ALITALIA: DETERMINANTI LE AZIONI DI LOTTA PER EVITARE LO SMANTELLAMENTO E LA SVENDITA DELLA COMPAGNIA. ORA ALITALIA TORNI AD ESSERE DI PROPRIETÀ DELLO STATO
Afferma Pierpaolo Leonardi, Coordinatore nazionale CUB: “La riuscita mobilitazione e la rinnovata disponibilità dei lavoratori Alitalia alla lotta in difesa della compagnia e delle loro condizioni di lavoro è stata determinante nell’orientare alla non firma gran parte delle organizzazioni presenti al tavolo di trattativa. Ieri i lavoratori, aderendo allo sciopero della CUB, Confederazione Unitaria di Base) settore Trasporti, hanno rotto con la passività e la subordinazione che avevano fino a quel momento impedito una risposta efficace ai piani della CAI e del Governo. Ora bisogna rinazionalizzare Alitalia. Il Governo si impegni a salvare la compagnia di bandiera e ad affidarla a manager capaci, affinché il rilancio di Alitalia possa diventare un obiettivo condiviso da tutti”, conclude il Coordinatore CUB.
“Gli imprenditori della cordata italiana hanno ritenuto impossibile realizzare nel silenzio il loro progetto di mettere le mani sul ricco mercato del trasporto aereo del nostro Paese, di scaricare i debiti sulla collettività e di licenziare migliaia di lavoratori, producendo peraltro la polverizzazione della ex-compagnia di bandiera”, dichiara Antonio Amoroso del Coordinamento nazionale CUB Trasporti. “E’ ora importante ed urgente che l’Esecutivo, assumendosi le dovute responsabilità per l’epilogo di questa vicenda, prenda atto del fallimento del progetto di privatizzazione di Alitalia”.
“Il costo del lavoro non è mai stato il problema di Alitalia – prosegue Amoroso - la nostra Compagnia, debitamente rilanciata e guidata da un management serio e lontano da logiche di lottizzazione sindacal-politica, è in grado di stare sul mercato, di fare utili e di continuare ad assicurare la continuità del servizio pubblico del trasporto aereo. Solo dopo averla risanata e rilanciata attraverso l’intervento pubblico, alla stregua di quanto è successo ad Air France dopo il 1993, si potrà procedere a stipulare accordi e alleanze commerciali con altri vettori europei e non solo”.
Aggiunge Amoroso: “La crescente mobilitazione della categoria, confermata anche dalla grande adesione dei lavoratori allo sciopero e al corteo indetto ieri dalla CUB Trasporti, ha confermato l’impossibilità di ridurre al silenzio migliaia di lavoratori minacciati dal licenziamento e l’impraticabilità per le organizzazioni sindacali convocate al tavolo di confronto con Governo e rappresentanti di C.A.I. di dare il disco verde a questo scellerato disegno. La CUB Trasporti continuerà a sostenere tale proposta, oggi più che mai l’unica percorribile per la tutela dei lavoratori e dell’interesse del nostro Paese”, conclude il responsabile CUB Trasporti.
mercoledì, 17 settembre 2008
VOLI CANCELLATI E RITARDI PER LO SCIOPERO NEL TRASPORTO AEREO INDETTO DALLA CUB
Antonini (CUB Trasporti): irresponsabile è chi ha determinato lo sfacelo di Alitalia ed ora ne addossa i costi a lavoratori e cittadini
Sta provocando numerose cancellazioni di voli e ritardi lo sciopero indetto per oggi dalla CUB Trasporti nel settore aereo. Sono in corso le astensioni indette per i dipendenti Alitalia, dalle 12 alle 16, e di 24 ore per i lavoratori addetti ai servizi, agli aeromobili e ai passeggeri degli aeroporti di Bologna e Venezia.
40 i voli cancellati a Fiumicino solo nella mattinata, con una prospettiva di aumento nel corso dello sciopero. Oltre 1.000 lavoratori hanno sfilato in corteo nello scalo romano.
Deserto il Marconi di Bologna, dove è pressoché totale l’adesione di tutto il personale di terra e degli appalti . Ai 35 voli cancellati sinora se ne aggiungeranno altri nell’arco della serata.
Al Marco Polo di Venezia sono stati cancellati 13 voli ed 8 hanno subito ritardi fra i 20 e i 60 minuti, con un bilancio da completare al termine dell’astensione.
Alle critiche verso lo sciopero della CUB avanzate dal Ministro Matteoli, risponde il Coordinatore della CUB Trasporti Giampietro Antonini: “Irresponsabile è un Governo che esclude dal confronto e dalla trattativa la CUB Trasporti ed i lavoratori che questa rappresenta ed intende difendere. Irresponsabili sono un Governo e dei politici che hanno determinato lo sfacelo di Alitalia ed ora vogliono addossarne i costi ai cittadini e ai lavoratori, mentre regalano beni e proprietà pubbliche a pirati imprenditoriali nostrani. Irresponsabili – prosegue Antonini - sono il Governo e chi avvalla accordi che invece di quantificare il numero dei lavoratori che rimarranno a spasso parlano solo di quelli che verranno assunti dalla nuova società CAI”.
“Per ben tre volte la CUB ha richiesto al Ministro Matteoli un incontro che non è stato mai concesso – precisa Antonio Amoroso del Coordinamento nazionale CUB Trasporti settore Aereo - e quattro volte abbiamo chiamato la sua segreteria senza risultato: chi è l’irresponsabile?”.
Conclude Pierpaolo Leonardi, Coordinatore nazionale CUB: “In un mondo in cui gli Stati Uniti, ovvero il paese capitalista per eccellenza, sborsano 85 miliardi di dollari per salvare una compagnia assicurativa privata, non si comprende perché il nostro governo non possa salvare con l’intervento di stato la compagnia di bandiera, che opera in un settore strategico per l’economia del paese”.
L'iniziativa della CUB continuerà con l'adesione allo sciopero del 17 ottobre promosso dal sindacalismo di base, contro le scelte irresponsabili di chi partigianamente sostiene gli appetiti mai esausti dell'imprenditoria famelica italiana.
CUB Confederazione Unitaria di Base
.
21 settembre 2008 - Repubblica.it
Analisi dei numeri e delle percentuali delle nove sigle in ognuno dei tre settori. Almeno il 70 per cento dei dipendenti Az sono iscritti al sindacato
Alitalia, il peso dei sindacati.La mappa di "sì" e "no" all'accordo
La netta maggioranza di piloti e assistenti di volo è iscritta alle associazionidi categoria che rifiutano la proposta Cai e chiedono una nuova trattativa
di CLAUDIA FUSANI
ROMA - Sarebbe un po' come volersi sposare senza la moglie o il marito. Costruire una casa dal tetto anziché dalle fondamenta. In questo caso, far volare un aereo senza ali. Semplicemente impossibile. Parliamo di Alitalia. Dice Guglielmo Epifani, leader della Cgil, e in queste settimane indicato dal governo come l'incosciente che a forza di tentennare tra il NI e il NO ha affossato l'offerta della Cai: "E' inutile che andiamo a firmare noi, senza le associazioni di categoria la maggioranza dei lavoratori è contro l'accordo". Epifani dice, cioè, qualcosa di elementare e quasi scontato: se al tavolo Alitalia non siedono anche piloti e lavoratori divolo non si va da nessuna parte. Lo dicono i numeri che vanno ben al di là dei rispettivi schieramenti politici. Anzi, mai come nella vicenda Alitalia contano solo i numeri che hanno avuto la forza di mescolare sigle vicine a Rifondazione con altre di destra e di centro. Divisi dalla politica uniti da un contratto e da una condizione di lavoro. Tanto da vedere, per esempio, un cattolico rispettoso della regole come Antonio Divietri (Avia) attaccato al megafono ad arringare i lavoratori Alitalia riuniti a Fiumicino e il solitamente barricadero Tomaselli (Sdl) che cerca di tenere buoni gli stessi lavoratori. Una rivolta dal basso, contro i confederali accusati di "parlare senza sapere bene di cosa si sta parlando". E in nome della rappresentanza: sindacale, di base, di settore. E anche della propria dignità, quasi del riconoscimento di esistere. "La cordata della Compagnia aerea italiana - ripetono da due settimane le cinque sigle autonome - ci ha sempre e solo dato aut aut, è stato l'approccio sbagliato, fin dall'inizio una provocazione continua. A rompere, mai a costruire". I numeri quindi. Per capire il peso del sindacato tra i lavoratori Alitalia e AirOne e di ognuna delle nove sigle coinvolte nei tre settori, piloti, assistenti di terra e di volo. E vedere a che punto si fissa l'asticella di un accordo possibile nei numeri prima ancora che nei contenuti. Il 70 per cento iscritto al sindacato. Il governo fissa a quota 17.500 i lavoratori di Alitalia. Per i sindacati sono almeno mille in più. Gli iscritti al sindacato risultano essere tra i 12 e i 13 mila. Con queste proporzioni: 2.522 Filt-Cgil; 2.063 Uilt; 2.057 Fit-Cisl; 1.900 Sdl; 1.122 Anpac (solo piloti); 1.050 Ugl; 940 Avia (solo assistenti di volo); 540 Anpav (solo assistenti di volo); 350 Up (solo piloti). Ci sono anche circa 250 iscritti ai Cub, sigla però mai presente al tavolo. Queste cifre possono non essere precise e variare di qualche decina ma non incidere sulla percentuale di massima. Mai come in questi mesi il tesseramento sindacale è stato in movimento in Alitalia. Si sono registrati fenomeni di passaggi da una sigla all'altra, iscrizioni ma anche dimissioni. I piloti. Sono 2.550 i piloti di Alitalia e AirOne. Di questi 1.122 sono iscritti all'Anpac guidata dal comandante Fabio Berti e 350 all'Unione piloti presieduta da Massimo Notaro. La somma delle due associazioni di categoria conta circa 1.500 piloti a cui ne vanno aggiunti circa 5-600 distribuiti tra le quattro sigle confederali Cgil, Cisl, Uil e Ugl. La Cgil, per esempio, ne conta solo 50. Il risultato numerico dice che la netta maggioranza dei piloti è contraria all'accordo con Cai almeno nei termini e nei modi in cui se n'è discusso finora. Anpac e Up sostengono, tra l'altro, che in questi giorni decine di colleghi iscritti alle sigle confederali stanno passando nelle associazioni professionali di categoria. Gli assistenti di volo. Anche in questa categoria la netta maggioranza è contraria sia all'accordo quadro che alla bozza di contratto proposte da Cai. Az e AirOne contano circa cinquemila assistenti di volo. La Cai prevede di aver bisogno di 3.300 tra hostess e steward. Le due principali associazioni di categoria Anpav e Avia contano 500 e 940 iscritti. Cgil ne ha circa 200, Cisl e Uil circa 250 a testa e Ugl non arriva a cento, Sdl ne ha un migliaio. Se anche l'Anpav strappa con le sigle autonome e va a sedersi la tavolo come ha annunciato, la maggioranza degli assistenti di volo resta contraria al piano Cai. Così pure se la Cgil dovesse abdicare alla ragion di stato e di pax sociale. Senza contare che le dichiarazioni del presidente Muccioli (Anpav) in favore di Cai avrebbero fatto perdere nella sola giornata di sabato 30 tesserati passati a Sdl e 42 in Avia. Gli assistenti di terra. In questo caso l'accordo con Cai potrebbe essere già operativo visto che la maggioranza del personale di terra è iscritto alle sigle confederali Cgil Cisl, Uil e Ugl. Si tratta del settore più numeroso, tra operai, impiegati, quadri e dirigenti, circa novemila dipendenti tra Az e AirOne di cui la nuova Cai ne riassorbirà 7.560. In questo caso sarebbero contrari all'accordo solo il migliaio circa di Sdl e i 250 dei Cub che però sono esclusi dall'inizio dalla trattativa. Schieramenti politici addio. La trattativa Cai-Alitalia segnerà una svolta nella storia del sindacato. Una partita altra e diversa di cui sono ben consapevoli i segretari generali e i presidenti delle associazioni di categoria. La proposta di accordo Cai, infatti, scardina il tradizionale assetto della rappresentanza dei lavoratori nel momento in cui non riconosce il valore della associazioni di categoria e dei cosiddetti autonomi accusati di portare avanti "pretese corporative" e sceglie di trattare solo con i confederali. Un passaggio "delicato" alla vigilia della trattativa maestra, quella con Confindustria sui contratti nazionali. Da questo deriva un rimescolamento di schieramenti senza precedenti. Per farla più semplice: decenni di ideologie sono congelate in difesa di un contratto specifico e di una professionalità. Così i piloti, tradizionalmente di centro-destra, vanno a braccetto con i dipendenti di Sdl che sono spostati a sinistra del Pd. E i cattolici osservanti, nati e vissuti al centro come Avia, agitano e organizzano i lavoratori con spirito non consueto. E' curioso vedere la Filt-Cgil che ragiona con passione con Avia. C'era anche l'Anpav, di qua dalla barricata. Muccioli, che da giorni scalpitava per tornare a dare la mano al governo, a un certo punto non ce l'ha fatta più. Infine, la trattativa ha ufficialmente promosso a ruolo di confederale l'Ugl della combattiva Renata Polverini. La triade non c'è più. Adesso c'è una quaterna. Sempre che l'Ugl non prenda il posto di Epifani. Che alla fine ha ragione quando dice: "Senza piloti e assistenti di volo non andiamo da nessuna parte". Perchè non s'è mai visto un aereo senza ali.
21 settembre 2008 - L'Unità
Fiumicino vola ancora, resta la paura
Continua il presidio: in duecento davanti al varco passeggeri
Roma - ATTESA Voli regolari per Alitalia in questa giornata prefestiva, ma anche una calma carica di attesa e preoccupazione tra i dipendenti. È la fotografia della giornata all’aeroporto di Fiumicino, caratterizzata per ore, nel pomeriggio, dal presidio spontaneo, di assistenti di volo ed alcuni piloti, arrivati a toccare quota 200 in alcuni momenti, che hanno colloquiato con i propri rappresentanti sindacali di Sdl, Avia e Cub Trasporti, sugli sviluppi della vertenza. Dopo la grande assemblea di giovedì scorso, coincisa con l’annuncio dell’offerta della Cai, è durata infatti meno di 48 ore la «pausa» dei dipendenti Alitalia tornati spontaneamente a riunirsi in un numero nutrito dinanzi al varco equipaggi, diventato il crocevia degli umori e dei timori di gran parte del personale. Sin dal primo mattino l’avvio dell’operativo è stato regolare e nel corso della giornata, tranne qualche volo ritardato, non ci sono state cancellazioni. Da mezzogiorno è scattato il tam tam dinanzi al varco equipaggi, dove spiccano cartelli sarcastici ed interrogativi sulla Cai: è stato un avvicendarsi di assistenti di volo, fuori dal turno di lavoro, per lo più in borghese.
Tanti bambini al seguito di mamme e papà, con i volti tirati. Nessun megafono ma qua e là capannelli intorno ai sindacalisti, per informarsi, scambiarsi pareri. E domani il presidio proseguirà, annunciano. A molti non è andato giù l’annuncio dell’Anpav, disposta a firmare l’accordo quadro. «Noi rimaniamo compatti, anche con i piloti, sul no a quell’accordo - ha detto un’hostess, appena giunta da Firenze -ora ci auguriamo che qualcuno si faccia avanti, può essere di nuovo anche la Cai, ma non in questo modo che fa di noi solo carne da macello. Continuiamo però a lavorare, non vogliamo il fallimento della nostra compagnia. L’esultanza? È stata solo la liberazione da una tensione accumulata: c’è poco da esultare, siamo nel dramma». Ed altre voci: «Fantozzi ora riapra la gara d’acquisto». «Sono mamma di due figli - aggiunge una collega, Alessia, 18 anni in Alitalia - firmando questo accordo da caporalato sparirebbe la vita privata: hanno proposto 1033 euro lordi di base con dei parametri più bassi, ma rispetto ad oggi, con la mia anzianità, andrei a guadagnare mille euro in meno. Si fa solo demagogia sui presunti privilegi, ad esempio la navetta che ci paghiamo ognuno con una trattenuta mensile di 30 euro». «L’Anpav pagherà sindacalmente la decisione di firmare l’accordo quadro con Cai - ha rincarato la dose Fabrizio Tomaselli, rappresentante sindacale dell’Sdl - la maggior parte dei lavoratori è estremamente contrariata. A mio avviso l’Anpav era già piccola prima, ora penso che diventerà quasi nulla». «Sappiamo che molti aderenti ad Anpav hanno rassegnato le dimissioni», aggiunge Cesare Albanese, Sdl.
21 settembre 2008 - L'Unione Sarda
Voli regolari, ma il presidio va avanti
FIUMICINO - Voli regolari per Alitalia, ma anche una calma carica di attesa e preoccupazione tra i dipendenti. È la fotografia della giornata all'aeroporto di Fiumicino, caratterizzata per ore, ieri pomeriggio, dal presidio spontaneo, di assistenti di volo ed alcuni piloti, arrivati a toccare quota 200 in alcuni momenti, che hanno colloquiato con i propri rappresentanti sindacali di Sdl, Avia e Cub Trasporti, sugli sviluppi della vertenza.
Dopo la grande assemblea di giovedì, coincisa con l'annuncio dell'offerta della Cai, è durata meno di 48 ore la «pausa» dei dipendenti Alitalia tornati spontaneamente a riunirsi in un numero nutrito dinanzi al varco equipaggi, diventato il crocevia degli umori e dei timori di gran parte del personale.
Sin dal primo mattino l'avvio dell'operativo è stato regolare e nel corso della giornata, tranne qualche volo ritardato, non ci sono state cancellazioni. Da mezzogiorno è scattato il tam tam dinanzi al varco equipaggi, dove spiccavano cartelli sarcastici ed interrogativi sulla Cai: è stato un avvicendarsi di assistenti di volo, fuori dal turno di lavoro, per lo più in borghese. Tanti bambini al seguito di mamme e papà, con i volti tirati. Nessun megafono ma qua e là capannelli intorno ai sindacalisti, per informarsi, scambiarsi pareri. E oggi il presidio proseguirà, annunciano.
A molti non è andato giù l'annuncio dell'Anpav, disposta a firmare l'accordo quadro. «Noi rimaniamo compatti, anche con i piloti, sul no a quell'accordo - ha detto un'hostess, appena giunta da Firenze - ora ci auguriamo che qualcuno si faccia avanti, può essere di nuovo anche la Cai, ma non in questo modo che fa di noi solo carne da macello. L'esultanza? È stata solo la liberazione da una tensione accumulata: c'è poco da esultare, siamo nel dramma». Ed altre voci: «Fantozzi ora riapra la gara d'acquisto». «Sono mamma di due figli - aggiunge Alessia, 18 anni in Alitalia - firmando questo accordo da caporalato sparirebbe la vita privata: hanno proposto 1033 euro lordi di base con parametri più bassi, ma rispetto ad oggi, con la mia anzianità, andrei a guadagnare mille euro in meno. Si fa solo demagogia sui presunti privilegi, ad esempio la navetta che ci paghiamo ognuno con una trattenuta mensile di 30 euro».
21 settembre 2008 - Tribuna Treviso/Mattino Padova/Gazzetta Reggio, Modena, Mantova/Nuova Sardegna, Venezia, Ferrara/Città Salerno/Centro/Corriere Alpi/Alto Adige/trentino/Piccolo/Tirreno/Provincia Pavese
Assistenti di volo, presidio a Fiumicino
Duecento in assemblea: Fantozzi riapra la gara. Voli regolari
FIUMICINO - Voli regolari per Alitalia in questa giornata prefestiva, ma anche una calma carica di attesa e preoccupazione tra i dipendenti. E’ la fotografia della giornata all’aeroporto di Fiumicino, caratterizzata per ore, nel pomeriggio, dal presidio spontaneo, di assistenti di volo ed alcuni piloti, arrivati a toccare quota 200 in alcuni momenti, che hanno colloquiato con i propri rappresentanti sindacali di Sdl, Avia e Cub Trasporti, sugli sviluppi della vertenza. Dopo la grande assemblea di giovedì scorso, coincisa con l’annuncio dell’offerta della Cai, è durata infatti meno di 48 ore la «pausa» dei dipendenti Alitalia tornati spontaneamente a riunirsi in un numero nutrito dinanzi al varco equipaggi, diventato il crocevia degli umori e dei timori di gran parte del personale. Sin dal primo mattino l’avvio dell’operativo è stato regolare e nel corso della giornata, tranne qualche volo ritardato, non ci sono state cancellazioni. Da mezzogiorno è scattato il tam tam dinanzi al varco equipaggi, dove spiccano cartelli sarcastici ed interrogativi sulla Cai: è stato un avvicendarsi di assistenti di volo, fuori dal turno di lavoro, per lo più in borghese. Nessun megafono ma quà e là capannelli intorno ai sindacalisti, per informarsi, scambiarsi pareri. E domani il presidio proseguirà, annunciano. A molti non è andato giù l’annuncio dell’Anpav, disposta a firmare l’accordo quadro. «Noi rimaniamo compatti, anche con i piloti, sul no a quell’accordo - ha detto un’hostess, appena giunta da Firenze -ora ci auguriamo che qualcuno si faccia avanti, può essere di nuovo anche la Cai, ma non in questo modo che fa di noi solo carne da macello. Continuiamo però a lavorare, non vogliamo il fallimento della nostra compagnia. L’esultanza? E’ stata solo la liberazione da una tensione accumulata: c’è poco da esultare, siamo nel dramma». Ed altre voci: «Fantozzi ora riapra la gara d’acquisto».
21 settembre 2008 - Giornale di Brescia
CONTINUA IL PRESIDIO DI PILOTI E ASSISTENTI A FIUMICINO. VOLI REGOLARI
«Quelli del fronte del no» convinti che non sia finita
ROMA - Voli regolari, ieri, per Alitalia nella giornata prefestiva, ma anche una calma carica di attesa e preoccupazione tra i dipendenti. È la fotografia della giornata all’aeroporto di Fiumicino, caratterizzata per ore, nel pomeriggio, dal presidio spontaneo, di assistenti di volo ed alcuni piloti, arrivati a toccare quota 200 in alcuni momenti, che hanno colloquiato con i propri rappresentanti sindacali di Sdl, Avia e Cub Trasporti, sugli sviluppi della vertenza.
Dopo la grande assemblea di giovedì scorso, coincisa con l’annuncio della rinuncia della Cai, è durata infatti meno di 48 ore la «pausa» dei dipendenti Alitalia tornati spontaneamente a riunirsi in un numero nutrito dinanzi al varco equipaggi, diventato il crocevia degli umori e dei timori di gran parte del personale. Sin dal primo mattino l’avvio dell’operativo è stato regolare e nel corso della giornata, tranne qualche volo ritardato, non ci sono state cancellazioni. Da mezzogiorno è scattato il tam tam dinanzi al varco equipaggi, dove spiccano cartelli sarcastici ed interrogativi sulla Cai: è stato un avvicendarsi di assistenti di volo, fuori dal turno di lavoro, per lo più in borghese. Tanti bambini al seguito di mamme e papà, con i volti tirati. Nessun megafono ma qua e là capannelli intorno ai sindacalisti, per informarsi, scambiarsi pareri. E oggi il presidio proseguirà, annunciano.
A molti non è andato giù l’annuncio dell’Anpav (sindacato autonomo degli assistenti di volo), disposta a firmare l’accordo quadro. «Noi rimaniamo compatti, anche con i piloti, sul no a quell’accordo - ha detto un’hostess, appena giunta da Firenze - ora ci auguriamo che qualcuno si faccia avanti, può essere di nuovo anche la Cai, ma non in questo modo che fa di noi solo carne da macello. Continuiamo però a lavorare, non vogliamo il fallimento della nostra compagnia.
L’esultanza? È stata solo la liberazione da una tensione accumulata: c’è poco da esultare, siamo nel dramma». Ed altre voci: «Fantozzi ora riapra la gara d’acquisto».
«Sono mamma di due figli - aggiunge una collega, Alessia, da 18 anni in Alitalia - firmando questo accordo da caporalato sparirebbe la vita privata: hanno proposto 1033 euro lordi di base con dei parametri più bassi, ma rispetto ad oggi, con la mia anzianità, andrei a guadagnare mille euro in meno. Si fa solo demagogia sui presunti privilegi, ad esempio la navetta che ci paghiamo ognuno con una trattenuta mensile di 30 euro».
«L’Anpav pagherà sindacalmente la decisione di firmare l’accordo quadro con Cai - ha rincarato la dose Fabrizio Tomaselli, rappresentante sindacale dell’Sdl - la maggior parte dei lavoratori è estremamente contrariata. A mio avviso l’Anpav era già piccola prima, ora penso che diventerà quasi nulla».
21 settembre 2008 - La Provincia di Cremona
Assistenti di volo in presidio ma ieri i voli sono stati regolari
ROMA — Voli regolari per Alitalia nella giornata prefestiva di ieri, ma anche una calma carica di attesa e preoccupazione tra i dipendenti. È la fotografia della giornata all'aeroporto di Fiumicino, caratterizzata per ore, nel pomeriggio, dal presidio spontaneo, di assistenti di volo ed alcuni piloti, arrivati a toccare quota 200 in alcuni momenti, che hanno colloquiato con i propri rappresentanti sindacali di Sdl, Avia e Cub Trasporti, sugli sviluppi della vertenza. Dopo la grande assemblea di giovedì scorso, coincisa con l'annuncio dell'offerta della Cai, è durata infatti meno di 48 ore la «pausa» dei dipendenti Alitalia tornati spontaneamente a riunirsi in un numero nutrito dinanzi al varco equipaggi, diventato il crocevia degli umori e dei timori di gran parte del personale. Sin dal primo mattino l'avvio dell'operativo è stato regolare e nel corso della giornata, tranne qualche volo ritardato, non ci sono state cancellazioni. Da mezzogiorno è scattato il tam tam dinanzi al varco equipaggi, dove spiccano cartelli sarcastici ed interrogativi sulla Cai: è stato un avvicendarsi di assistenti di volo, fuori dal turno di lavoro, per lo più in borghese. Tanti bambini al seguito di mamme e papà, con i volti tirati. Nessun megafono ma quà e là capannelli intorno ai sindacalisti, per informarsi, scambiarsi pareri. E domani il presidio proseguirà, annunciano. A molti non è andato giù l'annuncio dell'Anpav, disposta a firmare l'accordo quadro.
21 settembre 2008 - Brescia Oggi/Arena/Giornale Vicenza
Voli ancora regolari
Assistenti di volo in presidio a Fiumicino
Voli regolari per Alitalia ma anche una calma carica di attesa e preoccupazione tra i dipendenti. È la fotografia della giornata di ieri all’aeroporto romano di Fiumicino, caratterizzata per ore, nel pomeriggio, dal presidio spontaneo, di assistenti di volo e alcuni piloti, arrivati a quota 200 in alcuni momenti, che hanno parlato con i rappresentanti sindacali di Sdl, Avia e Cub Trasporti, sugli sviluppi della vertenza.
DIPENDENTI RIUNITI. Dopo l’assemblea di giovedì, coincisa con l’annuncio del ritiro dell’offerta dI Cai, è durata meno di 48 ore la pausa dei dipendenti Alitalia tornati a riunirsi davanti al varco equipaggi, diventato il crocevia degli umori e dei timori di gran parte del personale. Sin dal primo mattino il lavoro è stato regolare e nel corso della giornata, tranne qualche volo in ritardo, non ci sono state cancellazioni Da mezzogiorno è scattato il tam tam ed è stato un avvicendarsi di assistenti di volo, fuori dal turno di lavoro, per lo più in borghese.
«RIMANIAMO COMPATTI». A molti non è andato giù l’annuncio dell’Anpav, di voler firmare l’accordo. «Noi rimaniamo compatti, anche con i piloti, sul no», ha dichiarato un’hostess, «Ora ci auguriamo che qualcuno si faccia avanti, può essere di nuovo anche la Cai, ma non in questo modo che fa di noi solo carne da macello. Continuiamo però a lavorare, non vogliamo il fallimento della nostra compagnia». L’esultanza? «È stata solo la liberazione da una tensione accumulata: c’è poco da esultare, siamo nel dramma».
«SONO UNA MAMMA... «Sono mamma di due figli», aggiunge una collega, Alessia, da 18 anni in Alitalia, «firmando questo accordo da caporalato sparirebbe la vita privata: hanno proposto 1.033 euro lordi di base con parametri più bassi, ma rispetto a oggi, con la mia anzianità, guadagnerei mille euro in meno. Si fa solo demagogia sui presunti privilegi, ad esempio la navetta che ci paghiamo ognuno con una trattenuta mensile di 30 euro».
21 settembre 2008 - Corriere Adriatico
Dopo la grande assemblea di giovedì è durata menodi 48 ore la pausa dei lavoratori . Voli regolari a Fiumicino nonostante un presidio di assistenti e piloti
Cresce la preoccupazione
All’aeroporto calma carica di attesa tra i dipendenti
di FRANCO SOFFERTI
ROMA - Voli regolari per Alitalia in questa giornata prefestiva, ma anche una calma carica di attesa e preoccupazione tra i dipendenti. E’ la fotografia della giornata di ieri all’aeroporto di Fiumicino, caratterizzata per ore, nel pomeriggio, dal presidio spontaneo, di assistenti di volo ed alcuni piloti, arrivati a toccare quota 200 in alcuni momenti, che hanno colloquiato con i propri rappresentanti sindacali di Sdl, Avia e Cub Trasporti, sugli sviluppi della vertenza. Dopo la grande assemblea di giovedì scorso, coincisa con l'annuncio dell’offerta della Cai, è durata infatti meno di 48 ore la "pausa" dei dipendenti Alitalia tornati spontaneamente a riunirsi in un numero nutrito dinanzi al varco equipaggi, diventato il crocevia degli umori e dei timori di gran parte del personale. Sin dal primo mattino l’avvio dell’operativo è stato regolare e nel corso della giornata, tranne qualche volo ritardato, non ci sono state cancellazioni. Da mezzogiorno è scattato il tam tam dinanzi al varco equipaggi, dove spiccano cartelli sarcastici ed interrogativi sulla Cai: è stato un avvicendarsi di assistenti di volo, fuori dal turno di lavoro, per lo più in borghese. Tanti bambini al seguito di mamme e papà, con i volti tirati. Nessun megafono ma quà e là capannelli intorno ai sindacalisti, per informarsi, scambiarsi pareri. E domani il presidio proseguirà, annunciano. A molti non è andato giù l’annuncio dell’Anpav, disposta a firmare l’accordo quadro. "Noi rimaniamo compatti, anche con i piloti, sul no a quell'accordo - ha detto un’hostess, appena giunta da Firenze -ora ci auguriamo che qualcuno si faccia avanti, può essere di nuovo anche la Cai, ma non in questo modo che fa di noi solo carne da macello. Continuiamo però a lavorare, non vogliamo il fallimento della nostra compagnia. L'esultanza? E’ stata solo la liberazione da una tensione accumulata: c'è poco da esultare, siamo nel dramma". Ed altre voci: "Fantozzi ora riapra la gara d’acquisto". "Sono mamma di due figli - aggiunge una collega, Alessia, 18 anni in Alitalia - firmando questo accordo da caporalato sparirebbe la vita privata: hanno proposto 1033 euro lordi di base con dei parametri più bassi, ma rispetto ad oggi, con la mia anzianità, andrei a guadagnare mille euro in meno. Si fa solo demagogia sui presunti privilegi, ad esempio la navetta che ci paghiamo ognuno con una trattenuta mensile di 30 euro". "L'Anpav pagherà sindacalmente la decisione di firmare l'accordo quadro con Cai - ha rincarato la dose Fabrizio Tomaselli, rappresentante sindacale dell’Sdl - la maggior parte dei lavoratori è estremamente contrariata. A mio avviso l’Anpav era già piccola prima, ora penso che diventerà quasi nulla". "Sappiamo che molti aderenti ad Anpav hanno rassegnato le dimissioni", aggiunge Cesare Albanese, Sdl.
21 settembre 2008 - Avvenire
I piloti a muso duro. La Cisl: pensano solo al potere
di GIANNI SANTAMARIA
ROMA - Tra angoscia per il posto di lavoro e speranza di una svolta, il personale dell’Alitalia continua a seguire con il fiato sospeso la trattativa. Con le sigle di rappresentanza di piloti e assistenti di volo che – pur non arretrando – smorzano i toni rispetto ai giorni scorsi: nessuno ha esultato, loro sono stati propositivi. Atmosfera senza tensione, seppur preoccupata, anche in un’assemblea di hostess e steward, che si è svolta a Fiumicino in una giornata dai voli regolari.
L’associazione dei piloti Anpac lamenta di aver subito un trattamento peggiore di quello riservato alle colf. «È la strenua difesa di posizioni di potere da parte dei capi delle associazioni dei piloti la causa maggiore che ha portato, sino ad oggi, al fallimento del negoziato con la Cai», attacca, però, il segretario generale della Fit-Cisl, Claudio Claudiani. A questa sigla l’Anpac rinfaccia di aver condiviso, insieme a Uil e Ugl, una proposta della Cai con «contenuti peggiorativi rispetto a quello recentemente rinnovato delle collaboratrici domestiche, categoria per cui nutriamo il massimo rispetto». Un trattamento, rimarca l’organismo di categoria, che va contro l’opinione degli italiani, i quali al 77%, secondo un sondaggio del Corriere della Sera, vorrebbero il contratto dei piloti equiparato ai livelli europei. La posizione assunta dai sindacati confederali, infine, a detta di Anpac e Unione piloti, starebbe provocando una fuga degli aderenti verso queste due sigle. «Siamo disponibili a trattare, ma sappiamo che non c’è disponibilità dalla controparte», ha detto il presidente dell’Anpac Fabio Berti, annunciando di voler incontrare il commissario straordinario Augusto Fantozzi. «Il fronte del 'no' non subisce scosse», si è detto sicuro.
Ma tra i rappresentanti di hostess e steward ci sono divergenze, dopo l’apertura all’accordo con la Cai manifestata dall’Anpav. Cambiamento che sorprende Antonio Divietri, presidente di un’altra sigla degli assistenti di volo, l’Avia. «Diverso – spiega – sarebbe stato se tale posizione fosse stata assunta fin dall’inizio. Ma questo mutamento, a fronte di un quadro che invece non è cambiato, crea sconcerto e difficoltà». «È stato un atto di responsabilità, non una resa», ribatte il presidente dell’Anpav Stefano Muccioli. Divietri ha partecipato – insieme ai rappresentanti di Sdl e Cub Trasporti – al raduno di Fiumicino, iniziato poco dopo mezzogiorno. Un via vai spontaneo di assistenti di bordo, e qualche pilota, venuti ad ascoltare i loro organismi fuori dall’orario di lavoro. Molti erano in borghese e con figli al seguito. In alcuni momenti la presenza al varco equipaggi è stata di 200 persone. «Ci hanno preso in giro per tanto tempo – dice un’hostess arrivata da Firenze –. Ora ci auguriamo che qualcuno si faccia avanti. Anche la Cai, ma non in questo modo, che fa di noi carne da macello». E l’esultanza? «Solo sfogo della tensione: siamo nel dramma». Concetto ribadito da tre piloti di Alitalia, in regolare divisa, che ieri sono andati da Roma a Cortina per incontrare il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Nessuna esultanza, è una tragedia, gli hanno detto. «L’accordo non è facile – hanno aggiunto – ma è anche una scommessa per una nuova società che auspichiamo possa vedere la luce».
Preoccupazione tra i dipendenti radunati nello scalo di Fiumicino L’Anpac: «Il contratto che ci offrono è peggiore di quello delle colf»
21 settembre 2008 - QN Quotidiano Nazionale
Voli regolari e alta tensione a Fiumicino «Ma quale esultanza? E’ un dramma»
FIUMICINO — VOLI REGOLARI per Alitalia ieri ma anche una calma carica di attesa e preoccupazione tra i dipendenti. E’ la fotografia della giornata all’aeroporto di Fiumicino, caratterizzata per ore dal presidio spontaneo, di assistenti di volo e alcuni piloti, arrivati a toccare quota 200 in alcuni momenti, che hanno parlato con i propri rappresentanti sindacali di Sdl, Avia e Cub Trasporti, sugli sviluppi della vertenza. Dopo la grande assemblea di giovedì scorso, coincisa con l’annuncio dell’offerta della Cai, è durata infatti meno di 48 ore la «pausa» dei dipendenti Alitalia tornati spontaneamente a riunirsi dinanzi al varco equipaggi. Sin dal primo mattino l’avvio è stato regolare e nel corso della giornata, tranne qualche volo ritardato, non ci sono state cancellazioni. Da mezzogiorno è scattato il tam tam dinanzi al varco equipaggi, dove spiccano cartelli sarcastici e interrogativi sulla Cai: è stato un avvicendarsi di assistenti di volo, fuori dal turno di lavoro, per lo più in borghese. Tanti bambini al seguito di mamme e papà, con i volti tirati. E oggi il presidio proseguirà, annunciano. A molti non è andato giù l’annuncio dell’Anpav, disposta a firmare l’accordo quadro. «Noi rimaniamo compatti, anche con i piloti, sul no a quell’accordo — ha detto un’hostess, appena giunta da Firenze — ora ci auguriamo che qualcuno si faccia avanti, può essere di nuovo anche la Cai, ma non in questo modo che fa di noi solo carne da macello. Continuiamo però a lavorare, non vogliamo il fallimento della nostra compagnia. L’esultanza? E’ stata solo la liberazione da una tensione accumulata: c’è poco da esultare, siamo nel dramma».
21 settembre 2008 - Libertà
Alitalia Voli regolari e calma apparente: assistenti di volo in presidio
FIUMICINO - Voli regolari per Alitalia nella giornata prefestiva di ieri, ma anche una calma carica di attesa e preoccupazione tra i dipendenti. È la fotografia della giornata all'aeroporto di Fiumicino, caratterizzata per ore, nel pomeriggio, dal presidio spontaneo di assistenti di volo ed alcuni piloti, arrivati a toccare quota 200 in alcuni momenti, che hanno colloquiato con i propri rappresentanti sindacali di Sdl, Avia e Cub Trasporti, sugli sviluppi della vertenza.
Dopo la grande assemblea di giovedì scorso, coincisa con l'annuncio dell'offerta della Cai, è durata infatti meno di 48 ore la «pausa» dei dipendenti Alitalia tornati spontaneamente a riunirsi in un numero nutrito dinanzi al varco equipaggi, diventato il crocevia degli umori e dei timori di gran parte del personale. Sin dal primo mattino l'avvio dell'operativo è stato regolare e nel corso della giornata, tranne qualche volo ritardato, non ci sono state cancellazioni. Da mezzogiorno è scattato il tam tam dinanzi al varco equipaggi, dove spiccano cartelli sarcastici ed interrogativi sulla Cai: è stato un avvicendarsi di assistenti di volo, fuori dal turno di lavoro, per lo più in borghese. Tanti bambini al seguito di mamme e papà, con i volti tirati. Nessun megafono ma quà e là capannelli intorno ai sindacalisti, per informarsi, scambiarsi pareri.
Ma non c'è un unico responsabile
di Carlo Galli
E adesso sulla vicenda Alitalia tutti si accusano, tutti si interrogano, increduli che le cose siano andate così male:esempio della fatalità in cui precipitano meccanicamente le azioni sconsiderate di attori imprudenti o troppo sicuri di sé - il governo, gli imprenditori, i sindacati, il Pd -. Il governo ha già scaricato sulle spalle degli italiani i debiti di Alitalia (costituendo la bad company) e ha favorito e appoggiato il formarsi della cordata di imprenditori (che ha poi dato vita alla Cai) in aspra polemica (elettorale) con l’ipotesi del governo Prodi di vendere Alitalia a Air France.L’appoggio alla Cai si è manifestato nel corso delle trattative, con il costante appoggio del governo agli imprenditori e la costante minaccia verso i lavoratori (il fallimento di Alitalia, usato come arma di ’persuasione’), sui quali si è cercata una sorta di rivincita ideologico-politica (il paradosso è che i piloti sono in maggioranza di destra). Certo, così facendo il governo si è messo nelle mani degli imprenditori; e dal loro rifiuto della trattativa è uscito sconfitto e preoccupato: ci vorrà tutta la sua potenza mediatica per far passare il blocco dei voli e la fine di Alitalia come colpa solo dei sindacati. Gli imprenditori, dal canto loro, hanno ottenuto dal governo che questo si incaricasse di spezzare la resistenza del personale dipendente costringendolo ad accettare contratti da compagnia low cost, quando Alitalia non lo è né lo vuole essere. Il paradosso, qui, non è tanto l'avidità degli industriali ma che il capo-cordata è Colaninno, è uomo vicino alla sinistra, e che a un certo punto i suoi soci sono apparsi molto più desiderosi di uscire dall'affare che di portarlo a termine. Ma la loro posizione è meno drastica di quanto sembri, perché la Cai ha sì ritirato l'offerta di acquisire Alitalia, ma non si è sciolta, evidentemente nell'attesa che il governo riesca a piegare i sindacati all'ultimo momento.
I quali, a loro volta, escono spaccati dalla vicenda; e la spaccatura non è solo tra i confederali (la Cgil, dopo un sofferto sì al piano industriale, si è tirata indietro) ma tra questi e gli autonomi, e anche all'interno di questi (l'Anpav, infatti, sta lanciando messaggi positivi alla Cai). Inoltre, i sindacati si sono visti scavalcare in radicalismo dai Cub, i responsabili delle scene di esultanza all'annuncio del ritiro dell'offerta Cai e dei cori sfascisti "meglio falliti che servi dei banditi". Forse ora tutti si stanno rendendo conto di essere stati giocati da forze più grandi di loro, e di essere non i protagonisti ma le vittime della trattativa; la loro speranza che si facciano avanti altri compratori è mal riposta, fino a quando il governo vorrà privilegiare la Cai (e poi, chi mai potrebbe interessarsi a un'impresa il cui personale ha fatto fallire in sei mesi due trattative di vendita?), e quanto alla ri-nazionalizzazione (sogno segreto dei dipendenti Alitalia) il governo è stato fermissimo nell'escluderla (anche alla luce delle normative europee).
Il Pd, infine, ha certo giocato un ruolo ambiguo nella vicenda: da una parte alcuni suoi settori hanno appoggiato Colaninno, dall'altra a un certo punto altre forze (tra cui Veltroni) hanno paventato per l'Italia una situazione "russa" con il premier al centro, come Putin, di un colossale blocco di potere politico-economico; e a quel punto la resistenza della Cgil si è fatta più dura. Il fatto è che il Pd vuole che Alitalia venga venduta, ma che la vendita sia de-berlusconizzata; e Berlusconi non ha la forza per costringere Colaninno e i sindacati a mettersi d'accordo, ma ce l'ha per impedire a altri di affacciarsi sull'affare Alitalia e di concluderlo senza di lui.
Quindi, il futuro di Alitalia è in realtà affidato a una dura trattativa, a un braccio di ferro tra minoranza e opposizione (con Di Pietro ancora più oltranzista del Pd, in appoggio ai sindacati estremisti, mentre il silenzio della Lega fa capire che neppure lì c'è entusiasmo per l'esito della vicenda). Un braccio di ferro che si estenderà a tutte le questioni aperte (dalla Rai alla legge elettorale europea, al federalismo), e che ridefinirà i rapporti di potere, tanto economici quanto politici, tra Pdl e Pd. Se i clienti di Alitalia saranno lasciati a terra, sappiano almeno che la responsabilità non è di qualcuno ma di tutti.
