CARICHE ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO LA CRISI: RETE ROMANA CONVOCA CONFERENZA STAMPA
Roma, 11 febbraio- Piazza Santi Apostoli, ore 12.30
Dopo le cariche della polizia alla manifestazione di ieri a Roma contro la crisi, la Rete Romana Contro la Crisi, i precari ISPRA, i lavoratori Eutelia, i lavoratori Italtel, i Movimenti per il diritto all'abitare, gli autoconvocati Sirti, i cassintegrati Alitalia, i lavoratori Telecom, il Coordinamento Precari Scuola, i Comitati per il Reddito, i Coordinamento Collettivi della Sapienza indicono oggi una conferenza stampa a Roma, in piazza Santi Apostoli alle ore 12.30.
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SOLIDARIETA’ AI PARTECIPANTI ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO LA CRISI BRUTALMENTE CARICATI DALLE FORZE DELL’ORDINE
La Federazione Nazionale RdB esprime la massima solidarietà ai partecipanti alla manifestazione indetta dalla Rete contro la crisi che ieri a Roma è stata oggetto di brutali cariche da parte delle forze dell’ordine.
Ancora una volta si sceglie la repressione come risposta alla sempre più grave crisi economica e sociale che sta dimostrando i suoi effetti più pesanti, con centinanti di migliaia di licenziamenti, con smobilitazioni e chiusura di grandi siti produttivi, con il dilagare del lavoro nero e dello sfruttamento brutale di lavoratori italiani e immigrati.
Il comportamento delle forze dell’ordine non trova nessuna giustificazione di fronte alla reale situazione esistente ieri pomeriggio in P.za SS. Apostoli; dobbiamo ritenere quindi che questa sia la risposta che il governo ha deciso di dare per mettere a tacere, soffocare ogni conflitto, ogni episodio di lotta che rivendichi diritti e dignità.
Tutto lo fa supporre, vista la drammatica assenza di qualsivoglia politica sociale ed economica che non sia destinata a favorire i poteri speculativi finanziari ed economici; ma ciò non impedirà mobilitazioni sempre più estese ed unitarie per l’affermazione dei bisogni fondamentali delle famiglie, dei giovani, dei lavoratori italiani e migranti, dei precari e di tutti i settori più deboli della nostra società.
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11 febbraio 2010 - Radio Città Aperta
‘Botte contro chi protesta, è inaccettabile’; conferenza stampa in piazza dopo le cariche alla Prefettura di ieri a Roma
di Marco Santopadre
Dopo le pesanti e ingiustificate cariche della polizia che ieri hanno disperso una manifestazione in Piazza Santi Apostoli questa mattina le organizzazioni sociali e politiche promotrici – movimento di lotta per la casa, sindacati di base ecc – hanno voluto dare la propria versione dei fatti durante una conferenza stampa organizzata in Piazza Santi Apostoli e che è iniziata poco prima delle 13. La conferenza stampa si è resa necessaria dopo che nella tarda serata di ieri alcuni comunicati diffusi dalla Questura e puntualmente e acriticamente ripresi dai maggiori mezzi di comunicazione nella giornata di oggi hanno diffuso una dinamica dei fatti completamente di parte e in molti punti inventata di sana pianta: si è parlato di manifestanti che lanciavano bottiglie e pietre contro i poliziotti, che nessuno ha visto e tantomeno fotografato; si è parlato di una manifestazione ‘non autorizzata’ che invece aveva ottenuto con giorni di anticipo un regolare permesso; si è detto che le cariche contro i manifestanti sono partite solo dopo che alcuni attivisti avevano rotto i cordoni di polizia per tentare di fare irruzione niente meno che all’interno della Prefettura, versione smentita da numerosi testimoni, giornalisti e rappresentanti politici compresi.
Durante la conferenza stampa in molti hanno denunciato la violenza gratuita esercitata dai Celerini sui manifestanti e l’accanimento con manganelli e calci contro gli attivisti che è andato ben al di là del compito istituzionalmente assegnato ai reparti antisommossa delle forze di sicurezza.
