Appello delle insegnanti precarie sul tetto del provveditorato di Benevento: ARRAMPICATEVI TUTTE! Pieno sostegno della Federazione provinciale RdB CUB
Siamo donne, gran parte di noi madri di famiglia, ogni anno in attesa di una stabilizzazione, di una garanzia per il futuro, sballottate per oltre 10 anni da una scuola all'altra a tappare i buchi di una scuola pubblica allo sfascio.
Il governo ha deciso per noi: della scuola e degli insegnanti se ne può anche fare a meno.
Per fare le veline e i tronisti, per mentire ed imbrogliare, per corrompere e arricchirsi, non serve conoscere Socrate o Manzoni.
Serve piuttosto infondere nella società il bene più prezioso sul quale il potere fonda la sua forza e il suo consenso: l'ignoranza.
La nostra colpa, la colpa di ventimila insegnanti che vogliono cacciare nell'angolo buio e disperato della disoccupazione, è il nostro lavoro, il nostro impegno quotidiano, l'alzarsi ogni mattina per compiere un' attività ormai forse ritenuto da lor signori superfluo o negativo: insegnare.
Siamo persone semplici, non abbiamo mai impugnato una bandiera o uno striscione fino a poche settimane fà, ma dalla storia dell'umanità abbiamo imparato che la ribellione è l'ultima arma a dispozione contro i soprusi e la prepotenza dei potenti.
Il ministro Gelmini vuole distruggere la scuola pubblica, ma noi non lo permetteremo.
Siamo saliti su questo tetto rovente di giorno e gelido di notte come atto estremo di protesta contro i tagli alla scuola, nella speranza che questo gesto sia anche e soprattutto un raggio di luce per aiutare i più a non chiudere gli occhi, a non lasciarsi intorpidire verso il sonno della ragione.
Hanno calpestato i nostri diritti, le nostre speranze, il nostro futuro, solo unendo le nostre forze, mobilitandoci in modo collettivo, possiamo riconquistarli.
La solidarietà è la nostra arma, la stessa arma che ha condotto gli operai della INNSE alla vittoria.
Stanotte resteremo ancora qui sopra e ci addormenteremo con un piccolo sogno nella testa: risvegliarci al mattino e scoprire che non siamo soli, che sui tetti di 10, 100, 1000 scuole e uffici scolastici, una moltitudine di colleghi, studenti, insegnanti, hanno acceso altre centinaia di candele della speranza e della ribellione.
Arrampicatevi sui tetti, se saremo in tanti, vinceremo con la forza della nostra determinazione.
Perchè in gioco non c'è solo il nostro posto di lavoro, ma il sapere e la conoscenza, la speranza e il futuro di un domani migliore.
Patrizia, Elvira, Daniela, Silvana, Mariolina, Pina, Lucia.
Dal Tetto dell'Ufficio Scolastico di Benevento, nel sud ribelle le sannite agguerite preparano le forche caudine.
30 agosto 2009, 38° gradi all'ombra.
31 agosto 2009 - Comunicato Stampa Fed. RdB CUB Benevento
APPOGGIAMO E SOSTENIAMO LA PROTESTA DEI LAVORATORI PRECARI DELLA SCUOLA
Siamo al quarto giorno di interrotta protesta con sit-in e presidio di insegnati precari arroccati sull’edificio dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Benevento.
Le rivendicazioni e le grida di rabbia che oggi vengono levate da questi lavoratori, per decenni utilizzati e oggi licenziati, sono rivolte contro le scellerate scelte che questo governo, attraverso la c.d. riforma della scuola attuata dalla Ministra Gelmini, in quanto essa diviene il viatico secondo cui sferrare l’attacco finale per smantellare la scuola pubblica e la fucina del sapere.
