COMUNE DI ROMA: ACEA AI PRIVATI RDB ENERGIA, CONTINUEREMO BATTAGLIA. IN PIAZZA IL 20 MARZO CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE A FIANCO DEL FORUM DEI MOVIMENTI DELL'ACQUA

Roma -

Il Comune di Roma, con la votazione di ieri sera in Consiglio a favore della mozione presentata dalla maggioranza, conferma la decisione di vendere il 21% delle quote di Acea controllate dal Campidoglio. Un affare enorme che non riguarderà solo l’acqua, di cui l’Acea è il maggior gestore in Italia con significative presenze anche all’estero, ma anche l’energia e in modo sempre più presente i rifiuti.


“Le dichiarazioni di Alemanno su chi acquisterà queste azioni sono a dir poco preoccupanti – commenta Fulvio Vescia, RdB Energia -  perché riguardano tutto quel mondo di sciacalli che cavalcano quotidianamente situazioni come quella dell’Acea per accrescere il loro mondo fatto di continue speculazioni. Nella migliore delle ipotesi passerà invece tutto in mano all’imprenditore romano Caltagirone, ovvero dalla padella alla brace”.


“Esclusi due interventi dell’opposizione - continua il rappresentante RdB - non si può dire che Alemanno abbia avuto vita difficile ieri sera nell’aula Giulio Cesare. Gli interventi dell’ex sindaco di Roma Rutelli, padre insieme alla Lanzillotta della prima privatizzazione di Acea, e del PD hanno eluso in modo molto abile il nocciolo vero della questione, ovvero che l’acqua è un bene comune inalienabile e che non può e non deve essere considerato merce di scambio o peggio ancora prodotto su cui speculare”.


Conclude Vescia: “RdB, al fianco del Forum dei movimenti dell’acqua, continuerà la sua battaglia contro la privatizzazione di Acea e in generale dell’acqua nel nostro Paese, e parteciperà alla manifestazione nazionale indetta per il 20 marzo prossimo a Roma.

 

 

 

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12 febbraio 2010 - Radio Città Aperta

Il Consiglio Comunale di Roma vota la privatizzazione dell’Acea, movimenti e sindacati di base protestano e rilanciano: di nuovo in piazza il 20 marzo
di Grazia Orsati

Roma - Ieri, nell’Aula Giulio Cesare, Consiglio Comunale tematico, richiesto dall’opposizione, dedicato all’ACEA. Dopo la trasformazione da azienda municipalizzata a SpA, dopo l’ingresso dei privati –cambiamenti portati avanti dalle Giunte precedenti- si vuole ora sancire un ulteriore passaggio: la cessione di quote del Comune di Roma che passerà così dal 51 al 30%. Un affare gigantesco quello di ACEA. Ma chi sono i principali azionisti privati? Francesco Gaetano Caltagirone che, ormai, con il suo 8,7% ha quasi raggiunto l’altro grosso azionista di minoranza, Suez-Gaz de France. La differenza significativa fra i due azionisti è che, se i francesi sono più interessati all’energia, Caltagirone, come noto, significa edilizia. E, nel settore idrico, la componente di appalti edili è particolarmente rilevante. Il Parlamento ha recentemente approvato il decreto Ronchi, grazie anche alla fiducia imposta dal governo; non a caso il decreto viene riassunto con l’espressione "privatizzazione dell’acqua", visto che impone alle società pubbliche di servizi, come è appunto l’Acea, di cedere la maggioranza scendendo sotto il 40% entro giugno 2013 e sotto il 30% entro la fine del 2015. Particolarmente vantaggioso per i privati comprare da un venditore costretto a cedere addirittura per legge e se oltretutto quel venditore è ben disposto a cedere, il gioco è fatto. In concomitanza con la seduta del Consiglio centinaia di cittadini manifestavano a piazza San Marco e a piazza del Campidoglio. "L'acqua è un bene comune e un diritto umano universale, da conservare per le future generazioni" si legge in un comunicato delle RdB che continua: "Le drammatiche conseguenze della crisi di un sistema economico finalizzato alla liberalizzazione forsennata del mercato, oggi sotto gli occhi di tutti, hanno da sempre e dovunque accompagnato le privatizzazioni dell'acqua e dei beni comuni portando: riduzione della qualità del servizio - sfruttamento selvaggio delle risorse - aumento delle tariffe - riduzione dell'occupazione e precarizzazione del lavoro." In America Latina molti paesi, dalla Bolivia all'Ecuador all'Uruguay al Venezuela hanno inserito il diritto all'acqua e la sua gestione pubblica e comunitaria nelle proprie costituzioni. Ma anche in Europa ci si sta muovendo con leggi che impediscono privatizzazione dell'acqua, come sta accadendo in Olanda o a Parigi.   "L’acqua non è una merce – dichiara Fulvio Vescia, della RdB Energia- e nel nostro Paese oltre 400.000 cittadini hanno già firmato la legge d’iniziativa popolare promossa dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua. Con questa manifestazione vogliamo dire chiaramente che l’acqua è un bene di tutti e che nessun sindaco, per quanto eletto, può disporne come se gli appartenesse. Per questo ribadiamo il nostro no all’ulteriore svendita ai privati di Acea". Intanto, dopo l’uscita dall'aula dei consiglieri dell'opposizione in segno di protesta, il Consiglio Comunale di Roma approvava una mozione del Pdl che "impegna il sindaco a porre in essere tutte le azioni necessarie per delineare un percorso di cessione delle quote azionarie di Acea spa, in eccesso rispetto ai limiti di legge, che garantiscano al Comune di Roma il controllo della società e, in particolare, del servizio idrico". Gli ultimi minuti della seduta, prima della votazione, sono stati caratterizzati da uno scontro verbale tra sindaco e opposizione durante il quale l’ex sindaco Francesco Rutelli ha lasciato l’aula, smarcandosi dai suoi colleghi di schieramento. Sulle decisioni di giunta e maggioranza pende ora l’ipotesi di referendum lanciata dalle forze di opposizione. All’indomani della turbolenta seduta i movimenti e in sindacati di base protagonisti della contestazione di ieri rilanciano: "Le RdB, insieme al Forum dei movimenti dell’acqua, continuerà la sua battaglia contro la privatizzazione di Acea e in generale dell’acqua nel nostro Paese, e parteciperà alla manifestazione nazionale indetta per il 20 marzo prossimo a Roma. Le dichiarazioni di Alemanno su chi acquisterà le azioni dell’ex municipalizzata sono a dir poco preoccupanti – commenta Fulvio Vescia - perché riguardano tutto quel mondo di sciacalli che cavalcano quotidianamente situazioni come quella dell’Acea per accrescere il loro mondo fatto di continue speculazioni. Nella migliore delle ipotesi passerà invece tutto in mano all’imprenditore romano Caltagirone, ovvero dalla padella alla brace". Il rappresentante del sindacato di base interviene anche sulle modalità del dibattito in aula: "Esclusi due interventi dell’opposizione non si può dire che Alemanno abbia avuto vita difficile ieri nell’aula Giulio Cesare. Gli interventi dell’ex sindaco di Roma Rutelli, padre insieme alla Lanzillotta della prima privatizzazione di Acea, e del PD hanno eluso in modo molto abile il nocciolo vero della questione, ovvero che l’acqua è un bene comune inalienabile e che non può e non deve essere considerato merce di scambio o peggio ancora prodotto su cui speculare".