21 settembre 2008 - Gazzetta del Sud
All'aeroporto di Fiumicino un presidio spontaneo di assistenti di volo e piloti
Voli regolari, ma cresce la tensione tra i dipendenti
FIUMICINO (ROMA) Voli regolari per Alitaliai, ma anche una calma carica di attesa e preoccupazione tra i dipendenti. È la fotografia della giornata di ieri all'aeroporto di Fiumicino, caratterizzata per ore, nel pomeriggio, dal presidio spontaneo, di assistenti di volo ed alcuni piloti, arrivati a toccare quota 200 in alcuni momenti, che hanno colloquiato con i propri rappresentanti sindacali di Sdl, Avia e Cub Trasporti, sugli sviluppi della vertenza. Dopo la grande assemblea di giovedì scorso, coincisa con l'annuncio dell'offerta della Cai, è durata infatti meno di 48 ore la «pausa» dei dipendenti Alitalia tornati spontaneamente a riunirsi in un numero nutrito dinanzi al varco equipaggi, diventato il crocevia degli umori e dei timori di gran parte del personale. Sin dal primo mattino l'avvio dell'operativo è stato regolare e nel corso della giornata, tranne qualche volo ritardato, non ci sono state cancellazioni. Da mezzogiorno è scattato il tam tam dinanzi al varco equipaggi, dove spiccano cartelli sarcastici ed interrogativi sulla Cai: è stato un avvicendarsi di assistenti di volo, fuori dal turno di lavoro, per lo più in borghese. Tanti bambini al seguito di mamme e papà, con i volti tirati. Nessun megafono ma quà e là capannelli intorno ai sindacalisti, per informarsi, scambiarsi pareri. E oggi il presidio proseguirà, annunciano. A molti non è andato giù l'annuncio dell'Anpav, disposta a firmare l'accordo quadro. «Noi rimaniamo compatti, anche con i piloti, sul no a quell'accordo – ha detto un'hostess, appena giunta da Firenze – ora ci auguriamo che qualcuno si faccia avanti, può essere di nuovo anche la Cai, ma non in questo modo che fa di noi solo carne da macello. Continuiamo però a lavorare, non vogliamo il fallimento della nostra compagnia. L'esultanza? È stata solo la liberazione da una tensione accumulata: c'è poco da esultare, siamo nel dramma». Ed altre voci: «Fantozzi ora riapra la gara d'acquisto». «Sono mamma di due figli – aggiunge una collega, Alessia, 18 anni in Alitalia – firmando questo accordo da caporalato sparirebbe la vita privata: hanno proposto 1033 euro lordi di base con dei parametri più bassi, ma rispetto ad oggi, con la mia anzianità, andrei a guadagnare mille euro in meno. Si fa solo demagogia sui presunti privilegi, ad esempio la navetta che ci paghiamo ognuno con una trattenuta mensile di 30 euro».
20 settembre 2008 - Ansa
ALITALIA:VOLI REGOLARI, ASS.VOLO IN PRESIDIO A FIUMICINO
(ANSA) - FIUMICINO (ROMA), 20 SET - Voli regolari per Alitalia in questa giornata prefestiva, ma anche una calma carica di attesa e preoccupazione tra i dipendenti. È la fotografia della giornata all'aeroporto di Fiumicino, caratterizzata per ore, nel pomeriggio, dal presidio spontaneo, di assistenti di volo ed alcuni piloti, arrivati a toccare quota 200 in alcuni momenti, che hanno colloquiato con i propri rappresentanti sindacali di Sdl, Avia e Cub Trasporti, sugli sviluppi della vertenza. Dopo la grande assemblea di giovedì scorso, coincisa con l'annuncio dell'offerta della Cai, è durata infatti meno di 48 ore la «pausa» dei dipendenti Alitalia tornati spontaneamente a riunirsi in un numero nutrito dinanzi al varco equipaggi, diventato il crocevia degli umori e dei timori di gran parte del personale. Sin dal primo mattino l'avvio dell'operativo è stato regolare e nel corso della giornata, tranne qualche volo ritardato, non ci sono state cancellazioni. Da mezzogiorno è scattato il tam tam dinanzi al varco equipaggi, dove spiccano cartelli sarcastici ed interrogativi sulla Cai: è stato un avvicendarsi di assistenti di volo, fuori dal turno di lavoro, per lo più in borghese. Tanti bambini al seguito di mamme e papà, con i volti tirati. Nessun megafono ma quà e là capannelli intorno ai sindacalisti, per informarsi, scambiarsi pareri. E domani il presidio proseguirà, annunciano. A molti non è andato giù l'annuncio dell'Anpav, disposta a firmare l'accordo quadro. «Noi rimaniamo compatti, anche con i piloti, sul no a quell'accordo - ha detto un'hostess, appena giunta da Firenze -ora ci auguriamo che qualcuno si faccia avanti, può essere di nuovo anche la Cai, ma non in questo modo che fa di noi solo carne da macello. Continuiamo però a lavorare, non vogliamo il fallimento della nostra compagnia. L'esultanza? È stata solo la liberazione da una tensione accumulata: c'è poco da esultare, siamo nel dramma». Ed altre voci: 'Fantozzi ora riapra la gara d'acquisto«. »Sono mamma di due figli - aggiunge una collega, Alessia, 18 anni in Alitalia - firmando questo accordo da caporalato sparirebbe la vita privata: hanno proposto 1033 euro lordi di base con dei parametri più bassi, ma rispetto ad oggi, con la mia anzianità, andrei a guadagnare mille euro in meno. Si fa solo demagogia sui presunti privilegi, ad esempio la navetta che ci paghiamo ognuno con una trattenuta mensile di 30 euro«. »L'Anpav pagherà sindacalmente la decisione di firmare l'accordo quadro con Cai - ha rincarato la dose Fabrizio Tomaselli, rappresentante sindacale dell'Sdl - la maggior parte dei lavoratori è estremamente contrariata. A mio avviso l'Anpav era già piccola prima, ora penso che diventerà quasi nulla«. »Sappiamo che molti aderenti ad Anpav hanno rassegnato le dimissioni«, aggiunge Cesare Albanese, Sdl.
ALITALIA: ASSEMBLEA HOSTESS E STEWARD A FIUMICINO
(ANSA) - FIUMICINO (ROMA), 20 SET - All'aeroporto di Fiumicino, dove l'operativo voli Alitalia continua ad essere regolare, poco dopo mezzogiorno è cominciata un'assemblea degli assistenti di volo. Fuori dall'orario di lavoro, una cinquantina di hostess e steward si sono radunati davanti al varco equipaggi, lontani quindi dal transito dei passeggeri, per essere informati dai rappresentanti sindacali di Sdl, Avia e Cub Trasporti sugli sviluppi della vertenza Alitalia.
20 settembre 2008 - Agi
ALITALIA: ASSEMBLEA DEGLI ASSISTENTI DI VOLO A FIUMICINO
(AGI) - Roma, 20 set. - All'aeroporto di Fiumicino, dove l'operativo voli Alitalia continua ad essere regolare, poco dopo mezzogiorno e' cominciata un'assemblea degli assistenti di volo. Fuori dall'orario di lavoro, una cinquantina di hostess e steward si sono radunati davanti al varco equipaggi, lontani quindi dal transito dei passeggeri, per essere informati dai rappresentanti sindacali di Sdl, Avia e Cub Trasporti sugli sviluppi della vertenza Alitalia.
19 settembre 2008 - Il Gazzettino
Applausi e abbracci tra i dipendenti
Roma - Un boato di gioia, braccia che sventolano allegre, trombette da stadio, sorrisi, abbracci, telefonate: la Cai ha ritirato l'offerta e piloti e assistenti di volo gioiscono, esultano, urlano. E piangono di gioia, perché - come gridava la trentina di manifestanti davanti al palazzo milanese in cui era riunita l'assemblea della Cai - «meglio falliti che in mano ai banditi».Assemblee spontanee e presidi - mai meno di duecento persone, tra piloti, hostess e steward - anche a Fiumicino. E anche qui il fallimento della trattativa è accolto con soddisfazione: «Bene così, ora tocca agli stranieri». E si spiega che il progetto della Cai non andava bene anche perché «in realtà, si voleva gettare a mare Fiumicino, per dare spazio, ancora una volta, a Malpensa, che ha già fallito tutti i suoi obiettivi». E anche qui, piloti e hostess esultano. Poco prima avevano ascoltato - e acclamato - il leader dell'Idv, Di Pietro, che in maniche di camicia inveiva contro il governo e i furbetti di Fiumicino. E assicurava di essere pronto a denunciare il commissario straordinario di Alitalia, Fantozzi, per danni erariali. Ora che tutto è azzerato e il futuro è incerto, la platea si divide tra chi è convinto che Alitalia «è di nuovo sul mercato» e chi più prudente spera comunque «in un accordo migliore». Dal palco improvvisato, il rappresentate nazionale del Cub Trasporti, Frati, grida: «Noi siamo contenti, non perché gli imprenditori se ne sono andati. Tutto sommato questi non hanno mai presentato un'offerta credibile, ma di prepotenza e di rapina che i lavoratori non avrebbero mai potuto accettare. Adesso ci aspettiamo che il governo faccia il suo dovere e il suo compito: nazionalizzi questa compagnia e tuteli l'azienda che è un bene pubblico dell'Italia».
19 settembre 2008 - Tribuna Treviso/Mattino Padova/Gazzetta Reggio, Modena, Mantova/Nuova Sardegna, Venezia, Ferrara/Città Salerno/Centro/Corriere Alpi/Alto Adige/trentino/Piccolo/Tirreno/Provincia Pavese
Alle 17 in piazza scatta l’applauso
Hostess e piloti: e ora continueremo a lavorare, nell’interesse di tutti. «Meglio così, era un’offerta di rapina» A Milano contestati i soci Cai: «Buffoni» Castelli (Lega): allibito dalle scene di giubilo
ROMA - Applausi scroscianti e pugni levati in segno di vittoria. È stata un’ovazione quella con cui i dipendenti Alitalia di Fiumicino hanno accolto l’annuncio del ritiro dell’offerta Cai. Ai lavoratori dello scalo romano, da giorni riuniti in assemblea permanente davanti ai varchi equipaggi, la notizia dei ritiro è stata data dai megafoni dei sindacati autonomi, quelli esclusi dal tavolo del confronto. E subito dalla folla di hostess, steward, piloti e personale di terra in attesa si è levato un lungo e rumoroso applauso carico di nervosismo, di tensione e di preoccupazioni per il futuro. «Scene di giubilo che lasciano allibiti», ha polemizzato il sottosegretario leghista alle Infrastrutture Roberto Castelli.
«Questi imprenditori che se ne sono andati non hanno mai presentato un’offerta credible, ma un’offerta di prepotenza e di rapina che i lavoratori non avrebbero mai potuto accettare. E adesso ci aspettiamo che il governo faccia il suo dovere nazionalizzando questa compagnia e tutelando l’azienda», ha detto il rappresentante nazionale della Cub Trasporti, Fabrizio Frati, invitando i lavoratori a ponderare le prossime mosse. Nel frattempo, e mentre le sei sigle sindacali che d’intesa con la Cgil hanno detto no al piano hanno già chiesto un incontro urgente al commissario Fantozzi, si continuerà a volare, anche senza stipendio. «Continueremo a lavorare stasera, domani, dopodomani, senza interrompere il servizio e nell’interesse di tutti, dell’azienda e di noi dipendenti», ha ribadito Giampalo Guerra, comandante Cargo dell’Anpac, prendendo la parola in assemblea. «Certo i tempi del fallimento sono molto stretti e i soldi in cassa sono pochi - ha aggiunto Guerra - ma visto che l’azionista di maggioranza è il Tesoro il commissario può sicuramente prendere tempo. In questo modo sarà possibile indire una gara di vendita trasparente». Nella certezza «che alle condizioni di Cai si farà avanti più di un interessato», ha ribadito Guerra ricordando che «i francesi avrebbero comprato accollandosi debiti per un miliardo e mezzo di debiti mentre per lo stesso bene Cai avrebbe sborsato, al netto, 350 milioni di euro».
L’uscita di scena della Cai, è stata applaudita anche a Milano, dove una rappresentanza di lavoratori ha presidato Palazzo Clerici, sede dell’assemblea, dando vita ad un’accesa protesta condita da slogan e insulti. Gli industriali impegnati nella cordata sono stati accolti al grido di «Buffoni, buffoni». E da Roberto Colaninno a Marco Tronchetti Provera nessuno è stato risparmiato. «Via la casta, riapre l’asta», «Meglio falliti che in mano coi banditi» hanno urlato i manifestanti al passaggio dei potenti.
Ma a sostenere che il fallimento è preferibile alla proposta Cai, c’è anche Antonio Di Pietro che nel pomeriggio di ieri si è presentato a sorpresa all’assemblea dei lavoratori di Fiumicino per invitarli a non mollare. «Credo che sul piano tecnico l’offerta Cai sia persino inferiore a quella che potrebbe stabilire il curatore fallimentare», ha detto Di Pietro annunciando che le violazioni di legge presenti nella procedura di vendita saranno denunciate alla Corte dei conti, alla procura generale della Repubblica e all’Antitrust. «Violazioni che, siamo convinti, siano tali da ingenerare una responsabilità erariale, contabile ed amministrativa, con risvolti che rasentano l’interesse privato in atti d’ufficio, da parte degli organi di governo che l’hanno posta in essere», ha aggiunto il leader dell’Italia dei Valori più volte interrotto dagli applausi.(n.a)
I CUB
Ora torni in mano pubblica
Ora che «gli imprenditori della cordata italiana hanno ritenuto impossibile realizzare nel silenzio il loro progetto di mettere le mani sul ricco mercato del trasporto aereo del nostro Paese, di scaricare i debiti sulla collettività e di licenziare migliaia di lavoratori, polverizzando l’ex-compagnia di bandiera», tocca al governo intervenire, prendendo atto del «fallimento del progetto di privatizzazione di Alitalia». Lo afferma Antonio Amoroso, del CUB Trasporti. «Solo dopo averla risanata e rilanciata attraverso l’intervento pubblico - ha aggiunto - si potrà procedere a stipulare accordi e alleanze commerciali con altri vettori europei e non solo».
19 settembre 2008 - Corriere della Sera
L'attesa e l'esultanza
A Fiumicino il boato da stadio «Meglio falliti che con quelli»
di Fabrizio Caccia
ROMA — Un boato da stadio, a Fiumicino, accoglie la notizia che la Cai ha appena ritirato l'offerta. Sono le cinque del pomeriggio e parte un coro che ha il fragore di una cascata: «L'Alitalia siamo noi, l'Alitalia siamo noi...». Situazione paradossale. Il fallimento della compagnia ora sembra davvero imminente, eppure esultano le hostess eleganti in giacca verde e i piloti con l'aquila d'oro sul cappello, gli assistenti di volo e gli operai della manutenzione, i precari dei call-center e gli stagionali, tutti insieme autoconvocatisi davanti al varco degli equipaggi, eletto ieri a cuore della protesta, a piazza della lotta e della speranza.
Centinaia di persone in assemblea permanente. Canti, slogan, striscioni: «Meglio falliti che in mano ai banditi», «Giustizia», «Resistere », «Questo è solo l'inizio », «Tutti col treno, andate tutti col treno... ». Già, quest'ultima è la minaccia più torva, per adesso comunque i voli sono garantiti, le piste libere, l'autodisciplina dei lavoratori è massima e così continuerà ad essere anche nei prossimi giorni, promettono i manifestanti.
Accanto ai baci e agli abbracci, però, non mancano le lacrime. La realtà è brutale e ne sono consapevoli. Ci sono madri di famiglia sinceramente preoccupate: «Non sappiamo se domani potremo ancora dar da mangiare ai nostri figli — si sfoga una giovane hostess con 11 anni di servizio —. Ma l'ultimatum della Cai era un ricatto che non potevamo accettare. Qui non ci sono in gioco soltanto i posti di lavoro e gli stipendi, qui c'è in gioco anche la nostra dignità. Altro che compagnia di bandiera, a forza di esuberi e di tagli volevano trasformare Alitalia in una low-cost». Sul piazzale, è venuta pure un'intera famigliola col passeggino: Massimo Domenici (personale di terra), Francesca Busello (assistente di volo) e il piccolo Edoardo di 2 anni e mezzo («Siamo qui per lui», dicono i genitori). «La gente ci è vicina — racconta Gabriele Gierse, hostess di Colonia da 25 anni in Italia —. Non solo i passeggeri, anche le altre categorie. Se dici che sei di Alitalia, scopri subito intorno a te un'enorme solidarietà».
In mezzo ai lavoratori, a metà pomeriggio, piomba Antonio Di Pietro, il leader dell'Italia dei Valori, che fa il pieno di applausi: «Grazie, grazie», gli gridano hostess e piloti, mentre lui col megafono in mano annuncia di voler ricorrere alla magistratura per quello che «non è un ultimatum ma un'estorsione aggravata », per quella che «non è una cordata ma un cappio al collo...». C'è chi strappa la propria tessera della Cisl, chi confessa di essere iscritto all'Ugl ma di non riconoscersi più nel sindacato della Polverini che voleva firmare l'accordo con la Cai. Andrea Cavola, del Sindacato dei Lavoratori (Sdl), uno dei sei che invece ha detto no all'ultimatum, invita alla calma, alla moderazione.
Ma ciò che più colpisce, tra tutte queste persone in piedi sul piazzale, che col passare delle ore si alternano, perché c'è chi deve imbarcarsi per San Paolo e c'è chi invece è arrivato da Buenos Aires, ciò che più colpisce — dicevamo — è lo spirito di corpo, il senso d'appartenenza, l'orgoglio Alitalia che li permea tutti. Alessandro Cataldo, 44 anni, assistente di volo, prende il microfono e dice: «Sono pronto a dare il mio stipendio di ottobre al commissario Fantozzi, purché lui sappia trovare un'alternativa e non continui a dire che l'alternativa non esiste e il carburante sta per finire». A decine, allora, alzano le mani: anche loro sono pronti a lavorare gratis per un mese. Ma non è una colletta. È l'ultima, disperata, orgogliosa, dimostrazione d'attaccamento ai colori («L'Alitalia siamo noi...»).
«Nazionalizzare la compagnia», è l'appello rivolto al governo da Fabio Frati e Antonio Amoroso, dei Cub, i comitati di base, che l'altro giorno hanno lasciato a terra 50 voli con uno sciopero. Poi ecco il comandante Massimo Notaro, del sindacato Up, con i suoi bei galloni d'oro sulla divisa. Annuncia che i piloti sono pronti a fare la loro parte («Ogni tre voli, uno gratis», è lo slogan). E Alessandra Pinci, 32 anni, hostess stagionale da una vita, 600 euro al mese di minimo, è disposta anche lei a decurtarsi la paga («Altro che privilegi...», sospira). Oggi, ancora sit-in. In attesa di sviluppi.
19 settembre 2008 - Il Tempo.it
A Fiumicino in scena la festa dell'assurdo
Un mix di sollievo e di ansia, un picco di esultanza seguito dalla ricaduta nel limbo dell'incertezza. Queste le emozioni che hanno espresso i lavoratori in protesta al varco equipaggi dell'aeroporto di Fiumicino. «La rinuncia della Cai è una mancata rapina», questo è il parere di Fabio Frati, rappresentante nazionale della Cub Trasporti, il giorno dell'addio alla trattativa.
di Veronica Moro
Il viso segnato dai giorni di protesta, il megafono al collo e ancora tanta voglia di farsi sentire: «La Lega lombarda ha spinto affinché la Cai rilevasse l'Alitalia per incrementare i voli su Malpensa», dice Frati «ma per fortuna alla fine non ce l'hanno fatta. Noi chiediamo al governo di assumersi le proprie responsabilità e nazionalizzare la compagnia». Le stesse aspettative di Emilio che, come tanti altri, accetta di raccontarsi ma senza dichiarare il cognome: «Lavoro in Alitalia da 35 anni. Ora aspettiamo che la politica faccia quello che si dovrebbe fare in un paese serio e democratico, senza scaricare la colpa sui cinque sindacati». «Non siamo arrabbiati - precisa Marina, da dieci anni al call center della compagnia di bandiera - abbiamo "solo" l'ansia addosso 24 ore su 24 ma, attualmente, qualsiasi proposta alternativa a quella di Cai è migliore. Non credo che ci sia da gioire per il naufragio della trattativa ma almeno per noi potrebbero esserci nuove speranze». Tra i manifestanti anche Diana, incinta di 4 mesi, e da undici anni dipendente della Federdistribution: «Anche mio marito lavora per l'Alitalia, senz'altro non è il momento migliore per mettere in cantiere un figlio visto che rischiamo di perdere il lavoro entrambi. È anche difficile sapere, con esattezza, a cosa andiamo incontro perché noi i documenti non li vediamo mai: sappiamo le cose "per sentito dire"». Amarezza e tristezza, questo riflettono gli occhi di Luigi, revisore di motori da nove anni, mentre gira le dita e racconta: «Ci hanno detto di non intervenire sull'ultimo motore, di rimballarlo e di farlo tornare in Germania e nelle mie condizioni ci sono altri 450 lavoratori. Se le cose stanno come credo, tra due giorni non ci sarà più lavoro e io ho una famiglia da mantenere». «Sono contento che Cai non abbia firmato - esordisce Angelo, 40 anni, dal '94 in Alitalia servizi - e spero che adesso arrivino delle proposte migliori. Ho due figli da mantenere e alla mia età trovare un altro posto non è certo semplice». E il futuro dei figli è senza dubbio il punto nevralgico delle famiglie che rischiano di perdere lo stipendio come testimonia anche Silvia De Andreis, assistente di volo da 25 anni e mamma di tre ragazzi: «Il più grande, di 21 anni, mi ha chiesto se, data la situazione, era il caso che andasse a lavorare per dare una mano». «Anche Alitalia è una grande famiglia - dice Silvia - se ci fosse una madre ai vertici, taglierebbe i rami secchi e la farebbe rinascere».
18 settembre 2008 - Ansa
ALITALIA: CUB, ORA COMPAGNIA TORNI PROPRIETÀ DELLO STATO
(ANSA) - ROMA, 18 SET - Ora che «gli imprenditori della cordata italiana hanno ritenuto impossibile realizzare nel silenzio il loro progetto di mettere le mani sul ricco mercato del trasporto aereo del nostro Paese, di scaricare i debiti sulla collettività e di licenziare migliaia di lavoratori, polverizzando l'ex-compagnia di bandiera», tocca al governo intervenire, prendendo atto del «fallimento del progetto di privatizzazione di Alitalia». Lo afferma Antonio Amoroso, del Coordinamento nazionale CUB Trasporti. «Il costo del lavoro - dice Amoroso - non è mai stato il problema di Alitalia che, debitamente rilanciata e guidata da un management serio e lontano da logiche di lottizzazione sindacale e politica, è in grado di stare sul mercato, di fare utili e di continuare ad assicurare la continuità del servizio pubblico del trasporto aereo. Solo dopo averla risanata e rilanciata attraverso l'intervento pubblico, alla stregua di quanto è successo ad Air France dopo il 1993, si potrà procedere a stipulare accordi e alleanze commerciali con altri vettori europei e non solo».
ALITALIA:ASSEMBLEA A FIUMICINO,CUB,GOVERNO FACCIA SUO DOVERE
(ANSA) - FIUMICINO (ROMA), 18 SET - Dopo la prima manifestazione di gioia tra i dipendenti Alitalia in assemblea permanente all'aeroporto di Fiumicino, appena saputa la notizia del fallimento della trattativa, i diversi sindacalisti che stanno intervenendo, parlando da una platea con gli altoparlanti, hanno anche invitato i lavoratori alla ponderazione. "Noi siamo contenti, non perché gli imprenditori se ne sono andati. Tutto sommato questi non hanno mai presentato un'offerta credibile, ma un'offerta di prepotenza e di rapina che i lavoratori non avrebbero mai potuto accettare - spiega Fabio Frati, rappresentante nazionale della Cub Trasporti -. Adesso ci aspettiamo che il Governo faccia il suo dovere e il suo compito: nazionalizzi questa compagnia e tuteli l'azienda che è un bene pubblico dell'Italia, non solo di Alitalia".
18 settembre 2008 - Asca
ALITALIA: CUB TRASPORTI, ORA TORNI AD ESSERE DELLO STATO
(ASCA) - Roma, 18 set - ''Gli imprenditori della cordata italiana hanno ritenuto impossibile realizzare nel silenzio il loro progetto di mettere le mani sul ricco mercato del trasporto aereo del nostro Paese, di scaricare i debiti sulla collettivita' e di licenziare migliaia di lavoratori, producendo peraltro la polverizzazione della ex-compagnia di bandiera''. Lo ha dichiarato Antonio Amoroso del Coordinamento nazionale CUB Trasporti. ''E' ora importante ed urgente - ha aggiunto - che l'Esecutivo, assumendosi le dovute responsabilita' per l'epilogo di questa vicenda, prenda atto del fallimento del progetto di privatizzazione di Alitalia. ''Il costo del lavoro non e' mai stato il problema di Alitalia la nostra Compagnia, debitamente rilanciata e guidata da un management serio e lontano da logiche di lottizzazione sindacal-politica, e' in grado di stare sul mercato, di fare utili e di continuare ad assicurare la continuita' del servizio pubblico del trasporto aereo. Solo dopo averla risanata e rilanciata attraverso l'intervento pubblico, alla stregua di quanto e' successo ad Air France dopo il 1993, si potra' procedere a stipulare accordi e alleanze commerciali con altri vettori europei e non solo''.
18 settembre 2008 - Adnkronos
ALITALIA: CUB, DETERMINANTI AZIONI LOTTA PER EVITARE SVENDITA
BISOGNA RINAZIONALIZZARE LA COMPAGNIA
Roma, 18 set. (Adnkronos) - «La riuscita mobilitazione e la rinnovata disponibilità dei lavoratori Alitalia alla lotta in difesa della compagnia e delle loro condizioni di lavoro è stata determinante nell'orientare alla non firma gran parte delle organizzazioni presenti al tavolo di trattativa». Lo afferma il coordinatore nazionale Cub (Confederazione Unitaria di Base), Pierpaolo Leonardi, dopo la decisione della Cai di ritirare l'offerta su Alitalia. Ieri i lavoratori, aderendo allo sciopero della Cub settore Trasporti, «hanno rotto con la passività e la subordinazione che avevano fino a quel momento impedito una risposta efficace ai piani della Cai e del Governo, afferma Leonardi. Ora »bisogna rinazionalizzare Alitalia. Il Governo si impegni a salvare la compagnia di bandiera e ad affidarla a manager capaci, affinchè il rilancio di Alitalia possa diventare un obiettivo condiviso da tutti«, conclude il coordinatore Cub.
18 settembre 2008 - Dire
ALITALIA. LAVORATORI A SIT-IN FIUMICINO: CHIEDIAMO UN FUTURO
(DIRE) Fiumicino, 18 set. - "No privatizzazione e precarieta', nazionalizzazione unica soluzione", "Precari? Non parti" e "Chiediamo un futuro". Sono solo alcuni degli striscioni e degli slogan dei circa 1.000 lavoratori Alitalia, fra piloti e hostess, riuniti nel piazzale antistante il Terminal A dell'aeroporto romano 'Leonardo Da Vinci'. Contrariamente alle prime intenzioni i manifestanti, dopo l'arrivo della notizia del ritiro della Cai, sono sul punto di abbandonare il piazzale. Tra gli altri cartelli affissi, vicino alle bandiere dei Cub e del sindacato dei lavoratori uno recita: "Assistenti di volo precari dal 2000 ci siamo anche noi non siamo fantasmi", un secondo annuncia ironicamente "Ultime notizie: l'intera flotta della compagnia di bandiera dirottata su Arcore. I terroristi chiedono la pelle dei lavoratori". E un ultimo chiede: "Pier Silvio al check-in a 6 euro al mese".
18 settembre 2008 - Omniroma
ALITALIA, CODICI: IERI CANCELLATI 50 VOLI,CITTADINI CHIEDANO DANNI
(OMNIROMA) Roma, 18 set - «Ieri sono stati cancellati 50 voli a causa dello sciopero indetto dalla Cub trasporti cui si sono aggiunte nella stessa fascia oraria le agitazioni del personale di terra di tutte le compagnie italiane. Una situazione che prende i consumatori in ostaggio. Comprendiamo il diritto di sciopero e a manifestare i propri diritti ma a patto che non si creino disagi ai consumatori». Lo dichiara, in una nota, il segretario nazionale del Codici, Ivano Giacomelli. «È evidente - aggiunge - che il caso Alitalia si ripercuote gravemente non solo sui dipendenti ma anche sugli utenti che utilizzano l'aereo come mezzo di trasporto per risolvere questioni di lavoro importanti ed è risaputo che la perdita di un volo può essere oneroso per l'utente. Il Codici, pur credendo nel diritto allo sciopero, crede che questo debba essere regolamentato al fine di non arrecare troppi danni ai cittadini consumatori e pertanto invia una nota alla commissione garanzia sciopero evidenziando i disagi di questi giorni e invita i cittadini a rivolgersi al Codici per risarcimento danni».
18 settembre 2008 - Liberazione
Via libera di Cisl Uil e Ugl al piano Cai, la Cgil resiste. Sciopero Cub, cancellati 50 voli a Fiumicino Alitalia, l'ultimatum di Colaninno: «Firma entro 24 ore o ritiro l'offerta». Steward e piloti: se non cambia è no
di Roberto Farneti
«Non c’è più nulla su cui discutere, non c’è una lira in più da condividere. Senza consenso domani ritiro l’offerta ». E’ con queste ruvide parole che Roberto Colaninno, presidente di Compagnia Aerea Italiana, si è rivolto ieri pomeriggio alle nove sigle sindacali dell’Alitalia sedute al tavolo di Palazzo Chigi. Un ultimatum vero e proprio, con tanto di "deadline" fissata per le ore 15.50 di oggi pomeriggio, dieci minuti prima dell’inizio dell’assemblea di Cai. Entro quell’ora, ha avvertito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, sindacati e associazioni professionali dovranno dare la loro risposta. «Un ricatto inaccettabile», tuona il segretario del Prc, Paolo Ferrero, che aggiunge: «Colaninno e il governo stanno solo cercando di scaricare sulle spalle del sindacato un dato di fatto, cioè che il loro piano pseudo-industriale fa acqua da tutte le parti». La proposta-ricatto di Colaninno e del governo «è, dunque, inaccettabile e irricevibile, e va rifiutata. Rifondazione - assicura Ferrero - farà la propria parte, stando dalla parte dei lavoratori e dei sindacati in lotta contro questo piano». Il problema è che i sindacati sono divisi. «Noi ci stiamo», fanno subito sapere Cisl Uil e Ugl. «C’è un altro pezzo di protocollo che necessita ancora di chiarimenti - ammette il leader della Uil Luigi Angeletti - ma non faremo dire alla Cai che deve ritirare l’offerta perché i sindacati non hanno accettato la proposta conclusiva». Per parte sua Raffaele Bonanni giustifica l’assenso della Cisl con le - a suo dire - «importanti modifiche» al piano conquistate durante la trattativa, compresa l’ultima novità comunicata ieri dal presidente della Cai e cioè la redistribuzione ai dipendenti del 7% dell’utile netto della nuova Alitalia. Questa percentuale di profitti verrebbe assegnata per il 45% alla categoria dei piloti, per il 30% agli assistenti di volo e per il 25% ai lavoratori di terra. Una mossa che, però, non ha impressionato più di tanto piloti e assistenti di volo, che assieme alla Cgil chiedono di poter proseguire la trattativa. Ieri Sdl, Anpac, Up, Avia, Anpav hanno portato al tavolo di palazzo Chigi una loro controproposta sul fronte del contratto di lavoro. E cioé lavorare di più allo stesso prezzo. Esempio per il personale di terra: 30 minuti in più al giorno che equivale a un giorno e mezzo in più al mese e 18 giorni in più all’anno. Il governo ha risposto chiedendo un assenso su due documenti uno dei quali, quello sui contratti, non è neanche stato mai preso in visione dalle cinque sigle sindacali. «Non possono chiederci di firmare su ciò che non abbiamo mai trattato - ribatte il coordinatore nazionale di SdL, Fabrizio Tomaselli - la trattativa non c’è mai stata, gli incontri sono durati minuti. La gestione del Governo - aggiunge Tomasellinon ci ha aiutato e non ha aiutato neanche la situazione dei lavoratori. Siamo noi ora a fare appello a Cisl, Uil e Ugl perchè non è possibile avere un tavolo nel quale si dà un ok sui contratti, che sono una prerogativa sindacale, senza aver mai trattato». Stessa posizione da parte della Cgil: «Le ultime 24 ore saranno spese per lavorare e spiegare ai lavoratori i sacrifici, anziché siglare un’intesa che possa trovare un no dei lavoratori. Se non cambia nulla, è un no», avverte il segretario confederale della Cgil Fabrizio Solari. «Il problema - spiega Guglielmo Epifani - non è firma sì, firma no, ma se dal giorno dopo l’azienda può ripartire e avere un futuro e avere un futuro o torna il caos. E un’azienda nel caos è un azienda che non si risolleva». Tira dritto invece il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, secondo cui si può fare tranquillamente a meno sia della firma della Cgil che di quella delle altre organizzazioni professionali: «La trattativa è chiusa - ribadisce Sacconi - abbiamo individuato un’importante base di consenso con Cisl, Uil e Ugl. Spero che la Cai vorrà considerare positivamente questo risultato». Pur di sostenere la tesi della mancanza di alternative, il ministro si è spinto ad affermare durante il question time di ieri alla Camera che, sulla base di una ricognizione effettuata dal commissario straordinario Augusto Fantozzi, nè Air France, nè Lufthansa nè British Airways sarebbero interessate a una proposta di acquisto per Alitalia, «ma solo a partecipazioni minoritarie». Sacconi finge di non sapere che, finché è in campo la proposta di Cai, sostenuta dal governo italiano, è impensabile che qualche grande compagnia europea si faccia avanti. Nel frattempo monta la protesta dei lavoratori. Ieri uno sciopero di quattro ore indetto dalla Cub ha lasciato a terra 50 aerei all’aeroporto di Roma Fiumicino. Un corteo, composto da un migliaio di persone tra impiegati, assistenti di volo e steward, è sfilato poco dopo mezzogiorno sia all’interno delle aerostazioni sia all’esterno. Non ci sta il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli: «E’ un gesto di irresponsabilità - commenta Matteoli su Affaritaliani.it - mentre si tratta non si fanno gli scioperi». Contro replica della Cub che accusa il governo di fornire cifre false sugli esuberi: secondo i calcoli del sindacato di base, sarebbero «10.040 i lavoratori scaricati» con il nuovo piano. Sul sentiero di guerra anche i dipendenti di Atitech, che anche ieri hanno attuato un blocco stradale, impedendo l’accesso alle auto all’aeroporto napoletano di Capodichino. L’ipotesi di acquisizione da parte di "Investimenti e Sviluppo Mediterraneo" non tranquillizza i lavoratori, che chiedono «l’intervento di Finmeccanica». Su quest’ultimo punto sono arrivare ieri aperture da parte di Cai. La newco che dovrebbe rilevare le attività della manutenzione pesante della compagnia, oggi sotto il cappello societario di Atitech, vedrebbe infatti Finmeccanica e Fintecna come soci forti e Cai come socio di minoranza.
18 settembre 2008 - Corriere di Bologna
La protesta Stop delle Rdb per la vertenza sui servizi a terra mentre i piloti Cub si fermano per la crisi della Compagnia
Handling, Alitalia: tandem di scioperi svuota l'aeroporto
Cancellati 34 voli, 2 dirottati, dipendenti e passeggeri che lasciano lo scalo deserto
di Federica Vandini
Bologna - Oltre trenta voli saltati, in un'atmosfera surreale di chek-in, sale d'aspetto e gate abbandonati. È una protesta tutta bolognese quello che ha inchiodato fino a ieri pomeriggio il Marconi, causando la cancellazione di 34 voli e il dirottamento di altri tre su Verona e Forlì. A contribuire però all'insolito scenario di arrivi e partenze deserte deve aver contribuito anche l'incertezza del destino di Alitalia, i cui piloti aderenti a Cub hanno incrociato le braccia dalle 12 alle 16 facendo annullare 40 voli in tutta Italia, quattro dei quali a Bologna. Al di là della concomitanza degli scioperi, è stata forse una sfiducia nel trasporto aereo dettata dal clima di questi giorni a lasciare vuoti anche alcuni voli garantiti in mattinata: niente bagarre agli imbarchi, semplicemente i passeggeri non si sono presentati. Lo stesso hanno fatto i lavoratori di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service che, chiamati all'astensione dalle Rdb-Cub, non hanno presidiato la zona, ma sono rimasti a casa. Inizialmente la commissione di garanzia aveva chiesto loro di concentrare lo stop in quattro ore, richiesta poi non raccolta dalle rappresentanze di base che l'hanno allargata all'intera giornata. Le ragioni dell'adesione pressoché totale che ha portato al black-out sono le stesse da mesi: l'applicazione di un unico contratto per gli addetti di tutte le aziende che operano nello scalo, il rinnovo degli integrativi scaduti, un piano industriale giudicato «fumoso» e lo strascico della vicenda Doro Group: in attesa che la magistratura concluda le indagini (che hanno portato a sei arresti) non sono ancora stati pagati gli stipendi di agosto e settembre 2007. Ma a evocare, in un duro attacco al management dello scalo, anche il precipizio sul quale si trova la compagnia di bandiera sono le sigle stesse: «Non aspetteremo in silenzio che accada ciò che in grande è già avvenuto in Alitalia — afferma il responsabile di Rdb, Massimo Betti — Non accetteremo che a rimetterci a causa dell'insipienza della classe dirigente del Marconi e della propaganda elettorale dei politici siano lavoratori e cittadini».
In serata la situazione è tornata alla norma, ma i sindacati cantano vittoria: «La partecipazione dei lavoratori alla protesta — sostiene Betti — dimostra quanto siano sentiti e gravi i problemi da tempo sollevati dalla Cub e di quanto sia condivisa la piattaforma dello sciopero», che comprende anche la preoccupazione delle rappresentanze di base per il bando di selezione del partner industriale di Marconi Handling: «Vogliono vendere la società senza nessuna clausola sociale che preservi i posti di lavoro».
18 settembre 2008 - Nuova Ferrara/Gazzetta Modena, Reggio
SCIOPERO ALITALIA
Disagi al Marconi cancellati 34 voli
BOLOGNA - Disagi ieri all’aeroporto Marconi di Bologna per lo sciopero dei lavoratori di Alitalia. 34 i voli in partenza e in arrivo cancellati, più tre aerei in arrivo che sono stati dirottati su altri scali. Nello scalo bolognese, all’iniziativa nazionale di Cub si è aggiunto lo sciopero locale del personale di terra, anch’esso proclamato dal sindacato di base, dei dipendenti di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service. Nel dettaglio sono stati annullati 16 voli in arrivo e 18 in partenza. Quattro erano aerei Alitalia, sei Lufthansa, sei Iberia/Air Nostrum, quattro Klm, quattro Tap, quattro Air France, tre Austrian, due British Airways e uno Czech Airlines.
18 settembre 2008 - Il Gazzettino
Sciopero, oltre trenta voli cancellati
Marco Polo in tilt ieri per la mobilitazione del personale di Save e di Sav, Gh e Aviapartner, gestori dei servizi a terra
Alla vigilia della visita del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, una giornata da dimenticare all'aeroporto di Tessera. Lo sciopero di 24 ore indetto da Cub trasporti, amplificato delle agitazioni in atto sul fronte caldissimo di Alitalia, ha letteralmente mandato in tilt lo scalo veneziano. A incrociare le braccia, dalla mezzanotte, il personale di Save ma anche e soprattutto quello dei tre handler, vale a dire Sav, Gh e Aviapartner. Cioè della società che gestiscono i servizi a terra: carico e scarico bagagli, check-in, trasporto passeggeri e posizionamento dei velivoli in pista. La punta di massima criticità in tarda mattinata e nel primo pomeriggio, intervallo di tempo in cui si concentra il maggior numero di partenze e decolli. A una prima stima risultano oltre trenta i voli nazionali e internazionale cancellati, senza contare quelli partiti o atterrati con notevole ritardo o dirottati su altre basi.
Fiumicino, Bologna e Venezia l’impatto più pesante della protesta della sigla autonoma
La Cub sciopera, saltano decine di voli: «Irresponsabile escluderci dal confronto»
Roma - Ha provocato numerose cancellazioni di voli e ritardi lo sciopero indetto, ieri, dalla CubTrasporti nel settore aereo. Secondo la Confederazione unitaria di base, le astensioni indette per i dipendenti Alitalia dalle 12 alle 16, e lo sciopero di 24 ore per i lavoratori addetti ai servizi, agli aeromobili e ai passeggeri degli aeroporti di Venezia e Bologna, ha portato nella mattinata alla cancellazione di 40 voli a Fiumicino, dove oltre mille lavoratori hanno sfilato in corteo. Secondo la Cub, inoltre, il Marconi di Bologna è rimasto deserto, per la pressoché totale adesione di tutto il personale di terra e degli appalti, con 35 voli cancellati. Al Marco Polo di Venezia sono stati cancellati 13 voli ed 8 hanno subito ritardi fra i 20 e i 60 minuti. Alle critiche mosse dal ministro delle Infrastrutture, Matteoli (An), il coordinatore della Cub Trasporti, Antonini, replicava che «irresponsabile è un governo che esclude dal confronto e dalla trattativa la Cub Trasporti ed i lavoratori che questa rappresenta ed intende difendere. Irresponsabili sono un governo e dei politici che hanno determinato lo sfacelo di Alitalia ed ora vogliono addossarne i costi ai cittadini e ai lavoratori, mentre regalano beni e proprietà pubbliche a pirati imprenditoriali nostrani. Irresponsabili sono il governo e chi avalla accordi che, invece di quantificare il numero dei lavoratori che rimarranno a spasso, parlano solo di quelli che verranno assunti dalla nuova società Cai». La Cub ricorda di aver inutilmente chiesto per tre volte un incontro al ministro Matteoli, mentre il coordinatore nazionale Leonardi attacca: «In un mondo in cui gli Stati Uniti, ovvero il paese capitalista per eccellenza, sborsano 85 miliardi di dollari per salvare una compagnia assicurativa privata, non si comprende perché il nostro governo non possa salvare con l'intervento di Stato la compagnia di bandiera, che opera in un settore strategico per l'economia del Paese». L'iniziativa della CUB continuerà con l'adesione allo sciopero del 17 ottobre promosso dal sindacalismo di base, contro le scelte «irresponsabili di chi partigianamente sostiene gli appetiti mai esausti dell'imprenditoria famelica italiana».
18 settembre 2008 - L'Avvenire
Ancora proteste a Fiumicino, restano a terra una cinquantina di voli I sindacati divisi
Una parte degli utili ai lavoratori. I dubbi di Epifani
di NICOLA PINI
ROMA - A lla fine forse sarà Guglielmo Epifani, segretario del sindacato più a sinistra, a dire «no» alla nuova Alitalia targata Roberto Colaninno, imprenditore considerato vicino al partito democratico. Un apparente paradosso in una vicenda dove, sin dai tempi dell’offerta Air France, i piani della politica e quelli economico-sindacali si sono intrecciati. A poche ore dalla scadenza (le 16 di oggi) del prendere o lasciare dichiarato dal presidente della Cai i giochi non sono ancora fatti. Contatti e riunioni proseguono e c’è ancora spazio per un accordo in extremis. Ma il fronte delle nove sigle sindacali è spaccato e le previsioni, a questo punto, sono difficili. I riflettori sono puntati soprattutto sulla Cgil. Il segretario confederale Fabrizio Solari ha annunciato ieri sera che «se non cambia nulla » non firmerà l’intesa sulla nuova Alitalia. Dando così una copertura alle posizioni critiche delle sigle professionali – piloti, steward e personale di terra – che già da giorni contestano il piano presentato dalla Cai. Il sindacato di Epifani domenica scorsa aveva detto sì all’accordo quadro presentato dalla cordata italiana. Poi, quando si è cominciato a parlare dei nuovi contratti di lavoro, ha tirato il freno.