Oggi si parla di numeri. Si parla di numeri che solo a pensarci fanno accapponare la pelle. Si parla di 80 mila tagli da operare nel trienni nella scuola tra personale docente e personale ATA, 20 mila solo quest’anno, 8 mila in campania, oltre 750 nella sola provincia di Benevento. A questi numeri vanno aggiunti i circa 15 mila lavoratori exLSU/ATA che attualmente - per effetto della esternalizzazione dei servizi nelle scuole avviati nel 2000 circa e gestiti da cooperative di servizi - prestano le proprie opere in tanti plessi scolastici e per questi vi è già da tempo in atto una crisi occupazionale rispetto alla continuazione delle attività lavorative, visto che il governo per l’anno prossimo non previsto alcuna copertura economica.
Come si può ben vedere la questione deve essere, obbligatoriamente, rapportata in un’ottica ben diversa e vista sotto una prospettiva che va oltre la questione meramente aritmetica dei tagli del personale della scuola.
I numeri alla fine si potranno sempre aggiustare, si troveranno degli escamodage per lenire le sofferenze di alcuni lavoratori. La situazione drammatica occupazionale e lavorativa rimane inalterata se non si interviene con un cambiamento ed inversione di tendenze di strategie di tipo politico.
La RdB/CUB che da sempre ha contrastato quel disegno condiviso di scelte politiche di frammentarizzazione del lavoro, poiché esso era ritenuto indispensabile, o meglio era la panacea per risolvere il problema della disoccupazione in italia ed in particolare nel sud del paese, nei fatti tutto questo si è tramutato in un vortice per cui non si è fatto altro che produrre un impoverimento generalizzato ed una precarizzazione complessiva nel sistema produttivo in cui, oggi, l’unica via d’uscita per eliminare il precariato è: eliminare i precari.
In altre parole per eliminare la precarietà il governo ha pensato bene di attuare un licenziamento di massa incominciando dai lavoratori precari della scuola.
La campagna denigratoria attivata nei confronti dei lavoratori operanti nella Pubblica Amministrazione, additandoli di “fannulloni”, il continuo martellare di un diverso inquadramento dei lavoratori tra quelli del NORD e quelli del SUD, le richieste dell’introduzioni delle gabbie salariali, e così via, è l’antidoto di idea condivisa attraverso cui, anche in virtù di una crisi economica prodotta per decenni dai padroni, si può avviare alla cacciata dei lavoratori dalle aziende e dai processi produttivi avviando nel contempo un nuovo modello di società basato per lo più in funzione di decisioni unilaterali ed assenze di diritti.
Riteniamo, oggi più che mai, indispensabile un ragionare generalizzato con una visione che va oltre i tagli che stanno operando nella scuola, perché così come si interviene nella, in egual misura si interviene nei confronti della sanità, nei confronti degli enti locali, nei confronti del sistema sociale e previdenziale, nei confronti dei trasporti, nei confronti dell’ambiente, nei confronti dei beni di prima necessità come l’acqua, e così via.
Infatti la prospettiva politica generale è quella di privatizzare e smantellare tutto quello che è pubblico, tutto quello che è l’apparato produttivo dello stato.
In altre parole la crisi economica prodotta in anni di scelte politiche scellerate la si vuole scaricare e far pagare solo ed esclusivamente ai lavoratori.
Queste sono solo alcune delle considerazioni che ci spingono a ragionare in maniera condivisa e generalizzata, di essere vicini e solidali con quanti si sono riappropriati del diritto di decidere, le cui prerogative sono quelle di poter delineare e definire un proprio futuro.
Siamo all’interno di questi movimenti perché le rivendicazioni e le lotte popolari basate su principi inalienabili e fondamentali costituzionalmente riconosciti, possono far riemergere quella nobile idea che le decisioni per cambiare società possa propendere nella direzione di una progressione di emancipazione sociale, di crescita economica e culturale, di un innalzamento della qualità della vita e di allargamento di legalità e di diritti.