Addirittura un esercente di uno dei ristoranti che si affacciano sulla piazza, che preferisce non rendere noto il proprio nome, e che nel suo racconto chiarisce di essere lontano anni luce dai manifestanti che ieri erano a Santi Apostoli, mette in evidenza l’inaudita e innecessaria violenza della polizia che si è abbattuta anche contro chi si era rifugiato nei bar della zona per sfuggire alle cariche. "Ho visto la polizia che caricava fino al fondo della piazza", racconta. "Una trentina di manifestanti voleva entrare qui. Noi abbiamo chiuso la saracinesca e lasciato entrare solo una donna incinta di colore, lasciando fuori tutti gli altri. Quelli non si meritano niente. (...) E qui di fronte ho visto un poliziotto picchiare in modo estremamente violento".
Ieri sono stati una decina i feriti, quattro dei quali sono stati portati in ambulanza agli ospedali Santo Spirito e Fatebenefratelli per essere medicati. Marco, l'attivista del centro sociale Acrobax arrestato e malmenato ieri è stato poi per fortuna liberato. Per lui non è stato confermato l'arresto e non è stato nemmeno confermato il reato di detenzione di esplosivi - come si sono affrettati a titolare oggi i quotidiani - ma solo il più scontato resistenza e lesioni. Secondo gli inquirenti il ragazzo sarebbe stato già fermato in passato durante uno sgombero di un centro sociale a Copenaghen.
Ieri cinquecento persone hanno manifestato in contemporanea con l’avvio in Prefettura di un tavolo interistituzionale sulla crisi, a cui avrebbero dovuto partecipare esponenti di governo, comune, provincia e regione. Come al solito, uniche assenti non invitate al tavolo sono state tutte quelle categorie di persone che la crisi la scontano sulla propria pelle e che vivono la precarietà tutti i giorni: lavoratori, migranti, sfrattati. Intorno alle 18, dopo che era chiaro che il Prefetto non avrebbe neanche ricevuto una delegazione dei lavoratori e dei senza casa, i manifestanti hanno cercato di conquistare il centro della strada che divide Piazza Santi Apostoli dalla Prefettura, avanzando in maniera lenta e con le mani alzate. Ma immediatamente è scattata una violentissima carica che neanche alcuni dirigenti di PS sono riusciti a fermare: protagonisti alcuni celerini visibilmente alterati.
Già ieri sera sono giunte le prime durissime prese di posizione su quanto accaduto: da parte degli esponenti di Action, del Prc, di Sinistra Ecologia e Libertà. Poi si sono aggiunte quelle di altre forze politiche e sociali. Affermano le RdB in un comunicato: "La Federazione Nazionale RdB esprime la massima solidarietà ai partecipanti alla manifestazione indetta dalla Rete contro la crisi che ieri è stata oggetto di brutali cariche da parte delle forze dell'ordine. Ancora una volta si sceglie la repressione come risposta alla sempre più grave crisi economica e sociale che sta dimostrando i suoi effetti più pesanti, con centinanti di migliaia di licenziamenti, con smobilitazioni e chiusura di grandi siti produttivi, con il dilagare del lavoro nero e dello sfruttamento brutale di lavoratori italiani e immigrati. Il comportamento delle forze dell'ordine non trova nessuna giustificazione di fronte alla reale situazione esistente ieri pomeriggio in P.za SS. Apostoli; dobbiamo ritenere quindi che questa sia la risposta che il governo ha deciso di dare per mettere a tacere, soffocare ogni conflitto, ogni episodio di lotta che rivendichi diritti e dignità. Tutto lo fa supporre, vista la drammatica assenza di qualsivoglia politica sociale ed economica che non sia destinata a favorire i poteri speculativi finanziari ed economici; ma ciò non impedirà mobilitazioni sempre più estese ed unitarie per l'affermazione dei bisogni fondamentali delle famiglie, dei giovani, dei lavoratori italiani e migranti, dei precari e di tutti i settori più deboli della nostra società".
