operatori dello Stato nutrono verso l’imposizione che si sta registrando con l’occupazione militare del sito interessato. Come dire che la presenza delle divise in valle non si può digerire come presenza necessaria ma piuttosto come un sopruso che va urgentemente risolto. Agli ordini si può disobbedire…volendo!
Riteniamo ora importante non dissipare ciò che si costruito finora. L’urgenza di prossimi passaggi è nei sensi e negli occhi degli 80mila di sabato. Abbiamo percepito consapevolezza e forza, quindi si va avanti e questo serve non solo in Val di Susa. È utile comprendere che qualcosa si muove e lo abbiamo visto a Milano nel corteo a dieci anni dall’assassinio di Dax e ancora di nuovo sabato scorso.
Mentre c’è chi si accinge a varare un nuovo governo della e nella crisi, altro può accadere e cominciare dal Tav non sarebbe male.
Que se vayan todos…dal cantiere e che non ne rimanga nessuno!