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Servizio de La7 del 30 agosto: clicca qui
30 agosto 2009 - Il Mattino
I tagli nella scuola
Verdetto per i precari: 182 a casa
di GIANLUCA SOLLAZZO
Salerno - A casa 182 assistenti tecnici e amministrativi regolarmente inseriti in graduatoria. Dalle operazioni di individuazione degli incarichi annuali per lavoratori precari Ata di provincia e Salerno è uscito il verdetto che il Comitato di Base della Scuola si attendeva: ovvero una riduzione delle assunzioni a tempo determinato alla vigilia del prossimo anno scolastico. Un taglio annunciato delle speranze di lavoro per molti lavoratori Ata salernitani che ieri hanno affollato la sede dell'Itis Focaccia adiacente l'Ufficio Scolastico Provinciale per rispondere alle convocazioni di rito per l'assegnazione dell'agognato posto annuale, ma che purtroppo si è trasformato in una lontana chimera. Ieri in via Monticelli si sono presentati ben 475 addetti amministrativi e tecnici. Ma di loro solo 293 sono riusciti a strappare per quest'anno l'incarico a termine in provincia o nel capoluogo. I restanti 182 sono stati costretti a un mesto ritorno a casa. Che la giornata non sarebbe stata foriera di buone notizie in molti lo avevano già intuito. Già alle 9 serpeggia all'esterno della scuola di via Monticelli il grido d'allarme dei Cobas. Dopo le 10 va in scena un sit-in per ragguagliare i presenti sugli scenari critici occupazionali nella scuola salernitana. Tutto procede sotto lo sguardo vigile della polizia e degli uomini della Digos. É Alessandro D'Auria, sempre in prima linea, a preannunciare ai colleghi che le «Speranze di trovare il posto sono basse». «La Gelmini vi manderà a casa tutti - avverte - anche chi quest'anno avrà la nomina sarà cancellato in futuro dalla scuola: l'anno prossimo ci saranno tagli per altri 90 lavoratori Ata precari che si aggiungeranno ai circa 500 di quest'anno». All'esterno la vibrante protesta, mentre nel "carnaio" dell'istituto si procede molto lentamente all'assegnazione delle nomine per i pochi fortunati. La ressa è insostenibile e l'aria viziata fa saltare i nervi. In serata arriva la presa di posizione della sigla Rdb Cub che tramite il suo rappresentante, Pietro Di Gennaro, denuncia «Le condizioni disumane in cui si sono svolte le procedure di assegnazione degli incarichi annuali». Chi resta con il peso della disoccupazione sulle spalle ha il viso corrucciato per la delusione dopo ore trascorse in mezzo alla ressa. «Ma d'altronde era già annunciato - dice Armando Battipaglia - dobbiamo lottare perché nel giro di tre anni non esisteremo più». Gli scenari preoccupanti all'orizzonte del nuovo anno di scuola stanno prendendo forma. «Non è mai accaduto che i precari della prima fascia non abbiano incarico - afferma Luigia Sellitto - nel mondo Ata si profila l'avvento della manodopera esternalizzata tramite ditte private». E la protesta monta. In settimana i Cobas preannunciano nuove iniziative di protesta: convocata nella mattinata di domani un'assemblea generale davanti all'Usp unitamente ai comitati insegnanti e Ata precari. Sarà il giorno delle nomine annuali per i collaboratori scolastici ma anche quello del rilancio della grande mobilitazione in vista dell'apertura delle scuole.
