Catanzaro. Call-center PHONEMEDIA: UNO SCENARIO GIA' VISTO. Continua l'occupazione e lo sciacallaggio

In allegato il comunicato e la lettera al Prefetto

Catanzaro -

LA RABBIA DEI LAVORATORI PHONEMEDIA, ARRIVATA IN REGIONE CALABRIA PROSEGUIRÀ IN ALTRE SEDI POLITICHE - E NON - PER CONVINCERE IL GOVERNO AD INTERVENIRE


Il sindacalismo di base a fianco dei lavoratori del call-center PHONEMEDIA, che ancora una volta, stanno lottando per difendere i loro posti di lavoro, in quanto i “fantasmi” dell'azienda ha minacciato di esternalizzare le attività fino ad ora svolte.


Purtroppo è una storia già vista negli anni passati. Prima, si illudono tantissimi giovani e padri di famiglia che il lavoro precario sia il più bel risultato immaginabile, dopo avere preso soldi e sfruttato le maestranza; nessuno è proprietario nessuno ha responsabilità!


Nelle more i lavoratori cercano altre occupazioni presso altri call-center all’uopo organizzati – ne stanno nascendo altri tre in provincia - che riciclano gli stessi lavoratori sottopagati e la storia continua all’infinito. Senza che nessuno si possa organizzare la propria vita privata, altri lavoratori stufi e sfibrati di tale situazioni si ritirano completamente dalla scena facendo il gioco dei “padroni fantasmi” – che si ingrassano con i mancati salari.


Eppure, non è un caso di “call-center in crisi”: è l’ennesimo caso di multinazionale che viene qui ad attaccarsi alla mammella dei finanziamenti pubblici. Già: perché era lo Stato, la comunità europea, cioè noi, a pagare una parte degli incentivi per mantenere il lavoro. Una azienda che stà giocando sulla pelle dei lavoratori per incamerare altri soldi da Pantalone, con il probabile ricatto occupazionale.


Occorre chiederci perchè si è arrivato a tanto e il ruolo della politica in tutti questi anni, del perchè dei vari passaggi di proprietà e di chi sono le responsabilità per aver “regalato” alla PHONEMEDIA soldi senza assicurazioni lavorative.


Ma PHONEMERDIA non è solo l’ennesimo parassita è anche una azienda ( non sappiamo nemmeno se chiamarla azienda ) senza scrupoli che ci usa e getta senza ritegno, dopo averci abbondantemente messo le mani in tasca perché “bisognava vendere… vendere…essere competitiva”. E lo crediamo che è competitiva, visto che sino ad oggi l’abbiamo sovvenzionata con gli aiuti statali, provenienti dalle tasse che versiamo. Nessuno si è chiesto quale interesse avesse PHONEMEDIA a installare un call-center a Catanzaro – disoccupazione da sfruttare?


Oppure raggiunto l'obbiettivo di inserimento nel mercato giovani disoccupati ora può ricattare le istituzioni utilizzando la rabbia dei lavoratori per avere ulteriori benefici sugli incentivi.


Per il momento l’occupazione prosegue la chiusura come volevano loro non è avvenuta ma .... ora cosa succederà? Il governo… la politica cosa farà? Si limiterà a continuare a trincerare dietro le loro lussuose poltrone oppure tramite i sindacati concertativi continuerà a fare pressione sui lavoratori per mantenerli a lavorare senza stipendio???? Oppure convinceranno i lavoratori ad abbonargli gli arretrati cosi tengono aperto qualche altro mese per prenderci in giro meglio tutti.


Stiamo costruendo un percorso di lotta per mettere in atto urgenti azioni, viste le prefigurabili conseguenze e cominciare a parlare più che di precariato a vita, di stabilizzazione del lavoro.

NON C’E’ GLOBALIZZAZIONE CHE TENGA
IL LAVORO E’ UN DIRITTO
LA “PHONEMEDIA” DEVE RITORNARE… a LAVORARE !!

 

 

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Al Sig. PREFETTO di CATANZARO


 
Come Lei ben sa i lavoratori del call-center PHONEMEDIA di Catanzaro  ancora una volta, stanno lottando per difendere i loro posti di lavoro, in quanto i “fantasmi” dell'azienda hanno minacciato di esternalizzare le attività fino ad ora svolte.


Purtroppo è una storia già vista negli anni passati. Prima, si illudono tantissimi giovani e padri di famiglia che il lavoro precario sia il più bel risultato immaginabile, dopo avere preso soldi e sfruttato le maestranza; nessuno è proprietario nessuno ha responsabilità.


 In ragione di ciò questa O. S. Le chiede, che una delegazione sia ricevuta per esprimerle di persona tutte le preoccupazioni che attanagliano il lavoratore dipendente.

Lamezia Terme li 11 gennaio 2010

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Call-center PHONEMEDIA – Omega
Continua l’occupazione e continua lo sciacallaggio

Prosegue da parte dei lavoratori del call-center di Catanzaro l’occupazione della sede per capire se si continuerà a lavorare oppure sono destinati a fare statistica in termini di disoccupati.

Ma la cosa più grave è che fino ad ora nessun proprietario ( multinazionale  o altro) si è presentato alla sede per discutere del futuro o della ricollocazione del call-center. Gli unici riferimenti di questi lavoratori sono diventati alcuni sindacalisti concertativi che con “messaggini telefonici “ invitano i lavoratori a riprendere a lavorare.

Fino ad oggi li abbiamo conosciuti come zerbini dei vecchi “padroni “ oggi non hanno nemmeno la faccia di affrontare pubblicamente i lavoratori ed utilizzano i “nuovi strumenti” di massa per comunicare con i lavoratori!!

Lavorare sulla base di quali presupposti?

Arretrati non pagati, commesse che continuano a mancare - anzi sono di oggi alcune notizie che alcune multinazionali hanno disdettato i vecchi contratti di vendita alla Phonemedia/Omega.

Si è parlato tanto di ndrangheta  in questi giorni nella nostra regione dopo Rosarno – dobbiamo far rilevare che di solito la ndrangheta non si fa depredare il territorio anzi è gelosissima della propria terra, della propria cultura, delle proprie origini.

Qua a Catanzaro invece sono arrivati gli “UNNI “ hanno sfruttato la manodopera hanno preso i soldi ed ora nessuno li conosce! Fantasmi del passato.

In compenso però ce qualche sindacato che funge da padroncino!

Forse la domanda è implicita: dove sta la ndrangheta in Calabria oppure altrove?

Martedì 19 c.m. - alle 17 una delegazione del sindacalismo di base sarà ricevuta dal prefetto di Catanzaro, a cui verranno posti tre fondamentali interventi:

a) la ricollocazione dell’attuale sede del call-center come sede per produrre nuove o vecchie attività lavorative per i 2.500 lavoratori più tutto l’indotto che gira intorno a queste famiglie

b) la sicurezza di continuare a lavorare e cominciare a parlare di stabilizzazione del lavoro

c) individuazione dei flussi di denaro che sono stati percepiti dalla vecchia multinazionale e come sono stati impiegati – e quelli che potrebbero essere individuati per il futuro lavorativo della città di Catanzaro.

16  gennaio  2010

Federazione Regionale RdB Calabria