Dalle nove sigle di Alitalia arrivano per ora solo tre sì espliciti al piano Colaninno. Sono quelli di Cisl, Uil e Ugl. La Cai fin dall’inizio aveva subordinato la validità del-- l’offerta al consenso dei sindacati. Secondo il ministro Maurizio Sacconi i via libera espressi ieri rappresentano un prima «importante base di consenso». Ma non è detto che possano bastare alla cordata di imprenditori che chiedono un sì magari non unanime ma almeno di una «parte significativa».
Ieri poi a tenere alta la tensione ci sono stati lo sciopero e le manifestazioni dei cobas di Alitalia. Un corteo di un migliaio di lavoratori è sfilato a Fiumicino mentre il blocco di quattro ore indetto dai Cub ha fatto saltare una cinquantina di voli in Italia.
«Abbiamo dato l’adesione perchè abbiamo avuto rassicurazione sulle cose più importanti e non vogliamo dare il fianco a nessuno per far fallire l’Alitalia», ha spiegato il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, nella conferenza stampa che è seguita all’incontro a Palazzo Chigi. Sul fronte del contratto, ha detto, l’azienda ci ha «posto dei limiti molto molto forti ma per noi il dato essenziale era l’invarianza salariale e l’azienda l’ha confermata». Per la Cisl poi è un dato «molto importante» la proposta della Cai di far partecipare i lavoratori agli utili dell’azienda (per una percentuale del 7%).
«Non è il punto d’arrivo sperato », ha detto Luigi Ange-- letti, assicurando però che non sarà la Uil a far fallire il piano di salvataggio di Alitalia.
Epifani invece non ha partecipato al vertice ma intervenendo in Tv in serata ha ammonito che «se tutti non fanno un passo di responsabilità l’azienda corre il rischio di non salvarsi». Il capo della Cgil ha annunciato «una valutazione quando ci verrà formalmente consegnato un documento» e assicurato che «lavoreremo fino all’ultimo per allargare il consenso. Il problema però – ha aggiunto – non è firma sì, firma no, ma se dal giorno dopo l’azienda può ripartire e avere un futuro o se torna il caos».
Tra i piloti pesano le parole di Colaninno che nel corso del confronto ha detto: «Nel nostro modello aziendale i piloti sono dipendenti, non associazioni professionali». Una franchezza che non è piaciuta ad Anpac e Up: «Vogliono imporre un sistema di governance, c’è una strategia contro le associazioni», hanno detto. Anche per loro se non ci saranno cambiamenti il piano della Cai non va bene. Posizioni simili da Sdl, Anpav e Avia.
18 settembre 2008 - Gazzetta di Parma online
Ultima chiamata: o si firma o si muore
di Giuliano Molossi
Ultima chiamata per Alitalia. Il tempo è scaduto. La risposta dei sindacati al piano presentato dalla cordata di imprenditori dovrà arrivare entro e non oltre le 15.50 di oggi, e cioè dieci minuti prima dell'assemblea di Cai, la Compagnia Aerea Italiana guidata da Roberto Colaninno. «Non c'è più molto da discutere, ha detto ieri quest'ultimo, c'è solo una proposta che può essere accettata o no». Non è un ricatto. Il fatto è che non c'è più alcun margine per la trattativa, perché i sindacati hanno già ottenuto il massimo che potevano sperare di ottenere. «Rien ne va plus». Questa volta o si firma o si muore. In questo clima da ultima spiaggia, con l'incubo del fallimento alle porte, mentre l'Alitalia perde qualcosa come due milioni e mezzo di euro al giorno, c'è stato chi ha brillato per irresponsabilità. Ci riferiamo ai sindacalisti del Cub, quelli che ieri con l'ennesimo sciopero selvaggio hanno lasciato a terra centinaia di passeggeri, impedendo il decollo, solo a Fiumicino, di una cinquantina di aerei. Ma come è possibile scioperare in una situazione del genere? Il sindacato autonomo dimostra di non aver compreso la drammaticità della situazione. Questa non è una trattativa come un'altra, qui non c'è più niente da chiedere. Le pretese dei manifestanti, niente tagli allo stipendio, niente tagli al personale, sono tardive e irricevibili. Il sindacato non è certo il solo responsabile di questo sfacelo, ma in passato ha sciaguratamente difeso rendite di posizione e privilegi assurdi, ha protetto schiere di nullafacenti, di falsi malati, di imboscati. Adesso la festa è finita, non c'è più un soldo, nemmeno per pagare il carburante degli aerei. Forse quella del Cai non sarà la migliore offerta possibile ma di fatto non ce ne sono altre. O si dice di sì a questa o si portano i libri in tribunale. Non si può dar torto al ministro Sacconi quando dice che non c'è più posto per tatticismi e bizantinismi e che qualcuno forse non ha ancora capito che razza di tsunami stiamo vivendo, che siamo in una fase di recessione a livello mondiale, che vede fallire un colosso come Lehman Brothers, precipitare le Borse, perdere migliaia di posti di lavoro. Ebbene, in questa situazione c'è ancora chi va, con fischietto e trombetta d'ordinanza, davanti ai check in degli aeroporti, davanti ai passeggeri giustamente inferociti per i voli improvvisamente cancellati a urlare slogan quali «Meglio falliti che con 'sti banditi»? Fortunatamente non tutte le sigle sindacali (all'Alitalia ce ne sono ben nove, un record tutto italiano) dimostrano la stessa miopia. La Cisl ad esempio, ha già comunicato la sua adesione al piano, apprezzando in particolare la proposta di Colaninno di distribuire il 7% degli utili, dopo il primo biennio, ai lavoratori per farli partecipare alla governance aziendale. Anche l'Ugl sembra sulle stesse posizioni, mentre ci sono ancora resistenze nella Cgil, secondo la quale «la partecipazione agli utili non può essere in alcun modo barattata con il salario». Da parte sua la cordata di imprenditori si dice disposta a concedere gli stessi salari, ma solo di fronte a un chiaro e netto aumento della produttività. Il governo, per venire incontro ai lavoratori, potrebbe garantire l’introduzione di alcuni correttivi al regime previdenziale per facilitare l'uscita di dipendenti con il pensionamento, e potrebbe anche confermare l’impegno a lavorare per il reimpiego del personale in esubero. Questo è il massimo che piloti, assistenti di volo e personale di terra possono portare a casa. In queste due settimane di trattative no-stop hanno già fatto significativi passi avanti. Ma adesso dovrebbero avere il senso di responsabilità di fermarsi perché davanti a loro c'è un baratro. Il baratro del fallimento.
Colaninno: "Entro le 16 intesa su Alitalia, oppure ritiro l'offerta"
Cisl, Uil e Ugl accettano, Cgil è più cauta
L'ULTIMATUM DI IERI
«Senza consenso domani ritiro l'offerta». Il presidente di Compagnia aerea italiana (Cai) Roberto Colaninno con i sindacati è stato chiaro, durante l’incontro su Alitalia a Palazzo Chigi. «Alitalia è un’azienda insolvente e non una speculazione finanziaria», avrebbe detto ancora il presidente Colaninno, secondo quanto si apprende da fonti presenti all’incontro. Per l’imprenditore, inoltre, un principio fondamentale è che «il rispetto dei conti sia prioritario». Colaninno avrebbe anche evidenziato ai sindacati che «l'andamento dei mercati internazionali sarà negativo per i prossimi due anni». Sembra che l'offerta di Cai preveda che la nuova Alitalia destini il 7% del futuro utile netto ai lavoratori. Un 7% che sarà così suddiviso: il 40% ai piloti, il 30% agli assistenti di volo e il 30% al personale di terra.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ha detto ai sindacati che la loro risposta deve arrivare entro le 15,50 di domani (alle 16 di questo giovedì 18 settembre, infatti, è prevista l'assemblea di Cai per decidere se procedere o meno sull'offerta).
Il sindacato resta diviso. Cisl, Uil e Ugl sono pronte a chiudere l’intesa per tutelare i lavoratori e l’azienda. Al termine della riunione plenaria di tre ore a Palazzo Chigi, lo hanno annunciato i rispettivi segretari generali Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Renata Polverini che hanno lanciato un appello al senso di responsabilità delle categorie. La Cgil prende tempo: «Lavoreremo fino all’ultimo per allargare il consenso» ha annunciato il leader Guglielmo Epifani al Tg3. Spaccati i piloti: l’Anpac apre, l’Up conferma il no ad un piano che «spolpa il mercato». Secca la replica a distanza di Colaninno: «Per noi sono dipendenti non un’associazione professionale».
Intanto lo sciopero effettuato fra mezzogiorno e le 16 ha infiammato la trattativa sul salvataggio di Alitalia. I dipendenti che aderiscono alla Cub Trasporti hanno indetto uno sciopero: Alitalia ha cancellato una cinquantina di voli (ma nessuna ripercussione c'è stata sui voli fra Parma e Roma in calendario per oggi). Il sindacato autonomo critica in particolare l’intesa sottoscritta dalla cordata italiana e Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sottolineando che «segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sarà ridotta ad un vettore poco più che nazionale». Commentando la notizia dello sciopero, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Altero Matteoli ha attaccato la Cub. «Chi durante una trattativa indice uno sciopero dimostra grande irresponsabilità - ha dichiarato il ministro a Sky Tg24 Mattina -. Le parti stanno trattando, il Governo è impegnato in prima persona e indire uno sciopero in questo momento dimostra solamente un senso di irresponsabilità». Quanto ai sindacati in generale, Matteoli ha sottolineato che «anche se in maniera dura, stanno facendo il loro mestiere. Hanno cercato di portare a casa tutto ciò che era possibile in favore dei loro iscritti. Adesso o si firma o sarà molto difficile proseguire le trattative. Mi rendo conto delle grandi difficoltà e che su questa vicenda ci sono aspetti politici che comprendo anche se non condivido. Se alla fine trionferà il buon senso arriveremo al voto, se non da parte di tutti, almeno da una parte che consenta a Cai di poter proseguire». Lo sciopero inizialmente indetto fra i dipendenti della Sea è stato posticipato al 17 ottobre prossimo. In questo periodo infatti erano previsti anche altri scioperi del settore del trasporto aereo, programmati da tempo e non legati alla vertenza Alitalia, tra cui quello del personale di terra di tutte le compagnie indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl.
18 settembre 2008 - Il Giornale di Brescia
Disagi soprattutto a Fiumicino e Linate sulla tratta Milano-Roma. La protesta guidata dai Cub
Scioperi e cortei, cancellati quaranta voli
ROMA - Altra giornata di passione per Alitalia, per i suoi dipendenti ma anche per i passeggeri, alle prese ieri con scioperi, cortei e proteste, mentre a Palazzo Chigi andava in scena l’affondo finale tra i sindacati e la Cai di Roberto Colaninno. Ben tre le azioni di sciopero messe in campo ieri (anche se in programma da tempo), in concomitanza con "l’ultima chiamata" per Alitalia nella sede del Governo.
La compagnia commissariata comunica di aver cancellato 40 voli, tra nazionali e internazionali per lo sciopero Cub Trasporti (dalle 12 alle 16), disagi e ritardi si sono registrati in molti aeroporti. Cortei e manifestazioni a Fiumicino, dove circa un migliaio di lavoratori è sfilato con slogan e cartelli tra i viaggiatori. Un’iniziativa di sciopero ha riguardato anche i dipendenti di AirOne, preoccupati per la quota di esuberi: la compagnia comunica tuttavia di non aver cancellato alcun collegamento.
Agli scioperi già in calendario, si sono aggiunti manifestazioni e presidi di assistenti di volo, lavoratori di terra e piloti che protestavano contro le proposte contrattuali della Cai e l’accordo-quadro concordato con i sindacati.
Capannelli e slogan hanno stazionato a lungo anche davanti alla sede del Governo. «Compagnia Avvoltoi Italiani», uno degli slogan inalberati da hostess e steward in divisa. E ancora: «Meglio falliti che in mano a questi partiti», «Silvio, manderesti tua figlia a lavorare per 600 euro?». 34 i voli annullati a Bologna, 5 a Linate, cancellazioni e disagi anche a Venezia e in altri scali. A Napoli 300 dipendenti dell’Atitech, gruppo Alitalia, hanno occupato gli accessi all’aeroporto di Capodichino. I Cub hanno mobilitato i lavoratori di Alitalia, protestando per l’esclusione della sigla di base dal tavolo della trattativa.
18 settembre 2008 - L'Opinione
ALITALIA: LA TRATTATIVA ALLA STRETTA FINALE
L’ultimatum di Colaninno ha convinto i sindacati
di Alessandra Mieli
Al 90° minuto è entrato in campo Roberto Colaninno e ha segnato il gollonzo che ha sbloccato la partita. Nel primo pomeriggio il presidente della Cai ha incontrato i rappresentanti dei sindacati e ha detto senza giri di parole: "Non c’è più nulla di cui discutere e non c’è più una lira da condividere". Aggiungendo "Avete ottenuto in queste due settimane quello che non era previsto concedere"; Cai "non sta comprando un gioiello ma una azienda in dissesto". E per evitare fraintendimenti o appigli dilatori ha sintetizzato "abbiamo fatto una proposta con tutti i limiti e i difetti che volete ma non ho una lira in più da mettere". Gettando sul piatto della bilancia l’ultima opportunità , l’offerta di destinare ai dipendenti il 7% degli utili quando saranno realizzati dei profitti (non prima di due anni, ndr). L’ammontare della quota di plusvalenza sarà destinato per il 40-45% ai piloti, per il 30% agli assistenti di volo e per il 25-30% al personale di terra. Dopo questa premessa la comunicazione si è chiusa con un ultimatum, se dai sindacati non fosse pervenuto entro domani alle 15.50 precise il consenso, il presidente avrebbe proposto all’assemblea dei soci della Cai di ritirare l’offerta. Insomma, rien va plus, le jeux sont faits come ha sintetizzato al termine dell’incontro l’Ad Rocco Sabelli, "abbiamo fatto tutto quello che ci veniva chiesto: abbiamo trattato con tutti, 24 ore su 24, per 13 giorni", adesso basta. Il momento di dire un sì o un no definitivo era arrivato e i sindacati si sono spaccati. Il primo a uscire allo scoperto è stato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni dichiarando che il sindacato di via Po dava "la sua adesione alla proposta di Cai" perché a suo giudizio "i giorni della trattativa non sono stati spesi invano" e "la parola data va mantenuta". Anche l’Ugl per bocca del segretario Renata Polverini ha fatto sapere di condividere il piano proposto da Colaninno e Sabelli. Obtorto collo si è praticamente dichiarato favorevole anche il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, mentre i mal di pancia continuano a disturbare la Cgil che intende proseguire nella ricerca del consenso di tutte le sigle fino all’ultimo momento. Un sì con il condizionale, "all’ultimo momento riteniamo di poter dare il contributo con la nostra serietà" è stato quello del presidente dei piloti dell’Anpac Fabio Berti, mentre il presidente dell’Unione Piloti, Massimo Notaro, auspica che "emergano elementi che ci consentano di dare un differente giudizio che allo stato attuale è negativo". "Chiediamo di essere messi a conoscenza nel dettaglio - ha aggiunto Notaro - dei contenuti di quanto sottoscritto da coloro che hanno accettato sia l’accordo quadro sia il nuovo contratto". Soddisfatti del risultato, la cancellazione di 50 voli dall’aeroporto di Fiumicino a conclusione dello sciopero di 4 ore, i Cub del settore trasporti, mentre nello scalo napoletano di Capodichino un gruppo di 250 lavoratori Atitech ha bloccato nel pomeriggio l’accesso all’aeroporto manifestando a favore di un ingresso della società nel gruppo Finmeccanica.
18 settembre 2008 - Il Mattino
la protesta
Riunione nella notte con le sigle indipendenti: possibile stesura in extremis di un documento alternativo
di ALESSIO FANUZZI
Un centinaio di voli cancellati e tanti, tantissimi disagi. La rabbia dei lavoratori Alitalia e Air One ha paralizzato per quattro ore quasi tutti gli aeroporti d’Italia. Fiumicino come Linate, Bologna come Napoli e come Venezia, sono stati annullati voli e tanti altri sono partiti in ritardo. Da qui l’affondo del ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, che ha definito «irresponsabili» i sindacati che hanno indetto lo sciopero «durante la trattativa». Pronta la replica del coordinatore della Cub trasporti Giampietro Antonini: «Irresponsabile è un governo che esclude dal confronto e dalla trattativa i sindacati di base e tutti i lavoratori che questi rappresentano e vogliono difendere». Bandiere e striscioni alla mano, armati di fischietti e trombette, i lavoratori della compagnia di bandiera e di quella fondata da Toto hanno invaso gli aeroporti d’Italia poco prima di mezzogiorno urlando «vergogna, vergogna» e scandendo cori contro i ministri e il management della Compagnia aerea italiana. Tre le azioni di sciopero, proclamate da sigle diverse e con motivazioni differenti: i Cub hanno mobilitato i lavoratori di Alitalia protestando per l’esclusione della sigla di base dal tavolo della trattativa. La Filt Cgil ha chiamato all’astensione gli assistenti di volo Air One per la mancata applicazione di regole contrattuali e, nel caso di Air One Cityliner, per l’assenza di contratto. Tutte le sigle, poi, hanno indetto un ulteriore sciopero del personale di terra delle compagnie aeree straniere presenti in Italia per la mancata convocazione del tavolo della trattativa per il contratto. Tenuti costantemente sotto controllo dagli uomini delle forze dell’ordine, i manifestanti hanno sfilato tra i varchi degli arrivi e quelli delle partenze dei vari scali italiani invitando allo sciopero anche i colleghi al lavoro ai banchi dei check-in. «Chiediamo che anche in Cai siano applicati il contratto nazionale del trasporto aereo e le normative relative al passaggio da un’azienda all’altra», ripete a ogni intervista il responsabile nazionale della Cub trasporti Fabio Frati, impegnato alla testa del corteo a Roma Fiumicino. Proprio nello scalo della capitale si sono concentrati la gran parte dei manifestanti e dei disagi. Solo nella tarda mattinata, dalle 12 alle 16, sono stati cancellati quaranta voli Alitalia tra nazionali e internazionali e tre voli Meridiana diretti verso la Sardegna. Disagi e aerei fermi in pista anche all’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, dove sono stati annullati trentaquattro voli e tre vettori sono stati dirottati verso altre destinazioni (quello proveniente da Napoli, ad esempio, è stato fatto atterrare a Forlì). Più contenuti i danni al Marco Polo di Venezia, dove tredici voli sono stati cancellati e altri otto hanno subito ritardi compresi tra i 20 e i 60 minuti. Disagi prossimi allo zero, invece, a Milano Linate, dove sono stati fermati solo cinque aerei diretti a Fiumicino. Diversa la situazione a Napoli, dove i lavoratori Atitech sono scesi in piazza all’esterno dell’aeroporto di Capodichino bloccando i varchi di accesso allo scalo e mandando in tilt il traffico ma senza causare la cancellazione dei voli. Capannelli e slogan hanno stazionato a lungo anche davanti alla sede del governo sotto un cartello con su scritto «Compagnia avvoltoi italiani», inalberato da hostess e steward in divisa nel piazzale d’ingresso a Palazzo Chigi. Tanti gli striscioni: «Meglio falliti che in mano a questi partiti», «Silvio, manderesti tua figlia a lavorare per 600 euro?», «Apprendista per sette anni e ora? Un bel calcio nel sedere!». Tra i dimostranti anche un gruppo di hostess con un cappio simbolicamente annodato attorno al collo e un cartello che recitava «Questa è la vera cordata italiana»: «Questa italianità è una falsita», hanno scandito sottolineando come «l’accordo sia stato fatto da persone che non ci rappresentano». «Per colpa loro - hanno detto in coro - ci troviamo davanti ad un contratto vergognoso. Chi viene pagato meno di 3 euro l’ora?». A differenza delle altre volte, tra le divise verdi e blu dell’Alitalia hanno sfilato anche i dipendenti dell’Air One, indispettiti dalla marginalità cui sono stati relegati: «Noi siamo stati cancellati del tutto - ha detto una giovane stagionale della compagnia di Toto - In quindici giorni di trattativa non s’è mai parlato di Air One». «In questa vicenda noi verremo completamente cancellati», le ha fatto eco un collega parlando di «seicento licenziamenti su tremila addetti».
18 settembre 2008 - Corriere Adriatico
A protestare tra le divise verdie blu dell’Alitaliaci sono stati anche gli addetti dell’AirOne di Carlo Toto che si sentono in parte dimenticati. Ieri nuovi scioperi e manifestazioni, cancellati numerosi voli
Tensione a Fiumicino
Creati disagi anche alla circolazione stradale
di PAOLA BARBETTI
ROMA - Altra giornata di passione per Alitalia, per i suoi dipendenti ma anche per i passeggeri, alle prese ieri con scioperi, cortei e proteste, mentre a Palazzo Chigi andava in scena l’affondo finale tra i sindacati e la Cai di Roberto Colaninno. Ben tre le azioni di sciopero messe in campo ieri (anche se in programma da tempo), in concomitanza con l'ultima chiamata per Alitalia nella sede del governo. La compagnia commissariata comunica di aver cancellato 40 voli, tra nazionali e internazionali per lo sciopero Cub Trasporti (dalle 12 alle 16), disagi e ritardi si sono registrati in molti aeroporti. Cortei e manifestazioni a Fiumicino, dove circa un migliaio di lavoratori è sfilato con slogan e cartelli tra i viaggiatori. Un’iniziativa di sciopero ha riguardato anche i dipendenti di Air One, preoccupati per la quota di esuberi: la compagnia comunica tuttavia di non aver cancellato alcun collegamento. Agli scioperi già in calendario, si sono aggiunti manifestazioni e presidi di assistenti di volo, lavoratori di terra e piloti che protestavano contro le proposte contrattuali della Cai e l’accordo-quadro concordato con i sindacati. Capannelli e slogan hanno stazionato a lungo anche davanti alla sede del governo. "Compagnia Avvoltoi Italiani", uno degli slogan inalberati da hostess e steward in divisa. E ancora: "Meglio falliti che in mano a questi partiti", "Silvio, manderesti tua figlia a lavorare per 600 euro?", "Apprendista per 7 anni e ora? Calcio in culo!". Questa volta a protestare, a Linate e Fiumicino (dove risultano 50 cancellazioni), tra le divise verdi e blu dell’Alitalia, anche gli addetti dell’ AirOne di Carlo Toto. "Noi siamo stati cancellati del tutto - ha detto una giovane stagionale della compagnia di Toto - in 15 giorni di trattativa non si è mai parlato di AirOne". "In questa vicenda noi verremo completamente cancellati" le ha fatto eco un collega parlando di "600 licenziamenti su 3.000 addetti". Nel piano della Cai, la Nuova Alitalia dovrebbe infatti nascere dalla fusione tra le due compagnie, Alitalia e Air One. Un gruppo di hostess sfilavano con un cappio al collo e un cartello che recitava: "questa è la vera cordata italiana".
18 settembre 2008 - Help Consumatori
TRASPORTI. CODICI chiede risarcimento per i consumatori danneggiati dallo sciopero Alitalia
Il CODICI chiede il risarcimento per i cittadini che hanno subito danni a causa dello sciopero indetto ieri dalla Cub trasporti, per cui sono stati cancellati 50 voli Alitalia. L'Associazione dei consumatori ricorda che il diritto di sciopero è importante, ma crede che questo debba essere regolamentato al fine di non arrecare troppi danni ai cittadini consumatori e pertanto invia una nota alla commissione garanzia sciopero evidenziando i disagi di questi giorni e invita i cittadini a rivolgersi al CODICI per risarcimento danni. "Una situazione che prende i consumatori in ostaggio - ha commentato il Segretario nazionale del CODICI, Ivano Giacomelli. "Comprendiamo il diritto di sciopero e a manifestare i propri diritti ma a patto che non si creino disagi ai consumatori". E' evidente che il caso Alitalia si ripercuote gravemente non solo sui dipendenti ma anche sugli utenti che utilizzano l'aereo come mezzo di trasporto per risolvere questioni di lavoro importanti ed è risaputo che la perdita di un volo può essere oneroso per l'utente.(GA)
18 settembre 2008 - Gazzetta del Mezzogiorno
Il dg di Adp, Franchini: dopo Alitalia salari al ribasso negli aeroporti pugliesi
di Franco Giuliano
BARI - Nulla potrebbe essere più come prima in Italia, nel mondo dell'Aviazione civile. Quello che sta per essere deciso in queste ore per i ventimila addetti dell'Alitalia (personale di terra, piloti, assistenti di volo, addetti alla manutezione, all'handling, ai cal center e così via) avrà effetti a catena sull'intero sistema. I risultati della trattativa (salari, ore di lavoro, ferie, riposi, privilegi e così via) rappresenteranno una base contrattuale in tutte le future vertenze sindacali delle altre compagnie aeree italiane. Comprese le 37 società aeroportuali e i loro 15mila dipendenti, e i 200 addetti nei due scali di Bari e Brindisi della società aeroportuale pugliese (Adp). Per i quali, potrebbe essere adottato lo stesso contratto previsto per i dipendenti di terra dell'Alitalia, di gran lunga inferiore di quello attualmente praticato in Puglia. Ad ipotizzare un adeguamento al ribasso degli stipendi di tutti gli addetti dei due aeroporti pugliesi è il direttore generale di Adp, Marco Franchini. Il quale non esclude che già nelle prossime ore la stessa società pugliese possa «avviare una nuova trattativa con gli stessi sindacati che hanno sottoscritto il contratto del personale di terra dell'Alitalia». «Non è pensabile - argomenta Franchini - che in uno stesso scalo, per esempio a Bari o a Brindisi ci possano essere trattamenti salariali diversi tra il personale della nuova Cai (che secondo le indiscrezioni avrebbero un salario orario ridotto rispetto all'attuale), e il personale della società aeroportuale. Non possono convivere nella stessa struttura impiegati di serie A, quali sarebbero quelli della società aeroportuale pugliese e personale di serie B». Una ipotesi questa che potrebbe essere applicata in molti altri aeroporti italiani. Fonti vicine alla «Sea», la Società di gestione degli scali milanesi (Linate e Malpensa) che conta 6 mila addetti, non prevedono che gli effetti di questa trattativa si avranno solo sul personale. «Questa pagina di storia dell'Alitalia - spiega uno dei massimi dirigenti della Sea - avrà un riflesso sulle condizioni contrattuali e salariali del personale di terra e di volo di tutte le altre compagnie italiane». La domanda che in questo momento si pone il mondo dell'aviazione commerciale è: «Che faranno le piccole compagnie come Meridiana, Neos, Blu Panorama»? «L'effetto di trasmissione - dice il dirigente Sea - potrebbe essere immediato. Sulle compagnie così come anche sugli aeroporti. Non è pensabile che possa convivere nello stesso scalo personale della società di handling che guadagna di più di quello di un'altra compagnia a parità di mansione». Che la trattativa Alitalia rappresenti una rivoluzione in questo Paese lo pensano tutti. I più preoccupati sono gli addetti ai lavori. Ma al presidente di Assaeroporti, Mimmo Di Paola, per il momento interessa di più sapere cosa avverrà per quanto riguarda i crediti vantati dalle società e gli slot (i diritti di atterraggio). «Innanzi tutto - dice Di Paola - bisogna aspettare l'esito di questa vicenda. Inoltre non conosciamo cosa prevede per il personale di terra il nuovo piano industriale. Se cioè la nuova Cai avrà personale di terra o se invece non si affiderà a terzi come fa attualmente Air One che utilizza il personale delle società di gestione degli scali. Certo è che nulla sarà come prima nel mondo aeroportuale italiano». Puglia compresa. Per il momento non ha causato alcun disagio, cancellazioni di voli o ritardi, lo sciopero indetto ieri dalla «Cub Trasporti» nel settore aereo. La manifestazione dei dipendenti Alitalia che si è svolta dalle 12 alle 16, e di 24 ore per i lavoratori addetti ai servizi, agli aeromobili e ai passeggeri degli aeroporti di Bologna e Venezia, non ha avuto alcun effetto sui collegamenti della compagnia da e per i due scali pugliesi di Bari e Brindisi. «Qui - ha detto in serata un addetto Alitalia dello scalo di Brindisi - non abbiamo registrato ritardi». Stessa risposta a Bari: sui terminali dello scalo nessuna ricaduta della cancellazione dei 40 voli in partenza da Fiumicino decollati nella fascia interessata dallo sciopero. Gli effetti della vertenza Alitalia potrebbero aversi nei due scali pugliesi nelle prossime ore anche se in molti hanno già dirottato le loro prenotazioni su altre compagnie, a partire da Air One che in questi giorni sta registrando un boom storico di passeggeri.
18 settembre 2008 - Libertà
Scioperi e proteste, decine di voli cancellati
Cinquanta a Fiumicino, 34 a Bologna e 13 a Venezia. Tensione nello scalo romano
ROMA - Ha provocato tensioni, ritardi e disagi ai passeggeri lo sciopero di 4 ore indetto ieri dal Cub Trasporti.
Soltanto allo scalo romano di Fiumicino la protesta del personale di volo Alitalia ha fatto saltare cinquanta voli, almeno dieci dei quali sulla tratta per Milano. «Una decisione che in questo momento dimostra grave irresponsabilità», ha accusato il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli. Ma numerose sono state anche le cancellazioni internazionali. Altri 34 voli sono stati annullati al Marconi di Bologna, dove l'alta adesione allo sciopero ha di fatto paralizzato l'aeroporto, mentre 13 sono stati quelli soppressi al Marco Polo di Venezia.
Con lo sciopero indetto dalle sigle autonome di piloti, hostess e steward ha inoltre coinciso una seconda agitazione, quella proclamata da tutto il personale di terra aderente alla Filt Cgil, alla Fit Cisl, alla Uil Trasporti, all'Ugl e alla Uilt Apm (Associazione piloti Meridiana).
Attorno all'una lo scalo di Fiumicino è stato quindi teatro di un rumoroso corteo: un migliaio di lavoratori armati di fischietti e trombette che al grido di «Vergogna Vergona» ha invaso prima la hall degli arrivi e poi quella delle partenze, con qualche problema per il traffico automobilistico. Qui, in un crescendo di tensione, i manifestanti hanno iniziato a battere le mani e ad urlare «Fuori, fuori» per invitare i colleghi in servizio ai banchi del check-in ad unirsi alla protesta.
«Scioperiamo affinché venga applicato anche in Cai il contratto nazionale del trasporto aereo, nonché le normative che regolano il passaggio da un'azienda ad un'altra. E scioperiamo per dire no all'atteggiamento della Lega che sta portando avanti la propria battaglia contro Fiumicino per trasferire i voli di Alitalia a Malpensa», ha dichiarato Paolo Frati, responsabile nazionale della Cub Trasporti, sostenendo che l'offerta Cai porterebbe almeno diecimila esuberi in azienda più altrettanti nell'indotto.
La manifestazione si è sciolta attorno alle 16, in attesa di notizie da Palazzo Chigi. Ma i disagi si sono fatti sentire anche a Napoli dove per diverse ore i passeggeri sono stati costretti a raggiungere l'aeroporto di Capodichino percorrendo a piedi le rampe di accesso. Motivo del blocco in tangenziale il presidio dei lavoratori Atitech, preoccupati per la manifestazione di interesse avanzata dalla IeS Mediterraneo. I dipendenti temono che la cordata di privati napoletani possa nascondere un'operazione speculativa e invocano l'intervento di Finmeccanica.
Gabriele Paolini, meglio conosciuto come il «disturbatore», il giovane noto per avere nei giorni scorsi più volte interrotto le dirette televisive di alcuni giornalisti, è stato fermato ieri all'aeroporto di Fiumicino dagli uomini della Polaria mentre era in corso la manifestazione della Cub Trasporti. Secondo quanto si è appreso Paolini, 34 anni, dopo essere stato allontanato da due investigatori prima che potesse infastidire alcuni cronisti, è stato condotto negli uffici di Polizia giudiziaria, dove gli è stato notificato il foglio di via con il divieto di tornare sul territorio del comune di Fiumicino.
18 settembre 2008 - Il Giorno
Il sindacato di base denuncia «Futuro incerto»
VOCE CONTRARIA
Legnano - UN VOLANTINO infilato sotto i tergicristalli delle macchine. Lo abbiamo trovato ieri dopo l'incontro nel cantiere del nuovo ospedale. La missiva è firmata Rdb, Rappresentanze di base. "Panem et circenses", ha per titolo. Il sindacato usa le parole di Giovenale per commentare il pomeriggio con medici e stampa. «I giochi circensi nell'impero romano avevano il potere di distogliere il popolo dai reali problemi che incombevano nell'urbe - si legge -. E così la nostra amministrazione, avendo qualche problema, ricorre ai giochi circensi, convocando la conferenza stampa per il nuovo ospedale. A quando i lavoratori mangiati dai leoni? INIZIERANNO dagli infermieri, dai tecnici o dagli amministrativi? Il casus belli è il licenziamento delle 11 operatrici del call center. Quello che stanno facendo è sotto l'occhio di tutti, stanno mandando a rotoli l'Azienda ospedaliera di Legnano! Attaccando i diritti, diminuendo i salari, smantellando gli uffici, bloccando per mesi (prima) la produttività (poi) decurtandola, infine proponendo progetti che se sottoscritti equivalgono al suicidio, rendendo infine incerto il futuro di tecnici e amministrativi attraverso le esternalizzazioni, e non per ultimo, licenziando». Secondo il sindacato, l'intenzione aziendale è creare nuove strutture. «Se da un lato usano il bastone per smantellare, dall'altra si vuole creare nuovi dipartimenti, addirittura sette, come il dipartimento di Direzione sanitaria». La lotta di Rdb si è trasferita in Regione: da ieri è presente con un gazebo all'ingresso. Sempre ieri si è tenuto un incontro con l'Ufficio relazioni sindacali del Pirellone.(S.V.)
18 settembre 2008 - La Provincia
manifestazione dei dipendenti
Protesta del personale, 100 voli bloccati
Roma - Tensione e disagi a Fiumicino per lo sciopero indetto dai Cub. Si è conclusa intorno alla 14.30 la manifestazione all'aeroporto dei dipendenti Alitalia alla quale ha preso parte anche il personale tecnico e di cabina di Air One.
Oltre 50 i voli cancellati solo a Fiumicino, deserto il Marconi di Bologna, dove è stato pressoché totale l'adesione di tutto il personale di terra e degli appalti. Ai 35 voli cancellati del mattino se ne sono aggiunti altri nell'arco della serata. Al Marco Polo di Venezia sono stati cancellati 13 voli ed 8 hanno subito ritardi fra i 20 e i 60 minuti.
A Roma intanto, parte dei lavoratori a quanto si è appreso si sono recati a Roma davanti a Palazzo Chigi, mentre un presidio di un centinaio di persone circa ha sostato fuori dall'uscita del terminal Arrivi. Il corteo, composto da un migliaio di persone tra impiegati, assistenti di volo e steward, ieri poco dopo le 12,30 ha iniziato a sfilare sia all'interno delle aerostazioni sia all'esterno, creando in alcuni momenti qualche disagio alla circolazione stradale.
I manifestanti, armati di fischietti e trombette, cartelloni con scritte come «Meglio casellante che in Cai navigante», «Assistenti di volo precari dal 2000, ci siamo anche noi, non siamo fantasmi», sotto gli occhi di centinaia di passeggeri gridavano «buffoni», «buffoni» ma anche «fuori», «Fuori», rivolgendosi ai loro colleghi di Alitalia che stavano lavorando dietro ai banchi dei check in.
Alcuni passeggeri al passaggio del corteo rivolgevano loro applausi e parole di sostegno. «Fanno bene a fare tutto questo baccano - il commento di un viaggiatore in partenza per Napoli - qui il governo sta decidendo le sorti di migliaia di lavoratori. Tanto a loro, che guadagnano cifre stratosferiche, cosa importa!». Altri due passeggeri alla vista dei manifestanti hanno iniziato a scattare fotografie con i loro telefonini e ad applaudire.
«È a dir poco vergognoso quello che sta accadendo alla nostra bella compagnia di bandiera - dice Marco Galeffi, in procinto di partire insieme con la moglie per Monaco - Non saremmo dovuti arrivare fino a questo punto e la classe politica dovrebbe riflettere a fare «mea culpa» perché ha delle enormi responsabilità».
Alle 14, dopo che il corteo è sfilato nella hall Partenze internazionali, si è quindi spostato fuori dal terminal e ha sostato per una ventina di minuti lungo la banchina stradale, prima di tornare nuovamente al punto di partenza, al piano inferiore.
«Il prezzo da pagare per questo accordo con la Cai, che di fatto ridimensionerebbe anche lo scalo di Fiumicino, è davvero troppo alto - ha affermato Antonio Amoroso, sindacalista
Cub Trasporti - qui si parla di almeno diecimila persone coinvolte che rischiano di andare a spasso e altrettante nell'indotto. È inaccettabile, diciamo giù le mani dal nostro contratto, chiediamo maggiore tutela dei diritti salariali e normativi acquisiti, respingendo con forza l'ulteriore abbattimento del costo del lavoro perseguito attraverso il peggioramento dei contratti».
18 settembre 2008 - Il Giornale
Colaninno: «Non c’è più una lira Chiudiamo o amici come prima»
Il leader Cai: ai dipendenti il 7% degli utili. I piloti non sono un’associazione
di Gian Maria De Francesco
Roma - «Non c’è più nulla di cui discutere, non c’è una lira in più da condividere». Il presidente di Cai, Roberto Colaninno, ha spiegato alle nove sigle sindacali riunite a Palazzo Chigi per discutere del salvataggio di Alitalia che non ci sono ulteriori margini di modifica della proposta. In due settimane di trattative, ha aggiunto, le organizzazioni dei lavoratori hanno già ottenuto «più di quello che era previsto potessero ottenere». Certo, anche se Colaninno ha iniziato la sua relazione sottolineando che «non è un aut aut ma un tentativo di rilanciare Alitalia con il consenso dei lavoratori», il tempo a disposizione è scaduto. «La risposta deve arrivare entro le 15.50 di domani (oggi, ndr)», ha precisato, a scanso di equivoci, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Alle 16, infatti, si riunirà il vertice di Cai per stabilire se proseguire con l’offerta oppure desistere. Il giorno fatidico si avvicina e gli auspici non sono i migliori. Ieri lo sciopero indetto dal sindacato Cub ha costretto la ex compagnia di bandiera a cancellare 40 voli. I disagi negli aeroporti sono stati acuiti anche dalle manifestazioni di protesta di assistenti di volo e personale di terra che sono proseguite in serata. Un’ultima concessione, però, è stata fatta: Cai è disponibile a redistribuire ai lavoratori il 7% degli utili al netto delle tasse dopo il primo biennio. Il 45% andrebbe ai piloti, il 30% agli assistenti di volo e il 25% al personale di terra. E va detto che, in parallelo, si è continuato a lavorare per il salvataggio di Atitech, la controllata attiva nella manutenzione. Cai intenderebbe ancora affidarle ancora dei contratti, mentre nella compagine societaria dovrebbe entrare il tandem pubblico Fintecna-Finmeccanica. Non tutti gli 800 posti di lavoro a Napoli sono a rischio. I toni ultimativi hanno determinato un ulteriore sgretolamento del fronte sindacale. Cisl, Uil e Ugl hanno aderito. «Proposta suggestiva» per Bonanni, «disponibilità totale» di Polverini mentre per Angeletti «non è il punto d’arrivo sperato» ma, tutto sommato, l’invarianza dei salari in cambio di un aumento della produttività è un accettabile compromesso. Compromesso che le altre sei sigle tardano ad accettare. Per la Filt-Cgil il segretario Solari ha rilevato che «è necessario allargare il consenso» non nel numero delle sigle ma in quello dei lavoratori. Anpac, Anpav, Avia e Sdl si sono lamentate di non essere a conoscenza del secondo documento stilato da Cai oltre all’accordo quadro e relativo alla stipula dei contratti. Una questione di lana caprina considerato che nella successiva riunione intersindacale è stato portato a conoscenza di tutti. Le linee guida sono le stesse anticipate nei giorni scorsi. L’Unione piloti è propensa al rifiuto. «Senza elementi nuovi diciamo di no», ha affermato il presidente Massimo Notaro. Ma il vero problema è che nessuna delle sigle «resistenti» vuole scontentare la propria base, a partire dalla Cgil che cerca di guadagnare tempo per far digerire ai suoi l’amara pillola. Allo stesso modo, le rappresentanze dei piloti sanno che il loro potere di interdizione, in caso di esito positivo del negoziato, sarà praticamente azzerato. Di qui il diktat di Cai che, senza un assenso della Cgil, sarebbe propensa ad abbandonare. Anche per questo motivo ieri sera, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, avrebbe detto ai suoi che «se la Cgil non firmerà l’intesa se ne dovrà assumere ogni responsabilità, se ne dovrà assumere il peso». D’altronde, sempre lo stesso Berlusconi ha espresso soddisfazione per come il sottosegretario Letta e i ministri Sacconi, Scajola e Matteoli hanno condotto il negoziato. «Credo che già ci sia una importante base di consenso», ha chiosato il titolare del Welfare, Maurizio Sacconi, «perché ormai è chiaro che non ci sono alternative se non il fallimento». Proprio nella giornata nella quale lo sciopero indetto dal Cub ha bloccato 50 voli a Fiumicino, si comprende bene che non è possibile andare oltre. O accordo o libri in tribunale. Anche se nel governo c’è chi spera, se Cai dovesse ritirarsi, in un nuovo «cavaliere bianco».
18 settembre 2008 - Dolomiten
Alitalia: Chaotische Zustände
Rom (APA) - In der Zitterpartie um Alitalia ist es gestern in Rom zu chaotischen Zuständen gekommen. Alitalia musste wegen eines Streiks einer kleineren Gewerkschaft 40 Flüge streichen. Die Belegschaft protestierte somit gegen den Rettungsplan, den das Unternehmerbündnis CAI vorgelegt hat. Während des Streiks demonstrierten rund 1000 Menschen auf dem römischen Flughafen Fiumicino. Ausgerufen wurde der Streik von dem Gewerkschaftsverband CUB. Er bezeichnete die Zustimmung der vier stärksten Gewerkschaftsverbände zum Rettungsplan und damit zur Streichung von 3250 Jobs als "unannehmbar und gefährlich". Indes hat CAI hat den Gewerkschaften bis heute Zeit gegeben, um über den Plan zu entscheiden. "Wir wollen kein Juwel, sondern eine bankrotte Gesellschaft kaufen. Es gibt nicht mehr viel zu besprechen, auf dem Tisch liegt ein Vorschlag, der angenommen werden kann oder nicht. Die Zustimmung des Personals ist für die Gründung einer neuen Gesellschaft ausschlaggebend", sagte CAI-Präsident Roberto Colaninno.
18 settembre 2008 - Le Figaro
Vingt-quatre heures pour sauver Alitalia
Le gouvernement italien a indiqué aux syndicats qu'ils avaient jusqu'à jeudi pour statuer sur l'offre de reprise, qui prévoit plus de 3.000 licenciements.