30 agosto 2009 - Liberazione
La Cgil deciderà martedì sul da farsi. Pantaleo: «Un movimento che fermi i tagli»
A lezione di sciopero: si estende nella scuola la lotta degli insegnanti
di Fabio Sebastiani
La vera notizia è che la cifra degli esuberi nella scuola potrebbe essere molto più altra dei 18mila di cui si è parlato nei tavoli di confronto tra ministero della Pubblica istruzione e sindacati. La Cgil pretende di avere i numeri giusti dal Governo. Il tam tam degli insegnanti è già al lavoro per fare una prima ricognizione. Il tema sarà all'ordine del giorno nel prossimo "incontro tecnico" previsto per il 3 settembre. Incontro che non cambierà certo il volto dell'emergenza. Intanto, il movimento dei precari della scuola sta crescendo di giorno in giorno, soprattutto al Sud, con tante le forme di lotta. Mentre a Palermo prosegue lo sciopero della fame, e l'incatenamento, davanti a palazzo d'Orleans, sede della Giunta regionale della Sicilia, a Benevento sette insegnanti si sono arrampicati fin sopra il tetto del provveditorato agli studi (Ups) e ci resteranno fino a quando tutta questa vicenda delle espulsioni non avrà termine. Proteste sono in corso anche a Taranto, a Salerno, a Messina, a Bari. Tra le altre, anche forme fantasione come in Umbria, dove gli insegnanti che hanno vinto il "terno al lotto" dell'incarico si sono presentati a ritirare la nomina in mutande. A Belluno, un professore di educazione fisica, precario da un quarto di secolo, si è vestito da sposa per ritirare la sua nomina annuale celebrando così le "sue nozze d'argento" con il precariato. Ad accompagnarlo, alcune decine di allievi che gli tenevano il velo. Fabrizio Pra Mio, 48 anni, originario di Enna, da 25 residente a Forno di Zoldo (Belluno), bomber tra l'altro nella squadra di calcio zoldana con 265 reti, è da anni che esprime la sua protesta con i travestimenti. Con 19 anni di precariato, raccontano i giornali locali, era arrivato al primo posto in graduatoria: per festeggiare il fatto di essere arrivato in cima, si era travestito da scalatore. A 20 anni di precariato, ha indossato i panni di Eolo, dio dei venti. Successivamente, ha indossato i panni di mago Merlino: forse la magia avrebbe potuto dargli un posto fisso. Anche quest'anno invece resterà precario, con part time in due località poste su versanti diversi delle Dolomiti bellunesi. Tra i travestimenti di Pra Mio, un costume con attaccati tanti barattoli, su ognuno dei quali c'era il nome di una delle sedi scolastiche in cui ha lavorato.
Ci sono anche situazioni molto meno ironiche di questa, come a Caserta dove marito e moglie, entrambi con incarico annuale nella scuola, ieri hanno minacciato minacciando di lanciarsi nel vuoto da una finestra dell'Ufficio scolastico provinciale. I due, hanno spiegato a polizia e carabinieri, sono rimasti senza posto di lavoro. Entrambi hanno rinunciato all'incarico in una scuola di Brescia, perchè alcuni sindacalisti, secondo il racconto dei due, avrebbero detto loro che sarebbero riusciti ad entrare in graduatoria a Caserta grazie al punteggio alto. Invece non sono riusciti ad avere l'assegnazione nel casertano e sono stati esclusi dalla graduatoria di Brescia, per rinuncia. Nel 2002 l'uomo fu protagonista insieme con altri di una protesta: s'incatenò perchè il Comune non intendeva rinnovare il suo contratto a termine.
La segreteria nazionale della Flc-Cgil è pronta a dichiarare iniziative di lotta, tra cui anche lo sciopero generale. E la prima riunione utile per decidere il da farsi sarà il primo settembre.
«Siamo al caos generale - sottolinea a Liberazione il segretario generale della Flc-Cgil Mimmo Pantaleo -. Occorre un movimento che metta in discussione i tagli e che faccia una lotta dura. Non dobbiamo dimenticarci infatti che i tagli continueranno anche per i prossimi due anni».
Barbara Battista, della segretria nazionale della Cub-Scuola, polemizza proprio con la Cgil ricordando le vicende dell'autunno del 2008 quando «mentre il sindacalismo di base fece uno sciopero generale senza precedenti il sindacalismo confederale ha giocato benen le sue carte facendo mobilitare la scuola dopo l'approvazione del decreto Gelmini sul maestro unico». «Questo - aggiunge la Battisti - se lo ricordano gli insegnanti, soprattutto quelli che stanno ai sit in e in queste ore stanno lottando». La Cub-Scuola mette l'accento sui contratti di disponbilità, definiti una elemosina dagli insegnanti. «La Cgil ha detto che i contratti di disponibilità e le ventimila assunzioni in ruolo sono un successo della Cgil. Invece dimostrano - aggiunge la Battista - che il Governo ha bisogno di far lavorare i precari. Ma a quali condizioni? Il movimento vincerà perché sulla scuola ci giochiamo la democrazia del nostro paese. E quindi l'obiettivo è l'assunzione a tempo indeterminato dei trecentomila precari su tutti i posti disponbili perché è possibile».