Afferma invece Sinistra Critica: "I lavoratori chiedevano di essere ascoltati in prima persona, per rivendicare il diritto ad un futuro lavorativo garantito rispetto agli interessi dei padroni. La legittima richiesta della presenza di una delegazione dei lavoratori ha ricevuto come unica risposta l'ordine alla polizia di caricare i manifestanti. Le istituzioni hanno dimostrato che gli operai, i precari, i disoccupati non sono i loro referenti ma 'disturbatori' da disperdere a manganellate e da arrestare. La crisi non è affatto finita, come dimostrano le centinaia di posti di lavoro che ogni giorno vengono tagliati e non finiranno neanche le proteste: Sinistra Critica, oggi presente al presidio, esprime solidarietà ai manifestanti feriti durante le cariche della polizia e al manifestante arrestato, e conferma il proprio sostegno e partecipazione ai prossimi momenti di mobilitazione."
Dello stesso tenore il giudizio della Rete dei Comunisti, anch’essa presente ieri pomeriggio in piazza : "Non è affatto un episodio che può passare senza ripercussioni quello avvenuto a Roma. La manifestazione organizzata dalla Rete Contro la Crisi in occasione del vertice istituzionale in Prefettura sull'emergenza occupazione a Roma e nel Lazio vedeva in piazza i lavoratori delle aziende in crisi come Eutelia e Italtel, i senza casa dei comitati per il diritto all'abitare, precari della scuola e gli immigrati scampati ai pogrom di Rosarno. Di fronte alla richiesta che una delegazione rappresentativa di queste emergenze sociali venisse ricevuta, le forze di polizia hanno scatenato delle violentissime e ripetute cariche. La sproporzione tra le brutalità delle cariche e la realtà della piazza, rivela un clima repressivo inaccettabile nella gestione delle emergenze sociali e sindacali in un'area metropolitana come Roma. La Rete dei Comunisti lancia un appello alla massima mobilitazione già nei prossimi giorni per impedire una crescente gestione militare dell'ordine pubblico, gestione tesa a criminalizzare e dissuadere i conflitti sociali che le conseguenze della crisi non possono che innescare a fronte dell'immobilismo delle istituzioni centrali e locali".
Oggi in Piazza del Campidoglio stanno manifestando di nuovo i sindacati di base insieme ai comitati per l’acqua pubblica contro la decisione da parte della Giunta Alemanno di portare dal 51 al 30% la quota di partecipazione del Comune in Acea. A pochi passi protestano invece le associazioni e i comitati antirazzisti per chiedere alle istituzioni di attivare immediatamente e procedure di regolarizzazione e di accoglienza nei confronti dei migranti cacciati da Rosarno, presenti già ieri nella manifestazione sotto la Prefettura.
11 febbraio 2010 - Liberazione
Un presidio pacifico finisce con dieci feriti dai manganelli dei carabinieri ed un fermato.
Timori per oggi
Roma, caricati a freddo centinaia di manifestanti
di Stefano Galieni
Un presidio pacifico, davanti alla Prefettura di Roma. Erano arrivati in tanti, lavoratori e lavoratrici, famiglie intere costrette al disagio abitativo, occupanti di case, migranti, molti bambini. Un presidio autorizzato, era già stato chiesto un incontro con il Prefetto. Due ore di snervante attesa, qualche pressione, con le mani alzate e nude, sui cordoni di polizia, presenti in maniera quanto mai sproporzionata, l'urlo incazzato dei lavoratori dell'Eutelia, presenti con il loro striscione, che da oltre sei mesi non percepiscono stipendio. Poi in un attimo la carica a freddo dei carabinieri che hanno cominciato a picchiare con i manganelli alla rinfusa, con violenza inaudita. «Quando si sono fronteggiati due cordoni - racconta un ragazzo - hanno cominciato a picchiare da sotto, dal basso verso l'alto per colpirci i genitali». Non è bastata la fuga che ha fatto disperdere i quasi duemila presenti. C'è stato un vero e proprio inseguimento, con i blindati che hanno fatto caroselli in piazza e gli agenti che hanno inseguito i manifestanti verso la Fontana di Trevi. Si scivolava correndo sui sampietrini bagnati e chi cadeva non veniva risparmiato, botte soprattutto alla testa e