Lors de la réunion mercredi qui a eu lieu au siège du gouvernement italien, le palais «Chigi», les neufs syndicats de la compagnie aérienne ont été sommés de prendre une décision concernant le plan de sauvetage d'Alitalia proposé par les repreneurs. «Il n'y a plus de négociations», a prévenu le ministre Sacconi, faisant comprendre que l'offre était désormais à prendre ou à laisser, avant une réunion cruciale jeudi de la Compagnie aérienne italienne, (Cai), l'alliance des entrepreneurs italiens disposés à reprendre les activités de transport de passagers d'Alitalia, prévue à 16h00 jeudi. Au terme de la réunion qui s'est achevée vers 18h45, trois syndicats d'Alitalia ont déjà affirmé qu'ils acceptaient ce plan, tandis qu'un autre syndicat a appelé les pilotes, qui sont les plus réticents, à faire preuve de «responsabilité». La première centrale syndicale CGIL a en revanche affirmé, par la voix de son secrétaire national, Fabrizio Solari, qu'elle pourrait dire non à ce plan si, d'ici demain «rien ne change». «Il reste 24 heures. Nous dépenserons chaque minute qui reste pour trouver un point d'équilibre», a-t-il ajouté.
Le plan de la dernière chance
Le ministre du travail Maurizio Sacconi a affirmé que si les syndicats refusent la proposition de la Cai, aucun autre plan de reprise ne sera proposé. D'après la chaine Sky TG 24, des syndicats proposeront une solution alternative lors de la réunion de la dernière chance qui aura lieu jeudi. Mercredi, plus d'une centaine de vols ont déjà été annulés à l'appel du syndicat CUB Trasporti, tandis que des milliers de manifestants protestaient devant le palais du gouvernement et sous les fenêtres où se déroulaient les négociations. Dimanche, la Cai avait proposé un plan comprenant le licenciement de 3000 employés. Les candidats à la reprise pensent ainsi conserver 12500 employés et mettre 1 milliard de d'euros au pot. Les 4 syndicats majeurs ont acceptés, mais les syndicats de pilotes et de personnel navigant sont très réticents. En cas d'accord sur le plan de la Cai, une compagnie étrangère pourrait prendre une participation minoritaire. «Lufthansa, Air France-KLM et British Airways sont intéressées» a déclaré Maurizio Sacconi, mais «elles ne feront pas d'offres de rachat». La compagnie italienne est détenue à 49,9% par l'état et a été placée sous administration extraordinaire depuis la fin du mois d'août.
18 settembre 2008 - EPolis nazionale
Astensione. Indetto dalla Cub Trasporti, adesioni altissime anche negli scali di Bologna e Venezia
Sciopero a Fiumicino 40 i voli cancellati
Protestano anche i dipendenti AirOne
Manifestazione dei lavoratori del vettore di Toto: «Non sappiamo nulla del nostro futuro»
«Numerose le cancellazioni di voli e i ritardi» a causa dello sciopero nazionale indetto ieri dalla Cub Trasporti per i dipendenti Alitalia e per i lavoratori addetti ai servizi, agli aeromobili e ai passeggeri degli aeroporti di Bologna e Venezia. A tracciare il bilancio dell'astensione è lo stesso sindacato di base che accusa di «irresponsabilità» l’esecutivo, rispondendo alle critiche del ministro Altero Matteoli. «Quaranta i voli cancellati a Fiumicino solo nella mattinata. Oltre mille lavoratori hanno sfilato in corteo nello scalo romano. Deserto il Marconi di Bologna, dove è stata pressoché totale l’adesione di tutto il personale di terra e degli appalti. Ai 35 voli cancellati sinora se ne sono aggiunti altri nell’arco della serata. Al Marco Polo di Venezia sono stati cancellati 13 voli e 8 hanno subito ritardi fra i 20 e i 60 minuti, con un bilancio ancora da completare». Secondo il coordinatore Giampietro Antonini, è «irresponsabile un governo che esclude dal confronto e dalla trattativa la Cub Trasporti e i lavoratori che questa rappresenta ed intende difendere. Irresponsabili sono un Governo e dei politici che hanno determinato lo sfacelo di Alitalia ed ora vogliono addossarne i costi ai cittadini e ai lavoratori, mentre regalano beni e proprietà pubbliche a pirati imprenditoriali nostrani». Intanto anche i dipendenti di AirOne sono scesi sul sentiero di guerra. Circa 100 assistenti di volo della compagnia che fa capo a Carlo Toto hanno manifestato ieri a Fiumicino, dalle 12 alle 14, con un corteo interno allo scalo e per la via con cui si accede alle tratte nazionali. I dipendenti, che si sono poi spostati a Palazzo Chigi, denunciano di essere stati inglobati, a loro insaputa, nell’accordo quadro relativo alla Cai, la newco guidata da Colaninno. «Nessuno - dice uno dei manifestanti - sta parlando delle compagnie che ruotano intorno ad Alitalia. Si è parlato di estendere la cassa integrazione e la mobilità anche ad AirOne, ma per la compagnia non c'è stata nessuna procedura fallimentare. Il presidente Toto, intanto, continua ad assicurarci il mantenimento delle qualifiche e dei posti di lavoro per tutti e 1.900 occupati a tempo indeterminato nella compagnia». «Sugli esuberi - aggiunge un altro assistente divolo - non ci hanno detto nulla, in questi giorni lavoriamo e scioperiamo senza avere certezze sul nostro futuro occupazionale».
18 settembre 2008 - Il Venezia
Tessera. Aeroporto in tilt per la protesta dei dipendenti Save, Sav, Gh e Aviapartner
aderenti alla Rdb Cub
Sciopero e disagi al Marco Polo, rimane a terra un volo ogni sei
Cancellazioni e lunghi ritardi. Antonini: aziende che si prendono gioco dei lavoratori
Venezia - Marco Polo ieri in tilt per lo sciopero di 24 ore proclamato dal personale di Save e delle società di handling Sav, Gh e Aviapartner aderente alla Rdb Cub Trasporti. Con ritardi già dalla prima mattinata e un volo su cinque cancellato, sia tra le partenze che tra gli arrivi. E disagi anche per chi è riuscito a salire a bordo e allacciare la cintura di sicurezza, per i problemi, le code e i rallentamenti nelle procedure di assistenza ai passeggeri (check in, imbarco, controlli) e agli aeromobili. Ale 21 di ieriI erano rimasti a terra 15 aerei sul totale di 103 previsti. Quindi uno su sei. Decine le rischedulazioni e le partenze posticipate, da un minimo di 20 minuti fino a un'ora e mezza, come il volo per Londra decollato alle 16.33 invece che alle 15. Dirottato invece a Verona quello per Monaco. Nemmeno sul fronte degli arrivi la situazione è stata molto più rosea. Il volo in arrivo da Barcellona in mattinata è stato dirottato sull'aeroporto di Treviso mentre è atterrato a Verona, invece che a Tessera, quello proveniente da Monaco. E a metà pomeriggio le cancellazioni erano già a quota 16, su un totale di 105 arrivi giornalieri. Un'altra giornata di passione, quindi, per chi ieri doveva decollare o atterrare appoggiandosi allo scalo di Tessera. Tanto più che la protesta veneziana - adesione altissima per il sindacato - è andata a sovrapporsi allo sciopero di 12 pre proclamato dai dipendenti Alitalia. La sigla sindacale indipendente ha proclamato lo sciopero per le questioni aperte da mesi e legate a turni di lavoro ritenuti troppo gravosi, a croniche carenze di organico e comportamenti antisindacali delle aziende. Ma anche in concomitanza allo stallo della vertenza sulla compagnia di bandiera, situazione che avrà ripercussioni anche sull'indotto e sulla situazione di Tessera. Gh ad esempio, che gestisce l'handling per i voli Alitalia, non potrà non soffrire per la riduzione dell'attività, con probabili conseguenze di taglio sul personale. «Intanto respingiamo al mittente le accuse del ministro ai Trasporti Altero Matteoli, che ha puntato il dito contro chi sciopera con un tavolo di trattative aperto - tuona Giampietro Antonini, Rdb Cub Trasporti Venezia - perché noi al tavolo nemmeno ci siamo. Scendiamo in campo contro aziende che stanno giocando con i lavoratori, denunceremo Sav per comportamento antisindacale perché ha trasmesso ai lavoratori la falsa informazione che lo sciopero era stato ridotto a sole quattro ore. Mentre Gh oggi ha tenuto in servizio 32 persone, di cui 17 sono contratti a tempo determinato o interinali costretti a lavorare con il ricatto del mancato rinnovo, prolungando loro l'orario o mettendoli in servizio».(F.FU.)
18 settembre 2008 - L'Unità
La protesta esplode a Fiumicino: cancellati 50 voli
Mai così affollato il presidio di piloti e personale di terra nello scalo romano: «Se firmano è rivolta»
di Gioia Salvatori
«UNITI,UNITI» urla un uomo col megafono mentre davanti la sala equipaggi Alitalia dell’aeroporto romano di Fiumicino, un presidio di trecento dipendenti della
compagnia di bandiera, applaude. Hostess, stewards, personale di terra, tanti piloti come mai se ne erano visti negli altri giorni e anche impiegati venuti dal centro direzionale di via Magliana hanno superato le storiche rivalità di categoria. Sono lì per dire che non credono che non ci siano altre possibilità, per la loro compagnia, oltre all’offerta Cai. Se il governo riconoscerà valido «un accordo non sottoscritto da tutte le sigle sindacali, andranno alla lotta dura» - dicono. «Qui siamo tutti Sdl e Anpac. Chi li porta gli aeroplani se non c’è il consenso di queste sigle, Bonanni? -dice uno steward». Si è conclusa così, ieri sera all’aeroporto di Roma, un’altra giornata di mobilitazione del settore del volo. Una giornata segnata da 4 ore (12-16) di sciopero del sindacato di base Cub, con 50 voli Alitalia cancellati, ritardi,cancellazioni ancora in serata e manifestazione all’aeroporto di Roma fino al primo pomeriggio. Sono slogan e cori da stadio: «Chi non salta Cai» e «Andate col treno, andate tutti col treno». Alla protesta si sono uniti, senza scioperare, i piloti e gli assistenti di volo Air One quelli che «di noi nessuno parla, ma negli esuberi ci siamo anche noi - dicono». Nel pomeriggio qualcuno di loro timidamente osserva che fanno i colleghi della compagnia di bandiera: «Se vanno a palazzo Chigi per manifestare magari ci uniamo», dice una hostess. «Siamo tra color che son sospesi», fa una sua collega Alitalia, e ieri, infatti, per i dipendenti della compagnia di bandiera, è stata l’ennesima giornata di attesa, delusione, disillusione e amarezza. Nessuno crede ai «proclami della politica». «Air France si prendeva questa compagnia con tutti i debiti - dicono piloti e stewards - Non crediamo che non sia interressata a rilevarla ripulita dai debiti per 400 milioni. È il governo che non gliela vuole dare». «Il governo se la trattativa Cai non va bene deve trovare altri acquirenti: cerchi bene ci pare strano che non ci sia nessuno che voglia una compagnia con alte professionalita’ e i voli in overbooking piu’ tutti gli slot di Alitalia, Air One e Volare che da soli rappresentano un patrimonio di un miliardo - aggiunge uno steward». Aquila selvaggia senza l’accordo? «Siamo abituati a mediare - dicono cauti tre piloti - ma che il governo e gli imprenditori non calpestino la nostra dignità . Il pilota pieno di privilegi degli anni 60 non esiste più. Lavoriamo in sott’organico, con turni di 14 ore e ogni sei mesi siamo sottoposti a esami fisici e check col simulatore. Siccome chi lavora a terra, pulitori e handling, stanno peggio di noi, se vogliamo che gli aerei partano in orario dobbiamo curarci di coordinare e galvanizzare anche operazioni di terra. Lo stress è continuo». E ieri anche gli operai iscritti al sindacato Sdl spezzavano una lancia per i piloti, fino a ieri considerati i privilegiati , e numerosi sono accorsi al presidio. Tutti uniti. Sempre che qualche categoria che conta «non rompa il patto e firmi un accordo favorevole solo per sé - dice uno steward- Allora si, siete avvertiti, che ci faremo sentire con lo sciopero selvaggio».
18 settembre 2008 - La Repubblica
Prove di "aquila selvaggia" a Fiumicino
Lo sciopero dei Cub blocca 40 voli. Agitazioni anche a Capodichino Le proteste Sfilano anche hostess-mamme con i figli in carrozzina. E gli steward mostrano i Cud 2008 Nello scalo romano manifestano in mille: blocco-lampo del traffico e corteo nei terminal
di CARLO PICOZZA
ROMA - Lo sciopero di duemila dipendenti Alitalia, indetto dalla Confederazione unitaria di base (Cub), il primo dall´avvio del negoziato con la Cai, è scattato ieri in contemporanea con nuovi ultimatum e altri "prendere o lasciare" lanciati da Palazzo Chigi ai sindacati. Quattro ore di fermo (dalle 12 alle 16) e a Fiumicino in oltre mille hanno animato un blocco-lampo del traffico e un corteo nei terminal di imbarchi e sbarchi. Il tutto di fronte ai colleghi dei check-in invitati a lasciare il lavoro con un «Fuori, fuori» scandito tra la solidarietà dei passeggeri italiani, lo stupore degli stranieri in transito e i sorrisi solidali al di là degli sportelli. Quaranta i voli soppressi, cancellati già due giorni fa dalla compagnia in vista dello sciopero. Proteste anche a Capodichino, con blocco per tre ore del viale di accesso allo scalo napoletano da parte di 250 dipendenti della società di manutenzione Atitech, contrari all´intervento della cordata partenopea additato come «speculativo»: «Meglio Finmeccanica».
Nell´aeroporto della capitale, sotto decine di bandiere della Cub (ma ce ne sono anche altre del Sindacato dei lavoratori), si sono radunati gli assistenti di volo, qualche comandante, gli addetti ai check-in, al carico-scarico, alle manutenzioni, quelli del call center, del centro informatico, dell´amministrazione. Pochi mezzi e tanta rabbia. Ognuno protesta come può. Un gruppo di lavoratori ha infilato in una busta di plastica trasparente i Cud del 2008 e li agita in aria. Fabrizio Teresi, steward da 12 anni, ha un reddito di 23 mila 367 euro e 94 centesimi «per 870 ore di volo, mille e 500 di servizio». Alberto Romano Coderoni non ha scatti di anzianità perché neoassunto dopo sei anni di precariato: 13 mila 653 euro e 84 centesimi, «con un figlio a carico». Federica Mattiuzzi (Alitalia Fly) mostra la busta paga di agosto: mille 243 euro con 11 anni di anzianità e due figli a carico. Micaela Petrocchi, 12 anni al call center (9 da precaria), di euro ne ha incassati 840. Le hostess in divisa tengono alzati piccoli cartelli fatti al computer: «Vogliamo Ali pulite», «Cai: cordata avvoltoi italiani», «Non è una trattativa, è un ricatto». In un micro-poster c´è una Panda con le Ali che, con i colori dell´Alitalia, sfreccia alta. Sotto: «Nuovi collegamenti Roma-Ostia a 99 euro».
Tra carabinieri e poliziotti, delle hostess-mamme sfilano con i figli in carrozzina. Qualche piccolo indossa la divisa da steward con mostrine, gradi e cartellino di riconoscimento sotto il marchio Alitalia. Con megafoni a pile, davanti al Centro equipaggi dove il personale di volo continua a prendere servizio, l´ironia lascia il posto all´ira. «Siamo pronti», avvertono i coordinatori nazionali della Cub Trasporti, Antonio Amoroso e Fabio Frati, «a rispondere con una lotta dura agli aut aut del governo o a colpi di mano sul nostro futuro». E Andrea Spadoni, impiegato, ricorda «il blocco delle piste parigine che, nell´autunno del ´93, portò alla vittoria i colleghi di Air France e fece decollare la compagnia mantenendola sotto il controllo pubblico». Nella notte in aeroporto è rimasto un «presidio di lavoratori in attesa vigile» della annunciata conclusione della trattativa.
Marconi, lo sciopero fa saltare 34 voli
di SARA SCHEGGIA
Bologna - Lo sciopero di ieri al Marconi ha fatto saltare 34 voli. Molti i ritardi e i disagi in tutta Italia, dal momento che i sindacati avevano convocato in contemporanea proteste anche in altri scali. E se a Roma sono stati cancellati 50 voli, i 16 arrivi e le 18 partenze annullate al Marconi, a cui si devono aggiungere tre dirottamenti su altri aeroporti, non sono stati pochi per uno scalo che ne gestisce mediamente 150 al giorno. Le sigle Cub, in rappresentanza dei dipendenti Alitalia, e le Rdb per i lavoratori bolognesi dei servizi di terra di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service, hanno giudicato «pressoché totale» l´adesione alla protesta, che ha creato disagi anche oltre le 4 ore di stop, dalle 12 alle 16, accordate dalla commissione garanzia per l´attuazione della legge sullo sciopero. L´ultimo volo ieri cancellato a Bologna è stato infatti quello della compagnia Air France delle 17.55, diretto a Lione, solo dopo si è tornati alla normalità. La giornata è stata dunque segnata dai disagi causati a chi doveva mettersi in viaggio proprio ieri, anche se il Marconi ha parlato di una «situazione non drammatica, visto che i passeggeri erano informati delle proteste in atto». Più nello specifico, lo sciopero ha fatto saltare 6 voli Lufthansa, altrettanti per Iberia/Air Nostrum, 4 rispettivamente per le compagnie Alitalia, Klm, Tap e Air France, 3 dell´Austrian Airlines, 2 della British Airways e uno per la Czech Airlines. I tre dirottamenti, invece, hanno colpito tre aeromobili in arrivo a Bologna: i voli AirOne da Lamezia Terme e da Napoli sono stati fatti atterrare a Forlì, mentre quello della Germanwings da Colonia è stato dirottato all´aeroporto di Verona.
18 settembre 2008 - Corriere del Veneto
LO SCIOPERO Al Marco Polo trenta voli cancellati e lunghe attese al check-in
RITARDI E CODE, AEROPORTO IN GINOCCHIO
Venezia – Trenta voli cancellati, ritardi fino a due ore, code agli imbarchi. Lo sciopero di 24 ore della CUB Trasporti ha messo ieri in ginocchio l'aeroporto Marco Polo Tessera. Una giornata di passione, che si intreccia con la crisi dell'Alitalia: le sorti della compagnia di bandiera, infatti, potrebbero avere ripercussioni anche a Venezia. Nonostante le fasce di garanzia, nonostante il dirottamento di alcuni voli – in arrivo e in partenza – sugli scali di Treviso e Verona, lo sciopero del sindacato di base crea pesanti disagi: Si fermano i lavoratori di SAVE, SAV, GH e AVIAPARTNER che supera il 50% della forza lavoro. Le ripercussioni al trasporto bagagli e ai check-in si fanno sentire già dalle prime ore del mattino, ma fino a tarda sera la situazione resta difficile. A fine giornata, su 103 partenze, i voli cancellati sono 15, mentre tra gli arrivi le cancellazioni sono 16 su 104. Grossi ritardi accumulati, soprattutto sulle tratte internazionali: il volo per Parigi delle 17.55 parte con un'ora e mezza di attesa. Ma la sorte peggiore capita ai viaggiatori di un volo nazionale, diretti a Catania: il volo delle 7.10, decolla alle 13, dopo sei ore di estenuanti attesa in aeroporto. "Sono mesi – spiega Giampietro Antonini della CUB Trasporti -che chiediamo un riconoscimento ai lavoratori dell'aeroporto. E' grazie a loro che SAVE, anche nel 2007, ha chiuso il bilancio in attivo, con circa 40 milioni di euro di utili". Un risultato che ha permesso "l'elargizione di un premio da 2,5 milioni di euro al presidente Marchi. Anche i lavoratori – aggiunge il sindacalista – devono essere gratificati con un tangibile riconoscimento, misurabile in stipendi ed orari dignitosi". Alla protesta locale si sovrappone anche quella nazionale, organizzata sempre dal sindacato di base, dei lavoratori Alitalia., che dalle 12 alle 16 protestano contro le ipotesi di accordo sottoscritte dai sindacati confederali. "Non conosciamo ancora il destino della vecchia Alitalia – spiega Antonini – né quali saranno le rotte della Cai. L'unica cosa certa è che tanti lavoratori addetti al check-in e al trasporto bagagli potrebbero perdere il proprio posto". A Venezia sono circa 400, divisi tra Sav, GH e Aviapartner, ma l'handler ad avere il contratto con l'Alitalia è solo Gh: nel caso di un ridimensionamento dei voli e dei servizi della nuova compagnia aerea nello scalo di Tessera, le ripercussioni occupazionali potrebbero essere drammatiche.
18 settembre 2008 - Il Sole 24 Ore
Proteste spontanee. A Fiumicino più tagli
Tornano i Cobas e bloccano 97 aerei
ROMA - Un'altra giornata da dimenticare ieri per il trasporto aereo. La protesta dei Cub dei Trasporti, con lo sciopero indetto tra le 12 e le 16, ha creato disagi in tre scali italiani e comportato complessivamente la cancellazione di 97 voli, se si include la chiusura dell'aeroporto di Bologna.
Soltanto nello scalo romano di Fiumicino, dove la protestaè stata maggiore, sono stati cancellati 50 voli; di questi 40 voli (con destinazione o origine sullo scalo romano) sono stati annullati da Alitalia. Forti i disagi anche nell'aeroporto di Bologna, dove l'adesione quasi totale allo sciopero ha comportato la chiusura dello scalo con la cancellazione di 34 voli. All'aeroporto Marco Polo di Venezia il bilancio finale della giornata ha fatto registrare la cancellazione di 13 voli e numerosi ritardi nelle partenze.
La compagnia AirOne di Carlo Toto, di cui una parte dei dipendenti ieri è scesa in sciopero, sostiene di non aver cancellato alcun volo: le partenze e gli arrivi sullo scalo di Bologna, sempre secondo la compagnia, sono stati dirottati sugli aeroporti limitrofi.
Agli scioperi già in calendario, ieri si sono aggiunti manifestazioni e presidi di assistenti di volo, personale di terra e piloti che protestano contro la proposta di acquisto avanzata da Cai. Capannelli e slogan hanno anche di fronte alle sede del Governo a palazzo Chigi. Proteste anche nello scalo napoletano di Capodichino, dove circa 300 dipendenti di Atitech, la società che fa manutenzione per Alitalia, hanno occupato per alcune ore l'accesso all'aeroporto.(AP)
18 settembre 2008 - Nuova Venezia / Mattino Padova
Tredici i voli cancellati al Marco Polo di Venezia
VENEZIA - Tredici i voli cancellati e otto quelli che hnno subito pesanti ritardi all’aeroporto di Venezia. Il Marco Polo non è stato secondo tra gli aeroporti italiani che ieri hanno subito la protesta indetta dai lavoratori aderenti ai Comitati unitari di base (Cub). I lavoratori di terra e dei servizi che si riconoscono nei Cub temono un drastico ridimendisanamento, e una esternalizzazione ulteriore, il che limerebbe ulteriormente i salari. Basti citare le parole del coordinatore Giampietro Antonini: «Irresponsabile il governo che ci esclude dal confronto e dalla trattativa e che ora vuole addossare i costi dello sfacelo ai cittadini e ai lavoratori, mentre regalano beni e proprietà pubbliche a pirati imprenditoriali nostrani».
18 settembre 2008 - La Tribuna di Treviso
Tredici i voli cancellati al Marco Polo di Venezia
VENEZIA - Tredici i voli cancellati e otto quelli che hnno subito pesanti ritardi all’aeroporto di Venezia. Il Marco Polo non è stato secondo tra gli aeroporti italiani che ieri hanno subito la protesta indetta dai lavoratori aderenti ai Comitati unitari di base (Cub). I lavoratori di terra e dei servizi che si riconoscono nei Cub temono un drastico ridimendisanamento, e una esternalizzazione ulteriore, il che limerebbe ulteriormente i salari. Basti citare le parole del coordinatore Giampietro Antonini: «Irresponsabile il governo che ci esclude dal confronto e dalla trattativa e che ora vuole addossare i costi dello sfacelo ai cittadini e ai lavoratori, mentre regalano beni e proprietà pubbliche a pirati imprenditoriali nostrani».
18 settembre 2008 - Il Secolo XIX
50 voli cancellati e ora protestano pure i lavoratori airone
cortei e scioperi. l'altra compagniaI dipendenti di Toto: «Noi dimenticati, 600 licenziamenti su 3.000 addetti»
di paola barbetti
ALTRA GIORNATA di passione per Alitalia, per i suoi dipendenti ma anche per i passeggeri, alle prese ieri con scioperi, cortei e proteste, mentre a Palazzo Chigi andava in scena l'affondo finale tra i sindacati e la Cai di Roberto Colaninno. Ben tre le azioni di sciopero messe in campo (anche se in programma da tempo), in concomitanza con "l'ultima chiamata" per Alitalia nella sede del governo.
La compagnia commissariata ha comunicato di aver cancellato 50 voli, tra nazionali e internazionali per lo sciopero Cub Trasporti (dalle 12 alle 16), disagi e ritardi si sono registrati in molti aeroporti. Cortei e manifestazioni a Fiumicino, dove circa un migliaio di lavoratori è sfilato con slogan e cartelli tra i viaggiatori. Un'iniziativa di sciopero ha riguardato anche i dipendenti di AirOne, preoccupati per la quota di esuberi: la compagnia comunica tuttavia di non aver cancellato alcun collegamento.
Agli scioperi già in calendario, si sono aggiunti manifestazioni e presidi di assistenti di volo, lavoratori di terra e piloti che protestavano contro le proposte contrattuali della Cai e l'accordo-quadro concordato con i sindacati.
Capannelli e slogan hanno stazionato a lungo anche davanti alla sede del governo. "Compagnia Avvoltoi Italiani", uno degli slogan inalberati da hostess e steward in divisa. E ancora: «Meglio falliti che in mano a questi banditi», «Silvio, manderesti tua figlia a lavorare per 600 euro?», «Apprendista per 7 anni e ora? Calcio in culo!». Questa volta a protestare, a Linate e Fiumicino (dove risultano 50 cancellazioni), tra le divise verdi e blu dell' Alitalia, anche gli addetti dell'AirOne di Carlo Toto.
«Noi siamo stati cancellati del tutto - ha spiegato una giovane stagionale della compagnia di Toto - in 15 giorni di trattativa non si è mai parlato di AirOne». «In questa vicenda noi verremo completamente cancellati» le ha fatto eco un collega parlando di «600 licenziamenti su 3.000 addetti». Nel piano della Cai, la Nuova Alitalia dovrebbe infatti nascere dalla fusione tra le due compagnie, Alitalia e AirOne. Un gruppo di hostess sfilavano con un cappio al collo e un cartello che recitava: «Questa è la vera cordata italiana».
Trentaquattro i voli annullati a Bologna, 5 a Linate, cancellazioni e disagi anche a Venezia e in altri scali. A Napoli 300 dipendenti dell'Atitech, gruppo Alitalia, hanno occupato gli accessi all'aeroporto di Capodichino.
Tre le azioni di sciopero di ieri e con motivazioni diverse: i Cub hanno mobilitato i lavoratori di Alitalia, protestando per l'esclusione della sigla di base dal tavolo della trattativa. La Filt Cgil ha chiamato all'astensione gli assistenti di volo Air One per la mancata applicazione di regole contrattuali e, nel caso di Air One Cityliner, per l'assenza di contratto. Tutte le sigle sindacali hanno indetto un ulteriore sciopero dei lavoratori di terra delle compagnie aeree straniere presenti in Italia, «perché non si siedono al tavolo della trattativa per il contratto», spiega la Filt. A Linate, gruppi di hostess e steward hanno contestato l'accordo-quadro sottoscritto a Roma da parte dei sindacati: «Questa italianitàè una falsità», hanno scandito. «Persone che non ci rappresentano hanno fatto l'accordo, è un contratto vergognoso, chi viene pagato meno di 3 euro l'ora?».
18 settembre 2008 - QN Quotidiano Nazionale
In aeroporto esplode la rabbia Voli nel caos per gli scioperi
Raffica di cancellazioni a Roma, Bologna, Venezia e Linate
ROMA — IN DIVISA, ma anche con le magliette e le camicie da libera uscita, con cartelli in mano e fischietti in bocca per assordare i passeggeri allibiti di Fiumicino. Qualcuno si è portato la mascherina per la bocca con l’intento di illustrare ai passanti che «ci stanno togliendo anche l’aria». Ieri nello scalo romano è andata in onda la rabbia di piloti, hostess e assistenti di volo contro l’ipotesi di accordo con la Cai. «Meglio casellante che con Cai navigante» recitavano alcuni degli striscioni portati dai circa mille dipendenti che hanno scioperato aderendo alla manifestazione organizzata dai Cub. Ma erano soprattutto gli slogan come «Vergogna, vergogna» a scaldare gli animi di quanti non si riconoscono nell’ipotesi di accordo sulla quale stanno lavorando i sindacati. Ieri, però, la questione non si è limitata alle proteste perché l’astensione dal lavoro ha mandato in tilt il traffico aereo con pesanti ripercussioni in tutta Italia. E chi non ha scioperato, come alcuni assistenti delegati alle operazioni di terra, è stato «circondato» dai colleghi al grido di «fuori, fuori». LE ASTENSIONI erano indette per i dipendenti Alitalia dalle 12 alle 16, e per 24 ore per i lavoratori addetti ai servizi, agli aeromobili e ai passeggeri degli aeroporti di Bologna e Venezia. Solo nella mattinata a Fiumicino sono stati cancellati 40 voli e in serata i collegamenti saltati erano ulteriormente aumentati. Migliore la situazione a Linate, dove sono stati appena cinque (e tutti con destinazione Fiumicino) i voli cancellati. Deserto, invece, il Marconi di Bologna, dove è stata pressochè totale l’adesione di tutto il personale di terra e degli appalti. In mattinata erano stati cancellati o deviati 35 voli. Al Marco Polo di Venezia sono stati cancellati 13 voli e 8 hanno subito ritardi fra i 20 e i 60 minuti, con un bilancio ancora aperto. A Fiumicino, inoltre, alla rabbia dei dipendenti Alitalia si è aggiunta quella dei lavoratori AirOne che vogliono chiarezza sul proprio futuro. I lavoratori, dopo le prime manifestazioni all’interno dello scalo dove è stato improvvisato un corteo, hanno raggiunto Palazzo Chigi per seguire da vicino il vertice convocato dal Governo. «Si è parlato di estendere la cassa integrazione e la mobilità anche ad AirOne, ma per la compagnia non è in atto alcuna procedura fallimentare» spiegavano gli assistenti di volo in agitazione. «Vogliamo certezze sul nostro futuro occupazionale»: i dipendenti accusano i dirigenti della Cai di non aver spiegato espressamente come si intende procedere con AirOne e si chiedono per quale motivo anche questa sigla sia stata inserita nell’ambito di ipotesi di patto per Alitalia. Collegata alla vertenza anche la protesta dei lavoratori dell’Atitech, che hanno occupato la strada di accesso all’aereoporto Capodichino di Napoli costringendo i passeggeri a lunghe camminate con le valigie al seguito. Il blocco è stato rimosso solo nel tardo pomeriggio. La società si occupa della manutenzione pesante degli aerei e i lavoratori vogliono essere inseriti nel perimetro occupazione della Cai con garanzie per il futuro occupazionale. ALLA FINE della giornata, densa di disagi per chi ha deciso di affidarsi agli aerei per i propri spostamenti, i dirigenti del Cub Trasporti hanno ribadito la valenza della loro azione accusando il governo di irresponsabilità per la mancata convocazione dell’organizzazione alle trattative. Una nota positiva per i viaggiatori che abbiano già prenotato (e pagato) il biglietto Alitalia per i prossimi giorni: Volagratis ha fatto sapere che chi ha comprato il biglietto con la carta di credito sarà eventualmente rimborsato mentre ci sarà un impegno dell’azienda, nel caso si renda necessario, per dirottare su altri voli le persone già prenotate.(s.m.)
18 settembre 2008 - Leggo
Oggi è il D-day. Se non si raggiunge un accordo...
Oggi è il D-day. Se non si raggiunge un accordo, volare su cieli italiani diventerà un’impresa. Già ieri, però, la giornata per i passeggeri non è stata facile. Le proteste dei dipendenti e lo sciopero di quattro ore degli aderenti a Cub Trasporti hanno lasciato a terra numerosi aerei costringendo la compagnia ad annullare diversi voli. Solo da Fiumicino sono stati 40, ma altrettanti sono stati cancellati dal Marconi di Bologna e dal Marco Polo di Venezia. Nello scalo della Capitale circa mille dipendenti hanno organizzato un corteo e addirittura alcuni hanno raggiunto Roma a piedi.
Bologna. In attesa che oggi la situazione Alitalia...
Bologna - In attesa che oggi la situazione Alitalia si definisca, numerosi sono stati i disagi all’aeroporto Marconi di Bologna per lo sciopero dei lavoratori promosso da Cub Trasporti e dal sindacato di base, dei dipendenti di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service. Alle 14 erano già 34 i voli in partenza e in arrivo cancellati. Rdb-Cub ha fatto sapere che « l’adesione è stata pressochè totale».
18 settembre 2008 - Il Cittadino
Scioperi e manifestazioni di hostess e piloti
Tra Bologna e Linate restano a terra 40 voli
ROMA - Altra giornata di passione per Alitalia, per i suoi dipendenti ma anche per i passeggeri, alle prese con scioperi, cortei e proteste, mentre a Palazzo Chigi andava in scena l’affondo finale tra i sindacati e la Cai di Roberto Colaninno. Ben tre le azioni di sciopero messe in campo oggi (anche se in programma da tempo), in concomitanza con "l’ultima chiamata" per Alitalia nella sede del governo. La compagnia commissariata comunica di aver cancellato 40 voli, tra nazionali e internazionali per lo sciopero Cub Trasporti (dalle 12 alle 16), disagi e ritardi si sono registrati in molti aeroporti. Cortei e manifestazioni a Fiumicino, dove circa un migliaio di lavoratori è sfilato con slogan e cartelli tra i viaggiatori. Un’iniziativa di sciopero ha riguardato anche i dipendenti di Air One, preoccupati per la quota di esuberi: la compagnia comunica tuttavia di non aver cancellato alcun collegamento. Agli scioperi già in calendario, si sono aggiunti manifestazioni e presidi di assistenti di volo, lavoratori di terra e piloti che protestavano contro le proposte contrattuali della Cai e l’accordo-quadro concordato con i sindacati.Capannelli e slogan hanno stazionato a lungo anche davanti alla sede del Governo. "Compagnia Avvoltoi Italiani", uno degli slogan inalberati da hostess e steward in divisa. E ancora: "Meglio falliti che in mano a questi partiti", "Silvio, manderesti tua figlia a lavorare per 600 euro?". Questa volta a protestare, a Linate e Fiumicino (dove risultano 50 cancellazioni), tra le divise verdi e blù dell’Alitalia, anche gli addetti dell’AirOne di Carlo Toto. «Noi siamo stati cancellati del tutto - ha detto una giovane stagionale della compagnia di Toto - in 15 giorni di trattativa non si è mai parlato di AirOne». «In questa vicenda noi verremo completamente cancellati» le ha fatto eco un collega parlando di «600 licenziamenti su 3mila addetti». Nel piano della Cai, la Nuova Alitalia dovrebbe infatti nascere dalla fusione tra le due compagnie, Alitalia e Air One. Un gruppo di hostess sfilavano con un cappio al collo e un cartello che recitava: «Questa è la vera cordata italiana».Trentaquattro i voli annullati a Bologna, 5 a Linate, cancellazioni e disagi anche a Venezia e in altri scali.
Oggi alle 16 l’ultima parola sul futuro della compagnia, ma l’accordo è vicino
Alitalia, ultimatum di Colaninno Altolà della Cgil, sindacati divisi
Il presidente Cai: «Non ho una lira in più da mettere»
Roma - Se Alitalia sarà salvata dalla cordata di imprenditori della Cai si saprà questo pomeriggio alle 16. I margini di trattativa sono ormai chiusi e ieri il presidente della Compagnia Roberto Colaninno ha avvertito i sindacati che senza il loro consenso questo pomeriggio proporrà all’assemblea della società di ritirare l’offerta. «Non è un aut aut ma il tentativo di salvare l’azienda con il consenso dei lavoratori» ha spiegato Colaninno. Il presidente della Cai durante l’incontro coi sindacati è stato netto: «Non c’è più nulla di cui discutere. Avete ottenuto in queste due settimane quello che non era previsto concedere» ha aggiunto sottolineando che Cai «non sta comprando un gioiello ma una azienda in dissesto». Il presidente della compagnia aerea italiana poi ha ribadito: «Abbiamo fatto una proposta con tutti i limiti e i difetti che volete ma non ho una lira in più da mettere». Colaninno ha offerto in più la redistribuzione ai dipendenti del 7% degli utili realizzati dalla societa (in particolare il 45% ai piloti, il 30% agli assistenti di volo e il 25% ai lavoratori di terra). L’amministratore delegato di Cai, Rocco Sabelli, ha sottolineato che la società ha «trattato con tutti per 13 giorni, 24 ore al giorno». La vertenza su Alitalia potrebbe però portare anche a una rottura nel sindacato. Tra i confederali infatti Cisl e Uil sono orientati ad accettare il piano mentre rimane l’incognita della Cgil. Bonanni esprime soddisfazione e dice che a questo punto «la parola data va mantenuta». Il numero uno della Cisl giudica «importante» la proposta di Colaninno di distribuire il 7% degli utili futuri ai lavoratori: «Così si apre una prospettiva per la partecipazione anche dei lavoratori alla governance aziendale». Quanto all’ipotesi di un accordo separato Bonanni afferma: «Non vogliamo dare il fianco a nessuno per far fallire Alitalia». Anche la Uil non vuole correre il rischio che la Cai ritiri l’offerta per colpa dei sindacati e quindi, anche se con alcuni dubbi, è disposta a dire sì al piano di salvataggio della compagnia aerea. Via libera al piano anche dall’Ugl, che chiede ai piloti di fare uno sforzo in più. La Cgil però prende tempo e avverte che senza ulteriori cambiamenti non potrà dare l’ok all’accordo. «Lavoreremo fino all’ultimo per avere quegli spazi che consentano un maggior accordo possibile per salvare Alitalia – afferma il segretario generale Guglielmo Epifani - Se tutti non fanno un passo di responsabilità l’azienda corre il rischio di non salvarsi». Ancora più chiaro il segretario confederale Fabrizio Solari, secondo cui se non cambia nulla, quello di Corso d’Italia sarà un no. "Se la Cgil fosse d’accordo su un testo si prenderebbe la responsabilità di andarlo a spiegare ai lavoratori" ha detto Solari. Anche i piloti dell’Anpac vogliono trattare ancora e lamentano il modo in cui è stata condotta la trattativa che "ha prodotto un documento che non condividiamo perché – come spiega il presidente Fabio Berti - si è trattato in maniera riservata con i confederali". Un no alla Cai arriva anche dall’Up, secondo cui non è possibile accettare il licenziamento di mille piloti. Intanto ieri Alitalia è stata costretta a cancellare oltre 40 voli a causa dello sciopero di 4 ore dei Cub. Una decisione duramente criticata dal ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, che ha accusato il sindacato di «grave irresponsabilità». Per il coordinatore Giampietro Antonini però «irresponsabile è un governo che esclude dal confronto e dalla trattativa la Cub Trasporti e i lavoratori che questa rappresenta e intende difendere».
18 settembre 2008 - L'Unione Sarda
In Sardegna sono saltati otto voli. La protesta dei Cub provoca pesanti disagi ai passeggeri
Alitalia Giornata di caos, sciopera anche Meridiana
di LANFRANCO OLIVIERI
Caos nei cieli italiani: ieri uno sciopero di quattro ore ha mandato in tilt numerosi aeroporti nazionali. Alitalia, a causa delle protesta indetta dal sindacato Cub Trasporti, ha cancellato quaranta voli, mentre Meridiana ne ha soppresso un'altra decina in Sardegna. Ridotti invece i disagi per Air One, che ha dovuto fare a meno di due voli da Roma diretti a Torino e a Berlino.
IN SARDEGNA Nello scalo di Alghero e di Cagliari, Air One non ha registrato cancellazioni. Al contrario, Meridiana - a Cagliari e a Olbia - ha lasciato a terra diversi aerei. In totale sono stati annullati otto voli (andata e ritorno): due tratte Cagliari-Roma, un collegamento Olbia-Milano Linate e un volo Olbia-Roma.
I DISAGI Nonostante la mobilitazione, negli aeroporti isolani l'attività non ha subito particolari ritardi. «Ce lo aspettavamo», commenta Fabrizio Corradini, numero uno dell'Apm, l'associazione dei piloti di Meridiana federata alla Uil Trasporti: «Questo sciopero è stato proclamato per far capire che in Meridiana i problemi non sono stati risolti: l'obiettivo non era quello di generare particolari danni o disagi all'attività della compagnia». Un fatto è certo: i nodi sul tappeto sono ancora tanti.
LA VERTENZA Resta infatti alta la tensione tra lavoratori e vertici di Meridiana. «Non condividiamo le scelte fatte dai manager», spiega Roberto Casotto, rappresentante dei piloti dell'Anpac. «L'amministratore delegato, Gianni Rossi, ha trasferito i voli più remunerativi alla controllata Eurofly, impoverendo l'azienda olbiese». Casotto snocciola alcuni numeri: «Nella prima semestrale di Eurofly si nota un aumento di 230 mila passeggeri trasportati. Si tratta, in sostanza, dei clienti sulle linee Linate-Palermo, Linate-Catania, Linate-Napoli e Linate-Parigi, un tempo gestite da Meridiana». Lo «spolpamento di Meridiana», incalza il leader dell'Anpac, «ci costa 5 milioni di euro all'anno».
I TIMORI Le preoccupazioni di Roberto Casotto sono condivise anche dal numero uno dell'Apm: «Le incertezze sono tante», sbotta Fabrizio Corradini: «Finora i vertici di Meridiana si sono concentrati soltanto su come tagliare le spese per il personale. Ora l'azienda sta lavorando a un nuovo piano industriale e presto avremo modo di valutarne l'efficacia e soprattutto la serietà».
Le incognite, insomma, sono numerose. «Servono scelte precise», rincara la dose Casotto: «Alitalia è alla canna del gas, Meridiana invece viene da anni di utili. Ci sembra però che questi profitti siano stati per gran parte sprecati in operazioni finanziarie, come ad esempio l'acquisizione di Eurofly: un'azienda comprata a 6 euro per azione ma che oggi vale meno di un euro».
ALITALIA Sulle sorti di Alitalia, infine, i rappresentanti di Filt Cgil di Meridiana e di Eurofly esprimono solidarietà e vicinanza. «Sappiamo che i lavoratori Alitalia appartengono a un presente in cui più che soluzioni aziendali si cercano espedienti di annientamento professionale e impoverimento della dignità umana, di cui il lavoro rappresenta uno dei beni imprescindibili», scrivono in una nota. «Rimane ferma e attenta la nostra speranza di un futuro foriero di buone notizie nel raggiungimento di quei doverosi quanto concreti presupposti di tutela del lavoro e di ogni singola donna e uomo che in esso si esprimono».
18 settembre 2008 - L'Arena/Brescia Oggi/Giornale Vicenza
COMPAGNIA A TERRA
Oggi scadono i termini. La Cisl: «Il piano va bene». Gelo della Cgil. Disagi per lo sciopero
L’ultimatum di Colaninno: «Firmate o lascio Alitalia»
Ultimatum di Colaninno, presidente della Compagnia Aerea Italiana, ai sindacati di Alitalia: «Se non c’è consenso domani (oggi-NdR) propongo di ritirare la nostra offerta». Il presidente di Cai non ha usato mezzi termini nell’incontro di ieri a Palazzo Chigi con governo e sindacati. Siamo in una fase di recessione a livello mondiale, ha aggiunto Colaninno, «non c’è più un euro a disposizione, non abbiamo più nulla da discutere». La Cisl ha già detto sì. «Disponibilità totale a chiudere» dall’Ugl e sostanzialmente anche dalla Uil. Per la Cgil, se non cambia nulla, arriverà un no al piano di salvataggio. Un no ribadito invece dall’Unione piloti. A Fiumicino ieri cancellati 50 voli per la protesta dei Cub.