Paradossale e al limite della farsa, invece, la dichiarazione del segretario della Cisl Raffaele Bonanni che di fronte alle iniziative di protesta non trova di meglio da dire che non ci sarà «un autunno caldo ma un autunno di lavoro». «Sappiamo che da lunedì dobbiamo iniziare a lavorare incessantemente per convincere tutti che la soluzione migliore in questo momento è quella di avere una sola strategia tra governo e opposizione, imprenditori e sindacati» ha aggiunto Bonanni che chiede quindi la convocazione di un grande summit tra governo e tutte le parti sociali. L'obiettivo è, udite udite, quello di «concordare» una politica economica da seguire avendo dal governo «l'indicazione sugli investimenti, selettivi, che intende effettuare» così come la garanzia di spesa su quelli già programmati.
Benevento, parla una insegnante che partecipa alla protesta
«Ormai non abbiamo davvero più nulla da perdere»
Benevento - In sette, tra insegnanti e personale amministrativo, hanno occupato ieri il terrazzo della sede dell’Ufficio scolastico provinciale di Benevento per protestare contro i tagli nella scuola. Rimarranno lassù fino a quando il Governo non ritirerà i tagli. La sera precedente un altro gruppo di precari era salito sul palco del concerto di Francesco De Gregori e Lucio Dalla, dove hanno letto un documento. Liberazione ha intervistato Daniela, che sta partecipando alla protesta.
Perché avete deciso questa forma estrema di lotta?
Perché ormai non abbiamo nulla da perdere. C’è gente che alla soglia dei 50 anni e dopo venti di precariato si vede sbattere fuori. Ti basta? In questi anni abbiamo fatto di tutto e aggiunto sempre nuovi titoli, ma il ministero spostava sempre più avanti la soglia per poter entrare nella scuola. Così è uno sfinimento. L’immissione in ruolo non arriva mai. Quest’anno la cosa grave è che non arriva nemmeno l’incarico annuale. In Campania c’è il maggior numero di tagli, circa seimila. Solo a Benevento, circa 500, e non ci sono più alternative. I tagli del governo stanno colpendo l’anello più debole, i precari.
La Gelmini ha tirato fuori il contratto di disponibilità. Cosa ne pensate?
Il contratto di disponibilità è una elemosina. Verremmo utilizzati per le supplenze. Noi ci siamo abilitati per insegnare non per rattoppare i buchi. E’ un provvedimento che ci toglie ancora una volta la dignità lavorativa. Ci sentiamo privati di tutto, e non più tutelati. Quando apro i giornali e mi sento dire che sono una professoressa terrona e somara mi sale una rabbia da non credere.
Come vi siete organizzati per reggere l’occupazione?
Ci siamo portati cibo, sali minerali e un materassino gonfiabile. Per le nostre necessità utilizziamo le buste. Sotto ci sono i volontari che ci riforniscono. Le brigate della solidarietà, per esempio, ci stanno dando una mano. Stiamo su un terrazzo catramato dove la temperatura raggiunge anche i 40 gradi.
Reazioni della gente?
Di solidarietà. I miei figli hanno detto di non mollare. I nostri figli per andare in palestra e per uscire il sabato sera debbono sperare che la mamma prenda l’incarico. Mio figlio ha 16 anni e mi ha detto di non preoccuparmi perché l’anno prossimo quando prenderà il diploma all’alberghiero ci penserà lui. Come genitore è umiliante.
Come avete deciso la squadra che è salita sul tetto?
Abbiamo raccolto adesioni volontarie. Ci siamo resi conto che le mobilitazioni non servivano più a niente. Non possono più nascondersi dietro un dito e dire che non ci sono licenziati. E noi che siamo, fantasmi?
Solidarietà dagli altri insegnanti?
Anche quelli di ruolo si sentono precari. Ci sono colleghi che sono andati in esubero addirittura sulle proprie materie. Molti sono rimasti senza cattedra. Dato che il contratto prevede che se entro due anni non trovi un’altra collocazione nella scuola vieni cacciato, allora molti verranno utilizzati nel sostegno. Ma la legge prevede che per il sostegno devi avere un titolo biennale. E il ministero dice che glielo farà conseguire in seguito. Un vero scandalo.(Fa.Seba.)
