CONTINUA IL CONFRONTO ALLA FUNZIONE PUBBLICA SUL PRECARIATO
Nell’incontro che si è svolto martedì 24 aprile alla Funzione Pubblica, ci è stato presentato il nuovo documento di bozza delle linee guida per l’applicazione dei commi 519 e 520 della legge finanziaria.
Il nuovo testo non introduce particolari elementi di innovazione e continua a non rispondere alle obiezioni poste da RdB/CUB. Sono stati mantenuti dei vincoli che non consentono al provvedimento di andare incontro alle esigenze dei lavoratori, primo fra tutti il rispetto delle dotazioni organiche.
Tali e tante sono le situazioni di precariato, diverse fra loro, anomale rispetto alla rigidità dell’interpretazione del comma che dà la Funzione Pubblica, che sarà estremamente complicato avere un’applicazione omogenea nelle varie amministrazioni.
Per questo abbiamo richiesto, trovando l’approvazione del ministro Nicolais, l’istituzione di un luogo di confronto stabile per monitorare le procedure per la stabilizzazione dei lavoratori precari e poter intervenire laddove si verifichino applicazioni distorte a danno dei lavoratori.
Nella riunione che si terrà venerdì 27 aprile continueremo a chiedere degli aggiustamenti che possano rendere più semplice l’applicazione di questi commi, ma soprattutto rinnoveremo la nostra principale richiesta che è quella di aprire con urgenza la discussione sull’applicazione dei commi 417, 418 e seguenti.
Ribadiremo con forza che il Governo per rendere credibile il proprio intervento sul precariato deve non limitarsi al comma 519, ma deve immediatamente iniziare a lavorare per allargare a tutte le tipologie di precariato le procedure di stabilizzazione e quantificare le risorse adeguate allo scopo.
Su questo punto RdB CUB non tollererà rallentamenti e rilancerà la lotta dei lavoratori precari con mobilitazioni nei luoghi di lavoro e nelle sedi istituzionali.
Di seguito le osservazioni inviate in data odierna alla Funzione Pubblica.
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RdB CUB. Osservazioni
In riferimento al secondo documento di bozza delle linee guida per l’applicazione dei commi 519 520, RdB/CUB ribadisce la propria insoddisfazione rispetto ad una interpretazione restrittiva del provvedimento.
In questo senso si tiene a ribadire che il richiamo alle dotazioni organiche è uno dei principali fattori che riducono l’efficacia dei commi in oggetto. Si ritiene che sarebbe opportuna una rideterminazione delle dotazioni organiche che fotografi gli organici di fatto che si sono creati in questi anni e che consentono il funzionamento delle amministrazioni e degli enti.
Nel rinnovare tutte le osservazioni già sottoposte alla Sua attenzione, si intende evidenziare alcuni punti aggiuntivi:
- La proroga ex lege deve trovare immediata applicazione anche per i lavoratori precari che operano negli enti non espressamente citati nel comma 519 (Università, ACI, etc.)
- È necessario considerare ai fini della stabilizzazione quelle situazioni nelle quali il tipo di contratto è mutato senza però modificare il rapporto di lavoro reale, ad esempio gli LSU trasformati in Co.Co.Co.
- Allo stesso modo, in particolare per gli enti di ricerca, ma non solo per questi , vanno considerati compresi nel processo di stabilizzazione tutti coloro che hanno, come cita il comma 519, un contratto di lavoro a tempo determinato alla data del 29 settembre 2006 anche se ancora non hanno i tre anni previsti, purché il contratto subordinato sia preceduto da altri tipi di contratto riconducibili di fatto ad un rapporto subordinato. È il caso dei Co.Co.Co. o degli assegni di ricerca per i quali il passaggio a tempo determinato è solo l’attestazione che questi lavoratori hanno operato con contratti che mascheravano a tutti gli effetti un rapporto di lavoro subordinato.
- Si chiede l’istituzione di un luogo di confronto stabile per monitorare l’applicazione del comma 519 ed intervenire laddove si verifichino interpretazioni a danno dei lavoratori.
Si richiede infine di aprire con urgenza la discussione sui comma 417, 418 e seguenti allo scopo di ampliare le tipologie contrattuali ed individuare le risorse adeguate ad affrontare il problema precariato in modo complessivo e non parcellizzato. Questo consentirebbe al Governo di dare continuità al proprio intervento sul precariato e darebbe ai lavoratori precari una prospettiva concreta di stabilizzazione.