12 febbraio 2010 - Liberazione

Roma, sit in contro la privatizzazione dell'Acea.
Sulle botte di mercoledì 200 testimonianze, liberato l'arrestato
I manganellati non demordono. E le "mani blu" difendono l'acqua

"Manganelli su donne e bambini" è impresso su un cartello legato al collo di una signora. "Così rispondono alla crisi" recita lo slogan scritto su un foglio bianco tenuto in mano da un lavoratore di Eutelia. Doveva essere una semplice conferenza stampa di denuncia di quanto avvenuto martedì pomeriggio davanti alla Prefettura ma alla fine ieri mattina, in piazza Santi Apostoli, si è svolto il secondo presidio in due giorni. «Siamo qui per denunciare la violenta repressione messa in atto, martedì pomeriggio, dalle forze dell'ordine mentre, all'interno, enti locali, governo e "parti sociali" discutevano di come affrontare la crisi». Peccato, però, che al tavolo di martedì convocato dal Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, non siano state ascoltate le proposte concrete di chi nella crisi vive. «O meglio, sopravvive» specifica Luca Fagiano del Coordinamento cittadino di lotta per la casa.
«Con le cariche indiscriminate di ieri (martedì, ndr ) hanno cercato di ridurre ogni forma di dissenso e di rivendicazione di diritti in un problema di ordine pubblico» spiega Fabio Nobile, portavoce delle Federazione della Sinistra di Roma, ma le oltre duecento persone accorse alla conferenza stampa per testimoniare l'accaduto, mostrando fotografie e referti medici, ferite e contusioni provocate dalle manganellate, hanno dimostrato che "Roma si ribella alla crisi" non è stato solo lo slogan di un presidio, ma qualcosa di più. «Non ci faremo intimorire da questo governo che risponde a suon di manganellate alle nostre rivendicazioni» avverte Andrea, dipendente Eutelia, che ora al suo curriculum può aggiungere «cinque punti di sutura alla testa per volere di Alemanno e del Prefetto Pecoraro». Intanto le immagini sono la prova evidente di come ogni tentativo proveniente dalle forze dell'ordine, puntualmente ripreso da alcuni organi di stampa, di far passare la caccia all'uomo e i rastrellamenti per le vie limitrofe a piazza Santi Apostoli e fin dentro bar e negozi come semplici "cariche di alleggerimento", sia miseramente fallito. Così come è fallito il tentativo di criminalizzare "i soliti dei centri sociali" con l'arresto di Marco di Acrobax, fermato come fosse un dinamitardo, un bombarolo, per avere nello zaino alcuni mortaretti di quelli che si sparano a capodanno. Processato ieri mattina per direttissima, Marco è stato immediatamente rimesso in libertà dal giudice.
«Gli eventi di martedì ci hanno fatto capire che Alemanno & co. stanno brancolando nel buio» commenta Paolo Di Vetta di Asia Rdb. «Il loro lassismo è dimostrato dal fatto che hanno pensato bene di manganellare lavoratori di Eutelia, senza casa, sfrattati anziché farli partecipare a un tavolo interistituzionale sulla crisi dal quale sono usciti solo slogan elettorali, stavolta sottoforma di 620mila posti di lavoro». Ecco, allora, che non indietreggiare neanche davanti alle manganellate è, oggi più che mai, un dovere «per mantenere alto il conflitto in città e difendere quei pochi spazi di democrazia ancora praticabili, come la protesta di piazza in cui far confluire tanto le lotte per il lavoro e il reddito che quelle per la casa e l'abitare». E' di questo che si parlerà all'assemblea cittadina indetta dalla Rete romana contro la crisi per il prossimo 16 febbraio. Intanto ieri pomeriggio una selva di mani tinte simbolicamente di blu si è alzata in piazza San Marco per difendere l'acqua bene comune, e dire un secco no alla privatizzazione dell'Acea in contemporanea con la discussione di questo tema in Consiglio comunale.(D.N.)