Contratto Ministeri: LA RdB/CUB P.I. AVVIA IL REFERENDUM
In allegato la scheda per il referendum
Con la stipula, il 14 settembre, del contratto nazionale del comparto Ministeri si è chiusa una poco entusiasmante fase di contrattazione e per la RdB/CUB P.I. parte la fase di consultazione dei propri iscritti e dei lavoratori sui contenuti del contratto stesso.
Un contratto, che è bene ricordare, arrivato quasi alla scadenza del biennio economico (31 dicembre 2007) e che porta la pesante ipoteca dell’accordo governo – cgil, cisl e uil per la sperimentazione della triennalizzazione dei contratti pubblici.
Un contratto che è stato aperto il 30 maggio e chiuso il 14 luglio nel volgere di poche sedute, con una direttiva governativa rigida a tal punto che non ha permesso una effettiva contrattazione tra le parti.
Ad un metodo censurabile vanno aggiunti contenuti fortemente criticabili.
Nel capitolo relazioni sindacali viene introdotto un ulteriore livello di contrattazione che è quello regionale in aperta contraddizione con il decreto legislativo 165 e a cui hanno accesso le sole organizzazioni sindacali nazionali firmatarie del contratto e non le RSU elette direttamente nei luoghi di lavoro.
Al riguardo della classificazione del personale si mantengono le tre aree di inquadramento aumentandone le fasce retributive interne che passano da 11 a 16 con l’incongruenza derivante dal fatto che le fasce apicali di un’area hanno una retribuzione superiore alle fasce iniziali dell’area superiore.
Sul trattamento economico, oltre a registrare incrementi contrattuali inadeguati al recupero del potere d’acquisto dei salari, si fa un uso improprio del Fondo per il salario accessorio che si utilizza per finanziare operazioni finora a carico delle amministrazioni quali la perequazione dell’Indennità di Amministrazione tra il personale dallo stesso ministero o il finanziamento dei passaggi tra la prima area e la seconda (previsti invece a carico del bilancio del ministero).
Sulla Formazione viene introdotta la possibilità di costituire “consorzi” ministero-sindacati che gestiranno i fondi destinati alla formazione del personale.
Per la RdB/CUB P.I. questo Referendum è essere innanzi tutto un momento di divulgazione tra tutti i lavoratori del comparto dei veri contenuti di questo contratto in quanto tutti i sindacati rappresentativi nel comparto hanno già sottoscritto l’accordo senza sentire il bisogno di ascoltare cosa ne pensassero coloro a cui questo contratto verrà applicato.
La RdB/CUB P.I. si è riservata la firma solo al termine della consultazione in cui verrà evidenziata la norma antidemocratica per cui chi non firma il contratto nazionale, ancorché maggiormente rappresentativo, non ha diritto a tutelare i propri iscritti e i lavoratori del comparto nelle fasi successive di contrattazione.
Pertanto la RdB/CUB Pubblico Impiego continua ad impegnare le proprie strutture nella battaglia per il ripristino pieno della democrazia nei luoghi di lavoro, nella difesa delle condizioni di lavoro e per il potenziamento della funzione sociale della Pubblica Amministrazione al servizio dei cittadini.