29 agosto 2009 - Il Denaro
la crisi economica
Precari, l'impegno del Comune
Oggi il sindaco Fausto Pepe incontra i lavoratori a rischio del settore scuola Scende in campo il mondo politico ed istituzionale a sostegno dei lavoratori precari della scuola sannita. Dal primo settembre oltre 500 persone rischiano di restare a casa 'vittime' dei tagli della riforma Gelmini. Oggi pomeriggio il sindaco di Benevento Fausto Pepe incontra i rappresentanti dei docenti in agitazione
di gigi caliulo
Benevento - Oggi pomeriggio alle 18, il sindaco di Benevento Fausto Pepe e la Giunta comunale si recano presso la sede dell'Ufficio Scolastico Provinciale in Piazza Gramazio dove è previsto lo svolgimento di una riunione con i rappresentanti dei docenti che stanno svolgendo un presidio permanente.
"Siamo vicini alle preoccupazioni dei lavoratori e delle famiglie", spiega il primo cittadino di Benevento, "che in questi giorni vedono seriamente messi a rischio il proprio futuro e la propria stabilità. Nel corso della riunione che sarà aperta ad ogni utile contributo, l'Amministrazione comunale vuole recepire le istanze dei docenti e concordare efficaci azioni di intervento".
"Se è vero che la drastica riduzione dei posti di lavoro nel comparto scuola è il frutto di scelte nazionali", aggiunge il primo cittadino di Benevento, "va allo stesso tempo sottolineato come siano assolutamente diverse le ripercussioni che si registrano sui territori".
LA CGIL: COLPO MORTALE
"Il mancato incarico a 500 lavoratori della scuola tra docenti e Ata è paragonabile solo alla chiusura della più grande fabbrica del Sannio". L'amara denuncia arriva da Vincenzo Delli Veneri, segretario provinciale della Federazione Lavoratori della Conoscenza – Cgil. "Questa fabbrica", sottolinea il sindacalista, "dovrebbe produrre i saperi per i cittadini del futuro: formare i cervelli dei giovani sanniti. Come si garantisce una scuola di qualità in cui ai figli del Sannio sia possibile conseguire l'obiettivo costituzionale ed europeo del raggiungimento per tutti dei migliori risultati possibili? La parola magica è essenzializzazione: pochi docenti, poche risorse, poco personale per il funzionamento della scuola, poca sicurezza: il gioco è fatto! La scuola non deve formare, ma solo selezionare: chi non ha voglia di studiare deve andare a lavorare".
"Non ci stiamo più a questo gioco al massacro che ormai si è messo in atto da molto tempo", ribadisce di contro in una nota il sindacato Rdb-scuola di Benevento. "Riteniamo che il lavoro, stabile e sicuro, è l'elemento imprescindibile su cui fondare l'evoluzione del domani in cui oggi con la precarietà e la disoccupazione diffusa diviene inimmaginabile pensare che si possa progredire in termini di legalità e di diritti, si possa avviare una evoluzione in termini morali e dell'emancipazione sociale".
IL PRESIDIO CONTINUA
"I tagli rischiano di danneggiare la scuola su tanti aspetti. L'aumento di alunni per classe, la riduzione di orario scolastico, l'utilizzo di professori di ruolo in esubero per altre discipline. A Benevento dal 1° settembre ci saranno 550 famiglie senza un reddito. Dopo tanti anni di lavoro nella scuola, dopo aver vinto concorsi, perché non possiamo svolgere il nostro lavoro? E' un nostro diritto e questo Governo ci mette in disparte". La denuncia è di Daniela Basile, responsabile del Comitato insegnanti precari di Benevento: il comitato protesta da giovedì mattina nel piazzale antistante la sede dell'Ufficio scolastico provinciale. Il Comitato sta organizzando una raccolta fondi per sostenere coloro che non hanno uno stipendio e che non possono nemmeno usufruire dell'indennità di disoccupazione scaduta nel febbraio scorso.
28 agosto 2009 - Il Mattino
Benevento. Oggi nuova giornata calda per l’Ufficio scolastico provinciale...