alla schiena. C'è chi ha dichiarato di essere stato inseguito e picchiato anche nei bar. Quando la carica è rientrata, vari manifestanti giacevano a terra e hanno risuonato le sirene delle ambulanze che hanno portato via circa una decina di contusi». In particolare ne ha fatto le spese uno dei lavoratori dell'Eutelia con ferite pesanti alla testa. Ma oltre a quelli portati in ospedale molti sono coloro che non hanno voluto ricorrere alle cure dei medici: «Senti dietro la mia nuca - racconta una ragazza presente alla carica, mostrando un forte ematoma - Stavo scappando me lo hanno dato di taglio, per farmi cadere». Fra i picchiati anche il consigliere regionale del Prc (gruppo Federazione della Sinistra) Ivano Peduzzi. «Ce l'avevano soprattutto con i lavoratori - commenta - nell'incontro con il prefetto intendo chiedere l'immediata rimozione del responsabile di piazza delle forze dell'ordine». Un ragazzo dei movimenti di lotta per la casa, è stato invece individuato, inseguito e tratto in stato di fermo. A quel punto molti dei partecipanti al presidio si sono dispersi, ne sono rimasti in piazza circa 300 in attesa della sua liberazione e del colloquio con il prefetto che pare rinviato a oggi alle 12.30. All'incontro seguirà una conferenza stampa, si chiede di poterla fare in una sala della Provincia, altrimenti si terrà pubblicamente nella stessa piazza che ha visto le cariche di ieri.
«Vogliamo poter discutere di come la risposta alla crisi non debba essere quella di impedire l'esercizio della democrazia - afferma Paolo Di Vetta (Asia Rdb) - e chiediamo risposte sociali alle istituzioni». Una dura condanna alle cariche è stata espressa da Paolo Ferrero, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra: «Alla crisi rispondono con i manganelli - ha commentato - È l'unica risposta che il governo sa dare a chi ha perso la casa o il lavoro. Un metodo antico, quello del manganello, per dare l'ennesimo colpo ad una parvenza di democrazia».
Anche per oggi si prevede una giornata a rischio, con un presidio antirazzista con i lavoratori migranti di Rosarno e alle 16 arriveranno i lavoratori dell'Alcoa. Per più d'uno le cariche di ieri sono solo un'avvisaglia di quello che potrebbe accadere oggi.
11 febbraio 2010 - Il Manifesto
EX EUTELIA Scontri alla Prefettura di Roma
Botte ai lavoratori, «L'azienda alla sbarra»
di Sara Farolfi
«Una carica violenta e ingiustificata», racconta concitato il sindacalista della Fiom Cgil Gianni Seccia. Ieri pomeriggio, davanti alla sede della prefettura di Roma, un presidio autorizzato della Rete romana contro la crisi (che comprende lavoratori di diverse aziende del territorio, sindacati di base, precari e movimenti vari) è stato caricato dalla polizia. Il bilancio è stato pesante: diverse persone sono rimaste ferite e sono finite al Fatebenefratelli, «una persona si è ritrovata con il polso rotto», «e un lavoratore di Eutelia con la testa rotta», denuncia Seccia, mentre la questura minimizza e parla di «due feriti lievi».
Al presidio, convocato in concomitanza con un incontro in prefettura proprio sui temi della crisi, c'erano i dipendenti di aziende in crisi come Eutelia, Sirti, Italtel e c'erano anche alcuni precari della scuola, il movimento per la casa, alcuni sindacati di base. Duecento persone a dir tanto, dicono i presenti. C'erano famiglie con bambini e persino gente in carrozzella, in una piazza regolarmente «autorizzata». La carica è arrivata «improvvisa e violenta» verso le cinque del pomeriggio, un paio di ore dopo l'inizio del presidio (e del convegno), «i poliziotti sono entrati nella piazza con i blindati e hanno rincorso la gente fino ai locali antistanti la piazza», racconta Seccia, «una cosa terribile e assolutamente ingiustificata». Stigmatizza l'accaduto, e «il clima di repressione», Luigi Nieri, assessore regionale al bilancio della Regione Lazio. Mentre il sindaco Alemanno difende l'operato delle forze: «Mi dispiace, ma era inevitabile. Non si può sfondare un cordone di polizia nè inscenare proteste violente perchè inevitabilmente si genera l'intervento della pubblica sicurezza».
