Che sarebbe piovuto si sapeva, qualcuno sperava non diluviasse e invece siamo in pieno uragano
In allegato il testo della manovra (DL.201/2011).
Pesantissime ed inique le misure del Governo Monti approvate dal Consiglio dei Ministri. Pesantissime per i lavoratori e per le fasce di popolazione che già vivono in situazione di estremo disagio.
Inique perché a pagare sono sempre gli stessi e manca anche quella patrimoniale che molti annunciavano e che invece è stata “sostituita” da misure ridicole.
E ANCORA NON HANNO PROCEDUTO A METTERE ULTERIORE MANO, COME PROMESSO, AL MONDO DEL LAVORO, AI CONTRATTI, AI DIRITTI DEI LAVORATORI.
L’EUROPA HA DETTATO LA RICETTA E IL CUOCO MONTI LA ESEGUE SENZA VARIAZIONI CUCINANDO I PENSIONATI E I LAVORATORI A FUOCO VIA VIA PIU’ ALTO.
Cgil, Cisl e Uil balbettano e chiedono maggiore equità ad un governo sordo a qualsiasi modifica e ligio esecutore dei diktat dell’Unione Europea ben sapendo che la strada che si è imboccata e che appoggiano, quella di accollare la crisi sistemica del capitale ai lavoratori e ai pensionati, è a senso unico e non prevede la possibilità di alcun ripensamento
I partiti si apprestano nelle prossime ore a votare questo nuovo massacro sociale in nome della difesa dell’Euro e dell’Unione Europea che hanno rappresentato e rappresentano la malattia e non la cura per il nostro Paese e per gli altri paesi europei.
La drammatizzazione delle ultime ore, secondo la quale “il futuro dell’Unione Europea e dell’Euro dipende dall’Italia”, serve a spingere l’acceleratore nella direzione della costituzione del super-stato europeo che superi la sovranità dei Paesi e detti le regole del gioco su ogni questione, dal fisco alla difesa, dalla politica estera a quella economica, con ovvia esclusione dei salari e dei redditi.
Viene il sospetto che dietro la speculazione finanziaria, lo spread e l’altalena in borsa pesi molto la necessità di accelerare il processo di unificazione sotto la guida tedesca e francese, oltre che la difesa degli interessi della finanza internazionale..
NOI NON CI STIAMO: questa la parola d’ordine uscita dalla partecipata Assemblea nazionale dei delegati del sindacalismo di base che si è tenuta il 3 dicembre a Roma.
Noi non solo non ci stiamo, ma chiamiamo alla lotta immediata e dura lanciando lo stato di agitazione in tutti i luoghi di lavoro e preannunciando nelle prossime ore la decisione in ordine alla data dello sciopero generale e generalizzato da convocare immediatamente in relazione con tutte le forze sindacali indipendenti e di classe interessate e con le componenti sociali disponibili.