ASSASSINII SUL LAVORO. UN SERIAL KILLER A PIEDE LIBERO SI AGGIRA PER L'ITALIA: IL CAPITALE!
In allegato il volantino
Ormai è evidente a chiunque, nel nostro paese si aggira indisturbato un vero e proprio “serial killer”
che, nella sola giornata di ieri ha assassinato ben dieci lavoratori. E’ lo stesso che induce medici e proprietari di cliniche private a fregarsene della vita umana e ad operare, mutilare, offendere nel corpo uomini e donne solo per fare più profitti economici. E’ lo stesso che induce due italianissimi datori di lavoro a dare fuoco ad un loro lavorante rumeno per avere il risarcimento dell’assicurazione!Si chiama CAPITALE. Si, si chiama così nonostante in tanti cerchino di farcene dimenticare l’esistenza anche cambiandogli il nome in liberismo, mercato eccetera.
Il giornale dei padroni – si, si chiamano padroni anche se pure per loro c’è chi addolcisce i toni e li chiama imprenditori, industriali eccetera – , il sole24ore, ha dedicato ai sei morti di ieri in Sicilia un trafiletto in prima pagina e un articoletto a pagina 20 in cui si sottolineava che i morti ammazzati non avevano la mascherina di protezione; come a dire che quanto è successo è stata colpa loro!
Quattro dei morti ammazzati erano dipendenti pubblici, quattro Fannulloni direbbero i nostri battaglieri Ministri, soprattutto quelli che pensano ad una pubblica amministrazione al servizio esclusivo delle imprese, e il quinto lavorava in nero per una ditta di appalto, strano anzi che non fosse anche lui nero; ma proprio ieri l’Unione Europea ha votato una delibera secondo cui la settimana di lavoro non avrà più il limite massimo delle 48 ore, ma potrà arrivare anche a 65 – 70 ore a settimana, con buona pace di chi pensa che lavorare meno non solo serva a lavorare tutti, ma sia anche una regola minima di protezione perché, è risaputo, gli incidenti sul lavoro succedono quasi sempre a fine turno, quando si è più stanchi e l’attenzione scema.
Ma il “capitale” non pare assolutamente disponibile a dirsi sazio. Chiede, e trova l’incondizionato appoggio di cgilcisluilugl, di smantellare l’impianto contrattuale esistente per avere più mano libera e poter decidere lui come, a chi e quanto salario dare sulla scorta delle sue proprie determinazioni, delle esigenze delle sue proprie imprese, quanta produttività – leggi sudore – chiedere in più. E intanto pretende, e il governo acconsente, di ammorbidire le sanzioni alle sue imprese per le violazioni alle normative sulla sicurezza sul lavoro.
COSI’ SI POTRA’ CONTINUARE AD UCCIDERE SENZA ESSERE NEMMENO MULTATI !
TACERE E NON MOBILITARSI OGGI SIGNIFICA RENDERSI COMPLICI DI QUESTA GUERRA DICHIARATA AL MONDO DEL LAVORO. NOI NON VOGLIAMO ESSERLO.
Federazione Nazionale Rdb CUB
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12 giugno 2008 - Comunicato stampa
ANCHE I “FANNULLONI” MUOIONO. ASSASSINII SUL LAVORO CONSEGUENZA NEFASTA DI UNA POLITICA DI TAGLI
La tragica realtà degli innumerevoli omicidi sul lavoro come quello avvenuto in provincia di Catania, che vede la morte di quattro operai dipendenti del Comune di Mineo e due di una ditta in appalto, di cui uno al nero, è il frutto di una politica di tagli che colpisce sia il settore pubblico che quello privato.
Infatti mentre nel privato si risparmia proprio sulle risorse da destinare alla sicurezza, nel settore Pubblico il Ministro Brunetta intende continuare a procedere sulla strada dei tagli alle strutture per l’espletamento dei servizi pubblici, che includono anche quelli di controllo sulla sicurezza come l’Ispettorato del lavoro, l’INAIL, l’INPS, le ASL, i Vigili del Fuoco.
Così, mentre i lavoratori pubblici vengono esposti ad una gogna mediatica che li indica come i responsabili dell’inefficienza e dell’arretratezza del paese, in una artificiosa contrapposizione con i lavoratori del privato, troppo spesso i “fannulloni” vengono costretti ad arrabattarsi per svolgere le proprie funzioni, mettendo a rischio anche la vita. Risulta infatti che uno dei dipendenti comunali morto a Mineo fosse proprio un responsabile della sicurezza della struttura, rientrato dalle ferie appositamente per seguire l’operazione di manutenzione dell’impianto di depurazione.
Da questa guerra che continua a seminare cadaveri lo Stato non può battere in ritirata: fra i suoi doveri c’è quello di mettere i lavoratori nelle condizioni di poter svolgere il proprio operato con sicurezza e dignità, impegnando risorse ed applicando severamente le normative, anche quando vanno a toccare gli interessi padronali.
RdB CUB Pubblico Impiego