Al presidio c'erano anche i lavoratori ex-Eutelia, al quinto mese ormai senza stipendio. Per loro, quella di ieri è stata una giornata importante, apertasi con la richiesta di rinvio a giudizio di quindici persone (tra cui 6 membri della famiglia proprietaria, i Landi) firmata dal pm di Arezzo Roberto Rossi. E conclusasi con una delibera di «non conformità» apposta dalla Consob alla semestrale chiusa a giugno scorso dall'azienda quotata in Borsa: in particolare, secondo la Commissione nazionale per la Borsa, proprio la cessione del ramo It (che ha portato duemila dipendenti nelle braccia della scatola vuota Omega) sarebbe stata rappresentata al mercato borsistico con dati non corretti.
Tornando ad Arezzo, la richiesta di rinvio a giudizio era attesa da mesi. Le accuse sono gravissime. Sei membri della famiglia Landi (tra cui Samuele, l'ex amministratore delegato autore dell'incursione squadrista di alcuni mesi fa nei locali dello stabile romano occupato dai dipendenti), più altre nove persone tra dirigenti, avvocati e altri collaboratori della famiglia Landi, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al falso in bilancio, all'appropriazione indebita e alla frode fiscale. Più una raffica di imputazioni 'minori', tra cui addirittura la «subornazione» di un testimone. L'inchiesta condotta dal pm Rossi avrebbe accertato l'appropriazione indebita di 33 milioni di euro, più 3 milioni di sterline: somme stornate dai conti di Eutelia e dirottate in Svizzera verso banche estere, tramite triangolazioni societarie in Inghilterra, Isole del Canale, Romania e Bulgaria. «Piena fiducia nei confronti della magistratura», è stata espressa dalla Fiom che si era costituita parte civile e che ora attende di vede gli atti.
11 febbraio 2010 - Corriere della Sera
Immigrati e senza casa: scontri e cinque feriti
Arrestato il leader di Acrobax
Roma - È cominciata come una manifestazione di immigrati, precari e senza casa. È finita con le cariche della polizia e i commercianti che abbassavano le saracinesche quando un gruppo di persone ha tentato di entrare a Palazzo Valentini. Un pomeriggio di tensione ieri davanti alla Prefettura. Il bilancio dei tafferugli è di 5 feriti e un arresto: uno dei leader del centro sociale Acrobax, di 32 anni, che aveva petardi e un razzo nautico. È accusato di lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. In passato era già stato fermato dalla polizia danese durante lo sgombero di un centro sociale a Copenaghen. «Non fa mai piacere vedere una manifestazione dispersa dalle cariche della polizia, però l'atteggiamento tenuto dai manifestanti non era accettabile», ha spiegato il sindaco Gianni Alemanno. Fra i partecipanti all'iniziativa di ieri, circa 200 persone, c'erano alcuni stranieri immigrati di Rosarno, in Calabria, operatori dell'Eutelia, dell'Italtel, ricercatori dell'Ispra, rappresentanti dei movimenti per la casa e della «Rete contro crisi». La manifestazione, a piazza Santi Apostoli, era stata indetta in concomitanza con l'incontro fra il prefetto Giuseppe Pecoraro e le istituzioni locali sulla crisi occupazionale.
11 febbraio 2010 - EPolis Roma
Santi Apostoli. Quattro i feriti tra i lavoratori, arrestato uno dei leader di Acrobax
Sit-in sotto la Prefettura la polizia carica i precari
I manifestanti avrebbero tentato di entrare a Palazzo Valentini e sono stati respinti
Roma - Doveva essere un presidio per protestare contro la disoccupazione e gli sfratti. Ma il sitin dei lavoratori ex Eutelia, Italtel, Ispra e dei Movimenti di lotta per la casa di ieri pomeriggio davanti alla Prefettura si è trasformato in uno scontro con le forze dell'ordine. Con lancio di oggetti e cariche delle polizia contro i manifestanti che hanno tentato di entrare a Palazzo ?alentini. Il bilancio è di quattro feriti e un arrestato con l'accusa di lesioni aggravate e resistenza. Si tratta di uno dei leader di Acrobax trovato in possesso di un materiale esplosivo e anche di un razzo da barca.