18 settembre 2008 - Corriere della Sera
La protesta Tensione allo scalo, cinquanta voli cancellati
Scioperi e corteo interno «Pronti a bloccare le piste»
di Alessandro Fulloni
Cinquanta voli cancellati, centinaia di passeggeri appiedati. È il pesante bilancio dei tre differenti scioperi indetti da personale Alitalia e Airone che ieri pomeriggio hanno paralizzato l'aeroporto di Fiumicino. Il timore è che le agitazioni possano ripetersi in maniera decisamente più incandescente dopo le 16 di oggi. La scadenza è quella fissata dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi entro la quale i sindacati dovranno pronunciarsi sul piano Fenice. Durante la protesta circa mille dipendenti hanno sfilato per i terminal dello scalo, gridando slogan contro il premier Berlusconi e contro l'ipotesi di accordo. In tanti hanno urlato: «Se firmano, bloccheremo le piste».
Nella protesta si sono mescolate tre agitazioni differenti: una prima indetta dai Cub-Alitalia (i comitati unitari di base, che non sono stati convocati alle trattative), la seconda dal personale di terra iscritto a Cgil, Cisl, Uil e Ugl e la terza dagli assistenti di volo di Airone preoccupati della fusione con Alitalia e dei provvedimenti di cassa integrazione e mobilità. Assieme agli steward hanno sfilato anche diversi piloti tra cui comandanti con contratti a tempo determinato scaduti a giugno e non rinnovati. «In questa situazione siamo circa in 60, avevamo tutti ricevuto la promessa che saremmo stati riconfermati » diceva angosciato uno di loro che per pagarsi i brevetti di volo ha speso «150 mila euro e oggi, per estinguere il prestito con la banca, pago rate mensili di 2 mila euro».
Concluso il corteo, i dipendenti si sono raccolti al varco equipaggi. Una folla che sventolava le bandiere di tutti i sindacati ascoltando in «diretta» dai megafoni gli aggiornamenti della trattativa in corso al ministero del Lavoro. «Ci ritroviamo qui domani alle 16, poi vedremo che fare» è stato il passaparola conclusivo.
Ma al Leonardo da Vinci l'atmosfera è tesissima in tutti i comparti. Nell'indotto i licenziamenti sono già scattati. Sei dipendenti della Condim, azienda che per Alitalia Servizi opera in hangar, nel settore della manutenzione, sono rimasti senza occupazione al ritorno dalla ferie. In altre ditte si sta ricorrendo alla cassa integrazione. Tribolazioni anche all'area cargo, che complessivamente impiega circa 3500 persone e dove le merci per circa il 50 per cento si spostano con aerei Alitalia. Ma da qualche giorno le agenzie di import export internazionale stanno previlegiando altri vettori. «E il calo operativo comincia a farsi sentire: sono a rischio perlomeno 500 posti di lavoro», dicono in ansia alla Confetra, l'associazione degli spedizionieri del Lazio.
Colaninno: «Sì all'intesa o ritiro l'offerta Alitalia»
L'ultimatum scade oggi. L'ottimismo di Sacconi «Non c'è una lira da condividere. I piloti? Dipendenti come gli altri». I comandanti preparano la protesta
ROMA — Calerà alle 16 di oggi il sipario sulla trattativa sindacale, durata due settimane, tra la Compagnia aerea italiana (Cai) e i sindacati. Comunque vada, a quell'ora, a Milano, l'assemblea dei soci dovrà decidere se ci sono i margini per procedere con l'offerta. O no.
Il termometro del consenso sindacale segna sereno per Cisl, Uil e Ugl, incerto per Cgil, Sdl e gli assistenti di volo di Avia e Anpav. Il maggior sindacato ha preso l'impegno di cercare di allargare il consenso alle categorie finora escluse, lavorando sullo schema di contratto già concordato da Cai con i confederali e l'Ugl. È burrasca invece per i piloti di Anpac e Up, che già da oggi potrebbero effettuare una forma di protesta non passibile di precettazione: bloccare gli aerei al decollo per motivi tecnici.
È questo il quadro emerso dal vertice di ieri pomeriggio a palazzo Chigi, dove il presidente di Cai, Roberto Colaninno, ha incontrato le 9 sigle, rappresentate da tutti i «generali» tranne quello della Cgil, Guglielmo Epifani, alla presenza dei ministri competenti e del sottosegretario Gianni Letta. A Fiumicino intanto lo sciopero della Cub, piccola sigla, aveva un esito insperato: 1.500 lavoratori in corteo e 50 voli cancellati a Roma.
Colaninno ha esordito spiegando che il suo non sarebbe stato un «aut aut» ma che comunque «non c'è più nulla di cui discutere, non c'è una lira in più da condividere». Il capo-cordata è stato chiaro: «Senza consenso ritiro l'offerta», e ha aggiunto che se in America il colosso assicurativo Aig non fosse stato salvato, la proposta sarebbe già stata ritirata per le conseguenti difficoltà mondiali. Poi Colaninno ha calato l'ultimo asso: la disponibilità a distribuire il 7% degli utili ai lavoratori dopo il primo biennio. Una novità definita «epocale», per la sua portata, dal leader della Cisl, Raffaele Bonanni che è stato il primo a dire «sì» all'accordo. Un duro scontro ha poi opposto l'imprenditore alle «aquile»: «Nel nostro modello di azienda i piloti sono dipendenti e non un'associazione professionale — ha detto Colaninno —. Le compagnie in cui c'è cogestione, non funzionano». Per Anpac e Up è stato un segnale di guerra: «Oggi sappiamo che c'è una strategia contro di noi» ha detto il presidente di Anpac, Fabio Berti. «Non si può firmare senza una vera trattativa» è stata invece la posizione di Sdl, Avia e Anpav. Anche per loro è intervenuto Fabrizio Solari della Filt-Cgil, chiedendo «fino all'ultimo istante» per «spiegare ai lavoratori i sacrifici» e «ricreare il clima» sollecitato da Colaninno. In serata la Cgil avrebbe già tenuto un incontro riservato con gli autonomi per concordare una posizione comune. «Firmeremo anche senza alcune sigle» ha anticipato Solari, forse alludendo ai piloti cui ha rivolto un appello Renata Polverini, (Ugl). Intanto ieri sono circolate ulteriori conferme di una partecipazione Finmeccanica e Fintecna nella nuova società della manutenzione. Ci sarebbe un'offerta anche per Az Express, forse di WindJet.(A.Bac.)
18 settembre 2008 - Tribuna Treviso/Trentino/Messaggero Veneto/Piccolo/Nuova Sardegna, Ferrara, Venezia/Centro/Gazzetta Modena, Mantova, Reggio/Città Salerno/Tirreno/Mattino Padova/Alto Adige/Corriere Alpi/Provincia Pavese
A Fiumicino esplode la protesta
Caos, decine di voli cancellati. Matteoli: «Irresponsabili»
ROMA - Ha provocato tensioni, ritardi e disagi ai passeggeri lo sciopero di 4 ore indetto ieri dal Cub Trasporti. Soltanto allo scalo romano di Fiumicino la protesta del personale di volo Alitalia ha fatto saltare cinquanta voli, almeno dieci dei quali sulla tratta per Milano. «Una decisione che in questo momento dimostra grave irresponsabilità», ha accusato il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli.
Ma numerose sono state anche le cancellazioni internazionali. Altri 34 voli sono stati annullati al Marconi di Bologna, dove l’alta adesione allo sciopero ha di fatto paralizzato l’aeroporto, mentre 13 sono stati quelli soppressi al Marco Polo di Venezia.
Con lo sciopero indetto dalle sigle autonome di piloti, hostess e steward ha inoltre coinciso una seconda agitazione, quella proclamata da tutto il personale di terra aderente alla Filt Cgil, alla Fit Cisl, alla Uil Trasporti, all’Ugl e alla Uilt Apm (Associazione piloti Meridiana).
Attorno all’una lo scalo di Fiumicino è stato quindi teatro di un rumoroso corteo: un migliaio di lavoratori armati di fischietti e trombette che al grido di «Vergogna Vergona» ha invaso prima la hall degli arrivi e poi quella delle partenze, con qualche problema per il traffico automobilistico. Qui, in un crescendo di tensione, i manifestanti hanno iniziato a battere le mani e ad urlare «Fuori, fuori» per invitare i colleghi in servizio ai banchi del check-in ad unirsi alla protesta.
«Scioperiamo affinchè venga applicato anche in Cai il contratto nazionale del trasporto aereo, nonchè le normative che regolano il passaggio da un’azienda ad un’altra. E scioperiamo per dire no all’atteggiamento della Lega che sta portando avanti la propria battaglia contro Fiumicino per trasferire i voli di Alitalia a Malpensa», ha dichiarato Paolo Frati, responsabile nazionale della Cub Trasporti, sostenendo che l’offerta Cai porterebbe almeno diecimila esuberi in azienda più altrettanti nell’indotto.
La manifestazione si è sciolta attorno alle 16, in attesa di notizie da Palazzo Chigi. Ma i disagi si sono fatti sentire anche a Napoli dove per diverse ore i passeggeri sono stati costretti a raggiungere l’aeroporto di Capodichino percorrendo a piedi le rampe di accesso. Motivo del blocco in tangenziale il presidio dei lavoratori Atitech, preoccupati per la manifestazione di interesse avanzata dalla IeS Mediterraneo. I dipendenti temono che la cordata di privati napoletani possa nascondere un’operazione speculativa e invocano l’intervento di Finmeccanica.(n.a.)
18 settembre 2008 - Il Manifesto
LA TRATTATIVA · Firmano solo Cisl, Uil e Ugl. Colaninno sta per lasciare
La Cai non convince piloti, hostess e Cgil
Nuova giornata concitata, ieri, per i dipendenti dell'Alitalia. Manifestazioni a Fiumicino e cancellazione di decine di voli, e intanto la trattativa ha raggiunto un punto morto. Solo Cisl, Uil e Ugl firmano il testo della Cai, mentre la Cgil e tutte le sigle autonome lo respingono. Il presidente Colaninno oggi potrebbe uscire dall'affare
di Francesco Piccioni
ROMA - Il dado è quasi tratto. Roberto Colaninno, presidente della Compagnia aerea italia (Cai), ovvero capo della «cordata» voluta da Berlusconi, aveva chiesto e ottenuto una riunione plenaria a palazzo Chigi con tutte e nove le sigle sindacali rappresentative dei lavoratori Alitalia. Sapeva, entrando, che solo tre sindacati - Cisl, Uil e Ugl - erano pronti a inchinarglisi in nome delle «relazioni complici» teorizzate dal ministro del welfare Sacconi e dalla Confindustria. Nonostante questo, si è presentato a muso duro: «Non abbiamo più niente da discutere, la nostra proposta può essere accettata o no; ma io non ho un euro in più da mettere sul tavolo». Fine della riunione. Il governo, tramite il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, ha comunicato che i sindacati dovranno dare una risposta entro oggi alle 15,50. Ora insolita, ma dieci minuti dopo si riunirà il consiglio di amministrazione di Cai per decidere se andare avanti o mollare tutto. Non ci sono molte incertezze. Al tavolo, infatti, Colaninno s'è lasciato sfuggire una considerazione di troppo: «Se il governo americano non fosse intervenuto stanotte su Aig (colosso assicurativo Usa, di fatto nazionalizzato dalla Federal Reserve, ndr ), stamattina avrei ritirato l'offerta su Alitalia». La traduzione è fin troppo semplice: se crollavano i mercati finanziari io scappavo. Il problema è che sono crollati lo stesso, appena 12 ore dopo; e una decisione come questa - infilarsi nel business aereo o no - non si prende sulla base di una giornata di borsa andata storta. Colaninno, insomma, stava solo cercando una via «onorevole» per il ritiro. Berlusconi e Sacconi gliel'hanno preparata per una settimana, con una gestione della «trattativa» (mai iniziata) chiaramente indirizzata a trovare un «colpevole del fallimento» da indicare «al popolo». Sindacati e sinistra, ovviamente. anche se tra le sigle del «fronte del no» spiccano Anpac e Up, sindacati dei piloti da sempre molto vicini ad Alleanza nazionale; oppure, tra gli assistenti di volo, gli apolitici Avia e Anpav. Queste quattro organizzazioni, insieme all'Sdl e alla Cgil, si sono immediatamente riunite per decidere insieme il da farsi, pronti a esaminare anche «eventuali controproposte». Una mossa analoga fu fatta ad aprile anche nella trattativa con Air France-Klm, che poi prese il cappello e se andò. Le altre tre (Uil, Ugl e Cisl) hanno invece garantito la firma dell'accordo. Già, ma firmano cosa? Per Fabio Berti, leader dell'Anpac, «la proposta di Cai si basava su due documenti; uno lo abbiamo, l'altro non l'abbiamo mai visto; non so cosa c'è, ma credo che parli di contratti». Poi l'affondo: «oggi è emerso un dato fondamentale: non c'è sul tavolo solo un piano industriale di Alitalia, c'è altro, un sistema di governance che vogliono imporre, che ritengono assolutamente necessario e primario». L'aveva spiegato bene Colaninno: «per noi non ci sono associazioni, ma solo dipendenti», ovvero singoli individui senza alcun potere davanti all'impresa. Parlava dei piloti, ovvero degli «indispensabili» in una compagnia aerea. Figuriamoci come possa considerare le altre figure professionali e i relativi sindacati. Sulla qualità del «piano industriale» della Cai si soffermava Massimo Notaro, presidente dell'altra associazione dei piloti, l'Up: «55 aeromobili verrebbero fermati e un minuto dopo avremo qualche low cost che verrebbe a spolpare il nostro mercato». Notaro ha ricordato anche che le associazioni professionali, che secondo il modello Cai «devono essere cancellate», rappresentano l'80% dei piloti e quasi la totalità degli assistenti di volo. Confermato dunque il legame tra vicenda Alitalia e tentativo di «fissare un precedente» esemplificativo di cosa intendono le imprese per «riforma del sistema contrattuale». Il contratto di lavoro, del resto, è il mistero finale di questa finta trattativa. Ancora ieri Sacconi andava spiegando che sarebbero stati «mantenuti gli stessi livelli retributivi», a fronte solo di «aumenti della produttività». L'unico testo conosciuto è circolato nei giorni scorsi e parlava di riduzioni della paga base di circa il 40-50% e della parte variabile per almeno il 25%. Non risultano cambiamenti; né Sacconi ha prodotto un solo foglio di carta a supporto della sua tesi. L'unica polpetta avvelenata ha preso la forma di una promessa: la «distribuzione ai dipendenti del 7% degli eventuali utili». Quanto basta per far dire a Cisl, Uil e Ugl (oltre all'immancabile Sacconi) che era stato «aggiunto un elemento qualificante nelle future relazioni indsutriali», come «doveroso collegamento tra salari e utili di impresa». Quasi una confessione sulla natura tutta politica di questa partita. La Cgil, tramite il segretario della Filt Fabrizio Solari e il segretario generale Guglielmo Epifani, giurava di voler usare fino all'ultimo minuto utile per «allargare il consenso». Poi lo stesso Solari chiariva meglio: «cercare l'allargamento del consenso non significa allargare il numero delle sigle che sottoscrivono, ma il numero dei lavoratori che ritengono quell'accordo sufficiente». Per tutta la mattinata almeno 2.000 lavoratori avevano invece percorso in corteo il terminal di Fiumicino, chiedendo ai sindacati di non firmare niente per loro conto. C'era stato anche il breve sciopero (4 ore) indetto dalla Cub fin da giugno. 40 voli sono stati cancellati dalla compagnia, scegliendo tra quelli con meno prenotazioni. La partita Cai sembra quindi chiusa. I berluscones giurano che non c'è più alternativa al fallimento perché non ci sarebbero altri vettori interessati. Ma è risaputo che nessuno si è fin qui mosso perché il governo - proprietario del 49,9% delle azioni - ha sempre mostrato di «non gradire» alternative. Un minuto dopo il ritiro di Colaninno, c'è da scommetterci, si faranno avanti. Del resto, il commissario straordinario Augusto Fantozzi ha l'obbligo giuridico di tentare tutte le strade per valorizzare gli asset della compagnia. «FIRMA O LASCIO» Roberto Colaninno, presidente della Cai, il gruppo che dovrebbe acquisire la nuova Alitalia, ha mosso ieri il suo ultimatum ai sindacati. Subito dopo ha incontrato il premier Berlusconi.
18 settembre 2008 - L'Eco di Bergamo
Scioperi e cortei Aeroporti nel caos
Hostess e piloti scatenati, passeggeri a terra I dipendenti Air One: «Dimenticati 600 esuberi»
di Paola Barbetti
ROMA - Altra giornata di passione per Alitalia, per i suoi dipendenti, ma anche per i passeggeri, alle prese ieri con scioperi, cortei e proteste, mentre a Palazzo Chigi andava in scena l'affondo finale tra i sindacati e la Cai di Roberto Colaninno. Ben tre le azioni di sciopero messe in campo (anche se in programma da tempo), in concomitanza con «l'ultima chiamata» per Alitalia nella sede del governo.
A TERRA 40 VOLI
La compagnia commissariata comunica di aver cancellato 40 voli, tra nazionali e internazionali per lo sciopero Cub Trasporti (dalle 12 alle 16), disagi e ritardi si sono registrati in molti aeroporti. Cortei e manifestazioni a Fiumicino, dove circa un migliaio di lavoratori è sfilato con slogan e cartelli tra i viaggiatori. Un'iniziativa di sciopero ha riguardato anche i dipendenti di Air One, preoccupati per la quota di esuberi: la compagnia comunica tuttavia di non aver cancellato alcun collegamento.
slogan e cartelli
Agli scioperi già in calendario, si sono aggiunti manifestazioni e presidi di assistenti di volo, lavoratori di terra e piloti che protestavano contro le proposte contrattuali della Cai e l'accordo-quadro concordato con i sindacati.
Capannelli e slogan hanno stazionato a lungo anche davanti alla sede del governo. «Compagnia Avvoltoi Italiani», uno degli slogan inalberati da hostess e steward in divisa.
E ancora: «Meglio falliti che in mano a questi partiti», «Silvio, manderesti tua figlia a lavorare per 600 euro?», «Apprendista per sette anni e ora? Calcio in c...!».
airone
Questa volta a protestare, a Linate e Fiumicino (dove risultano 50 cancellazioni), tra le divise verdi e blu dell' Alitalia, anche gli addetti dell'AirOne di Carlo Toto. «Noi siamo stati cancellati del tutto – ha detto una giovane stagionale della compagnia di Toto – in 15 giorni di trattativa non si è mai parlato di AirOne».
SEICENTO LICENZIAMENTI
«In questa vicenda noi verremo completamente cancellati» le ha fatto eco un collega parlando di «600 licenziamenti su 3.000 addetti». Nel piano della Cai, la Nuova Alitalia dovrebbe infatti nascere dalla fusione tra le due compagnie, Alitalia e Air One. Un gruppo di hostess sfilavano con un cappio al collo e un cartello che recitava: «questa è la vera cordata italiana». Trentaquattro i voli annullati a Bologna, cinque a Linate, cancellazioni e disagi anche a Venezia e in altri scali. A Napoli 300 dipendenti dell'Atitech, gruppo Alitalia, hanno occupato gli accessi all'aeroporto di Capodichino.
Tre le azioni di sciopero odierne e con motivazioni diverse, i Cub hanno mobilitato i lavoratori di Alitalia, protestando per l'esclusione della sigla di base dal tavolo della trattativa. La Filt Cgil ha chiamato all'astensione gli assistenti di volo Air One per la mancata applicazione di regole contrattuali e, nel caso di Air One Cityliner, per l'assenza di contratto.
un'altra giornata di stop
Tutte le sigle sindacali hanno indetto un ulteriore sciopero dei lavoratori di terra delle compagnie aeree straniere presenti in Italia, «perché non si siedono al tavolo della trattativa per il contratto», spiega la Filt.
A Linate, gruppi di hostess e steward hanno contestato l'accordo-quadro sottoscritto a Roma da parte dei sindacati: «Questa italianità è una falsità», hanno scandito. «Persone che non ci rappresentano hanno fatto l'accordo, è un contratto vergognoso, chi viene pagato meno di 3 euro l'ora?».
18 settembre 2008 - La Provincia di Cremona
Scioperi, piloti e hostess in corteo 600 esuberi anche per AirOne
ROMA — Altra giornata di passione per Alitalia, per i suoi dipendenti ma anche per i passeggeri, alle prese oggi con scioperi, cortei e proteste, mentre a Palazzo Chigi andava in scena l'affondo finale tra i sindacati e la Cai di Roberto Colaninno. Ben tre le azioni di sciopero messe in campo ieri (anche se in programma da tempo), in concomitanza con 'l'ultima chiamata per Alitalia nella sede del Governo. La compagnia commissariata comunica di aver cancellato 40 voli, tra nazionali e internazionali per lo sciopero Cub Trasporti (dalle 12 alle 16), disagi e ritardi si sono registrati in molti aeroporti. Cortei e manifestazioni a Fiumicino, dove circa un migliaio di lavoratori è sfilato con slogan e cartelli tra i viaggiatori. Un'iniziativa di sciopero ha riguardato anche i dipendenti di AirOne, preoccupati per la quota di esuberi: la compagnia comunica tuttavia di non aver cancellato alcun collegamento. Agli scioperi già in calendario, si sono aggiunti manifestazioni e presidi di assistenti di volo, lavoratori di terra e piloti che protestavano contro le proposte contrattuali della Cai e l'accordo-quadro concordato con i sindacati. Capannelli e slogan hanno stazionato a lungo anche davanti alla sede del Governo. ‘Compagnia Avvoltoi Italiani’, uno degli slogan inalberati da hostess e steward in divisa. E ancora: 'Meglio falliti che in mano a questi partiti’, ‘Silvio, manderesti tua figlia a lavorare per 600 euro?’. Questa volta a protestare, a Linate e Fiumicino (dove risultano 50 cancellazioni), tra le divise verdi e blu dell'Alitalia, anche gli addetti dell'AirOne di Carlo Toto. «Noi siamo stati cancellati del tutto — ha detto una giovane stagionale della compagnia di Toto — in 15 giorni di trattativa non si è mai parlato di AirOne». «In questa vicenda noi verremo completamente cancellati» le ha fatto eco un collega parlando di «600 licenziamenti su 3.000 addetti». Nel piano della Cai, la Nuova Alitalia dovrebbe infatti nascere dalla fusione tra le due compagnie, Alitalia e Air One.
18 settembre 2008 - Il Messaggero
ROMA. Ultimatum del presidente di Cai...
ROMA - Ultimatum del presidente di Cai, Roberto Colaninno, ai sindacati: o oggi arriva una risposta positiva sul piano di salvataggio di Alitalia o la cordata si ritirerà. «Il tempo della trattativa è finito. Non stiamo comprando un gioiello, ma un’azienda in dissesto». Colaninno, al tavolo di palazzo Chigi, ha fatto un’ultima offerta: il 7% degli utili sarà redistribuito tra i dipendenti. Sindacati divisi con Cisl, Uil, Ugl pronte a firmare, la Cgil incerta e i piloti verso il no. Suspense fino all’ultimo minuto. Cortei a Fiumicino, Linate e Napoli. Uno sciopero dei Cub fa saltare 50 voli.
17 settembre 2008 - CNN Europe
Bankrupt Alitalia cancels 40 flights
ROME, Italy (AP) -- Bankrupt Alitalia canceled 40 flights on Wednesday after a small union called a four-hour strike to protest layoffs and other tough measures in a rescue plan by potential investors. The Italian airline is fighting for its survival as unions balk at accepting terms including longer hours, layoffs and reductions in routes and in the number of aircraft. Alitalia's Web site warned passengers about the walkout by the Cub union, scheduled to last from noon to 4 p.m. (1000 GMT to 1400GMT). Affected flights included domestic routes and flights across Europe. The strike was the latest headache for the Italian government, which is trying to unload its 49.9-percent stake in Alitalia while keeping the airline from collapsing. "Whoever calls a strike during negotiations shows great irresponsibility," Transport Minister Altero Matteoli told Sky TG24 TV. Alitalia's new administrator, August Fantozzi, warned that either the unions sign a deal with the potential investors on Thursday or the company will go down. If an agreement isn't reached on Thursday, "we'll have to bring the books to (bankruptcy) court," the Italian news agency ANSA quoted Fantozzi as saying. Alitalia's funds will last "for just a little." Italian Premier Silvio Berlusconi told reporters in Paris, where he met with President Nicolas Sarkozy, that the government's guarantees of 80 percent pay for up to eight years for 3,250 workers who would be laid off under a reorganization plan could not be extended to all of Alitalia's 20,000 employees. The government and Italian investors are prepared to inject euro1 billion (US$1.4 billion) into the loss-making airline assuming unions go along with the deal. But the various unions have bickered among themselves over which concessions to make. The rescue plan foresees the takeover of profitable assets by a group of Italian investors and a merger with Alitalia's main domestic competitor, Air One. The investors are also shopping around for one or more foreign airlines to take a minority stake. Air France-KLM has expressed interest, but Berlusconi on Monday night also pointed to Lufthansa as an "ideal partner." Air France walked away from a deal last spring to buy the government's controlling stake following union objections and in the heat of a national election campaign during which Berlusconi pledged to find an Italian solution.
17 settembre 2008 - Ansa
ALITALIA: SCIOPERI,CORTEI HOSTESS E PILOTI,VOLI A TERRA
PROTESTE ANCHE DIPENDENTI AIR ONE: NOI DIMENTICATI, 600 ESUBERI
di Paola Barbetti
(ANSA) - ROMA, 17 SET - Altra giornata di passione per Alitalia, per i suoi dipendenti ma anche per i passeggeri, alle prese oggi con scioperi, cortei e proteste, mentre a Palazzo Chigi andava in scena l'affondo finale tra i sindacati e la Cai di Roberto Colaninno. Ben tre le azioni di sciopero messe in campo oggi (anche se in programma da tempo), in concomitanza con 'l'ultima chiamata' per Alitalia nella sede del Governo. La compagnia commissariata comunica di aver cancellato 40 voli, tra nazionali e internazionali per lo sciopero Cub Trasporti (dalle 12 alle 16), disagi e ritardi si sono registrati in molti aeroporti. Cortei e manifestazioni a Fiumicino, dove circa un migliaio di lavoratori e' sfilato con slogan e cartelli tra i viaggiatori. Un'iniziativa di sciopero ha riguardato anche i dipendenti di Air One, preoccupati per la quota di esuberi: la compagnia comunica tuttavia di non aver cancellato alcun collegamento. Agli scioperi gia' in calendario, si sono aggiunti manifestazioni e presidi di assistenti di volo, lavoratori di terra e piloti che protestavano contro le proposte contrattuali della Cai e l'accordo-quadro concordato con i sindacati. Capannelli e slogan hanno stazionato a lungo anche davanti alla sede del Governo. 'Compagnia Avvoltoi Italiani', uno degli slogan inalberati da hostess e steward in divisa. E ancora: 'Meglio falliti che in mano a questi partiti', 'Silvio, manderesti tua figlia a lavorare per 600 euro?', 'Apprendista per 7 anni e ora? Calcio in culo!'. Questa volta a protestare, a Linate e Fiumicino (dove risultano 50 cancellazioni), tra le divise verdi e blu' dell' Alitalia, anche gli addetti dell' AirOne di Carlo Toto. ''Noi siamo stati cancellati del tutto - ha detto una giovane stagionale della compagnia di Toto - in 15 giorni di trattativa non si e' mai parlato di AirOne''. ''In questa vicenda noi verremo completamente cancellati'' le ha fatto eco un collega parlando di ''600 licenziamenti su 3.000 addetti''. Nel piano della Cai, la Nuova Alitalia dovrebbe infatti nascere dalla fusione tra le due compagnie, Alitalia e Air One. Un gruppo di hostess sfilavano con un cappio al collo e un cartello che recitava: ''questa e' la vera cordata italiana''. Trentaquattro i voli annullati a Bologna, 5 a Linate, cancellazioni e disagi anche a Venezia e in altri scali. A Napoli 300 dipendenti dell'Atitech, gruppo Alitalia, hanno occupato gli accessi all'aeroporto di Capodichino. Tre le azioni di sciopero odierne e con motivazioni diverse, i Cub hanno mobilitato i lavoratori di Alitalia, protestando per l'esclusione della sigla di base dal tavolo della trattativa. La Filt Cgil ha chiamato all'astensione gli assistenti di volo Air One per la mancata applicazione di regole contrattuali e, nel caso di Air One Cityliner, per l'assenza di contratto. Tutte le sigle sindacali hanno indetto un ulteriore sciopero dei lavoratori di terra delle compagnie aeree straniere presenti in Italia, ''perche' non si siedono al tavolo della trattativa per il contratto'', spiega la Filt. A Linate, gruppi di hostess e steward hanno contestato l'accordo-quadro sottoscritto a Roma da parte dei sindacati: ''Questa italianita' e' una falsita'', hanno scandito. ''Persone che non ci rappresentano hanno fatto l'accordo, e' un contratto vergognoso, chi viene pagato meno di 3 euro l'ora ?''.
ALITALIA: CUB, ALTE ADESIONI SCIOPERO,GOVERNO IRRESPONSABILE
(ANSA) - ROMA, 17 SET - ''Numerose le cancellazioni di voli e i ritardi'' a causa dello sciopero nazionale indetto oggi dalla Cub Trasporti per i dipendenti Alitalia e per i lavoratori addetti ai servizi, agli aeromobili e ai passeggeri degli aeroporti di Bologna e Venezia. A tracciare il bilancio mentre l'astensione e' ancora in corso e' lo stesso sindacato di base che accusa di ''irresponsabilita''' l'esecutivo, rispondendo alle critiche del ministro Altero Matteoli. ''Quaranta i voli cancellati a Fiumicino solo nella mattinata, con una prospettiva di aumento nel corso dello sciopero. Oltre mille lavoratori hanno sfilato in corteo nello scalo romano. Deserto il Marconi di Bologna, dove e' pressoche' totale l'adesione di tutto il personale di terra e degli appalti. Ai 35 voli cancellati sinora se ne aggiungeranno altri nell'arco della serata. Al Marco Polo di Venezia sono stati cancellati 13 voli ed 8 hanno subito ritardi fra i 20 e i 60 minuti, con un bilancio da completare al termine dell' astensione''. Secondo il coordinatore Giampietro Antonini, e' ''irresponsabile un governo che esclude dal confronto e dalla trattativa la Cub Trasporti e i lavoratori che questa rappresenta ed intende difendere. Irresponsabili sono un Governo e dei politici che hanno determinato lo sfacelo di Alitalia ed ora vogliono addossarne i costi ai cittadini e ai lavoratori, mentre regalano beni e proprieta' pubbliche a pirati imprenditoriali nostrani''.
ALITALIA: FRATI (CUB), VALUTEREMO ESITO INCONTRO P.CHIGI
(ANSA) - FIUMICINO (ROMA), 17 SET - ''Rispetto a quello che uscira' oggi dall'incontro a Palazzo Chigi tra il ministro del Lavoro Sacconi e tutte e nove le sigle sindacali, noi, che siamo la decima e non siamo stati convocati, valuteremo assieme con i lavoratori il da farsi. E' certo che se una cosa non ci piace oggi, non e' che poi ci puo' piacere domani''. Lo ha detto Fabio Frati, della Cub Trasporti, parlando a Fiumicino davanti a un gruppo di oltre duecento dipendenti Alitalia, personale sia di terra sia di volo, che hanno aderito allo sciopero di quattro ore (dalle 12 alle 16) indetto dal sindacato autonomo. ''Stanno cercando disperatamente di trovare persone all' interno di questa organizzazione sindacale che rompano il fronte di unita' che c'e' fra tutti i lavoratori. I lavoratori - ha sottolineato - questo piano non lo vogliono; non lo approvano e non vogliono che venga firmato. Vogliono, altresi', che venga firmato un documento che tuteli la continuita' dell'azienda, la salvezza della compagnia, che e' poi quella dei lavoratori''. Il rappresentante della Cub Trasporti ha quindi chiesto che ''la Cai venga obbligata ad applicare il contratto del trasporto aereo e che non faccia tagli sullo stipendio. La Cai - ha aggiunto - deve inoltre essere obbligata ad assumere tutto il personale come la normativa recita, e non sceglierne uno per uno. Per ultimo, vogliamo evitare che questo piano, con il trasferimento della maggioranza dei voli a Malpensa, si traduca in un vero e proprio 'massacro' per Fiumicino, con migliaia e migliaia di esuberi''.
ALITALIA: CANCELLATI 34 VOLI A FIUMICINO PER SCIOPERO CUB
(ANSA) - FIUMICINO (ROMA), 17 SET - A Fiumicino l'operativo voli Alitalia è al momento regolare, ma, concentrati per lo più nella fascia oraria dello sciopero dei lavoratori del Gruppo Alitalia indetto dalla Cub Trasporti dalle 12 alle 16, sono 34 i voli AZ, tra arrivi e partenze, che risultano cancellati al Leonardo da Vinci. Nel dettaglio, i voli soppressi sono 16 in partenza, di cui 7 internazionali e 9 nazionali) e 18 in arrivo (8 internazionali e 10 nazionali). Da registrare anche la cancellazione di due voli Air One per Torino (AP6862) e Berlino (AP4226).
ALITALIA: DALLE 12 SCIOPERO 4 ORE CUB, CANCELLATI 40 VOLI
(ANSA) - ROMA, 17 SET - Dalle 12 alle 16 di oggi scioperano i dipendenti del gruppo Alitalia aderenti alla Cub Trasporti e la compagnia aerea ha già previsto la cancellazione di 40 voli (la lista è sul sito Internet della compagnia). Il sindacato autonomo critica in particolare l'intesa sottoscritta dalla cordata italiana e Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sottolineando che "segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sarà ridotta ad un vettore poco più che nazionale". Inoltre sono previsti anche altri scioperi del settore del trasporto aereo, programmati da tempo e non legati alla vertenza Alitalia, tra cui quello del personale di terra di tutte le compagnie indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl. Iniziative che, di riflesso, potrebbero causare disagi all'operatività dei voli di tutte le compagnie. AirOne prevede solo disagi limitati. Tra gli altri scioperi, che si sovrappongono tutti dalle 12 alle 14, secondo quanto si legge sul sito del Garante, è previsto lo stop dei sindacati autonomi e di base per il personale della Sea (dalle 12 alle 16), la società di gestione degli aeroporti di Milano Linate e Malpensa.
ALITALIA: SCIOPERO; DISAGI A BOLOGNA, 34 VOLI CANCELLATI
(ANSA) - BOLOGNA, 17 SET - Disagi all'aeroporto Marconi di Bologna per lo sciopero dei lavoratori di Alitalia, promosso da Cub Trasporti. Alle 14 sono 34 i voli in partenza e in arrivo cancellati, piu' tre aerei in arrivo che sono stati dirottati su altri scali. Il bilancio e' tuttavia provvisorio perche' l'agitazione prosegue durante la giornata. Nello scalo bolognese, all'iniziativa nazionale di Cub si aggiunge lo sciopero locale del personale di terra, anch'esso proclamato dal sindacato di base, dei dipendenti di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service. Rdb-Cub fa sapere con una nota che ''l'aeroporto e' deserto e l'adesione e' pressoche' totale''. L'agitazione terminera' alle 16.
ALITALIA: FIUMICINO;MANIFESTANTI A COLLEGHI CHECK-IN,'FUORI'
(ANSA) - ROMA, 17 SET - Sono circa un migliaio i manifestanti, aderenti allo sciopero indetto dai Cub Trasporti, che stanno dando vita ad un corteo nello scalo romano di Fiumicino. I manifestanti si sono radunati davanti ai banchi del check-in delle partenze nazionali, dove alcuni colleghi stanno lavorando, invitandoli a scioperare e urlando ''Fuori, Fuori''.
ALITALIA: SCIOPERO; POCHI DISAGI A LINATE, CANCELLATI 5 VOLI
(ANSA) - MILANO, 17 SET - Disagio sostanzialmente contenuto, a Linate, per lo sciopero indetto - dalle 12 alle 16 - dai dipendenti del gruppo Alitalia aderenti alla Cub Trasporti. Dei quaranta voli per cui e' stata prevista la cancellazione - come riportato dal sito Internet della compagnia di bandiera - solo cinque riguardano direttamente l'aeroporto di Linate. Dallo scalo milanese, infatti, non partiranno cinque voli diretti all'aeroporto romano di Fiumicino. Sempre cinque voli in partenza pero' dallo scalo capitolino, in direzione Linate, sono stati a loro volta cancellati. Il sindacato autonomo promotore dello sciopero critica in particolare l'intesa sottoscritta dalla cordata italiana e Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sottolineando che ''segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sara' ridotta ad un vettore poco piu' che nazionale''.
ALITALIA: COMINCIATO SCIOPERO CUB A FIUMICINO
(ANSA) - FIUMICINO (ROMA), 17 SET - ''Scioperiamo affinche' venga applicato anche in Cai il contratto nazionale del trasporto aereo, nonche' le normative relative al passaggio da un'azienda all'altra; scioperiamo per dire no all'atteggiamento della Lega Lombarda che sta portando avanti la propria battaglia contro l'aeroporto di Fiumicino per trasferire i voli Alitalia nello scalo milanese di Malpensa''. Lo ha detto all'aeroporto di Fiumicino, Fabio Frati, responsabile nazionale della Cub Trasporti a pochi minuti dall'inizio dello sciopero di 4 ore proclamato dalla Cub Trasporti. ''Qui nessuno vuole dire - riprende a parlare Frati - che con la sottoscrizione dell'accordo di un'intesa in cui e' prevista la possibilita' per la CAI di scegliere il personale da imbarcare nel nuovo vettore sulla base di un'assoluta discrezionalita' e senza alcun vincolo rispetto all'esistente normativa contrattuale e legislativa, si rischiano migliaia di esuberi, circa diecimila e altrettanti con l'indotto. Diciamo no a tutto questo, per riaprire l'accordo, difendere il nostro contratto e il nostro posto di lavoro''. Intanto nello scalo romano, fuori dall'uscita della hall Arrivi, si stanno radunando tra impiegati di terra, hostess e steward in divisa e in borghese, circa 300 persone.
ALITALIA: POSTICIPATO A 17 OTTOBRE SCIOPERO SEA
(ANSA) - MILANO, 17 SET - Lo sciopero del personale Sea, indetto originariamente per oggi dalle sigle Sdl, Cub-Trasporti e Slai Cobas, e' stato posticipato di un mese, al 17 ottobre prossimo.
17 settembre 2008 - Dire
AEROPORTO BOLOGNA. SALTANO 34 VOLI, TRE DIROTTATI ALTROVE
(DIRE) Bologna, 17 set. - L'Aeroporto di Bologna stila il bilancio dello sciopero di 24 ore indetto per oggi dalle Rdb per i lavoratori di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service: 34 voli cancellati, tra nazionali e internazionali (16 arrivi e 18 partenze), e tre dirottamenti in altri scali. La mobilitazione, che e' andata a sommarsi agli scioperi che hanno riguardato alcune compagnie aeree (tra le quali Alitalia), ha fermato sei voli Lufthansa, sei Iberia, quattro Alitalia, quattro Klm, quattro Air France, tre Austrian, due British Airways e un Czech Airlines. I Voli AirOne da Lamezia e da Napoli sono stati dirottati a Forli', mentre il volo Germanwings da Colonia e' stato costretto ad atterrare a Verona.
REGGIO. SCUOLA E BUS, VENERDI' TRA SCIOPERI E PRESIDI
LE AGITAZIONE INDETTE DALLA CUB
(DIRE) Reggio Emilia, 17 set. - Doppia protesta, targata Cub, venerdi' a Reggio Emilia. Gli autonomi del settore trasporti hanno infatti proclamato una intera giornata di sciopero del personale di autobus e treni di Act. La Cub prosegue nella rivendicazione di un contratto unico per tutti i dipendenti del gruppo, a tutela in particolare dei lavoratori del consorzio Orfeo. Le cui condizioni salariali e contrattuali risultano svantaggiate rispetto a quelle degli altri lavoratori. Gli autonomi polemizzano inoltre duramente con le altre sigle sindacali: "È ormai chiaro come i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Faisa spalleggiatori indefessi di una politica aziendale, dettata dalle istituzioni locali, Comune e Provincia, proprietari delle aziende di Act, hanno con la loro indifferenza concertativa e il loro immobilismo strategico contribuito scientemente al peggioramento delle condizioni dei lavoratori, alla riduzione del personale, all'aumento del precariato, al mancato rinnovo contrattuale, al non rispetto degli accordi, al voluto mancato rinnovo delle Rsu" dicono. Nella stessa giornata di dopodomani la Cub Scuola organizzera' inoltre un presidio davanti alla Prefettura per protestare contro i tagli previsti dal Governo. L'iniziativa prelude ad una serie di manifestazioni che si protrarranno fino al 17 ottobre, quando il sindacato effettuera' uno sciopero generale di tutte le categorie.
ALITALIA. MATTEOLI: SCIOPERO CUB DIMOSTRA GRANDE IRRESPONSABILITÀ
(DIRE) Roma, 17 set. - "Chi durante una trattativa indice uno sciopero dimostra grande irresponsabilita'". Lo ha detto Altero Matteoli a Sky Tg24 Mattina in riferimento allo sciopero, dalle 12 alle 16 di oggi, dei dipendenti del gruppo Alitalia aderenti alla Cub Trasporti. "Le parti stanno trattando- aggiunge il ministro dei Trasporti- il governo e' impegnato in prima persona e indire uno sciopero in questo momento dimostra solamente un senso di irresponsabilita'". Quanto alle richieste dei sindacati, Matteoli sostiene che "anche se in maniera dura, stanno facendo il loro mestiere. Hanno cercato di portare a casa tutto cio' che era possibile in favore dei loro iscritti. Adesso o si firma o sara' molto difficile proseguire le trattative". Quanto ai possibili sviluppi futuri del negoziato, il ministro conclude: "Mi rendo conto delle grandi difficolta' e che su questa vicenda ci sono aspetti politici che comprendo anche se non condivido. Se alla fine trionfera' il buon senso arriveremo al voto, se non da parte di tutti, almeno da una parte che consenta a Cai di poter proseguire".
17 settembre 2008 - Agi
ALITALIA: CANCELLAZIONI E RITARDI PER SCIOPERO CUB TRASPORTI
(AGI) - Roma, 17 set. - Numerose cancellazioni di voli e ritardi per lo sciopero indetto dalla Cub Trasporti nel settore aereo. I dipendenti Alitalia si sono astenuti dalle 12 alle 16, mentre sciopereranno per l'intera giornata i lavoratori addetti ai servizi, agli aeromobili e ai passeggeri degli aeroporti di Bologna e Venezia. A Fiumicino sono stati 50 i voli cancellati. Deserto il Marconi di Bologna, dove e' pressoche' totale l'adesione di tutto il personale di terra e degli appalti. Ai 35 voli cancellati sinora se ne aggiungeranno altri nell'arco della serata. Al Marco Polo di Venezia sono stati cancellati 13 voli ed 8 hanno subito ritardi fra i 20 e i 60 minuti, con un bilancio da completare al termine dell'astensione. "Irresponsabile e' un governo che esclude dal confronto e dalla trattativa la Cub Trasporti ed i lavoratori che questa rappresenta ed intende difendere - ha dichiarato in una nota il coordinatore della Cub Trasporti Giampietro Antonini, rispondendo alle critiche del ministro Matteoli - Irresponsabili sono un governo e dei politici che hanno determinato lo sfacelo di Alitalia ed ora vogliono addossarne i costi ai cittadini e ai lavoratori, mentre regalano beni e proprieta' pubbliche a pirati imprenditoriali nostrani". "Irresponsabili - prosegue Antonini - sono il governo e chi avvalla accordi che invece di quantificare il numero dei lavoratori che rimarranno a spasso parlano solo di quelli che verranno assunti dalla nuova societa' Cai". Gli fa eco Antonio Amoroso, del coordinamento nazionale Cub Trasporti: "Per ben tre volte la Cub ha richiesto al Ministro Matteoli un incontro che non e' stato mai concesso e quattro volte abbiamo chiamato la sua segreteria senza risultato: chi e' l'irresponsabile?". "In un mondo in cui gli Stati Uniti, il paese capitalista per eccellenza sborsano 85 miliardi di dollari per salvare una compagnia assicurativa privata - conclude il coordinatore nazionale Cub Pierpaolo Leonardi - non si comprende perche' il nostro governo non possa salvare con l'intervento di stato la compagnia di bandiera, che opera in un settore strategico per l'economia del paese". L'iniziativa della Cub, si legge a margine della nota, continuera' con l'adesione allo sciopero del 17 ottobre promosso dal sindacalismo di base, "contro le scelte irresponsabili di chi partigianamente sostiene gli appetiti mai esausti dell'imprenditoria famelica italiana".
