CCNL Ministeri: COSA C'È NEL CONTRATTO -il testo e il commento-
In allegato l'opuscolo con il testo e il commento
Con oltre 18 mesi di ritardo si è chiuso il CCNL comparto ministeri, il primo della stagione contrattuale del P.I., il terreno di sperimentazione di una nuova concertazione dove la svendita dei diritti dei lavoratori in cambio di spazi di cogestione risulta essere la vera novità.
Una trattativa avviata il 30 maggio, il giorno dopo che a Palazzo Chigi il governo e cgil, cisl e uil firmavano un accordo che, oltre a non trovare risorse aggiuntive per i contratti, introduce l’impegno a portare da due a tre anni la vigenza del contratto.
Un contratto, quello dei ministeri, che si è svolto in parallelo con la trattativa, a Palazzo Chigi, sulla controriforma delle pensioni e che da quest’ultima è stato fortemente condizionato. Cosicché quando si è pervenuti ad un accordo per la svendita delle pensioni sul tavolo governativo abbiamo assistito alla repentina chiusura del contratto dei ministeri.
Prima dell’avvio delle trattative (in modo inusuale e quanto meno curioso) per la prima volta è stata richiesta la firma di un protocollo d’intesa. Intesa che non impegna nulla e nessuno anche perché non è previsto da nessuna parte che i contratti pubblici debbano essere preceduti da protocolli essendo essi stessi (i contratti) intese tra le parti. Evidentemente era una necessità “politica” di Cgil, Cisl e Uil che ad un anno e mezzo dalla scadenza e senza un minuto di sciopero dovevano giustificare il loro comportamento nei confronti del governo “amico”.
Nel merito il contratto si caratterizza nella forma come una integrazione ai contratti precedenti; in molti articoli, infatti, troviamo solo le modifiche da apportare all’art. X comma Y del CCNL del 1999 che, alla faccia della trasparenza e semplificazione amministrativa, risulta ostico alla prima lettura anche agli addetti ai lavori, figuriamoci ai lavoratori (ma forse era proprio questo lo scopo).