Volevano un incontro col prefetto, che proprio ieri era impegnato in un tavolo di discussione sulla crisi occupazionale. Ma quando hanno capito che non sarebbero stati ricevuti hanno rotto il presidio e sono avanzati. Secondo quanto riferisce la questura i manifestanti avrebbero tentato di rompere il cordone dei poliziotti per entrare nell'edificio. A quel punto i celerini hanno reagito ricacciando indietro i lavoratori con alcune cariche di alleggerimento mentre dalla piazza piovevano oggetti contro le forze dell'ordine a difesa di Palazzo Valentini. Dopo gli scontri la situazione è tornata alla normalità e circa 200 manifestanti sono tornati al loro posto in piazza Santi Apostoli. Sul posto sono intervenute anche quattro ambulanze per soccorrere i feriti: quattro secondo la questura, una decina per i manifestanti. «La cosa grave - racconta Divetta, del coordinamento per il diritto all’abitare - è che ci hanno inseguito fino al fondo della piazza e tra noi c'erano anche anziani e mamme con il passeggino». Secondo diverse testimonianze, i poliziotti hanno inseguito i manifestanti anche dentro i locali pubblici come bar e ristoranti. Immediate le reazioni del mondo politico: «Ci hanno caricato a freddo. Sono partite cariche e hanno picchiato anche le donne che erano nel presidio», ha detto il capogruppo alla Regione della Federazione della Sinistra, Ivano Peduzzi, presente durante il sit-in dei precari. «Reputo grave - ha dichiarato Massimiliano Smeriglio, assessore al Lavoro della Provincia di Roma - che mentre assieme a tutte le istituzioni coinvolte avviavamo un percorso di condivisione per affrontare in maniera congiunta i problemi della crisi economica ed occupazionale, si siano effettuate cariche contro i lavoratori che si trovavano in presidio autorizzato».(F.T.)
10 febbraio 2010 - Radio Città Aperta
Roma: pesanti cariche contro i manifestanti che chiedevano casa e lavoro.
Feriti e fermi
di Marco Santopadre
Di nuovo, nella Capitale, una protesta repressa a suon di manganellate e botte. Oggi pomeriggio, intorno alle 18, alcune centinaia di manifestanti che stavano protestando in occasione di un vertice tra governo, enti locali e parti sociali in corso all’interno della Prefettura di Roma in Piazza Santi Apostoli, sono stati presi di mira dai poliziotti in assetto antisommossa che non hanno gradito l’avvicinamento al loro consistente e fitto cordone di alcuni attivisti. Senza che vi fosse nessuna giustificazione – nessun lancio di oggetti o atteggiamento violento – i celerini si sono scatenati contro alcune centinaia di manifestanti picchiati anche quando la manifestazione si è dispersa nelle viuzze adiacenti alla Piazza nel centro di Roma. Le cariche, riferisce Paolo Divetta dei Blocchi Precari Metropolitani, sono scattate quando i manifestanti hanno tentato di avanzare fino al centro della strada che separa piazza Santi Apostoli da palazzo Valentini, sede della Prefettura. "La cosa grave - racconta Divetta - è che ci hanno inseguito fino al fondo della piazza e tra noi c'erano anche anziani e mamme con il passeggino". Secondo diverse testimonianze i poliziotti hanno inseguito i manifestanti anche dentro i bar e ristoranti della zona.
Alcuni testimoni hanno raccontato, ai microfoni di Radio Città Aperta, di alcuni manifestanti picchiati a terra dagli agenti dopo che erano caduti a causa dei sanpietrini resi scivolosi dalla pioggia. Dopo la prima violenta carica la maggior parte dei manifestanti sono tornati in Piazza Santi Apostoli cercando di mantenere il presidio, ma sono stati di nuovo spintonati dai Celerini che hanno anche operato il fermo di un certo numero di attivisti. Si segnalano numerosi feriti e contusi, alcuni dei quali si sono rivolti ai Pronto Soccorso per essere medicati. Sul posto sono giunte quattro ambulanze.