ALITALIA: CANCELLAZIONI E RITARDI PER SCIOPERO CUB TRASPORTI
(AGI) - Roma, 17 set. - Numerose cancellazioni di voli e ritardi per lo sciopero indetto dalla Cub Trasporti nel settore aereo. I dipendenti Alitalia si sono astenuti dalle 12 alle 16, mentre sciopereranno per l'intera giornata i lavoratori addetti ai servizi, agli aeromobili e ai passeggeri degli aeroporti di Bologna e Venezia. A Fiumicino sono stati 50 i voli cancellati. Deserto il Marconi di Bologna, dove e' pressoche' totale l'adesione di tutto il personale di terra e degli appalti. Ai 35 voli cancellati sinora se ne aggiungeranno altri nell'arco della serata. Al Marco Polo di Venezia sono stati cancellati 13 voli ed 8 hanno subito ritardi fra i 20 e i 60 minuti, con un bilancio da completare al termine dell'astensione. "Irresponsabile e' un governo che esclude dal confronto e dalla trattativa la Cub Trasporti ed i lavoratori che questa rappresenta ed intende difendere - ha dichiarato in una nota il coordinatore della Cub Trasporti Giampietro Antonini, rispondendo alle critiche del ministro Matteoli - Irresponsabili sono un governo e dei politici che hanno determinato lo sfacelo di Alitalia ed ora vogliono addossarne i costi ai cittadini e ai lavoratori, mentre regalano beni e proprieta' pubbliche a pirati imprenditoriali nostrani". "Irresponsabili - prosegue Antonini - sono il governo e chi avvalla accordi che invece di quantificare il numero dei lavoratori che rimarranno a spasso parlano solo di quelli che verranno assunti dalla nuova societa' Cai". Gli fa eco Antonio Amoroso, del coordinamento nazionale Cub Trasporti: "Per ben tre volte la Cub ha richiesto al Ministro Matteoli un incontro che non e' stato mai concesso e quattro volte abbiamo chiamato la sua segreteria senza risultato: chi e' l'irresponsabile?". "In un mondo in cui gli Stati Uniti, il paese capitalista per eccellenza sborsano 85 miliardi di dollari per salvare una compagnia assicurativa privata - conclude il coordinatore nazionale Cub Pierpaolo Leonardi - non si comprende perche' il nostro governo non possa salvare con l'intervento di stato la compagnia di bandiera, che opera in un settore strategico per l'economia del paese". L'iniziativa della Cub, si legge a margine della nota, continuera' con l'adesione allo sciopero del 17 ottobre promosso dal sindacalismo di base, "contro le scelte irresponsabili di chi partigianamente sostiene gli appetiti mai esausti dell'imprenditoria famelica italiana".
ALITALIA: INIZIATO SCIOPERO CUB, CAI APPLICHI CONTRATTO
(AGI) - Fiumicino, 17 set. - "Scioperiamo affinche' venga applicato anche in Cai il contratto nazionale del trasporto aereo, nonche' le normative relative al passaggio da un'azienda all'altra. Scioperiamo per dire no all'atteggiamento della Lega che sta portando avanti la propria battaglia contro l'aeroporto di Fiumicino per trasferire i voli Alitalia nello scalo milanese di Malpensa". Lo ha detto all'aeroporto di Fiumicino, Fabio Frati, responsabile nazionale della Cub Trasporti, dopo l'inizio dello sciopero di 4 ore proclamato dalla Cub Trasporti. "Qui nessuno vuole dire - riprende Frati - che con la sottoscrizione dell'accordo di un'intesa in cui e' prevista la possibilita' per la Cai di scegliere il personale da imbarcare nel nuovo vettore sulla base di un'assoluta discrezionalita' e senza alcun vincolo rispetto all'esistente normativa contrattuale e legislativa, si rischiano migliaia di esuberi, circa diecimila e altrettanti con l'indotto. Diciamo no a tutto questo, per riaprire l'accordo, difendere il nostro contratto e il nostro posto di lavoro". Intanto, nello scalo romano, fuori dall'uscita della hall Arrivi, si stanno radunando tra impiegati di terra, hostess e steward in divisa e in borghese, circa 300 persone.
ALITALIA: A FIUMICINO SFILANO CONTRO LA CAI 1.000 MANIFESTANTI
(AGI) - Roma, 17 set. - Circa 1.000 dipendenti dell'Alitalia stanno sfilando in corteo all'aeroporto di Fiumicino per protestare contro la Cai. I manifestanti, muniti di fischietti bandiere e cartelloni ("Meglio casellante che in Cai navigante" recita uno striscione) stanno creando qualche disagio alla circolazione automobilistaica al piano delle partenze nazionali. Insieme alle bandiere del Cub, che oggi ha indetto un o sciopero di 4 ore, sventolano quelle della Cgil e dello Sdl. Sono presenti tutte le categorie di lavoratori: impiegati, hostess stewart e piloti.
ALITALIA: DEI 40 VOLI CANCELLATI, 10 SU TRATTA ROMA-MILANO
(AGI) - Roma, 17 set. - Difficolta' per chi deve volare oggi con Alitalia. A causa dello sciopero indetto dai Cub, dalle 12 alle 16, e da altre mobilitazioni del personale di terra, 40 voli sono stati cancellati. Sono 21 i collegamenti diretti a Roma annullati mentre 19 quelli cancellati a Fiumicino. In particolare, difficolta' per i collegamenti Roma-Milano e Milano-Roma visto che sono stati cancellati 10 voli tra le due citta'.
CANCELLATI IN TOTALE 50 VOLI A FIUMICINO
(Agi) - Sono stati in totale 50 i voli cancellati a Fiumicino a causa delle proteste dei dipendenti Alitalia. E' questo il bilancio dell'agitazione di 4 ore (12-16) indetto dalla Cub Trasporti, cui si sono aggiunte nella stessa fascia oraria altre due scioperi del personale di terra di tutte le compagnie italiane indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl e quella della Uilt/ApM (Associazione piloti Meridiana).
17 settembre 2008 - Adnkronos
Alitalia, Sacconi: sindacati a Palazzo Chigi. 40 voli cancellati
Il ministro del Lavoro: ''Non c'è più trattativa''. Intanto lo stop di 4 ore dei Cub ferma gli aerei. Matteoli: ''Uno sciopero in questo momento è un gesto di irresponsabilità''. Angeletti (Uil): ''Tutte le condizioni"
Roma, 17 set. (Adnkronos/Ign) - Il nuovo incontro con tutte le organizzazioni sindacali è fissato per le 15:30 di oggi pomeriggio, a Palazzo Chigi. Ma secondo il ministro del Lavoro Sacconi, ''non c'è più trattativa''. A chiedere l'ennesima riunione, spiega il ministro, è stato il ''dottor Colaninno'', il quale ''ha chiesto a noi di convocare tutte le nove organizzazioni alle quali rivolgerà un suo ragionamento". La posizione della Cai comunque rimane sempre la stessa. Stessi livelli retributivi a fronte di un netto aumento della produttività del personale, sottolinea l'ad Rocco Sabelli. ''Lo diciamo dall'inizio, forse qualcuno non l'ha capito''. Ottimista il leader della Uil, Luigi Angeletti, secondo cui oggi potrebbero esserci ''tutte le condizioni per un accordo''. ''Sui contratti - spiega - c'è un lavoro compiuto quasi a metà. Si tratta ora di scegliere tra due opzioni: la prima di accontentarsi di quello che c'è, la seconda di rinviare tutto quello che manca ad una successiva trattativa''. Il frutto del negoziato sarebbe infatti una ''bozza di proposta'' che prevede per tutto il personale di terra l'invarianza di salario e per il personale di volo, a parità di stipendio, l'aumento del 6% delle ore di volo. Resterebbe infine confermata la 14esima mensilità, così come non verrebbero decurtati i giorni di ferie. Intanto, mentre la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha stabilito che Il decreto legge sul salvataggio di Alitalia sarà all'esame della Camera il 20 ottobre, il ministro Sacconi ha spiegato in Aula le affermazioni fatte ieri dal commissario Augusto Fantozzi. ''Ci ha detto proprio ieri che ha sentito le grandi compagnie che ragionevolmente avrebbero potuto in teoria presentare una proposta nel momento in cui si dovesse determinare il ritiro della cordata guidata da Colaninno. Gli amministratori di British Airways, Lufthansa e Air France hanno comunicato di non essere interessati a presentare proposte, ma di essere interessati solo a partecipazioni minoritarie''. Intanto però, lo sciopero di 4 ore (dalle 12 alle 16) dei Cub ha costretto Alitalia a cancellare 40 voli. Uno stop ''in questo momento ''dimostra solamente un senso di irresponsabilità'', attacca il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. I sindacati, aggiunge, ''stanno facendo il loro mestiere'' ma adesso ''o si firma o sarà molto difficile proseguire''.
MATTEOLI: SCIOPERO CUB E' GESTO DI IRRESPONSABILITA'
(Adnkronos) - "E’ un gesto di irresponsabilita’, mentre si tratta non si fanno gli scioperi". Cosi’ il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, parla a Affaritaliani.it dello sciopero di quattro ore dei Cub.
ALITALIA: CUB, NOSTRO SCIOPERO
HA PROVOCATO RITARDI E CANCELLAZIONE VOLI
IRRESPONSABILE CHI HA DETERMINATO SFACELO COMPAGNIA, ORA SE NE ADDOSSI COSTI
Roma, 17 set. (Adnkronos) - Sta provocando numerose cancellazioni di voli e ritardi lo sciopero indetto per oggi dalla Cub Trasporti nel settore aereo. A darne conto in una nota e' la Confederazione unitaria di base. "Sono in corso le astensioni indette per i dipendenti Alitalia - proseguono - dalle 12 alle 16, e di 24 ore per i lavoratori addetti ai servizi, agli aeromobili e ai passeggeri degli aeroporti di Bologna e Venezia. Sono 40 i voli cancellati a Fiumicino solo nella mattinata, con una prospettiva di aumento nel corso dello sciopero. Oltre 1.000 lavoratori hanno sfilato in corteo nello scalo romano. Deserto il Marconi di Bologna, dove e' pressoche' totale l'adesione di tutto il personale di terra e degli appalti. Ai 35 voli cancellati sinora se ne aggiungeranno altri nell'arco della serata. Al Marco Polo di Venezia sono stati cancellati 13 voli ed 8 hanno subito ritardi fra i 20 e i 60 minuti, con un bilancio da completare al termine dell'astensione". Alle critiche verso lo sciopero della Cub avanzate dal ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteoli, risponde il Coordinatore della Cub Trasporti Giampietro Antonini: ''Irresponsabile e' un Governo che esclude dal confronto e dalla trattativa la Cub Trasporti ed i lavoratori che questa rappresenta ed intende difendere. Irresponsabili sono un Governo e dei politici che hanno determinato lo sfacelo di Alitalia ed ora vogliono addossarne i costi ai cittadini e ai lavoratori, mentre regalano beni e proprieta' pubbliche a pirati imprenditoriali nostrani. Irresponsabili - conclude Antonini - sono il Governo e chi avvalla accordi che invece di quantificare il numero dei lavoratori che rimarranno a spasso parlano solo di quelli che verranno assunti dalla nuova societa' Cai''. ''Per ben tre volte la Cub ha richiesto al ministro Matteoli un incontro che non e' stato mai concesso - precisa Antonio Amoroso del Coordinamento nazionale Cub Trasporti settore Aereo - e quattro volte abbiamo chiamato la sua segreteria senza risultato: chi e' l'irresponsabile?''. Conclude Pierpaolo Leonardi, Coordinatore nazionale CUB: ''In un mondo in cui gli Stati Uniti, ovvero il paese capitalista per eccellenza, sborsano 85 miliardi di dollari per salvare una compagnia assicurativa privata, non si comprende perche' il nostro governo non possa salvare con l'intervento di stato la compagnia di bandiera, che opera in un settore strategico per l'economia del paese''. L'iniziativa della CUB continuera' con l'adesione allo sciopero del 17 ottobre promosso dal sindacalismo di base, contro le scelte "irresponsabili di chi partigianamente sostiene gli appetiti mai esausti dell'imprenditoria famelica italiana".
ALITALIA: SCIOPERO CUB, A BOLOGNA CANCELLATI 34 VOLI
Bologna, 17 set. - (Adnkronos) - In relazione allo sciopero indetto per oggi da Cub-RdB per i lavoratori di Sab, MH, Bas, Giacchieri e Koop Service, all'Aeroporto 'Guglielmo Marconì di Bologna le compagnie aeree hanno provveduto alla cancellazione di 34 voli tra nazionali ed internazionali: si tratta di 16 arrivi e 18 partenze. Ne dà notizia una nota dell'aeroporto. Questa la suddivisione per compagnie: 6 voli Lufthansa, 6 Iberia / Air Nostrum, 4 Alitalia, 4 Klm, 4 Tap, 4 Air France, 3 Austrian, 2 British Airways e 1 Czech Airlines. A causa dello sciopero, inoltre, sono stati effettuati tre dirottamenti di voli in arrivo: i voli AirOne da Lamezia Terme e da Napoli sono stati dirottati a Forlì, mentre il volo Germanwings da Colonia è stato dirottato a Verona.
ALITALIA: CANCELLATI CINQUE VOLI A LINATE
Milano, 17 set. - (Adnkronos) - Soni cinque i voli Alitalia cancellati oggia Linate a causa dello sciopero dei Cub dalle 12 alle 16. I voli erano destinati a Roma Fiumicino. All'aeroporto pero' non ci sono stati disagi perche' la cancellazione era stata annunciata e al termine dello sciopero l'attivita' e' ripresa regolarmente.
17 settembre 2008 - Asca
ALITALIA: CUB A MATTEOLI, IRRESPONSABILE ESCLUDERCI DA TRATTATIVA
(ASCA) - Roma, 17 set - ''Irresponsabile e' un Governo che esclude dal confronto e dalla trattativa la CUB Trasporti ed i lavoratori che questa rappresenta ed intende difendere''. Il coordinatore della CUB Trasporti Giampietro Antonini replica cosi' in una nota alle critiche verso lo sciopero della CUB avanzate dal Ministro dei Trasporti Altero Matteoli. ''Irresponsabili - prosegue Antonini - sono il Governo e chi avvalla accordi che invece di quantificare il numero dei lavoratori che rimarranno a spasso parlano solo di quelli che verranno assunti dalla nuova societa' CAI''. ''Per ben tre volte la CUB ha richiesto al Ministro Matteoli un incontro che non e' stato mai concesso - precisa Antonio Amoroso del Coordinamento nazionale CUB Trasporti settore Aereo - e quattro volte abbiamo chiamato la sua segreteria senza risultato: chi e' l'irresponsabile?''.
ALITALIA: 10 I VOLI TRA ROMA E MILANO CANCELLATI PER SCIOPERO
(ASCA) - Roma, 17 set - Tra i quaranta i voli cancellati oggi dall'Alitalia per uno sciopero indetto dalla Cub Trasporti, dieci riguardano la tratta Roma-Milano,equamente divisi tra quelli in partenza da Linate e quelli da Fiumicino. Lo rende noto la stessa compagnia sul proprio sito web, dove vengono elencati in dettaglio tutti i voli soppressi. L'agitazione, che durera' quattro ore (dalle 12 alle 16) riguarda tutti i dipendenti della compagnia.
17 settembre 2008 - Apcom
SCIOPERO DI 4 ORE LAVORATORI CUB, 40 VOLI CANCELLATI
(Apcom) - Disagi oggi per chi vola. I lavoratori di Alitalia ed Alitalia servizi aderenti al sindacato di base Cub sciopereranno per 4 ore, dalle 12.00 alle 16.00. Prevista la cancellazione di 40 voli che si possono leggere sul sito di Alitalia. Previsti anche dei presidi a Fiumicino.
"Inaccettabile e pericolosa - scrive il Cub in una nota - la decisione di Cgil, Cisl, Uil e Ugl di sottoscrivere una intesa in cui si sancisce la possibilità per la Cai di scegliere il personale da imbarcare nel nuovo vettore sulla base di una assoluta discrezionalità e senza alcun vincolo rispetto alla esistente normativa contrattuale e legislativa. Nessun rispetto delle leggi vigenti, dei contratti, delle invalidità, dei carichi di famiglia, dell'anzianità".
Aeroporti/ Al "Marconi" cancellati 34 voli per sciopero Cub-Rdb
Tre sono stati dirottamenti di voli previsti in arrivo a Bologna
Bologna, 17 set. (Apcom) - Per lo sciopero indetto per oggi da Cub-Rdb per i lavoratori di Sab, Mh, Bas, Giacchieri e Koop Service, all'aeroporto "Marconi" di Bologna le compagnie aeree hanno provveduto alla cancellazione di 34 voli tra nazionali ed internazionali: 16 arrivi e 18 partenze (sei voli Lufthansa, sei Iberia / Air Nostrum, quattro Alitalia, quattro Klm, quattro Tap, quattro Air France, tre Austrian, due British Airways e uno Czech Airlines). A causa dello sciopero, inoltre, sono stati effettuati tre dirottamenti di voli in arrivo: i voli AirOne da Lamezia Terme e da Napoli sono stati dirottati a Forlì, mentre il volo Germanwings da Colonia è stato dirottato a Verona.
17 settembre 2008 - Reuters
Alitalia, da sindacati tre sì, un no e cinque indecisi su piano
di Alberto Sisto
ROMA (Reuters) - In tre hanno detto subito di sì: Cisl, Uil e Ugl. Uno solo ha detto no: è l'Unione piloti. Gli altri cinque -- Anpac, Cgil, Anpav,Avia e Sdl -- utilizzeranno tutto il tempo, fino a domani alle 15,50, per dare la loro risposta e cercare di strappare. Così l'offerta della Compagnia aerea italiana (Cai) per Alitalia, vivrà la sua ultima notte di bagno maria in attesa delle valutazione dei sindacati ancora incerti che dovrà arrivare domani entro le 15,50, come ha detto, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, a conclusione dell'incontro durato circa 3 ore. Difficile fare previsioni perché queste ore saranno spese dai sindacati per ottenere delle concessioni dell'ultimo minuto. Che Cai però difficilmente dovrebbe concedere. Almeno a giudicare dalle dichiarazioni con cui il presidente di Cai, Roberto Colaninno, ha aperto la riunione: "E' stato concesso più di quanto fosse previsto, non c'è più niente da concedere, non c'è più una lira da condividere", una dichiarazione lapidaria, malgrado l'azionista di riferimento della cordata italiana che mira a rilevare parte di Alitalia dal commissario straordinario avesse appena detto che non avrebbe posto un aut aut. Colaninno ha però anche chiesto esplicitamente il consenso dei sindacati, spiegando che non si sta comprando un gioiello, e senza specificare se stava richiedendo l'unanimità. Ma, secondo una fonte vicina alla trattativa, "basta il sì di una parte significativa" dei sindacati. Per parte sua il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha definito "importante che immediatamente e senza esitazioni tre grandi organizzazioni confederali abbiano dato il loro consenso alla società Cai". Dopo aver ribadito che i tempi della trattativa sono finiti, Sacconi ha detto di credere che "il consenso di Cisl, Uil e Ugl sia la premessa importante per un consenso più ampio entro domani". Ai piloti che da sempre rivendicano la loro specificità e proteggono le loro associazioni professionali Colaninno non ha voluto lasciare la possibilità di farsi illusioni: "Nel nostro modello aziendale i piloti sono dipendenti, non associazioni professionali". Una franchezza talmente ruvida che non potrà non mettere in crisi e in imbarazzo l'Anpac, la più forte organizzazione dei piloti, e l'Up che in prospettiva vedranno ridimensionata la loro forza sindacale. L'Anpac ha comunque chiesto di poter discutere ulteriori concessioni specifiche che difficilmente però verranno concesse, se Colaninno terrà fede alla parola. Chi ha detto sì all'offerta di Cai, lo ha fatto temendo la prospettiva della liquidazione. "Non è il punto d'arrivo sperato", ha detto il numero uno della Uil Luigi Angeletti. Anche dopo aver avuto l'assicurazione che se lavoreranno di più, molto di più, i dipendenti potranno mantenere le loro retribuzioni. Assicurazione che tuttavia non convince tutti: "In alcuni casi per mantenere la retribuzione dovremo lavorare oltre le 1.000, ma i limiti ministeriali sono di 900", dice Antonio Divietri dell'Avia. Renata Polverini, segretario generale dell'Ugl, ha posto la questione, ancora irrisolta, dell'alleato internazionale. Chi ha chiesto tempo, come la Cgil, lo ha fatto per respingere l'offerta fatta da Colaninno di premi variabili con distribuzioni dell'utile, il 7% dell'utile netto: 40% ai piloti, 30% al personale di volo e l'ultimo 30% agli altri dipendenti. Il segretario nazionale della Cgil, Fabrizio Solari, ha detto che il premio pagato con gli utili dovrebbe essere aggiuntivo al salario perché è noto che per la Cgil "il salario non può essere scambiato con la partecipazione agli utili". Anche se nella conferenza stampa conclusiva Solari ha detto di non essere ottimista sulla possibilità di raggiungere un'intesa. L'Anpav, che difende gli assistenti di volo, ha chiesto il rispetto degli attuali salari e di vedere le carte "per sapere dove andiamo e dove andremo". Il Sindacato dei lavoratori (Sdl) ha detto, durante la conferenza stampa con il segretario Fabrizio Tomaselli, "che non si può firmare un contratto che non si è potuto leggere" lamentando l'assenza di documentazione. E sospettando l'esistenza di altri documenti oltre l'accordo quadro messo insieme dai sindacati Confederali, governo e Cai la scorsa settimana. Divietri, in conferenza stampa, ha detto di ritenere che la Cai "stia creando le condizioni per sfilarsi da un'operazione complessa attribuendone le responsabilità ai sindacati". E forse c'è del vero anche se tutti conoscono la tenacia di Colaninno. Ma una fonte vicino all'azienda dice: "Stanno trattando come se stessimo al rinnovo di un contratto e non al tentativo di rilancio di un'azienda decotta". Intanto fra stanotte e domani i sei che non si sono detti d'accordo con la proposta di Cai probabilmente cercheranno di trovare una posizione comune in vista di un tentativo disperato dell'ultima ora di trovare l'intesa. Intanto, a Fiumicino oggi sono stati cancellati 50 voli Alitalia a causa di uno sciopero di quattro ore del sindacato Cub, al quale si sono aggiunte nella stessa fascia oraria altre due agitazioni del personale di terra di tutte le compagnie italiane indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl e quella della Uilt/ApM (Associazione piloti Meridiana).
Alitalia,50 voli cancellati a Fiumicino per sciopero Cub
ROMA, 17 settembre (Reuters) - A conclusione delle 4 ore di sciopero di oggi sono stati cancellati 50 voli Alitalia a Fiumicino a causa di uno sciopero del sindacato Cub, al quale si sono aggiunte nella stessa fascia oraria altre due agitazioni del personale di terra di tutte le compagnie italiane indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl e quella della Uilt/ApM (Associazione piloti Meridiana). Si alza quindi la tensione in vista del consiglio di amministrazione di domani di Compagnia aerea italiana (Cai), la cordata di imprenditori italiani che si è offerta di comprare le attività volo del vettore in amministrazione straordinaria. "Chi sciopera durante una trattativa dimostra una grande irresponsabilità", ha commentato stamattina il ministro dei Trasporti Altero Matteoli. "Ora o si firma o è molto difficile proseguire le trattative". Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha detto che entro domani i nove sindacati dei lavoratori di Alitalia dovranno decidere se sottoscrivere il piano industriale proposto da Cai. Successivamente il gruppo presieduto dal numero uno di Piaggio, Roberto Colaninno, deciderà o meno se andare avanti con l'offerta. "Firmeremo con chi ci sta, quindi verificheremo la stato sui consensi", ha detto Sacconi. Silvio Berlusconi, che in campagna elettorale ha bocciato un'offerta di Air France-Klm e ha sostenuto la formazione di una cordata italiana, ha minacciato i sindacati di ritirare i 7 anni di ammortizzatori sociali con stipendio all'80% promessi per i lavoratori in esubero in caso di mancato accordo con Cai.
17 settembre 2008 - AMI
Alitalia. Grande agitazione a Fiumicino per lo sciopero Cub-Trasporti. Sindacati convocati alle 15:30
Grande agitazione a Fiumicino per lo sciopero indetto dal Cub-Trasporti cominciato alle 12 e che proseguirà fino alle 16. Centinaia di lavoratori in protesta si sono riuniti anche davanti ai check-in dell'Alitalia, cercando di convincere i dipendenti della compagnia in servizio ad unirsi alla protesta, apostrofandoli anche con cori di «Fuori!Fuori! Stronzi, venite fuori». Alcuni scioperanti denunciano che le persone al momento al lavoro nei check-in starebbero sì lavorando per Alitalia, ma senza contratto. Cori di disapprovazione e critica anche verso il Governo e Cai. Nell'area occupata dai manifestanti si è sentito un coro: «Meglio falliti che in mano a 'sti banditi». Intanto alle 15:30 il presidente di Cai, Roberto Colaninno, ha convocato a Palazzo Chigi una riunione in cui «esporrà il proprio ragionamento alle 9 organizzazioni sindacali di Alitalia». A Fiumicino anche altri lavoratori sono in sciopero, tra cui alcuni dipendenti di Air One, che invece non doveva essere coinvolta negli scioperi che si stanno svolgendo parallelamente e non concernenti la vertenza Alitalia.
17 settembre 2008 - L'Unione Sarda online
Tensione a Fiumicino: manifestazione contro CAI
Disagi nel principale scalo della capitale per lo sciopero indetto dai Cub. Alle 14.30 si è conclusa la manifestazione dei dipendenti Alitalia alla quale ha preso parte anche il personale tecnico e di cabina di Air One.
I manifestanti, armati di fischietti e trombette, cartelloni con scritte come "Meglio casellante che in CAI navigante", "Assistenti di volo precari dal 2000, ci siamo anche noi, non siamo fantasmi", sotto gli occhi di centinaia di passeggeri gridavano "buffoni", "buffoni" ma anche "fuori", rivolgendosi ai loro colleghi di Alitalia che stavano lavorando dietro ai banchi dei check in.
PASSEGGERI SOLIDALI. Alcuni passeggeri al passaggio del corteo rivolgevano loro applausi e parole di sostegno. "Fanno bene a fare tutto questo baccano - il commento di un viaggiatore in partenza per Napoli - qui il Governo sta decidendo le sorti di migliaia di lavoratori. Tanto a loro, che guadagnano cifre stratosferiche, cosa importa!". Altri due passeggeri alla vista dei manifestanti hanno iniziato a scattare fotografie con i loro telefonini e ad applaudire. "E' a dir poco vergognoso quello che sta accadendo alla nostra bella compagnia di bandiera - dice Marco Galeffi, in procinto di partire insieme con la moglie per Monaco - Non saremmo dovuti arrivare fino a questo punto e la classe politica dovrebbe riflettere a fare 'mea culpa' perché ha delle enormi responsabilità".
CUB, DIFENDERE IL CONTRATTO. "Il prezzo da pagare per questo accordo con la CAI, che di fatto ridimensionerebbe anche lo scalo di Fiumicino, è davvero troppo alto - ha affermato Antonio Amoroso, sindacalista CUB trasporti - qui si parla di almeno diecimila persone coinvolte che rischiano di andare a spasso e altrettante nell'indotto. E' inaccettabile, diciamo giù le mani dal nostro contratto, chiediamo maggiore tutela dei diritti salariali e normativi acquisiti, respingendo con forza l'ulteriore abbattimento del costo del lavoro perseguito attraverso il peggioramento dei contratti".
Sciopero: Cancellati 34 voli Alitalia all'aeroporto di Bologna
Disagi all'aeroporto Marconi di Bologna per lo sciopero dei lavoratori di Alitalia, promosso da Cub Trasporti. Alle 14 sono 34 i voli in partenza e in arrivo cancellati, più tre aerei in arrivo che sono stati dirottati su altri scali. Il bilancio è tuttavia provvisorio perché l'agitazione prosegue durante la giornata. Nello scalo bolognese, all'iniziativa nazionale di Cub si aggiunge lo sciopero locale del personale di terra, anch'esso proclamato dal sindacato di base, dei dipendenti di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service. Rdb-Cub fa sapere con una nota che "l'aeroporto è deserto e l'adesione è pressochè totale". L'agitazione terminerà alle 16.
17 settembre 2008 - Il Resto del Carlino online
AEROPORTO MARCONI
Doppio sciopero: saltano 34 voli
Secondo il Cub trasporti ''L'adesione è stata pressochè totale''. I disagi causati dall'agitazione dei dipendenti della compagnia di bandiera e dalle sigle sindacali del personale di terra
Bologna, 17 settembre 2008 - A causa dello sciopero dei lavoratori di Alitalia, promosso da Cub Trasporti si sono già registrati i primi disagi all'aeroporto Marconi. 34 voli in partenza e in arrivo cancellati alle 14, e tre aerei dirottati su altri scali. Bilancio per il momento provvisorio per le eventuali ripercussioni ( il termine dello sciopero è alle 16). Nello scalo bolognese, all'iniziativa nazionale di Cub si aggiunge anche lo sciopero locale del personale di terra, anch'esso proclamato dal sindacato di base. A incrociare le braccia i dipendenti di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service. Rdb-Cub informa che ''l'aeroporto è deserto e l'adesione pressochè totale''.
17 settembre 2008 - Romagna Oggi
Bologna: sciopero al 'Marconi', 35 voli cancellati
BOLOGNA - Terminal "deserti" e "35 voli cancellati". Cantano vittoria le Rappresentanze sindacali di base (Rdb) per il successo dello sciopero di 24 ore che ha coinvolto gli addetti ai servizi a terra dell'Aeroporto di Bologna. Hanno incrociato le braccia i dipendenti di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service. "La partecipazione dei lavoratori è pressoché totale, altri voli saranno cancellati in serata", ha fatto sapere attraverso una nota Massimo Betti, responsabile Rdb di Bologna. "La partecipazione dei lavoratori allo sciopero- ha sostenuto Betti- è la dimostrazione concreta di quanto siano sentiti e gravi i problemi da tempo sollevati dalla Cub e di quanto sia condivisa la piattaforma dello sciopero". Alla base della mobilitazione, "la difesa dei lavoratori in appalto, l'applicazione del contratto unico per tutti i lavoratori dello scalo, il rinnovo degli integrativi scaduti" e il ripristino della "democrazia sindacale", con l'ammissione delle Rdb ai tavoli sindacali. "Nessun politico che governa in Regione, in Provincia e in Comune puo' fare finta che questa dirigenza sia in grado di gestire una realta' cosi' economicamente e socialmente rilevante come l'Aeroporto con il consenso di chi quest'attivita' la fa funzionare materialmente ogni giorno: i lavoratori", ha continuato il responsabile Rdb di Bologna. Betti usa parole dure nei confronti dei vertici dello scalo: "Questa dirigenza continua a scaricare sulle spalle di chi lavora i costi di una gestione scellerata. Lo fa con gli appalti al massimo ribasso, con l'arroganza dei gestori nei confronti dei propri dipendenti, con lo spezzettamento salariale delle aziende che operano all'interno dell'aeroporto". C'e', inoltre, grande preoccupazione per il bando di selezione di un partner industriale per Marconi Handling. "Vogliono vendere la societa'- e' l'accusa delle Rdb- senza tutele, senza nessuna clausola sociale che preservi i posti di lavoro".
17 settembre 2008 - Il Sole 24 Ore.com
Alitalia, ultimatum di Colaninno. Sindacati divisi sull'offerta Cai
La Cisl dà la propria adesione alla proposta di Cai. È questo l'orientamento espresso dal segretario generale Raffaele Bonanni al tavolo con Governo, sindacati e azienda sul piano di rilancio di Alitalia. Secondo quanto riferito dalle principali agenzie stampa, Bonanni avrebbe sottolineato che «i giorni della trattativa non sono passati invano perchè abbiamo discusso sul piano industriale attentamente. Non ricordo che sia mai successo - ha aggiunto - che il sindacato si rimangiasse la parola dopo aver ottenuto modifiche importanti sul piano industriale e soprattutto dopo aver condiviso questo progetto pur riconoscendone i limiti». La Cisl, insomma, manterrà la parola data, specie dopo la decisione di Cai di destinare il 7% degli utili ai lavoratori. E anche la Uil non se la sente di far naufragare il potenziale accordo con un no secco e senza uscita. «Cai non ritirerà l'offerta a causa nostra», dichiara il segretario generale Luigi Angeletti, per il quale, pur essendo il merito «lontano da ciò che noi pensavamo fosse equo pattuire la Uil non farà dire a Cai nel consiglio di amministrazione che è necessario ritirare l'offerta perchè i sindacati non hanno accettato le proposte conclusive. Stessa posizione da parte del sindacato Ugl e della sua leader, Renata Polverini. La Cgil, invece, prende tempo fino a domani per dare una risposta sul piano industriale proposto da Cai perché - dice Fabrizio Solari - intende «allargare al massimo il consenso utilizzando il tempo fino alle 16 di domani», ma sostanzialmente chiarisce che «se non cambia nulla per noi è un no». «La partecipazione agli utili - prosegue Solari - non può essere barattata col salario. Non è possibile immaginare che una parte significativa del salario non sia legata direttamente al lavoro». «Se si deve parlare - aggiunge il leader sindacale - di ripartizione degli utili questi devono essere aggiuntivi ai normali trattamenti salariali». Inoltre, secondo Solari, bisogna ricreare un clima «positivo all'interno dell'azienda», cosa che, spiega, «si ottiene allargando il consenso, ossia il numero dei lavoratori che ritengono quell'accordo sufficiente». L'uscita allo scoperto della sigle sindacali segue a stretto giro l'ultimatum del presidente della Cai, Roberto Colaninno, che ha annunciato in giornata la conclusione della trattativa e la volontà di ritirare l'offerta se entro domani non ci sarà il «consenso» dei sindacati alla proposta. «Avete ottenuto in queste due settimane quello che non era previsto concedere. Non c'è più nulla di cui discutere, non c'è una lira in più da condividere», avrebbe detto Colaninno durante l'incontro a Palazzo Chigi con il Governo e tutte le principali sigle sindacali (all'incontro a Palazzo Chigi per il Governo sono presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, e Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture. Sono inoltre presenti , oltre a Colaninno, l'ad di Cai, Rocco Sabelli. Per i sindacati i segretari generali di Ugl, Cisl e Uil, Renata Polverini, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, mentre per la Cgil è al momento presente il segretario confederale, Fabrizio Solari. Al tavolo anche le sigle delle associazioni professionali Anpav, Avia, Anpav, Up e il sindacato autonomo Sdl). «Non stiamo comprando un gioiello, stiamo comprando una azienda in dissesto», ha insistito Colaninno, chiarendo che l'offerta «è condizionata al consenso della forza lavoro», e specificando anche che per Cai «i piloti sono dipendenti e non un'associazione professionale». La pensano, ovviamente, in maniera diversa le sigle sindacali come l'Unione Piloti, che per bocca del suo segretario Massimo Notaro, fa sapere che se nella trattativa per il salvataggio di Alitalia non emergono elementi nuovi, il giudizio dell'Up restarà negativo. Il sottosegretario Gianni Letta ha indicato nelle 15.50 di domani il termine ultimo per una risposta definitiva da parte dei sindacati all'offerta della Cai. Alle 16 è prevista infatti l'assemblea della newco per decidere se procedere o meno nell'offerta per Alitalia. E intanto mentre la nuova compagnia si gioca l'ultima carta per prendere il volo, a causa degli scioperi tanti passeggeri della vecchia Alitalia oggi sono rimasti a terra. Cancellati 40 voli a causa dalla mobilitazione dei Cub, dalle 12 alle 16, e da altre iniziative del personale di terra. Grosse difficoltà per i collegamenti Roma-Milano e Milano-Roma a causa della cancellazione di 10 voli tra le due città. A Fiumicino circa mille dipendenti dell'Alitalia hanno sfilato in corteo per protestare contro la Cai. I manifestanti, muniti di fischietti bandiere e cartelloni hanno creato qualche disagio alla circolazione automobilistica al piano delle partenze nazionali. Presenti tutte le categorie di lavoratori: impiegati, hostess steward e piloti.
17 settembre 2008 - Panorama.it
Alitalia, 12 ore di sciopero, cancellati 40 voli
Dalle 12 alle 16 di oggi scioperano i dipendenti del gruppo Alitalia aderenti alla Cub Trasporti e la compagnia aerea ha gia’ previsto la cancellazione di 40 voli. Il sindacato autonomo critica in particolare l’intesa sottoscritta dalla cordata italiana e Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sottolineando che "segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sarà ridotta ad un vettore poco più che nazionale". Inoltre sono previsti anche altri scioperi del settore del trasporto aereo, programmati da tempo e non legati alla vertenza Alitalia, tra cui quello del personale di terra di tutte le compagnie indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl. Iniziative che, di riflesso, potrebbero causare disagi all’operatività dei voli di tutte le compagnie. AirOne prevede solo disagi limitati. Tra gli altri scioperi, che si sovrappongono tutti dalle 12 alle 14, secondo quanto si legge sul sito del Garante, è previsto lo stop dei sindacati autonomi e di base per il personale della Sea (dalle 12 alle 16), la società di gestione degli aeroporti di Milano Linate e Malpensa. Nel frattempo, il ministro del Lavoro non fa sconti. Giovedì mattina si deciderà il destino di Alitalia. E sarà sull’offerta di Compagnia aerea italiana (Cai), il cui piano non è modificabile: rotte e flotta non sono oggetto di discussione. Il governo chiederà ai nove sindacati chi ci sta. "Firmeremo con chi ci sta, e sono tutti chiamati a rispondere": il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, avverte che è ormai giunta l’ora x, visto che nel pomeriggio di giovedì alle 16 Cai riunisce l’assemblea per decidere se portare avanti l’offerta per la compagnia. E il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, auspica che l’acquirente sia Cai, perché se si ritira la prospettiva è portare i libri in tribunale. La dead line per il salvataggio di Alitalia, dopo cinque rinvii, sembra dunque arrivata. Ieri sera, ha rivelato Sacconi a Porta a Porta, Cai ha tentato un incontro per la firma con i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl che "non si è svolto per indisponibilità del segretario della Cgil". Ed è stato il leader della Cisl, Raffaele Bonanni a spiegare che Gugliemo Epifani "vuole discutere ancora, migliorare le condizioni contrattuali, che è anche una mia opinione ma che ad ore può far sparire l’unico riferimento per la compagnia".
Fabio Berti, leader dell’Anpac, che è sempre stata la potente associazione dei piloti, ha negato di voler difendere privilegi, ha confermato la disponibilità a sacrifici e assicurato che farà il massimo per evitare il fallimento, auspicando un accordo nel più breve tempo possibile ma con un passo indietro e senso di responsabilità a tutto tondo. Ha anche detto, però, che ci sono ancora problemi sostanziali per piloti e assistenti volo, ma sono risolvibili, diversamente sarebbe una pazzia. Tempo per ulteriore trattativa non c’è e i "tatticismi dei sindacati, i bizantinismi, non hanno senso", si è sfogato Sacconi parlando di un negoziato "defatigante dopo una settimana vissuta da pipistrello", per le nottate al tavolo della trattativa. E poi una stoccata alla Cgil: "Qualcuno si è seduto al tavolo con un disegno non sindacale ma politico". Il ministro ha poi richiamato l’attenzione sulle difficoltà di Alitalia, sottolineando che "il mondo sta cambiando, c’è stato il fallimento di Lehman Brothers, stiamo assistendo ad uno tsunami. Questo paese - ha però assicurato - saprà reagire". In assenza di altre offerte, ha infine ribadito Fantozzi, si tirerà avanti cercando qualcuno finché ci sono i soldi, verosimilmente per poco (alle 10 di ogni giorno Alitalia deve pagare 1,4 milioni di euro per il rifornimento di carburante), poi porterà i libri in tribunale. Air France, Lufthansa e British Airways valuteranno di entrare in Cai "una volta risolti tutti i problemi attuali, con quote di minoranza e contratti di collaborazione".
Alla fine della trasmissione, Vespa ha invitato il ministro, Bonanni e Berti per una firma, un impegno pubblico a non far fallire l’Alitalia, alla ormai famosa scrivania del contratto con gli italiani del premier Berlusconi: il ministro annuncia che giovedì mattina si vedrà chi ci sta, Berti fa una timida promessa e Bonanni chiede: "Ma allora non firmiamo?".
17 settembre 2008 - La Stampa.it
LA COMPAGNIA AEREA NELLA BUFERA
Alitalia, Sacconi: non c'è più trattativa
ROMA - Potrebbe essere arrivata a una svolta decisiva la vicenda Alitalia. Il governo ha infatti convocato per questo pomeriggio a Palazzo Chigi le nove sigle sindacali che rappresentano i dipendenti Alitalia, mentre il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha annunciato lapidario che «non c’è più trattativa». Alla riunione saranno presenti anche i vertici della Cai. Probabilmente Colaninno e Sabelli formalizzeranno la loro offerta definitiva ai sindacati. Intanto cresce la tensione tra i dipendenti Alitalia: circa 1.000 lavoratori stanno sfilando in corteo all’aeroporto di Fiumicino per protestare contro la Cai. I manifestanti, muniti di fischietti bandiere e cartelloni ("Meglio casellante che in Cai navigante", recita uno striscione) stanno creando qualche disagio alla circolazione automobilistaica al piano delle partenze nazionali. Insieme alle bandiere del Cub, che oggi ha indetto un o sciopero di 4 ore, sventolano quelle della Cgil e dello Sdl. Sono presenti tutte le categorie di lavoratori: impiegati, hostess stewart e piloti. «Il dottor Colaninno - ha aggiunto Sacconi - ci ha chiesto di convocare una riunione di tutte e nove le sigle sindacali a cui vuole rivolgere un suo ragionamento». Il ragionamento che i vertici Cai faranno ai sindacati è stato in parte anticipato dall’amministratore unico Rocco Sabelli: la nuova Alitalia garantirà gli stessi salari ai dipendenti ma la produttività dovrà aumentare in maniera netta. Interpellato dai giornalisti riguardo alla disponibilità della società a concedere gli stessi salari con un congruo aumento di produttività, il top manager ha risposto: «È dall’inizio che diciamo questo, forse qualcuno non l’aveva capito». E intanto mentre la nuova compagnia si gioca l’ultima carta per prendere il volo, a causa degli scioperi tanti passeggeri della vecchia Alitalia oggi sono rimasti a terra. Cancellati 40 voli a causa dalla mobilitazione dei Cub, dalle 12 alle 16, e da altre iniziative del personale di terra. Grosse difficoltà per i collegamenti Roma-Milano e Milano-Roma a causa della cancellazione di 10 voli tra le due città. A Fiumicino circa 1.000 dipendenti dell’Alitalia hanno sfilato in corteo per protestare contro la Cai. I manifestanti, muniti di fischietti bandiere e cartelloni hanno creato qualche disagio alla circolazione automobilistica al piano delle partenze nazionali. Presenti tutte le categorie di lavoratori: impiegati, hostess steward e piloti. Da segnalare, infine, che il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola ha ammesso alla procedura di amministrazione straordinaria le società Alitalia Airport e Alitalia Servizi.