Benevento - Oggi nuova giornata calda per l’Ufficio scolastico provinciale, dove sono già in corso le (poche) operazioni di nomina a tempo indeterminato dei docenti per scorrimento delle graduatorie permanenti, e prendono il via questa mattina le operazioni di utilizzazione, assegnazione provvisoria e immissione in ruolo (sempre da graduatorie permanenti) del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario. Collaboratori e assistenti amministrativi possono dirsi più fortunati, in termini di tempistica, rispetto ai docenti che attendono di sapere se il 1° settembre dovranno prendere servizio o meno nell’abituale sede di titolarità: chi ha chiesto un’assegnazione o un’utilizzazione interprovinciale saprà di averla o non averla ottenuta solo il 31 agosto, e in questo secondo caso potrebbe trovarsi anche a dover raggiungere una sede lontana, magari un’isola, nell’arco di poche ore. Un grande disagio, certamente, ma nulla a che vedere rispetto al dramma delle centinaia di precari che quest’anno vedono ridotte ai minimi termini la loro speranza di ottenere un’incarico annuale: secondo le stime fatte dal sindacato, i posti da assegnare non sarebbero più di 40/42 contro i circa 400 dello scorso anno. Situazione difficile anche per il personale Ata: secondo la Flc-Cgil, complessivamente saranno cancellati circa cancellati 500, una situazione, dice il responsabile provinciale Vincenzo Delli Veneri, «paragonabile solo alla chiusura della più grande fabbrica del Sannio. La prima piccola differenza è che questa fabbrica dovrebbe produrre i saperi per i cittadini del futuro: formare i cervelli dei giovani sanniti. La seconda differenza, anch'essa non marginale, è che per 500 famiglie del Sannio non ci sarà lo stesso reddito prodotto negli ultimi 10, 15, 20 anni: non stiamo parlando più di precari, ma di disoccupati privi di ammortizzatori sociali previsti, invece, per la grande industria». Prosegue, quindi, il presidio presso l’Ufficio scolastico provinciale e, nel pomeriggio, nel centro della città (ieri si è tenuto davanti alla sede del Giudice di pace). «Il presidio - si legge in una nota della federazione provinciale Rdb/Cub - è di fondamentale importanza per informare e sensibilizzare, in maniera compita, la cittadinanza sui temi della scuola, della precarietà in generale».(m.s.p.)
28 agosto 2009 - Il Sannio Quotidiano
La protesta dei precari: «Un licenziamento di massa»
Benevento - "Il più grande licenziamento di massa della storia: 20.000 in Italia, 8.200 in Campania, 500 a Benevento". In un manifesto le cifre della protesta dei precari sanniti del comparto scuola che hanno avviato ieri mattina il sit-in a Piazzale Gramazio dove ha sede l’Ufficio Scolastico Provinciale. "Proprio oggi, mentre si svolgeva il presidio – commentano i promotori della protesta – una lunga fila di docenti attendeva di conoscere il proprio destino sperando di rientrare tra i 41 "fortunati" che avranno l’immissione in ruolo per le attività didattiche del nuovo anno scolastico, a fronte dei 550 precari. La portata del problema è evidente già da questi semplici numeri. Oltre cinquecento persone senza lavoro equivalgono a oltre cinquecento famiglie senza certezze se non quella di andare incontro a una vita senza dignità. Ma ciò che chiediamo con la nostra iniziativa non è semplicemente che qualcuno ci assicuri un posto di lavoro. La stabilità occupazionale è importante perchè è il segno di una società che funziona e che vuole davvero crescere. Le vane promesse del passato e le scriteriate scelte attuali – concludono i portavoce dei precari sanniti – vanno in tutt’altra direzione". Tra i motivi della contestazione c’è la riduzione del tempo scuola per tutti gli ordini, la creazione di pluriclassi nella scuola primaria e di classi sempre più affollate nelle secondarie, l’utilizzo di professori di ruolo in esubero per altre discipline. E, ovviamente, la mancanza di qualsiasi prospettiva per i molti precari del comparto scuola, non soltanto docenti. A supporto della protesta anche le organizzazioni sindacali di categoria, tra le quali la Rdb Cub che denuncia: "A Benevento dal 1° settembre la riforma scolastica produrrà una perdita di lavoro e di reddito per oltre 550 famiglie. L’anno scorso sono stati 450 gli incarichi annuali ai docenti per ogni ordine e grado. Non ci stiamo più a questo gioco al massacro che ormai si è messo in atto da molto tempo". In serata i manifestanti si sono trasferiti in Piazza Risorgimento dove è stato allestito un gazebo inizialmente previsto nei giardini della Prefettura. La protesta andrà avanti ad oltranza.