La manifestazione era cominciata alle 15 e nonostante una fitta pioggia diverse centinaia di lavoratori, senza casa, precari e studenti hanno protestato in occasione del vertice istituzionale convocato sul tema della crisi occupazionale. Al presidio, convocato sotto lo slogan ‘Roma si ribella alla crisi’, hanno partecipano gli attivisti dei movimenti per la casa, dei sindacati di base, alcune decine di immigrati che lavoravano a Rosarno e che in questi giorni si sono accampati all'ex Snia, lavoratori di aziende in crisi come l'Eutelia e l'Italtel, i ricercatori dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). "Siamo qui per chiedere - spiega sempre Paolo Divetta - tre cose: un nuovo piano casa, come risposta indiretta alla crisi del reddito, un aumento dei fondi della legge regionale sul reddito minimo e una maggiore politica di accoglienza per gli immigrati. Abbiamo chiesto al prefetto di essere ricevuti al termine dell'incontro, stiamo aspettando una risposta".
10 febbraio 2010 - Corriere.it
IN PIAZZA SANTI APOSTOLI
Sit- in contro la disoccupazione, scontri: un fermato e quattro contusi
I manifestanti dopo aver chiesto un incontro in Prefettura hanno scagliato bottiglie. Carica della polizia
ROMA - Il presidio di centinaia di manifestanti contro la disoccupazione davanti alla Prefettura di Roma si è trasformato in scontro con la polizia. Bilancio dei tafferugli: un fermato e quattro contusi. A quanto si apprende dalla Questura, i manifestanti avevano richiesto un incontro mercoledì sera in Prefettura, ma quando è stato comunicato che sarebbe stato possibile giovedì, hanno tentato di entrare lo stesso a Palazzo Valentini, forzando il cordone delle forze dell'ordine e lanciando bottiglie e sassi. I due contusi sarebbero entrambi manifestanti. La situazione è poi tornata alla normalità e circa 200 manifestanti sono tornati in presidio nella piazza.
IL PRESIDIO - I manifestanti sono esponenti dei movimenti per la casa, alcune decine di immigrati che lavoravano a Rosarno e che in questi giorni si sono accampati all’ex Snia, lavoratori dell’Eutelia, dell’Italtel e ricercatori dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). «Siamo qui per chiedere - spiega Paolo Divetta, del coordinamento cittadino per il diritto all’abitare - tre cose: un nuovo piano casa, come risposta indiretta alla crisi del reddito, un aumento dei fondi della legge regionale sul reddito minimo e una maggiore politica di accoglienza per gli immigrati».
GLI SCONTRI - Dopo la carica delle forze dell'ordine almeno una decina di persone sono rimaste ferite, diversi i fermati. Sul posto sono giunte quattro ambulanze. «La cosa grave - racconta Divetta - è che ci hanno inseguito fino al fondo della piazza e tra noi c’erano anche anziani e mamme con il passeggino». Secondo diverse testimonianze, i poliziotti hanno inseguito i manifestanti anche dentro i locali pubblici come bar e ristoranti.
PETARDI E RAZZI - La persona arrestata dalla polizia durante i tafferugli è accusata di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e possesso di materiale esplodente. Nello zaino del manifestante, 32 anni, uno dei leader del centro sociale Acrobax, la polizia ha trovato alcuni petardi ed un razzo di segnalazione per il soccorso in mare. L'uomo sarebbe stato già fermato in passato durante uno sgombero di un centro sociale a Copenaghen.
LE REAZIONI POLITICHE - «Non si può sfondare un cordone di polizia - ha detto Alemanno - nè inscenare proteste violente perchè inevitabilmente si genera l'intervento della pubblica sicurezza. Mi dispiace, ma era inevitabile». E l'assessore al Bilancio della Regione Lazio Luigi Nieri: «Le proteste di chi oggi vive la tragica condizione dell'insicurezza lavorativa non debbono e non possono essere represse con la violenza da parte delle forze dell'ordine. Ci deve essere sempre -ha aggiunto- uno spazio, un luogo per il dialogo con le istituzioni»