17 settembre 2008 - TTG
Cancellati 40 voli Alitalia per lo sciopero odierno di quattro ore
Difficoltà per chi deve volare oggi con Alitalia. A causa dello sciopero indetto dai Cub, dalle 12 alle 16, e da altre mobilitazioni del personale di terra, 40 voli sono stati cancellati. Sono 21 i collegamenti diretti verso Roma annullati, mentre sono 19 quelli cancellati da Fiumicino. In particolare, difficoltà per gli operativi Az sulla rotta Roma-Milano e Milano-Roma, poiché sono stati cancellati 10 voli tra le due città.
17 settembre 2008 - TG FIN
Alitalia, convocati i sindacati
Sacconi: "Non c'è più trattativa"
Alitalia, quale sorte? Sacconi annuncia che "non c'è più trattativa", convocando i sindacati alle 15.30. Le ventiquattr'ore decisive per le sorti di Alitalia sono caratterizzate anche dallo sciopero dei sindacati autonomi a Fiumicino. Dalle 12 alle 16 sono almeno 40 i voli cancellati, caos in tutta Italia. "Atto irresponsabile", è il commento del ministro Matteoli. Un'altra giornata difficile, dunque, per la compagnia di bandiera, intanto giovedì la Cai in assemblea deciderà se procedere con l'offerta su Alitalia, mentre si fa avanti una compagnia abruzzese, la Itali Airlines. Il ministro Sacconi ribadisce: "Entro domani vedremo chi ci sta".
14.30 - L'auspicio di Sacconi: trovare l'accordo
"Il mio augurio - ha aggiunto Sacconi - è che la riunione costituisca la conclusione del negoziato e la premessa del concreto salvataggio". Il ministro ha aggiunto che di non essere a conoscenza di ciò che Colaninno dirà a nome di tutti gli azionisti, ma vuole "richiamare tutte le organizzazioni anche al nuovo clima che si è definitivamente creato in questi giorni, con il disvelarsi della profonda crisi globale che puo' modificare non solo i prezzi del petrolio, anche se in questo momento sono cambiati in meglio, ma anche l'andamento dei consumi".
14.10 - Angeletti: ci sono le condizioni per un accordo
E' ottimista sulla riuscita del tavolo di Alitalia, il segretario generale della Uil Luigi Angeletti, che ha detto: "Penso ci siano tutte le condizioni per un accordo", commentando la convocazione dei sindacati alle 15,30 con governo e Cai. Sui contratti, ha tuttavia aggiunto il leader della Uil, "abbiamo un lavoro a metà e quindi abbiamo due strade: o accontentarci di quello che c'è o rinviare tutto ciò che manca a una successiva trattativa".
13.29 - Manifestazioni dei dipendenti Atitech a Napoli
Torna a montare la tensione tra gli 800 dipendenti Atitech dello stabilimento di manutenzione pesante di Capodichino a Napoli. Secondo quanto si apprende da fonti sindacali una manifestazione di protesta potrebbe svolgersi in giornata nei pressi dell'aeroporto. ''Stiamo facendo tutti gli sforzi possibili per evitare la mobilitazione dei lavoratori e disagi per i passeggeri - spiega Antonio D'Auria della Filt Cgil - la proposta d'acquisto da parte di una societa' di investimento mette in crisi i lavoratori. Noi chiediamo garanzie certe in termini occupazionali, che passino attraverso soggetti industriali''. ''Ci giochiamo la nostra partita sul piano nazionale - racconta Giovani Aruta di Fit Cisl - In queste ore la trattativa va avanti nell'ottica di far diventare Atitech parte di Finmeccanica, Fintecnica e Cai''.
13.25 - Sabelli: ok a salari invariati, ma con più produttività
La Cai è sempre stata disponibile a mantenere i livelli salariali invariati in Alitalia in cambio di una maggiore produttività. "E' dall'inizio che lo diciamo", ha spiegato l'amministratore delegato, Rocco Sabelli, conversando con i giornalisti. "Forse qualcuno non lo aveva capito".
13.22 - Commissariate anche Az Airport e Az Servizi
Il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola ha ammesso alla procedura di amministrazione straordinaria le società Alitalia Airport e Alitalia Servizi. Lo rende noto il ministero in un comunicato. Il professor Augusto Fantozzi, già commissario di Alitalia, è stato nominato commissario straordinario anche di Alitalia Airport e Alitalia Servizi.
13.11 - Voli cancellati a Linate
Disagio sostanzialmente contenuto, a Linate, per lo sciopero indetto - dalle 12 alle 16 - dai dipendenti del gruppo Alitalia aderenti alla Cub Trasporti. Dei quaranta voli per cui è stata prevista la cancellazione - come riportato dal sito Internet della compagnia di bandiera - solo cinque riguardano direttamente l'aeroporto di Linate. Dallo scalo milanese, infatti, non partiranno cinque voli diretti all'aeroporto romano di Fiumicino. Sempre cinque voli in partenza però dallo scalo capitolino, in direzione Linate, sono stati a loro volta cancellati. Il sindacato autonomo promotore dello sciopero critica in particolare l'intesa sottoscritta dalla cordata italiana e Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sottolineando che ''segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sara' ridotta ad un vettore poco più che nazionale''.
13.06 - Manifestanti a Fiumicino
In circa 500 manifestanti con bandiere, slogan e fischietti stanno sfilando in corteo all'aeroporto di Fiumicino all'interno della hall Arrivi. Al grido di ''Vergogna, vergogna'' i manifestanti, sotto gli occhi incuriositi dei passeggeri, stanno camminando tenuti costantemente sotto controllo da uomini delle forze dell'ordine.
13.02 - Sindacati e azienda convocati a Palazzo Chigi
Nuovo incontro a Palazzo Chigi tra Governo, Cai e Intesa Sanpaolo. I vertici della Compagnia Aerea Italiana, l'ad Rocco Sabelli e il presidente Roberto Colaninno, e il responsabile della divisione corporate della banca, Gaetano Miccichè, hanno incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e i ministri del Lavoro, Maurizio Sacconi, e delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli. Alle 15.30 saranno presenti anche le nove sigle sindacali.
12.58 - Sacconi: la trattativa continua? Non c'è più trattativa
''Non c'è più trattativa''. Lo ha detto il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, rispondendo alla domanda se la trattativa su Alitalia possa andare avanti secondo i migliori auspici.
12.49 - Ryanair: spero che Alitalia si salvi
"Alitalia sta riducendo i voli e aumentando le tariffe. Speriamo che sopravviva con altre compagnie aeree, perché la concorrenza è importante". Lo ha detto Michael Cawley, Deputy Chief Executive di Ryanair, la maggior compagnia aerea low-cost d'Europa, presentando una nuova offerta di cinque milioni di posti per viaggiare in ottobre e novembre a soli 5 euro (solo andata). "L'unico elemento che può aumentare il traffico passeggeri, è ridurre i prezzi. Ogni compagnia riducendo i costi, puo' aumentare il numero dei passeggeri. Noi - ha aggiunto - vogliamo aumentare il mercato, lavorando su voli sia domestici che internazionali". Il rappresentante di Ryanair ha quindi riportato la classifica delle compagnie che, secondo un sondaggio via internet effettuato in Irlanda, sarebbero prossime al fallimento. Al primo posto c'èl'Alitalia - ha riferito - seguita da Spanair, Sky Europe e Air Berlin".
12.21 - Investimenti e Sviluppo Mediterraneo conferma interesse per Atitech
Investimenti e Sviluppo Mediterraneo (IESM.MI), investment company dedicata alle Piccole e Medie Imprese del Centro Sud Italia, conferma "di aver presentato il 12 settembre scorso una manifestazione d'interesse per valutare l'acquisto di Atitech, ovvero l'ingresso in una newco che preveda l'acquisto di Atitech stessa". Lo rende noto la società in un comunicato in cui si sottolinea "di aver ricevuto richiesta di ulteriore documentazione da parte del commissario straordinario dell'Alitalia, Augusto Fantozzi, su cui la società sta già lavorando".
12.09 - Cgil: no a ricatti, Cai rifletta bene
"Spero che Cai rifletta bene su come concludere la vicenda Alitalia, perché una società di servizi che nasce su un ricatto non avrebbe futuro". E' quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Fabrizio Solari, che aggiunge: "la Cgil è consapevole che occorre un nuovo inizio anche sul versante contrattuale, ma una proposta onesta, che può risolvere la transizione verso la definizione del contratto collettivo nazionale del trasporto aereo, va ricercata nella normativa attualmente in essere nei principali competitor europei. Lufthansa, Air France, Iberia, scelgano loro".
12.00 - Cgil: ieri nessuna proposta di negoziato
"Di cosa parla il ministro Sacconi?". E' quanto si chiede il segretario generale della Filt Cgil, Franco Nasso, in merito alle dichiarazioni del titolare del dicastero di Via Veneto sull'indisponibilità della Cgil ad incontrare ieri i vertici della Cai. "Ieri - sottolinea Nasso - non c'è stata alcuna convocazione formale, c'e' stato solo un invito ai segretari confederali a passare a firmare". "Non era prevista - prosegue il numero uno della Filt - la presenza delle categorie dei trasporti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e tanto meno delle altre organizzazioni del settore". Secondo Nasso "in una fase del negoziato in cui si deve discutere di contratto di lavoro, il metodo proposto che tende ad escludere qualsiasi negoziato di merito, rappresenta un'idea autoritaria dei rapporti con le organizzazioni sindacali".
11.48 - La posizione del Pd
"Noi non vogliamo il fallimento di Alitalia anzi siamo molto preoccupati dall'impatto devastante, sia sociale sia economico, che avrebbe il fallimento". Antonello Soro parla così della vicenda Alitalia e ribatte a quanti nel centrodestra accusano il Pd di "lavorare" per il fallimento della compagnia. "Tuttavia questo - aggiunge il capogruppo del Pd alla Camera - non ci esime dal denunciare l'operazione fragile e costosa voluta dal presidente del Consiglio".
11.29 - Sciopero, sono 10 i voli sulla tratta Milano-Roma annullati
Difficoltà per chi deve volare oggi con Alitalia. A causa dello sciopero indetto dai Cub, dalle 12 alle 16, e da altre mobilitazioni del personale di terra, 40 voli sono stati cancellati. Sono 21 i collegamenti diretti a Roma annullati mentre 19 quelli cancellati a Fiumicino. In particolare, difficoltà per i collegamenti Roma-Milano e Milano-Roma visto che sono stati cancellati 10 voli tra le due città.
11.21 - Moretti (Fs): mai pensato di entrare in Alitalia
"Non ci siamo mai proposti di entrare in Alitalia". Ha risposto così ai giornalisti l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, a una domanda riguardante la compagnia aerea.
10.35 - In contemporanea agli autonomi altri 2 scioperi
In contemporanea con lo sciopero dei lavoratori del Gruppo Alitalia indetto dalla Cub Trasporti dalle 12 alle 16, sono in programma oggi nella stessa fascia oraria altre due agitazioni: quella del personale di terra di tutte le compagnie italiane indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl e quella della Uilt/ApM (Associazione piloti Meridiana). Le conseguenze previste per ora a Fiumicino sono limitate a Meridiana che ha programmato la cancellazione di tre voli: uno per Olbia e due per Cagliari. Air One non prevede invece soppressioni.
10.17 - Brunetta: col buon senso soluzione vicina
Con ''meno egoismo'' e con ''buon senso'' da parte di alcuni attori la soluzione è a portata di mano. Così il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, intervenendo a Radio Radicale, professa il suo ottimismo sulla vicenda Alitalia. Il ministro chiede quindi buon senso e responsabilità sottolineando il ''grande sforzo'' fatto dal governo.
10.01 - Cossiga scrive alla Cgil
E' "comprensibile" e "doveroso" che "la Cgil operi per il fallimento del tentativo berlusconiano di salvare l'Alitalia", in quanto "sindacato di sinistra". Lo afferma il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga in una lettera inviata oggi al Segretario Generale della Cgil, Guglielmo Epifani.
9.56 - Rinviato al 17 ottobre lo sciopero del personale Sea
Lo sciopero del personale Sea, indetto originariamente per oggi dalle sigle Sdl, Cub-Trasporti e Slai Cobas, è stato posticipato di un mese, al 17 ottobre prossimo.
09.52 - Oggi Sacconi a question time Camera su alternative a Cai
Gli interventi per la ricerca di proposte alternative a quella di Cai per il salvataggio di Alitalia sono il tema che il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, tratterà oggi alla Camera nel question time in Aula. Sacconi risponderà a un'interrogazione su questo tema presentata dal leader dell'Idv, Antonio Di Pietro. Al question time, informa una nota dell'ufficio stampa di Montecitorio, prenderanno parte anche i ministri dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, che si occuperà fra l'altro di quoziente familiare.
09.49 - Fiumicino: il dettaglio dei voli cancellati
A Fiumicino l'operativo voli Alitalia è al momento regolare, ma, concentrati per lo più nella fascia oraria dello sciopero dei lavoratori del Gruppo Alitalia indetto dalla Cub Trasporti dalle 12 alle 16, sono 34 i voli AZ, tra arrivi e partenze, che risultano cancellati al Leonardo da Vinci. Nel dettaglio, i voli soppressi sono 16 in partenza, di cui 7 internazionali e 9 nazionali, e 18 in arrivo (8 internazionali e 10 nazionali). Da registrare anche la cancellazione di due voli Air One per Torino (AP6862) e Berlino (AP4226).
09.30 - Matteoli: lo sciopero è da irresponsabili
"Chi durante una trattativa indice uno sciopero dimostra grande irresponsabilità". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli a Sky Tg24 Mattina in riferimento allo sciopero del personale di terra Alitalia previsto per oggi. "Le parti stanno trattando - aggiunge il ministro -, il governo è impegnato in prima persona e indire uno sciopero in questo momento dimostra solamente un senso di irresponsabilità". Quanto alle pressioni che i sindacati stanno facendo sull'azienda, Matteoli sostiene che "anche se in maniera dura, stanno facendo il loro mestiere. Hanno cercato di portare a casa tutto ciò che era possibile in favore dei loro iscritti. Adesso o si firma o sarà molto difficile proseguire le trattative". Infine, sui possibili sviluppi futuri del negoziato, il ministro conclude: "Mi rendo conto delle grandi difficoltà e che su questa vicenda ci sono aspetti politici che comprendo anche se non condivido. Se alla fine trionferà il buon senso arriveremo al voto, se non da parte di tutti, almeno da una parte che consenta a Cai di poter proseguire".
08.06 - Sciopero a Fiumicino, voli cancellati
Per oggi saranno cancellati 40 voli Alitalia (la lista è sul sito Internet della compagnia) a causa di uno sciopero del sindacato Cub, indetto a Fiumicino dalle 12 alle 16. Lo ha annunciato un portavoce della compagnia di bandiera che ha anche escluso che le cancellazioni possano essere motivate da problemi nelle forniture di carburante.
17 settembre 2008 - Il Giornale.it
Alitalia, il pressing di Sacconi: "Avanti col piano"
Cancellati 40 voli: disagi in tutto il Paese
Lo sciopero di quattro ore dei Cub provoca l'annullamento di decine di voli. Entro domani le parti sociali dovranno decidere sull'offerta Cai. Il governo avverte: rotte e flotta non sono oggetto di discussione. parti La Finanza sequestra gli ultimi dieci bilanci
Roma - Saranno decisive per le sorti di Alitalia le prossime ore. I Cub hanno proclamato per oggi quattro ore di sciopero cancellando circa 40 voli e gettando nel disagio tutto il Paese. Ma il destino della compagnia sarà deciso sull’offerta di Compagnia aerea italiana (Cai), il cui piano - a detta di Palazzo Chigi - non è modificabile: rotte e flotta non sono oggetto di discussione. E il governo è pronto a chiedere ai nove sindacati chi ci sta. Lo sciopero indetto dai Cub Dalle 12 alle 16 di oggi scioperano i dipendenti del gruppo Alitalia aderenti alla Cub Trasporti e la compagnia aerea ha già previsto la cancellazione di 40 voli (la lista è sul sito Internet della compagnia). Il sindacato autonomo critica in particolare l’intesa sottoscritta dalla cordata italiana e Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sottolineando che "segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sarà ridotta ad un vettore poco più che nazionale". Inoltre sono previsti anche altri scioperi del settore del trasporto aereo, programmati da tempo e non legati alla vertenza Alitalia, tra cui quello del personale di terra di tutte le compagnie indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl. Iniziative che, di riflesso, potrebbero causare disagi all’operatività dei voli di tutte le compagnie. AirOne prevede solo disagi limitati. Tra gli altri scioperi, che si sovrappongono tutti dalle 12 alle 14, secondo quanto si legge sul sito del Garante, è previsto lo stop dei sindacati autonomi e di base per il personale della Sea (dalle 12 alle 16), la società di gestione degli aeroporti di Milano Linate e Malpensa. Le proposte per Alitalia Una nota divulgata dalla Magliana fa sapere che sono arrivate due manifestazioni d’interesse per Alitalia. La prima da parte di Investimenti e Sviluppo Mediterraneo Spa (la prima investment company dedicata alle pmi localizzate nel Mezzogiorno d’Italia) è per l’acquisto di Atitech. La seconda, invece, arriva da ItAli Airlines (compagnia regionale abruzzese) per aerei e relativi personale navigante e tecnico in esubero, sulla base di un contratto di servizio pluriennale. Nella nota, si legge che Fantozzi "ha richiesto ad ambedue i predetti soggetti chiarimenti e documentazione per una preliminare valutazione di dette manifestazioni di interesse". Sacconi: "Il piano non cambia" "Firmeremo con chi ci sta, e sono tutti chiamati a rispondere". Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, avverte che è ormai giunta l’ora x, visto che nel pomeriggio di giovedì alle 16 Cai riunisce l’assemblea per decidere se portare avanti l’offerta per la compagnia. E il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, auspica che l’acquirente sia Cai, perchè se si ritira la prospettiva è portare i libri in tribunale. La dead line per il salvataggio di Alitalia, dopo cinque rinvii, sembra dunque arrivata. Ieri sera, ha rivelato Sacconi a "Porta a Porta", Cai ha tentato un incontro per la firma con i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl che "non si è svolto per indisponibilità del segretario della Cgil". I rapporti tra le parti sociali E' stato il leader della Cisl, Raffaele Bonanni a spiegare che Gugliemo Epifani "vuole discutere ancora, migliorare le condizioni contrattuali, che è anche una mia opinione ma che ad ore può far sparire l’unico riferimento per la compagnia". Ecco perché, Bonanni ha ribadito che l’accordo con Cai l’ha già fatto, perchè è ora di chiudere la partita. Ormai Alitalia, dal fallimento della trattativa con Air France, è più indebolita, gli animi sono esasperati e bisogna salvare ventimila persone. Poi si possono migliorare le condizioni. Il suggerimento è anche ai piloti accusati di voler difendere privilegi e che - ha detto Sacconi - chiedono 265 assunzioni in più in Cai. Bonanni dice basta alle corporazioni che tengono in ostaggio l’azienda e del presidente dell’Anpac, Fabio Berti, dice che "è un osso duro ma sarà più duttile". Il leader dell’Anpac, che è sempre stata la potente associazione dei piloti, ha negato di voler difendere privilegi, ha confermato la disponibilità a sacrifici e assicurato che farà il massimo per evitare il fallimento, auspicando un accordo nel più breve tempo possibile ma con un passo indietro e senso di responsabilità a tutto tondo. Ha anche detto, però, che ci sono ancora problemi sostanziali per piloti e assistenti volo, ma sono risolvibili, diversamente sarebbe una pazzia. Tempo per ulteriore trattativa non c’è e i "tatticismi dei sindacati, i bizantinismi, non hanno senso", si è sfogato Sacconi parlando di un negoziato "defatigante dopo una settimana vissuta da pipistrello", per le nottate al tavolo della trattativa. E poi una stoccata alla Cgil: "Qualcuno si è seduto al tavolo con un disegno non sindacale ma politico", "alti dirigenti della Cgil lo hanno fatto con logiche bizantine. Mi auguro di essere smentito e spero di rimangiarmi i sospetti". In assenza di altre offerte, ha ribadito Fantozzi, si tirerà avanti cercando qualcuno finchè ci sono i soldi, verosimilmente per poco (alle 10 di ogni giorno Alitalia deve pagare 1,4 milioni di euro per il rifornimento di carburante), poi porterà i libri in tribunale. I partner internazionali Air France, Lufthansa e British Airways valuteranno di entrare in Cai "una volta risolti tutti i problemi attuali, con quote di minoranza e contratti di collaborazione", ha spiegato Fantozzi, che oggi ha sentito al telefono i presidenti delle tre compagnie europee a cui ha anche detto che "l’opinione pubblica italiana si aspetta un cavaliere bianco". E il numero uno di Lufthansa ha replicato che "la propria compagnia è una cicogna gialla e non un cavaliere bianco".
17 settembre 2008 - Repubblica.it
Alitalia, cancellati 50 voli
ROMA - I Cub hanno proclamato 4 ore di sciopero per la giornata di oggi. Cancellati 50 voli in tutta Italia.
17 settembre 2008 - La Gazzetta del Mezzogiorno
Cub in sciopero per 4 ore: cancellati 40 voli
ROMA - Disagi oggi per chi vola. I lavoratori di Alitalia ed Alitalia servizi aderenti al sindacato di base Cub sciopereranno per 4 ore, dalle 12.00 alle 16.00. Prevista la cancellazione di 40 voli che si possono leggere sul sito di Alitalia. Previsti anche dei presidi a Fiumicino.
«Inaccettabile e pericolosa - scrive il Cub in una nota - la decisione di Cgil, Cisl, Uil e Ugl di sottoscrivere una intesa in cui si sancisce la possibilità per la Cai di scegliere il personale da imbarcare nel nuovo vettore sulla base di una assoluta discrezionalità e senza alcun vincolo rispetto alla esistente normativa contrattuale e legislativa. Nessun rispetto delle leggi vigenti, dei contratti, delle invalidità, dei carichi di famiglia, dell’anzianità».
MATTEOLI: UN GESTO DI IRRESPONSABILITA'
«E' un gesto di irresponsabilità, mentre si tratta non si fanno gli scioperi». Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, interpellato dal quotidiano online Affaritaliani.it, commenta lo sciopero di quattro ore dei Cub (Alitalia) che sta provocando l’annullamento di decine di voli.
17 settembre 2008 - Corriere.it
LA crisi della COMPAGNIA
Alitalia, cancellati 40 voli. Sacconi: «Il piano non cambia»
Disagi per lo sciopero di quattro ore dei Cub. Un portavoce: «Nessun problema di carburante»
ROMA - Quaranta voli Alitalia sono stati cancellati a causa dello sciopero dei Cub. Lo riferisce un portavoce della compagnia di bandiera. Le cancellazioni, aggiunge, non sono motivate da problemi nelle forniture di carburante.
LE MOTIVAZIONI DELLO SCIOPERO - Il sindacato autonomo critica l'intesa sottoscritta dalla cordata italiana e Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sottolineando che «segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sarà ridotta ad un vettore poco più che nazionale». Ma in giornata sono previsti anche altri scioperi del settore del trasporto aereo, programmati da tempo e non legati alla vertenza Alitalia, tra cui quello del personale di terra di tutte le compagnie indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl. Iniziative che, di riflesso, potrebbero causare disagi all'operatività dei voli di tutte le compagnie. Air One prevede solo disagi limitati. Tra gli altri scioperi, che si sovrappongono tutti dalle 12 alle 14, secondo quanto si legge sul sito del Garante, è previsto lo stop dei sindacati autonomi e di base per il personale della Sea (dalle 12 alle 16), la società di gestione degli aeroporti di Milano Linate e Malpensa.
IRRESPONSABILI - Duro il commento di Altero Matteoli: «È un gesto di irresponsabilità - dice il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ad Affaritaliani.it - mentre si tratta non si fanno gli scioperi».
OFFERTA CAI - Nel frattempo, proseguono le trattative per salvare la compagnia di bandiera. Giovedì mattina sarà il momento decisivo. Tutto verte sull'offerta di Compagnia aerea italiana (Cai), il cui piano non è modificabile: rotte e flotta non sono oggetto di discussione. Il governo chiederà ai nove sindacati chi ci sta. «Firmeremo con chi ci sta, e sono tutti chiamati a rispondere»: il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, avverte che è ormai giunta l'ora x, visto che nel pomeriggio di giovedì alle 16 Cai riunisce l'assemblea per decidere se portare avanti l'offerta per la compagnia. E il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, auspica che l'acquirente sia Cai, perché se si ritira la prospettiva è portare i libri in tribunale.
SINDACATI - La dead line per il salvataggio di Alitalia, dopo cinque rinvii, sembra dunque arrivata. Martedì sera, ha rivelato Sacconi a 'Porta a Porta', Cai ha tentato un incontro per la firma con i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl che «non si è svolto per indisponibilità del segretario della Cgil». Ed è stato il leader della Cisl, Raffaele Bonanni - sollecitato da Bruno Vespa - a spiegare che Gugliemo Epifani «vuole discutere ancora, migliorare le condizioni contrattuali, che è anche una mia opinione ma che ad ore può far sparire l'unico riferimento per la compagnia». Fabio Berti, il leader dell'Anpac, che è sempre stata la potente associazione dei piloti, ha negato di voler difendere privilegi, ha confermato la disponibilità a sacrifici e assicurato che farà il massimo per evitare il fallimento, auspicando un accordo nel più breve tempo possibile ma con un passo indietro e senso di responsabilità a tutto tondo. Ha anche detto, però, che ci sono ancora problemi sostanziali per piloti e assistenti volo, ma sono risolvibili, diversamente sarebbe una pazzia.
IL MINISTRO - Tempo per ulteriore trattativa non c'è e i «tatticismi dei sindacati, i bizantinismi, non hanno senso», si è sfogato Sacconi parlando di un negoziato «defatigante dopo una settimana vissuta da pipistrello», per le nottate al tavolo della trattativa. E poi una stoccata alla Cgil: «Qualcuno si è seduto al tavolo con un disegno non sindacale ma politico», «alti dirigenti della Cgil lo hanno fatto con logiche bizantine. Mi auguro di essere smentito e spero di rimangiarmi i sospetti».
17 settembre 2008 - Rainews 24
Alitalia, sciopero di 4 ore. Matteoli: "Irresponsabili"
È stato confermato dalla Cub Trasporti lo sciopero di quattro ore (12-16) di tutti i dipendenti del gruppo Alitalia. Il sindacato autonomo in un documento ha criticato l'intesa sottoscritta dalla cordata italiana e Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sottolineando che "segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sara' ridotta ad un vettore poco piu' che nazionale".
Alitalia ha previsto la cancellazione di 40 voli (la lista e' stata pubblicata sul sito internet della compagnia). Ma sono previsti anche altri scioperi del settore del trasporto aereo, programmati da tempo e non legati alla vertenza Alitalia, tra cui quello del personale di terra di tutte le compagnie indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl. Iniziative che, di riflesso, potrebbero causare disagi all'operativita' dei voli di tutte le compagnie.
Air One prevede solo disagi limitati. Tra gli altri scioperi, che si sovrappongono tutti dalle 12 alle 14, secondo quanto si legge sul sito del Garante, e' previsto lo stop dei sindacati autonomi e di base per il personale della Sea (dalle 12 alle 16), la societa' di gestione degli aeroporti di Milano Linate e Malpensa.
"Chi durante una trattativa indice uno sciopero dimostra grande irresponsabilità - tuona il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli a Sky Tg24 - Le parti stanno trattando, il Governo è impegnato in prima persona e indire uno sciopero in questo momento dimostra solamente un senso di irresponsabilità". Quanto alle pressioni che i sindacati stanno facendo sull'azienda, Matteoli sostiene che "anche se in maniera dura, stanno facendo il loro mestiere. Hanno cercato di portare a casa tutto cio' che era possibile in favore dei loro iscritti. Adesso o si firma o sarà molto difficile proseguire le trattative".
17 settembre 2008 - La Repubblica
La protesta
Sciopero al Marconi dei servizi a terra. Rischio caos all´aeroporto
di SARA SCHEGGIA
Bologna - Dopo gli scioperi dei mezzi Atc di lunedì, che ha creato difficoltà nel giorno di riapertura delle scuole, oggi tocca al trasporto aereo del Marconi. Un mercoledì che si preannuncia nero e che rischia di protrarsi per tutta la giornata. Le autorità garanti hanno infatti accordato uno stop di 4 ore, indetto dalle 12 alle 16 di oggi dai lavoratori dei servizi di terra. Ma le sigle organizzatrici della protesta minacciano di restare con le braccia incrociate fino alla mezzanotte di stasera. Lo sciopero bolognese arriva nel giorno in cui, vicenda Alitalia a parte, in altri scali italiani sono in atto numerose proteste, anche presso alcune compagnie aeree come Meridiana, che ha però garantito, durante la fascia a rischio, il volo Olbia-Bologna, sia all´andata che al ritorno. I sindacati Cub-Rdb per i dipendenti delle società di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service rivendicano, oltre a questioni ancora in sospeso come gli scandali dell´ex Doro, il mancato rinnovo dei contratti integrativi e il nuovo piano industriale Sab. Il Marconi rassicura comunque i viaggiatori appellandosi alla commissione di garanzia dell´attuazione della legge sullo sciopero, che ha approvato una protesta di sole quattro ore. I disagi, però, ci saranno e alcuni servizi aeroportuali potrebbero non essere garantiti: per informazioni sui voli, si può chiamare l´aeroporto al numero 051-6479615 o consultare il sito www.bologna-airport.it, nella pagina relativa ai voli in tempo reale. Lo scalo cittadino, intanto, ha inaugurato proprio ieri il nuovo terminal dedicato agli aerei privati. Al taglio del nastro erano presenti molti nomi importanti del mondo della finanza bolognese e, a sorpresa, è arrivato anche il pilota della Ferrari, Felipe Massa.
17 settembre 2008 - Il Mattino
Scioperi, cancellate 40 partenze
Alitalia ha previsto al cancellazione di 40 voli (la lista è stata pubblicata sul sito internet della compagnia di bandiera) oggi nella fascia compresa tra le 12 e le 16 in occasione dello sciopero proclamato dai Cub, i Comitati unitari di base. Ma non sarà l’unica asatensione dal lavoro. Nella stessa fascia oraria sono previsti infatti altri scioperi del settore del trasporto aereo, programmati da tempo e non strettamente legati alla vertenza Alitalia. Tra essi quello del personale di terra di tutte le compagnie indetto da tutte le sigle conefderali di categoria (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti) e dalla Ugl. Iniziative che, di riflesso, potrebbero causare problemi all’operatività dei voli di tutte le compagnie e disagi per chi deve mettersi in viaggio nella giornata di oggi. Air One, con una nota ufficiale, ha comunque sottolineato che per i suoi voli prevede solo disagi limitati. Tra le altre astensioni dal lavoro in programma nella giornata, che si sovrappongono tutti nella fascia compresa tra le 12 e le 14, secondo quanto si legge sul sito del Garante sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali, è previsto lo stop dei sindacati autonomi e di base per il personale della Sea (dalle 12 alle 16), la società di gestione degli aeroporti di Milano Linate e Malpensa.
17 settembre 2008 - Corriere del Veneto
Imob e linea 3: autunno di scioperi per Actv
Il 30 si ferma Rdb-Cub. Cgil, Cisl e Uil si appellano all'intervento del prefetto. Settimane difficili per i trasporti: oggi proteste tra i dipendenti in aeroporto, il 26 tocca ai taxi acquei
di Paola Vescovi
VENEZIA — Tira una brutta aria in casa Actv: non bastano i problemi della linea 3, i malumori degli utenti di terraferma che chiedono collegamenti maggiormente serviti, lo scandalo dei bigliettai-truffatori. Adesso arriva anche la minaccia di scioperi dei dipendenti del-l'azienda per i disagi e l'imbarazzo che il nuovo sistema di bigliettazione elettronica Imob, starebbe loro procurando. Sicuro è lo sciopero di Rdb Cub, il sindacato autonomo, fissato per il 30 settembre, ma sul piede di guerra ci sono anche Cgil, Cisl, Uil e Ugl che in un comunicato congiunto hanno proclamato l'avvio della procedura di raffreddamento, vale a dire il passo precedente allo sciopero. Si parla di Imob, ma anche di servizi esternalizzati, del trasferimento al Tronchetto, del premio del 2008, della linea 3.
Non sono bastate, ieri, quattro ore di trattativa fra l'azienda e le sigle sindacali per raggiungere un'intesa e scongiurare la protesta. E proprio su Imob si concentra il cuore dello scontro: da un lato Actv ripete che si tratta di un sistema in continuo aggiornamento che richiede pazienza e volontà di collaborazione da parte di tutti, dall'altro i lavoratori dicono di sentirsi in apprensione e per nulla tutelati a causa del suo «malfunzionamento che li mette in oggettiva difficoltà, sia davanti all'utenza che davanti all'azienda». I più bistrattati da questo periodo di rodaggio che dopo sei mesi sembra non avere fine, sarebbero i marinai e gli addetti al front line, cioè alla vendita dei biglietti, alle prese con situazioni a volte perfino farsesche, ma senz'altro spiacevoli: il precipitarsi delle volanti della polizia chiamate a gran voce da una utente in escandescenza che sostiene di essere stato truffata facendo passare un brutto quarto d'ora alla bigliettaia che le aveva venduto il biglietto, o gli schiaffi di una avvocatessa veneziana in faccia al marinaio che a bordo della linea 3 aveva fatto salire alcuni turisti. Ci sono poi i guai con i palmari, tecnologia d'avanguardia ma delicata, che si inceppano fra le mani del marinaio mettendolo nelle condizioni di non poter scaricare il biglietto. E poi il tasto dolente dell'aggio non corrisposto sulle vendite dei ticket: «Prima, col sistema cartaceo — spiegano all'unisono Cgil, Cisl, Uil e Ugl — il marinaio percepiva una percentuale in base al numero di biglietti venduti mentre da quando c'è Imob l'aggio lo sta ancora aspettando perché manca una rilevazione effettiva dei dati».
Actv, dal canto suo, fa buon viso a cattiva sorte e difende a spada tratta il sistema, pur avendo la chiara percezione che il vaso è colmo e ripete ai suoi dipendenti «che non hanno nulla da temere quando svolgono correttamente la loro mansione ». Il problema, però, attaccano i sindacati, è risolvere i problemi davanti ai clienti: «Lavoriamo ogni giorno col panico e ormai dall'utenza siamo guardati con sospetto », ripetono i sindacati. Quel che è certo è che si prospetta un autunno caldo con lo sciopero di Actv, quello dei taxi annunciato il 26 settembre e la protesta prevista oggi da Rdb-cub all'aeroporto.
17 settembre 2008 - Varese news
Roma - Il commissario Fantozzi: se Compagnia Aerea Italiana si ritira, libri in tribunale
Alitalia, 40 voli cancellati. Disagi a Linate
Quaranta voli Alitalia, da e per Fiumicino, dieci di andata e ritorno da Linate a Fiumicino e viceversa, sono stati cancellati a causa dello sciopero dei Cub (Comitati unitari di base). Lo riferisce un portavoce della compagnia di bandiera. In giornata sono previsti anche altri scioperi del settore del trasporto aereo, programmati da tempo e non legati alla vertenza Alitalia, tra cui quello del personale di terra di tutte le compagnie indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl. Iniziative che, di riflesso, potrebbero causare disagi all'operatività dei voli di tutte le compagnie. Air One prevede solo disagi limitati. È stato invece posticipato di un mese, al 17 ottobre prossimo, lo sciopero del personale Sea aderente alle sigle Sdl, Cub-Trasporti e Slai Cobas. L'agitazione era stata indetta per oggi dalle 12 alle 16. Intanto il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, auspica che l'acquirente della compagnia ''sia Cai'', Compagnia Aerea Italiana composta dagli imprenditori capitanati da Roberto Colaninno. «Se non si firma giovedì, se Cai si ritira» la prospettiva è «portare i libri in tribunale», afferma Fantozzi. «Non abbiamo vettori disponibili, può essere che ci sia un'altra offerta - spiega -, il commissario tirerà avanti cercando qualcuno finchè ci sono i soldi, verosimilmente per poco, poi porterà i libri in tribunale». Intanto il commissario straordinario ha comunicato che lo scorso 12 settembre ha ricevuto da Investimenti e Sviluppo Mediterraneo Spa una manifestazione di interesse a valutare l’acquisto di Atitech Spa, società del gruppo Alitalia che opera nel campo della manutenzione degli aerei e inserita nella cosiddetta bad company affidata alle cure di Fantozzi. Anche la Società ItAli Airlines Spa ha presentato una manifestazione di interesse per aerei e relativi personale navigante e tecnico in esubero,di Alitalia sulla base di un contratto di servizio pluriennale. Il commissario straordinario ha richiesto ad ambedue i soggetti chiarimenti e documentazione per una preliminare valutazione di dette manifestazioni di interesse.
17 settembre 2008 - Leggo
Ore frenetiche per la trattativa Alitalia...
Ore frenetiche per la trattativa Alitalia che domani avrà un passaggio cruciale con l’incontro fra le nove sigle sindacali, i rappresentanti del governo e quelli di Cai, la società che dovrebbe dar vita alla nuova compagnia aerea italiana.
La riunione preparativa di tutti i rappresentanti sindacali in programma per ieri è slittata. Il presidente del Consiglio Berlusconi è tornato sull’argomento spiegando che il fallimento della trattativa farebbe perdere le garanzie previste per i 3.250 esuberi. «Ci sarebbe una drastica riduzione di sostegni e rimborsi, le parti devono considerare anche questo», ha dichiarato il Premier. Il ministro dello Sviluppo Economico Scajola ha intanto commissariato anche Alitalia Express e Volare mettendole nelle mani di Fantozzi. «Credo che il buon senso trionferà, abbiamo bisogno di una compagnia di bandiera perché l’Italia è una potenza turistica e commerciale», ha spiegato il Ministro. Dura la critica del ministro ombra del Pd Bersani: «Era meglio Air France, saremmo stati il secondo azionista del più grande gruppo aereo europeo». Mentre si ammorbidisce la posizione dei piloti, che sostengono di puntare tutto sull’accordo anche se le posizioni sono ancora lontane, il sindacato autonomo Cub dei lavoratori Alitalia ha proclamato per oggi 4 ore di sciopero (dalle 12 alle 16).
17 settembre 2008 - QN Quotidiano Nazionale
Dieci anni di bilanci sotto la lente dei Pm
La Finanza acquisisce le carte in via della Magliani. Non ci sono indagati
ROMA — NON CI SONO ipotesi di reato e neanche indagati ma c’è la certezza che la gestione degli ultimi dieci anni Alitalia e delle società correlate saranno passati al microscopio. Ieri gli agenti del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza sono arrivati in via della Magliana e hanno acquisito i bilanci consolidati degli ultimi dieci anni. Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno agito su delega del procuratore aggiunto Nello Rossi che lavora con i sostituti Stefano Pesci, Francesca Loy e Gustavo De Marinis. Va chiarito che le mosse della Procura sono collegate con la gestione culminata, il 5 settembre scorso, con la dichiarazione di insolvenza della società da parte del Tribunale civile. Nulla a che fare, quindi, con le trattative di queste ore. Molto, invece, da verificare per quanto concerne la gestione della compagnia di bandiera, delle società satellite e persino dei fornitori: la documentazione è stata tutta acquisita. Si vuole capire come e perché si è giunti ad una situazione di insolvenza e, se ci sono, a chi appartengano le relative responsabilità. Si parla degli ultimi dieci anni perché quanto avvenuto precedentemente, anche se suscettibile di attenzione da parte della magistratura, comunque sarebbe prescritto. La documentazione acquisita sarà esaminata da due esperti: uno contabile e un altro economista competente di trasporti. La Procura ha tenuto a precisare che i controlli non interferiranno, in alcun modo, con i confronti in atto in queste ore. Il fascicolo era stato aperto all’inizio di agosto sulla base di un esposto presentato dal Codacons. L’associazione di tutela dei consumatori ha ipotizzato i reati di truffa, in relazione al conseguimento di erogazioni pubbliche (il prestito ponte di 300 milioni di euro) ad Alitalia e di malversazione. Nel rivolgersi all’autorità giudiziaria il Codacons ha sostenuto che il caso Alitalia non penalizza «solo il paese ed i lavoratori, ma trascina con se migliaia di piccoli azionisti che avevano investito il proprio denaro in titoli della compagnia di bandiera». Nello stesso esposto l’associazione presieduta da Carlo Rienzi stima che in 10 anni Alitalia sia costata ai consumatori circa 5 miliardi e 187 milioni di euro. INTANTO, a Fiumicino, continuano i presidi spontanei dei lavoratori Alitalia che, pur consentendo la regolarità dei voli, anche ieri si sono riuniti per protestare contro una trattativa che non condividono. Per oggi è stato confermato dalla Cub Trasporti lo sciopero di quattro ore (12-16) di tutti i dipendenti del gruppo.(s.m.)
17 settembre 2008 - Il Resto del Carlino
Oggi sciopero al Marconi dalle 10 alle 16
Bologna - BLACK OUT dei voli al Marconi oggi dalle 12 alle 16, a causa di uno sciopero proclamato da Cub-Rdb che coinvolge i lavoratori di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service. L’agitazione, in concomitanza con scioperi proclamati in altri scali nazionali e di alcune compagnie aeree, comporterà disagi per i passeggeri e la possibile cancellazione di alcuni collegamenti.
17 settembre 2008 - Il Giornale
Il garante Martone: «Ma non ci saranno blocchi selvaggi»
Roma - Antonio Martone, presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi, la trattativa sembra volgere al bello, ma qualche sindacato potrebbe rimanere fuori dall’intesa. E nei giorni scorsi c’è chi ha minacciato il blocco del trasporto aereo. È possibile?
«No, un blocco sicuramente no. Possibile invece che facciano scioperi programmati e nel rispetto delle regole. Cioè con un preavviso di dieci giorni, per una durata di quattro ore la prima volta e di 24 solo a partire dalla seconda, con un intervallo di altri dieci giorni tra una protesta e l’altra. E poi con una serie di collegamenti che devono essere assicurati».
E lei pensa siano sufficienti queste regole a garantire un decollo della Cai senza scioperi?
«Il problema, in generale, è un altro e cioè di quali strumenti dispone la Commissione. Le nostre sanzioni sono limitate, possono arrivare a 25 mila euro a carico della organizzazione sindacale che non rispetta le regole, fino alla richiesta di sanzioni disciplinari nei confronti dei lavoratori».
Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha parlato di precettazioni in caso di blocco del traffico aereo.
«Infatti, l’altra possibilità è questa. Quando c’è un pericolo grave di lesione dei diritti delle persone, la Commissione può chiedere al ministro o al prefetto la precettazione. In questo caso la sanzione può arrivare a 500 euro a dipendente per ogni giorno di sciopero fuori dalle regole. Spero comunque che questi siano solo discorsi teorici e in astratto. Anche perché fino ad ora i sindacati da questo punto di vista hanno avuto un comportamento responsabile. Le regole sono state rispettate, così come la tregua estiva che si è conclusa il 5 settembre».
