APPALTI, MALAFFARE E CRIMINALITA'

I servizi pubblici essenziali devono essere gestiti dal Pubblico

Nazionale -

La seconda ondata di arresti avvenuta giovedì scorso nella capitale conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, come il sistema degli appalti sui servizi essenziali (sociali, ambientali, ecc.) sia sempre più ricettacolo di deviazioni sul versante della trasparenza e della legalità, luogo di negazione dei diritti degli operatori che vi operano e di riduzione delle prestazioni dei servizi nei confronti degli utenti.



E’ quanto basta per prendere atto che i servizi pubblici essenziali possono e debbono essere gestiti dal pubblico, con parametri di qualità dei servizi trasparenti e partecipati, con operatori stabilmente occupati e valorizzati, con contratti di settore dedicati, con risorse definite.



E laddove ancora persistano attività gestite in appalto, in attesa della definizione del percorso di reinternalizzazione, occorre che le stesse siano soggette a verifiche sulla qualità dei servizi resi e che i disciplinari di gara ed i capitolati contengano la clausola sociale e si preveda l’eliminazione del sistema di assegnazione al massimo ribasso.



La vicenda romana e tutte le notizie di cronaca relative a episodi di corruzione diffusa direttamente collegate alle assegnazioni degli appalti, non ultime quelle legate ad Expo, confermano uno stretto legame tra appalti, malaffare e criminalità, nonostante l’insediamento del commissario straordinario anticorruzione Cantone.



Tutto nella norma però, tanto è vero che il governo Renzi,  si prepara a varare una legge denominata “nuovo codice degli appalti” che prevede “la semplificazione e l’armonizzazione delle disposizioni in materia di affidamento degli appalti pubblici e delle concessioni”.



Con estrema ipocrisia e retorica, nella proposta di legge si fa riferimento ad una autorità nazionale anti corruzione e allo stesso tempo si parla di “riduzione degli oneri documentali, centralizzazione delle committenze, l’utilizzo preferenziale dell’aggiudicazione con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e al massimo ribasso, della revisione e semplificazione della disciplina vigente per il sistema di garanzia globale di esecuzione per gli appalti pubblici di lavori, di razionalizzare ed estendere le forme di partenariato pubblico/privato, della razionalizzazione dei metodi di risoluzione delle controversie e DI FORME DI AGGIUDICAZIONE DIRETTA”.

Il tutto anche giustificato in modo strumentale e preoccupante “per lo sviluppo di insediamenti produttivi strategici di preminente interesse nazionale”.



Non è questo il “sistema” che ha prodotto ed alimentato le circostanze di Mafia Capitale?

Non è questa una proposta di legge che incentiva ed aiuta queste dinamiche e questo impianto ormai palesemente incancrenito dalla corruzione e dalla connivenza tra istituzioni e malaffare?



La proposta di USB, vuole contrastare il processo di precarizzazione dei diritti e di indebolimento della capacità di lotta e di solidarietà tra i lavoratori, l’abbassamento dei livelli di tutela contrattuale, evitando i costi scaricati sulla collettività con l’estrema diminuzione della qualità dei servizi erogati ai cittadini. E’ necessario prevedere una fase successiva dei controlli anche nelle gare a gestione Consip, fino ad oggi assolutamente mancata, l’annullamento della intermediazione di manodopera, il contrasto al jobs-act, l’adozione di norme di maggior tutela per i lavoratori anche attraverso la reinternalizzazione dei servizi e dei lavoratori nei servizi pubblici.

Nello specifico richiede:

 >    Strumenti legislativi che permettano il riassorbimento diretto o prevedano appositi dispositivi di riconoscimento dei servizi in caso di concorsi o anche attraverso la costituzione di apposite società pubbliche in house che possano riacquisire i lavoratori dei vari appalti tramite specifiche clausole sociali

 >    Pari diritti e salari con trattamenti economici e normativi dei lavoratori in appalto non inferiori a quelli previsti dal contratto di settore di riferimento

 >    Il divieto, particolarmente negli appalti di servizi,  del subappalto

 >    Che sia garantita la continuità del rapporto di lavoro nella successione negli appalti

 >    Verifiche e controlli strutturali e continuativi effettuati dal committente e pubblicati sui siti istituzionali

 >    Semplificare e rendere certa la responsabilità solidale del committente sul piano retributivo, contributivo e fiscale

 >    Garantire le condizioni di salute e sicurezza per i lavoratori

 >    Dignità per tutti

 >    NO alle privatizzazioni

 

Serve una proposta che spezzi definitivamente il connubio malaffare/politica/appalti, una proposta che garantisca diritti e tutele per i lavoratori, servizi pubblici di qualità ai cittadini e legalità.