27 agosto 2009 - Il Mattino
Benevento. Mentre l’Ufficio scolastico provinciale si appresta...
Benevento - Mentre l’Ufficio scolastico provinciale si appresta al tour de force per completare in tempo tutte le operazioni necessarie all’avvio delle lezioni (ieri sono state pubblicate le graduatorie definitive per le assegnazioni e le utilizzazioni del personale Ata, il 31 dovrebbero essere definite assegnazioni e utilizzazioni dei docenti), si mobilita il fronte dei precari che, a causa della riduzione degli organici e delle nuove modalità di formazione delle classi, rischiano di restare invano in attesa di una supplenza. Secondo una stima del comitato sannita, nella provincia di Benevento quest’anno saranno in 550 a non ottenere un incarico, «550 famiglie con figli dal primo settembre in mezzo una strada, mutui non più onorati, figli da mantenere, auto da fermare». Ecco perchè dalle 9 alle 17 oggi è in programma un presidio davanti alla sede dell’Usp, che dalle 17 alle 24 si sposterà nei pressi della Prefettura. E domani si replica: «Non molleremo - spiegano i precari - e smetteremo di presidiare solo quando non arriveranno proposte risolutive». Intanto giungono i primi attestati di solidarietà: l’organizzazione sindacale di base CUB Scuola e la federazione provinciale RdB/CUB di Benevento hanno annunciato l’adesione al presidio permanente organizzato dal comitato insegnanti precari «per manifestare il dissenso contro una riforma della scuola che come unici effetti avrà soltanto un numero impressionante di tagli al personale, una diminuzione drastica della qualità della formazione e dell'insegnamento ed un progressivo trasformarsi della scuola pubblica in azienda privata che consentirà l'accesso all'istruzione soltanto a chi potrà permetterselo».
25 agosto 2009 - Il Sannita
I sindacato CUB Scuola al presidio permanente degli insegnanti precari
Benevento - Anche il sindacato CUB Scuola parteciperà al presidio permanente degli insegnanti precari che si terrà a partire da giovedì 27 agosto per manifestare contro la riforma della scuola varata dal Governo Berlusconi. ‘Il sindacato – si legge nella nota – sostiene le rivendicazioni dei lavoratori precari e sarà al loro fianco per la difesa della scuola statale. La scuola statale è un patrimonio immenso che il nostro Paese possiede e che non deve svendere. La nostra crescita passa per l’istruzione garantita a tutti e non è conciliabile in alcun modo con i tagli che invece stanno minando in modo grave l’esistenza della scuola in particolare e della società in generale’.
25 agosto 2009 - Il Mattino
Benevento. Per i primi di settembre è prevista
l'assegnazione degli incarichi annuali...
Benevento - Per i primi di settembre è prevista l'assegnazione degli incarichi annuali presso l'Ufficio scolastico. Molti lavoratori precari del personale educativo e Ata non sottoscriveranno alcun contratto. Sono lavoratori con un'età compresa tra i 37 e i 55 anni con esperienza decennale nel settore e che da diversi anno lavorano con contratti a tempo. Il Cip Sanniti ( comitato insegnanti precari sanniti) con Flcgil, Gilda degli insegnanti, Cub , Cisl, Uil e Snals ha organizzato dei sit in permanenti a partire dal 27 agosto tutti i giorni ininterrottamente fino a data da destinarsi, dalle 9 alle 17 davanti all'Usp di Benevento e dalle 17 alle 24 nei pressi dei giardinetti della Prefettura.