Cacciamo Draghi
L’assemblea nazionale operaia dell’USB di sabato 25 giugno ha lanciato la proposta di costruire una grande mobilitazione nel Paese che culmini con uno sciopero generale e una manifestazione nazionale a Roma in autunno. La proposta comincerà a circolare nei posti di lavoro e nei territori dai prossimi giorni ed attraverserà tutto il percorso congressuale dell’USB che, iniziato da alcune settimane, si concluderà a Montesilvano (Pe) dal 18 al 20 novembre.
Si tratta di una proposta aperta, senza elementi già preconfezionati, avanzata con la consapevolezza che nessuno oggi possa sentirsi autosufficiente di fronte all’obiettivo di provare a cambiare il corso degli eventi. Per questo, già dai prossimi giorni, la proposta verrà sottoposta al confronto con un vasto arco di forze sociali e politiche, tra le quali il mondo del sindacalismo indipendente e conflittuale, per verificare la possibilità di una larga convergenza ed unità d’azione.
I punti focali dell’assemblea sono stati il lavoro e lo sfruttamento, con la necessità di riportare questi temi al centro della mobilitazione generale. Se combattiamo lo sfruttamento, i bassi salari, la precarietà, l’attacco alla salute e alla sicurezza sul lavoro, le privatizzazioni e le delocalizzazioni, allora acquisiamo la forza necessaria per portare il Paese fuori dalla guerra, perché portiamo tutto il movimento dei lavoratori a non farsi ingranaggio della macchina bellica. La questione sociale è quindi la leva fondamentale per tornare a dare ai lavoratori quella funzione generale che hanno sempre svolto nella storia del nostro Paese.
In tutta l’assemblea grande spazio ha avuto il tema delle alleanze, sociali e politiche. La presenza degli studenti di OSA e di delegati di diversi settori, oltre quello propriamente operaio, ha delineato la spinta a rendere generale il carattere della protesta. Gli interventi di Luigi De Magistris, del direttore del Faro di Roma Salvatore Izzo, di Giorgio Cremaschi e Marta Collot di Potere al Popolo, hanno rappresentato la necessità di uno schieramento ampio che condivida la necessità di battersi contro la guerra e per una piattaforma che unisca i temi del lavoro a quelli della democrazia e dell’ambiente.
La cornice della mobilitazione, il suo punto politico fondamentale, l’unico veramente non negoziabile, è che la mobilitazione abbia come obiettivo la cacciata di Draghi e del suo governo che sta rappresentando la sintesi delle politiche di attacco alla democrazia e alle nostre condizioni di vita.
Dall’assemblea dei delegati USB il messaggio è partito forte e chiaro. Ora al lavoro per costruire il percorso.
Unione Sindacale di Base
Roma 26-6-2022