Ma domani (oggi per chi legge, ndr) è già in programma uno sciopero dei Cub.
«Sì, ma è di quattro ore ed è stato programmato da tempo».
Ci sono stati casi recenti di precettazione nel settore aereo?
«Nel febbraio dell’anno scorso, con le assemblee permanenti a Fiumicino. Chiedemmo la precettazione, ma poi la protesta rientrò. Alcuni casi con i controllori di volo. Lì il problema è che poche decine di addetti alle torri di controllo possono bloccare il trasporto aereo su tutto il territorio nazionale».
E i quasi cinquanta voli Alitalia cancellati la settimana scorsa?
«Eventi legati a esigenze tecniche. Cinquanta sono pochi rispetto ai 700 di Alitalia, che rappresentano la normale attività quotidiana».
Lei tempo fa ha chiesto che aziende e sindacati del settore aereo si diano regole proprie per sugli scioperi.
«Sì, il trasporto aereo non si è ancora dato delle regole e quindi valgono quelle provvisorie della commissione».
Magari la nascita della Cai potrebbe essere l’occasione giusta?
«Per il momento mi pare che la priorità sia che trovino un accordo. Meglio che per ora sindacati Compagnia aerea italiana e azienda si occupino degli altri aspetti del contratto».
16 settembre 2008 - Ansa
ALITALIA: FIUMICINO,VOLI REGOLARI; DOMANI SCIOPERO CUB 4 ORE
(ANSA) - ROMA, 16 SET - E' regolare anche oggi la situazione dei voli Alitalia all'aeroporto di Fiumicino. Per il momento risultano confermati tutti i voli in partenza e in arrivo dallo scalo, mentre le operazioni di check in e di imbarco si stanno svolgendo normalmente. Intanto per domani e' stato confermato dalla Cub Trasporti lo sciopero di quattro ore (12-16) di tutti i dipendenti del gruppo Alitalia. Il sindacato autonomo in un documento ha criticato l'intesa sottoscritta dalla cordata italiana e Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sottolineando che ''segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sara' ridotta ad un vettore poco piu' che nazionale''. Alitalia ha previsto al cancellazione di 40 voli (la lista e' stata pubblicata sul sito internet della compagnia). Ma sono previsti anche altri scioperi del settore del trasporto aereo, programmati da tempo e non legati alla vertenza Alitalia, tra cui quello del personale di terra di tutte le compagnie indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl. Iniziative che, di riflesso, potrebbero causare disagi all'operativita' dei voli di tutte le compagnie. Air One prevede solo disagi limitati. Tra gli altri scioperi, che si sovrappongono tutti dalle 12 alle 14, secondo quanto si legge sul sito del Garante, e' previsto lo stop dei sindacati autonomi e di base per il personale della Sea (dalle 12 alle 16), la societa' di gestione degli aeroporti di Milano Linate e Malpensa.
16 settembre 2008 - Il Mattino
Domani sciopero dei Cub
Voli regolari ieri a Fiumicino dopo il pericolo di cancellazioni per mancanza di carburante. Ma uno sciopero di quattro ore (dalle 12 alle 16) di tutti i lavoratori del gruppo Alitalia è stato indetto per domani, mercoledì 17 settembre, dalla Cub Trasporti che critica la firma di Cgil, Cisl, Uil e Ugl del primo accordo su Alitalia. «L’intesa sottoscritta - si legge in un comunicato - segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia, che sarà ridotta ad un vettore poco più che nazionale». Per la Cub Trasporti «sono oltre 6000 i lavoratori che saranno da subito espulsi dalla ex compagnia di bandiera».
16 settembre 2008 - Tribuna Treviso/Trentino/Nuova Venezia, Ferrara, Sardegna/Mattino Padova/Libertà/Gazzetta Reggio, Modena, Mantova/Corriere Alpi/ Centro/Città Salerno/Alto Adige/Tirreno/Provincia Pavese
Verso la firma, giovedì il vertice decisivo
Tutti i sindacati incontreranno governo e Cai. Tra i piloti primi sì all’intesa. L’accordo quadro raggiunto l’altra notte con i confederali prevede mille posti di lavoro in più
di LUCIA VISCA
ROMA - Giovedì, a meno di nuove incertezze e sorprese, si firma. Nove sigle sindacali, confederali e autonome, hanno già un appuntamento con la Compagnia aerea italiana, presente il governo come mediatore. Un patto strappato con i denti per salvare Alitalia, dodicimila posti di lavoro, il trasporto aereo italiano. L’accordo quadro firmato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, trattato personalmente dai leader Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Renata Polverini non è poi tanto male. Almeno così dice l’Anpav, prima sigla autonoma pronta a firmare. Mille posti di lavori in più, riportando gli esuberi a 3.250, annuncia orgoglioso il premier Silvio Berlusconi a "Porta a Porta", non sono cosa da buttar via. In più piloti e assistenti di volo hanno ottenuto quello che volevano: tavoli tecnici separati dove affrontare i problemi specifici di ogni categoria. E disegnare condizioni accettabili prima che l’arrivo del personale AirOne, più povero, nella Cai abbassi il livello della contrattazione.
Il commissario Augusto Fantozzi porta pazienza e sposta in continuazione la linea di confine tra la vendita e il fallimento. Adesso parla di 30 settembre, dopo aver ventilato per giorni la chiusura di tutte le procedure ieri mattina. Gli imprenditori della cordata messa insieme da Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa SanPaolo, e presieduta da Roberto Colaninno portano pazienza, anche per non contrariare il premier. Dice Berlusconi: «Sto spendendo tempo a convincere alcuni imprenditori della cordata a non fare come Air France visto che in questi giorni alcune sigle sindacali hanno avuto un atteggiamento irrazionale».
Animosità di Berlusconi a parte, la trattativa per la sopravvivenza di quel po’ di buono c’è ancora in Alitalia è stata ed è quanto di più confuso sia mai avvenuto nella pratica sindacale. Proviamo a riassumere. Da domenica sono entrate in campo le grandi confederazioni sindacali, arrivando, ieri sera, alla firma di un accordo quadro che regolerà sia la mobilità del personale Alitalia sia il nuovo contratto di lavoro aziendale con la Compagnia aerea italiana. Un contratto che sarà applicato anche ai lavoratori di AirOne quando la compagnia di Carlo Toto sarà conferita alla Cai.
Nel frattempo, senza unitarietà, le sigle autonome e quelle confederali di categoria hanno tentato di discutere i dettagli del contratto, segnando le differenze fra piloti, assistenti di volo e personale di terra. Ma il problema resta sempre quello della cornice. La Filt Cgil non apprezza l’accordo quadro e avrebbe preferito una trattativa senza confederali. L’Anpac, piloti, sarebbe contrario ma sceglie il dialogo. Anpav, assistenti di volo, è pronto a firmare purché si chiuda. Sdl vuole modifiche. I Cub rifiutano in toto. L’Unione piloti sta a guardare e richiama l’attenzione sul grande senso di responsabilità dei lavoratori Alitalia.
Ai tavoli della trattativa e intorno al vorticoso giro di incontri si usano tutte le argomentazioni. Durissimo Berlusconi: «Non ci sono alternative alla nuova compagnia, via i privilegi». Prudente il ministro allo Sviluppo economico Claudio Scaiola, che vede il problema risolto in una settimana perché tanto Alitalia formalmente è già fallita, il Tribunale di Roma ha da giorni dichiarato lo stato di insolvenza. Per cercare una soluzione le carte si giocano tutte. C’è la questione di Atitech, società collaterale di Alitalia, officine di manutenzione pesante collocate a Napoli. Secondo il piano originale tutti dovrebbero andare a casa. Secondo le ipotesi della diplomazia sindacale potrebbe esseci un salvataggio grazie al passaggio a Finmeccanica. Da almeno una settimana Palazzo Chigi fa pressing su Pierfrancesco Guarguaglini che nicchia anche se molti sono convinti a scommettere che alla fine cederà, come molti imprenditori della cordata, in cambio di commesse e appalti sui settori che gli stanno a cuore, difesa e tecnologia avanzata.
Piloti, steward e hostess hanno manifestato anche ieri davanti a Palazzo Chigi e Montecitorio
Ma i Cub proclamano lo sciopero
Domani stop dalle 12 alle 16 in tutti gli aeroporti. Nel piano di Rocco Sabelli c’è una postilla che limita le azioni di protesta nei periodi di negoziato
ROMA - Alla fine qualcuno ha deciso di scioperare. I Cub dei trasporti hanno proclamato l’astensione dal lavoro per domani, dalle 12 alle 16. L’intenzione è di spezzare in due la giornata, impedire con l’effetto birillo partenze e arrivi per molte ore. Riuscirà la minaccia? Difficile dirlo, per due ragioni. La prima, la frammentazione della rappresentanze sindacali. Al di là delle nove sigle trattanti, sono undici quelle attive in Alitalia. La seconda è nella cronaca: i dipendenti di Alitalia stanno dimostrando in questi giorni capacità di tenuta e demoralizzazione, ragionevolezza e rabbia. Le notizie in arrivo dalle stanze della trattativa scaldano gli animi e mobilitano manifestazioni e assemblee spontanee in continuazione. Spesso sono capannelli, altre volte cortei con tentazioni di aggressività.
Negli ultimi giorni la presenza dei lavoratori ha scandito la trattativa come fosse un coro della tragedia greca. Prima o dopo del turno a decine hanno raggiunto il ministero del Lavoro, spostandosi fra le varie sedi, e Palazzo Chigi per vigilare sulla confusione regnante. Ieri sera, sotto la pioggia, si sono concentrati alla fine tutti a piazza Montecitorio non potendo per disposizione della questura manifestare in piazza Colonna.
Per ora non ci sono stati problemi particolari di ordine pubblico perché una strategia i lavoratori Alitalia, soprattutti piloti e assistenti di volo, i più distanti dalla sensibilità dei confederali, l’hanno scelta. La parola che pronunciano di più «professionalità», questa l’arma impugnata per dimostrare alla Compagnia aerea italiana che Alitalia non è un’azienda qualsiasi. Molte cose irritano i lavoratori, mobilitati da undici anni, da quando nel 1997 le direttive europee imposero la mobilitazione dei cieli. Dai tagli ai sacrifici salariali e normativi, dalla riduzione di Alitalia - con ambizioni di vettore globale - a compagnia regionale alla scomparsa di privilegi derivanti da anni di monopolio.
I più avvertiti di cose sindacali sono più che infastiditi da una postilla piccola piccola del piano presentato da Rocco Sabelli, amministratore delegato della Compagnia aerea italiana. Si tratta del tentativo di limitare il diritto di sciopero nei periodi di trattativa. Se una cosa hanno imparato piloti e assistenti di volo in questi anni è proprio la forza derivante dal potere di paralizzare mezza Italia. Per questo cinque sindacati in rappresentanza di meno di diecimila lavoratori contano tanto al tavolo della trattativa. Tolta quella forza, tutti si trasformebbero in dipendenti di una compagnia sull’orlo del fallimento.
La voglia di firmare un accordo, comunque, c’è e non solo fra i vertici sindacali. Nelle mille interviste concesse in questi giorni da piloti e assistenti di volo il motivo di fondo è sempre il desiderio che questa storia, dopo anni, in un modo o nell’altro si chiuda. (l.v.)
16 settembre 2008 - La Nuova Venezia
LA RIVENDICAZIONE
Domani sciopero al Marco Polo Personale della Save fermo 24 ore
Venezia - Domani l’aeroporto di Tessera sarà interessato da uno sciopero di 24 ore del personale di Save, proclamato dalla sigla sindacale «Cub Trasporti», anche per i dipendenti di Sav, Gh e Aviapartner. La vertenza, secondo il Cub, è in piedi per ottenere, tra l’altro, più mezzi, organici e sicurezza, formazione, riallineamento della retribuzione, riposi e ferie certi. Save, che gestisce il Marco Polo, informa che saranno possibili rallentamenti nelle procedure di assistenza ai passeggeri e agli aerei. Il sindacato prospetta invece disagi consistenti per il traffico dell’aeroporto.
Intanto è cosa fatta l’accordo tra il Comune e la Save per la realizzazione delle infrastrutture che sorgeranno a ridosso dello scalo e daranno vita ad una sorte di Mestre2. L’ha confermato ieri il sindaco Massimo Cacciari. Il progetto - che comprende il Venice Gate, la porta d’ingresso a Venezia firmata dal celebre architetto Frank O. Gehry - prevede anche uno stadio e un casinò nuovi, centri commerciali, ricettivi e di servizi. Per la realizzazione della viabilità necessaria ai nuovi servizi il Comune ha destinato alla Save 17 milioni di euro della Legge speciale per Venezia. «Sarebbe preferibile che poi ci fosse una società che gestisse lo stadio - ha sottolineato Cacciari - perché il Comune può fare lo stadio, ma non una squadra di calcio».
16 settembre 2008 - TG FIN
Alitalia, Fiamme Gialle in azienda
Acquisiti bilanci degli ultimi 10 anni
....
11.01 - Fiumicino, voli regolari. Domani sciopero
E' regolare anche oggi la situazione dei voli Alitalia all'aeroporto di Fiumicino. Per il momento risultano confermati tutti i voli in partenza e in arrivo dallo scalo, mentre le operazioni di check in e di imbarco si stanno svolgendo normalmente. Intanto per domani è stato confermato dalla Cub Trasporti lo sciopero di quattro ore (12-16) di tutti i dipendenti del gruppo Alitalia. Il sindacato autonomo in un documento ha criticato l'intesa sottoscritta dalla cordata italiana e Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sottolineando che ''segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sarà ridotta ad un vettore poco più che nazionale''.
....
16 settembre 2008 - La Repubblica
Domani
Disagi al Marconi per uno sciopero
Bologna - Disagi in vista per i viaggiatori che domani passeranno per l´aeroporto Marconi. Per l´accavallarsi di una serie di scioperi (locali e nazionali), fa sapere Sab, la società di gestione dello scalo, «i servizi aeroportuali potrebbero non essere garantiti». Le Rdb hanno invitato ad incrociare le braccia i lavoratori di Sab, Marconi handling, Bas, Giacchieri e Koop service per chiedere la convocazione ai tavoli sindacali delle rappresentanze di base, l´applicazione di un´unico contratto per gli addetti di tutte le aziende che operano nello scalo, e la chiusura definitiva della vicenda dei lavoratori ex Doro Group: che, in molti casi, attendono ancora il pagamento degli stipendi di agosto e settembre dello scorso anno. A questa mobilitazione si aggiungo quella proclamata da Cgil, Cisl, Uil e Ugl per i lavoratori di Giacchieri (non riguarda solo Bologna) e gli scioperi di alcuni vettori (Meridiana, Air one, Alitalia, Eurofly). «Ci scusiamo con i passeggeri per i possibili disagi, che cercheremo di ridurre al minimo», assicura Sab.
16 settembre 2008 - Il Sole 24 Ore
Protesta degli autonomi. Sdl, Anpac, Up, Avia e Anpav davanti alla sede del Governo
La «marcia» dei comandanti
«Sacconi stiamo arrivando ». «Da domani tutti in treno». O ancora: «Buffoni meglio falliti che in mano a 'sti banditi» e «Ladri, ladri». Da via Veneto, sede del ministero del Welfare, fino a Palazzo Chigi. Esplode la rabbia degli autonomi, le cinque sigle Sdl, Anpac, Up, Avia e Anpav che nella notte tra domenica e lunedì non sono state convocate al tavolo del Governo con i confederali. Sono alcune centinaia i piloti e gli assistenti di volo che ieri hanno sfilato, per lo più in divisa, per le strade di Roma.
«Vogliono sfidare e uccidere – è la spiegazione di Fabio Berti,presidente dell'Anpac ( più di mille piloti iscritti) – una delle categorie più forti d'Italia per dare un esempio a tutti». Il fronte sindacale, fino a giovedì notte, quanto tutti si sono alzati dal tavolo, era rimasto unito. Poi la spaccatura tra Cgil, Cisl, Uil e Ugl da una parte, che hanno condiviso l'accordo quadro con l'azienda, e gli autonomi dall'altra, nemmeno convocati, dopo ore di attesa. La crisi di Alitalia che diventa l'occasione anche per una resa dei conti dentro il sindacato, sul terreno della rappresentanza. Ma i piloti dell'Anpac sono determinati, forti dei loro numeri. Anzi, dice il portavoce, Nelson Ferrera, in questi ultimi giorni sono arrivati 150 iscritti dai confederali. «Firmano un contratto non rappresentando i lavoratori della categoria». Ma, prove di forza a parte, Berti si pente di aver detto no alla proposta di Air France: era meglio quella della situazioneberlusconiana della cordata italiana.
Forse non si aspettava questa fermezza da parte di un Governo di centro-destra, dove i piloti, molti dei quali simpatizzanti di An, speravano di trovare un interlocutore favorevole.
Il nodo vero, dicono all'Anpac, è la flotta: con 138 aerei iniziali, che salgono a regime a 153, l'Alitalia è solo una low cost. Per essere una compagnia di bandiera, dovrebbe avere per lo meno 170 apparecchi. Chiaro che con meno aerei e con rotte a medio raggio sono necessari anche un numero inferiori di piloti: 1.550 in tutto, compresi quelli che arrivano da AirOne, con mille tagli sul personale Alitalia. Sono questi i punti irrinunciabili. È un buco nell'acqua, dicono, offrire il contratto da dirigenti oppure prospettare l'assunzione di 500 piloti nella compagnia Italiairlines. Non molla neanche Paolo Maras, numero uno della Sdl, che rappresenta personale di terra e di volo: senza convocazione e senza intesa, i voli saranno a rischio. E la Cub ha già proclamato per domani quattro ore di sciopero, da mezzogiorno alle quattro del pomeriggio.(N.P.)
16 settembre 2008 - La Gazzetta di Parma
COMPAGNIA DI BANDIERA ANCORA RESISTENZE DA PARTE DI ALCUNE SIGLE SINDACALI E DEI PILOTI. VIA LIBERA DI CGIL, CISL, UIL E UGL. GIOVEDI' SI DECIDE
Alitalia, la trattativa infinita
Appello di Berlusconi: «Senso di responsabilità o fallimento. La sinistra vorrebbe, ma sarebbe un dramma»
ROMA - II Via libera dell’Anpav all’accordo quadro per la nuova Alitalia. La principale organizzazione degli assistenti al volo si prepara a firmare l’intesa su contratto unico e piano industriale dopo il sì pronunciato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl nella notte tra domenica e lunedì. Lo ha annunciato il presidente Massimo Muccioli che si è detto convinto dalle spiegazioni ottenute nel vertice serale a Palazzo Chigi. L’altra sigla di categoria invece ha preso tempo fino al tavolo unitario convocato per giovedì 18 settembre: «Non esistono le condizioni per la condivisione di alcunchè» avverte il numero uno dell’Avia, Antonio Divietri, parlando anche a nome dei piloti.
Il mezzo passo avanti è giunto al termine di una giornata di incontri serrati in cui la delegazione delle categorie (Anpac, Up, Avia, Anpav e Sdl) e quella dei confederali hanno varcato a mezz'ora di distanza l’una dall’altra la soglia di Palazzo Chigi mentre all’esterno proseguiva la protesta degli irriducibili che minacciano di lasciare a terra gli aerei della compagnia di bandiera.
Alle sigle professionali il sottosegretario Gianni Letta e i ministri interessati Maurizio Sacconi (Lavoro) e Altero Matteoli (Trasporti) hanno ribadito che l’intesa sull'accordo quadro è il requisito per proseguire il negoziato consentendo alla Compagnia Aerea Italiana di chiudere le procedure richieste dall’Ue e dagli accordi internazionali entro il 30 settembre termine ultimo dell’offerta di acquisto. In caso contrario il fallimento sarà inevitabile.
Mentre il governo sembrava propenso a procedere su tavoli separati, Cgil e Uil hanno insistito sulla necessità di ricercare con tutte le sigle «un accordo sostenibile, assumendosi ognuno la propria responsabilità di una situazione così delicata».
Ora il tempo stringe: Alitalia ha pochi giorni di vita. «Mi auguro che si riesca a trovare una buona soluzione» ha fatto sapere il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola. Da parte loro i leader confederali difendono la scelta di collaborare con la Cai. Per Luigi Angeletti della Uil «è la migliore possibile» mentre Raffaele Bonanni invoca «la ragione superiore di salvare 20mila posti di lavoro».
Oltre ai dubbi di piloti ed assistenti di volo si deve fare i conti con il personale di terra. L’Sdl non esclude «rischi sull'operatività dei voli». Mentre la Cub ha indetto per domani quattro ore di sciopero (dalle 12 alle 16) contro «il pesantissimo ridimensionamento di Alitalia».
In mattinata il sottosegretario Letta con i ministri Matteoli e Sacconi e il commissario Fantozzi aveva incontrato a Palazzo Chigi l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera per fare il punto sul piano industriale.
L’ultima versione prevede l’assunzione di 12.500 dipendenti, un capitale iniziale di un miliardo di euro e l’obiettivo del pareggio di bilancio entro un paio di anni. Quanto ai salari il taglio previsto è del 6-7% a parità di ore mentre gli esuberi saranno 3.250 con sette anni di ammortizzatori sociali all’80% dello stipendio. Confermato infine il potenziamento della flotta con l’acquisto di 60 aerei, l’impegno degli azionisti a mantenere le rispettive partecipazioni per cinque anni e l’intervento dei privati per cargo e manutenzione pesante.
Il tempo sta per scadere, a disposizione ci sono giorni non settimane, e dunque è l’ora della responsabilità perchè o si firma l’intesa o per Alitalia c'è solo il fallimento: nelle ore in cui a Palazzo Chigi governo e sindacati sono impegnati nella difficile trattativa il premier ribadisce la linea della fermezza e lancia l’aut l’aut.
Il premier senza tentennamenti,
delinea la futura alleanza internazionale («noi guardiamo a Lufthansa») e sferra ancora un attacco contro i sindacati confederali, Cgil in testa, e contro la sinistra. Una sinistra che «gli fa cadere le braccia» perchè ha scelto la politica del «tanto peggio, tanto meglio e sembra felice – afferma il premier – che questo problema non trovi una soluzione ». Poi il premier se la prende con tutte le organizzazioni sindacali accusate di essere «irrazionali »: sindacati e piloti, dice, «non vogliono rinunciare a dei privilegi».
L’esecutivo da parte sua ha invece fatto il possibile, si difende Berlusconi, compreso un pressing continuo sugli imprenditori per evitare che, come Air France alcuni mesi fa, mollino la presa: «Mi sono speso molto per farli restare calmi». Anche perchè il piano Fenice è decisamente migliore, è la tesi del premier, di quello di Parigi: «Gli esuberi ad esempio sono la metà di quelli previsti da Spinetta» dice Berlusconi.
La missione del governo dunque è compiuta, e ora occorre che tutti i protagonisti diano il proprio contributo: «E' il momento – è l’appello del premier – di chiedere senso di responsabilità a tutti quelli che indugiano e sembrano non sapere che l’ipotesi alternativa è il fallimento, 20 mila posti – scandisce il Cavaliere – di lavoro in meno». Protesta dei lavoratori In piazza davanti a Montecitorio dipendenti e precari manifestano rabbia e preoccupazione.
16 settembre 2008 - Corriere di Bologna
Aeroporto
Marconi, domani lo stop dell'handling
Bologna - Disagi in vista per i viaggiatori che dopodomani transiteranno dall'aeroporto di Bologna. Per l'accavallarsi di una serie di scioperi (locali e nazionali), fa sapere Sab, la società di gestione, «i servizi aeroportuali potrebbero non essere garantiti». Le Rdb hanno invitato ad incrociare le braccia i lavoratori di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service per chiedere la convocazione ai tavoli sindacali delle rappresentanze di base, l'applicazione di un'unico contratto per gli addetti di tutte le aziende che operano nello scalo, e la chiusura definitiva della vicenda dei lavoratori ex Doro Group, che, in molti casi, attendono ancora il pagamento degli stipendi di agosto e settembre dello scorso anno e del Trf. A questa mobilitazione si aggiungono quella proclamata da Cgil, Cisl, Uil e Ugl per i lavoratori di Giacchieri e gli scioperi di alcuni vettori (Meridiana, Airone, Alitalia). «Ci scusiamo con i passeggeri per i possibili disagi, che cercheremo di ridurre al minimo», assicura Sab.
16 settembre 2008 - Corriere del Veneto
Crediti, rotte e servizi I nodi veneti di Alitalia
E My Air rilancia le intese operative con Cai Fornitori e società aeroportuali alla finestra sui debiti della compagnia. Il vettore: «Accordi nel sistema italiano»
VENEZIA — Alitalia, Nordest alla finestra su crediti, rotte e servizi. Da un lato il sistema aeroportuale, con le società di gestione e di servizio che attendono gli sviluppi sul pagamento dei debiti verso i fornitori e di capire eventuali contraccolpi occupazionali sui servizi, ad iniziare dalla gestione bagagli, provocati dal taglio dei voli di Alitalia o dalla razionalizzazione di quelli di Alitalia-Air One nella nuova Cai, a seconda che il salvataggio naufraghi o decolli. Dall'altro lato la compagnia veneta My Air, alla finestra per capire quali rotte possano aprirsi e che rilancia l'ipotesi accordi operativi, se Cai prenderà il volo.
Vista dal Veneto, sono questi alcuni degli aspetti decisivi della convulsa trattativa finale per il salvataggio dal fallimento della compagnia aerea di bandiera. E se, ad ieri, i voli in partenza e arrivo sono regolari), gli operatori provano intanto a mettere insieme i tasselli del quadro economico.
In ballo ci sono innanzitutto i crediti vantati verso la vecchia Alitalia. Come quelli degli aeroporti di Verona e Venezia: no comment dalla società di gestione del «Catullo» sulla partita, mentre Save parla di «questione limitata», al di sotto di un milione di euro. Ma sulla lista dei creditori vi sono poi tutte le società di servizi - dai gestori dei check-in, della gestione bagagli, del catering - che attendono di capire che fine faranno le cifre che saranno lasciate nella veecchia società nelle mani del commissario Augusto Fantozzi. I sindacati sono poi sul chi vive per le ricadute occupazionali. Ad esempio sulle società di movimentazione bagagli al «Marco Polo» (dove domani potrebbero esserci disagi sui bagagli per lo sciopero della sigla Rdb Cub). Dice Umberto Tronchin, segretario provinciale a Venezia della categoria trasporti della Cgil: «Siamo molto preoccupati per le ricadute sull'handling:
Alitalia ed Air One sono serviti a Venezia dalla stessa società, la Gh. Potrebbero esserci problemi di fronte a una riduzione degli attuali 15 voli giornalieri, 10 di Alitalia, 5 di Air One».
Alla finestra sono anche gli altri vettori. Come la veneta My Air (11 aerei e 78 voli al giorno in Italia ed Europa), che cerca di capire quali spazi si apriranno. «Il nodo Alitalia sta condizionando le scelte di tutti gli operatori - dice Lorenzo Lorenti, direttore commerciale di My Air - . Stiamo aspettando di capire cosa sarà concretamente Cai, come dimensione operativa, quote di mercato, slot liberati». Con un passo in più, se il salvataggio andasse in porto: My Air rilancia l'idea di un'alleanza tra i vettori italiani. «La nuova Alitalia non dovrà guardarsi da noi, ma da Easy Jet e Ryanair dice Lorenti - . British, Air France e Lufthansa hanno accanto alla compagnia tradizionale un braccio low cost. Per noi si può ragionare su un'intesa tra Alitalia Express, My Air, Wind Jet e, perché no, Meridiana che razionalizzi i collegamenti regionali, con Cai a giocare il ruolo della compagnia tradizionale. Una razionalizzazione del trasporto aereo che dovrebbero però proporre o la nuova compagnia o la politica».(F.N.)
16 settembre 2008 - Il Secolo XIX
Ostacolo contratti sul futuro Alitalia
Trattative a oltranza. Fissato a giovedì il nuovo incontro tra Cai e le 9 sigle sindacali
di Samuele Cafasso
Roma - Trattative a oltranza per salvare Alitalia: dopo il sì, domenica notte, di Cgil, Cisl, Uil e Ugl all'accordo quadro col governo sul piano industriale presentato da Cai, ieri nuova girandola di incontri per strappare il via libera anche ai sindacati autonomi. Che, dopo una giornata passata ad attaccare confederali e governo per essere stati esclusi dalla trattativa, hanno varcato il portone di Palazzo Chigi poco dopo le 19. I primi a dire sì all'accordo quadro sono stati gli assistenti di volo. «Dopo le delucidazioni del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, abbiamo deciso di dare la nostra disponibilità a sottoscrivere l'accordo quadro», ha detto il presidente dell'Anpav, Massimo Muccioli. L'opposizione più forte, invece, arriva dai piloti, anche se l'Anapc, parla di«dialogo costruttivo». La firma al documento è stata posta da Sacconi come condizione per consentire ai vari sindacati di sedersi al tavolo dove si discuteranno i contratti.
È questo il vero nodo da superare al più presto pena la messa in liquidazione di tutta la compagnia, e conseguente mobilità per i 20.000 dipendenti. Ma i tempi in realtà non sono così stretti come sbandierato da più parti nei giorni scorsi: tanto è vero che un nuovo incontro formale tra governo, Cai e tutte e nove le sigle sindacali di Alitalia è stato fissato per giovedì prossimo. In quel giorno si terrà anche il consiglio d'amministrazione di Cai. Non che la situazione sia tranquilla, come per altro dimostra il fatto che - curiosità - il bookmaker irlandese Paddy Power continua a credere nel collasso della compagnia italiana, pagando solo 1,2 volte la somma scommessa chi punta sul crac. Sky Europe è a 5,5, Air Berlin a 9, AirOne 33 e RyanAir 100. Rimane comunque, da parte del governo, la linea dura del prendere e lasciare: «Alitalia è formalmente fallita quando il cda ha portato i libri in tribunale dichiarando lo stato di insolvenza - ha ribadito ieri il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola -. Se scappa questo compratore vanno tutti a casa e ci sarà uno spezzatino delle cose migliori».
L'accordo quadro ieri in discussione e firmato nella notte di domenica da confederali e Ugl prevede da parte di Cai l'impegno a sottoscrivere un capitale iniziale di almeno un miliardo di euro, i dipendenti sono 12.500 e il pareggio operativo dovrebbe essere raggiunto in due anni. Rispetto alla prima ipotesi, ci sono mille assunti in più. La nuova Alitalia, in particolare, decollerà (se decollerà) con 1.550 piloti, 3.300 assistenti di volo, 7.650 tra operai, impiegati, quadri e dirigenti. La compagnia sarà concentrata sul trasporto passeggeri includendo attività di volo, terra, manutenzione di linea e leggera, ground handling. Per full cargo e manutenzione pesante societarizzate il piano prevede una partecipazione minoritaria di Cai.
Per il salvataggio delle attività di manutenzione, in particolare, ieri si è tornato ad ipotizzare un coinvolgimento di Finmeccanica. Un'ipotesi che, al di là delle dichiarazioni ufficiali, non entusiasma il management dell'azienda controllata dallo Stato. Ma che si stia lavorando per un coinvolgimento Finmeccanica l'ha ribadito il commissario Augusto Fantozzi: «È nelle cose. Lo si sta valutando». Quanto alla parte volo, Fantozzi ha detto di non aver ricevuto altre offerte a parte quella della società italiana Cai. «Io le offerte le cerco. Me ne sono arrivate anche delle altre, ma non per la parte volo».
Ieri, intanto, i voli sono partiti regolarmente, a dispetto dell'allarme lanciato da Fantozzi che, la settimana scorsa, aveva paventato il rischio di aerei a terra e a secco per il rifiuto dei fornitori di dare credito a una compagnia sull'orlo del collasso.
Ma ieri è stato anche il giorno della nuova protesta dei lavoratori che, al grido di «meglio falliti che in mano a questi banditi», hanno sfilato per Roma - molti in divisa - fermandosi di fronte a Montecitorio. Nel mirino anche i sindacati confederali: «Se firmate non uscite» la minaccia urlata dalla piazza. Il Cub ha fissato per domani uno sciopero di quattro ore.
16 settembre 2008 - Leggo
La tormentata vertenza Alitalia fà sentire i suoi effetti anche a Bologna...
Bologna - La tormentata vertenza Alitalia fà sentire i suoi effetti anche a Bologna. Possibili disagi sono infatti previsti domani per i viaggiatori del Marconi per uno sciopero dei lavoratori dei servizi di terra. Lo sciopero, tre le 12 e 16, proclamato da Cub-Rdb, è in concomitanza con analoghe proteste in altri scali italiani. Per informazioni sui voli si potrà telefonare al numero 051 6479615.
Intanto, a spezzare una lancia per una felice soluzione della vertenza, scende in campo Paolo Gualandi, noto imprenditore bolognese, che si è addirittura comprato una pagina su un quotidiano per chiedere che Alitalia rimanga italiana. «Quando volo con altre compagnie mi sento un ospite dice Gualandi Con Alitalia mi sento a casa mia, per questo vorrei non finisse in mani straniere. E poi ne va dell’immagine delle imprese italiane all’estero».
16 settembre 2008 - La Gazzetta di Reggio
FERMO IL PERSONALE DI TERRA
Domani possibili disagi all’aeroporto Marconi
Bologna - Possibili disagi domani per i viaggiatori dell’Aeroporto di Bologna per uno sciopero dei lavoratori dei servizi di terra. Lo sciopero locale, tra le 12 e 16, proclamato da Cub-Rdb per i lavoratori di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service è in concomitanza con analoghe proteste in altri scali.
15 settembre 2008 - Adnkronos
TRASPORTO AEREO: BOLOGNA, MERCOLEDI' 4 ORE SCIOPERO
POSSIBILI DISAGI DALLE 12 ALLE 16
Bologna, 15 set. - (Adnkronos) - Disagi in vista mercoledi' all'aeroporto 'Guglielmo Marconi' di Bologna, a causa di uno sciopero di 4 ore (dalle 12 alle 16) proclamato da Cub-Rdb per i lavoratori di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service, in concomitanza con scioperi proclamati in altri scali italiani e presso alcune compagnie aeree. Ne da' informazione l'aeroporto bolognese, precisando che per informazioni sui voli e' possibile telefonare al numero 051-6479615, oppure consultare il sito www.bologna-airport.it, nella pagina relativa ai voli in tempo reale.
....
15 settembre 2008 - Apcom
Aeroporti/ Bologna, mercoledì sciopero 4 ore al "Marconi"
Lo scalo bolognese non garantisce tutti i servizi aeroportuali
Bologna, 15 set. (Apcom) - A causa di uno locale proclamato da CUB-RdB per i lavoratori di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service, mercoledì 17 settembre dalle 12 alle 16, "i servizi aeroportuali potrebbero non essere garantiti". Lo rende noto l'ufficio stampa dell'aeroporto "Marconi" di Bologna.
....
15 settembre 2008 - Info Air Web
Scioperi aerei e aeroportuali mercoledì 17
Mercoledì 17 settembre una serie di scioperi del personale di alcuni vettori e di società aeroportuali potrà creare problemi ai paseggeri.
L’aeroporto di Bologna informa che dalle ore 12 alle ore 16, a causa di uno sciopero locale proclamato da CUB-RdB per i lavoratori di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service, tra l'altro in concomitanza con scioperi proclamati in altri scali italiani e presso alcune compagnie aeree, i servizi aeroportuali potrebbero non essere garantiti.
....
15 settembre 2008 - Il Sole 24 Ore / Radiocor
Alitalia: Cub Trasporti, intesa inaccettabile, 4 ore sciopero il 17
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 15 set - Oltre 6.000 lavoratori a tempo indeterminato saranno da subito espulsi e circa 4.000 precari restano senza alcuna certezza sul loro futuro: l'intesa sottoscritta dalla cordata italiana e Cgil, Cisl, Uil, Ugl segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia. Cub trasporti giudica "inaccettabile e pericolosa" la decisione dei sindacati di sottoscrivere una intesa "in cui si sancisce la possibilita' per la cordata italiana di scegliere il personale da imbarcare nel nuovo vettore sulla base di una assoluta discrezionalita' e senza alcun vincolo rispetto alla esistente normativa contrattuale e legislativa". La Cub Trasporti di fronte alla mancanza di impegni da parte di Cai sullo sviluppo delle rotte intercontinentali e all'assenza di indicazioni sui contratti che restano ancora da definire, conferma lo sciopero di tutti i lavoratori Alitalia per il 17 settembre dalle 12 alle 16.
15 settembre 2008 - TTG Italia
Sciopero Alitalia proclamato per il 17 settembre
Uno sciopero dei lavoratori del Gruppo Alitalia è in programma per mercoledì 17 settembre dalle 12 alle 16. Lo riferisce la Cub Trasporti. "Oltre 6mila lavoratori a tempo indeterminato saranno da subito espulsi dalla ex compagnia di bandiera ? riporta una nota - e circa 4mila precari restano senza alcuna certezza sul loro futuro". Sul fronte Uil, invece, giunge un primo positivo commento: "Questo è il piano industriale migliore, nessuno ne ha proposto un altro - ha detto il segretario generale Luigi Angeletti -. Il numero di 3.200 esuberi è realistico anche se può essere un po' più basso".
15 settembre 2008 - Agi
ALITALIA: CUB TRASPORTI, CONFERMATO SCIOPERO 17 SETTEMBRE
(AGI) - Roma, 15 set. - Uno sciopero di tutti i lavoratori del gruppo Alitalia si terra' il 17 settembre dalle 12 alle 16. Lo conferma la Cub Trasporti. "Oltre 6.000 lavoratori a tempo indeterminato saranno da subito espulsi dalla ex Compagnia di Bandiera - si legge nella nota - e circa 4.000 precari restano senza alcuna certezza sul loro futuro. L'intesa sottoscritta dalla cordata italiana e Cgil, Cisl, Uil, Ugl segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sara' ridotta ad un vettore poco piu' che nazionale. Nessun impegno da parte di Cai sullo sviluppo delle rotte intercontinentali. Enormi le ricadute occupazionali anche sull'indotto e in particolare sull'aeroporto di Fiumicino". Per Cub Trasporti e' "inaccettabile e pericolosa la decisione di Cgil, Cisl, Uil e Ugl di sottoscrivere una intesa in cui si sancisce la possibilita' per la cordata italiana di scegliere il personale da imbarcare nel nuovo vettore sulla base di una assoluta discrezionalita' e senza alcun vincolo rispetto alla esistente normativa contrattuale e legislativa. Neppure una parola sui contratti che restano ancora da definire". Pertanto la Cub Trasporti "conferma lo sciopero di tutti i lavoratori del gruppo Alitalia per il 17 settembre".
ALITALIA, PRIMO ACCORDO MA RESTA IL NO DEI PILOTI
(AGI) - Roma, 15 set. - Trattativa ad oltranza nella notte tra governo e sindacati per la vertenza Alitalia, ma la rabbia dei piloti rischia di far saltare l' intesa. 'Alitalia, il no dei piloti' il titolo che apre la prima pagina di Repubblica: 'Dopo una giornata di incontri informali, il ministro del Lavoro Sacconi ha convocato solo le organizzazioni sindacali confederali ottenendo un primo si' sull' accordo quadro e scatenando le proteste delle altre cinque sigle'. 'Ultima chiamata per Alitalia' l' apertura della prima pagina della Stampa che evidenzia come, se non si arrivera' ad una intesa nelle prossime ore, 'da oggi dovrebbero prendere il via le procedure della cassa integrazione', come ribadito dal commissario Fantozzi. Si sottolinea che ieri la Compagnia Aerea Italiana 'ha messo sul piatto altri 80 milioni' mentre, a fronte di un via libera dei confederali, gli autonomi accusano Sacconi di una gestione 'irresponsabile' della vertenza. Si aggiunge inoltre che, 'almeno per oggi', i voli dovrebbero essere ancora regolari. L' Unita' parla di un Berlusconi 'preoccupatissimo' per 'il suo possibile fallimento': 'Il premier affida la regia del negoziato a Letta, la sua battaglia per l' italianita' costa cara'. 'L' ultima parola agli irriducibili' il titolo del Corriere della Sera: 'Ad essere quelli che dovrebbero ratificare un accordo confezionato da altri, non ci stanno. E allora ecco che Anpac e Up (piloti), Avia e Anpav (assistenti di volo), Sdl e Cub (personale di terra) cavalcano la protesta. Qualcuno giura perfino controvoglia'. 'Berlusconi vuole chiudere con la strategia delle firme graduali' titola il Messaggero che sottolinea come oggi si comincera' a discutere dei contratti aziendali.
15 settembre 2008 - TG FIN
Alitalia, autonomi in guerra
Proteste al Ministero e sciopero il 17
....
12.25 - Sciopero di 4 ore dei lavoratori Alitalia il 17 settembre
Uno sciopero di tutti i lavoratori del gruppo Alitalia si terrà il 17 settembre dalle 12 alle 16. Lo conferma la Cub Trasporti. "Oltre 6.000 lavoratori a tempo indeterminato saranno da subito espulsi dall'ex compagnia di bandiera - si legge nella nota - e circa 4.000 precari restano senza alcuna certezza sul loro futuro. L'intesa sottoscritta dalla cordata italiana e Cgil, Cisl, Uil, Ugl segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sarà ridotta ad un vettore poco più che nazionale. Nessun impegno da parte di Cai sullo sviluppo delle rotte intercontinentali. Enormi le ricadute occupazionali anche sull'indotto e in particolare sull'aeroporto di Fiumicino". Per Cub Trasporti è "inaccettabile e pericolosa la decisione di Cgil, Cisl, Uil e Ugl di sottoscrivere una intesa in cui si sancisce la possibilità per la cordata italiana di scegliere il personale da imbarcare nel nuovo vettore sulla base di una assoluta discrezionalità e senza alcun vincolo rispetto alla esistente normativa contrattuale e legislativa. Neppure una parola sui contratti che restano ancora da definire". Pertanto la Cub Trasporti "conferma lo sciopero di tutti i lavoratori del gruppo Alitalia per il 17 settembre".
....
15 settembre 2008 - Dire
AEROPORTO BOLOGNA. MERCOLEDI' DI PASSIONE,SCIOPERI A RAFFICA
SAB AVVERTE I PASSEGGERI: POSSIBILI DISAGI E SERVIZI A RISCHIO
(DIRE) Bologna, 15 set. - Disagi in vista per i viaggiatori che dopodomani transiteranno dall'Aeroporto di Bologna. Per l'accavallarsi di una serie di scioperi (di carattere locale e nazionale), fa sapere Sab, la societa' di gestione dello scalo, "i servizi aeroportuali potrebbero non essere garantiti". Le Rdb hanno invitato ad incrociare le braccia i lavoratori di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service per chiedere la convocazione ai tavoli sindacali delle rappresentanze di base, l'applicazione di un'unico contratto per gli addetti di tutte le aziende che operano nello scalo, e la chiusura definitiva della vicenda dei lavoratori ex Doro Group, che, in molti casi, attendono ancora il pagamento degli stipendi di agosto e settembre dello scorso anno e del Trf. A questa mobilitazione si aggiungo quella proclamata da Cgil, Cisl, Uile Ugl per i lavoratori di Giacchieri (non riguarda solo Bologna) e gli scioperi di alcuni vettori (Meridiana, Airone, Alitalia, Eurofly). "ci scusiamo con i passeggeri per i possibili disagi, che cercheremo di ridurre al minimo", assicura Sab.
15 settembre 2008 - Ansa
ALITALIA: CUB TRASPORTI, IL 17 SETTEMBRE SCIOPERO DI 4 ORE
(ANSA) - FIUMICINO (ROMA) - Uno sciopero di quattro ore (dalle 12 alle 16) di tutti i lavoratori del Gruppo Alitalia, è stato indetto per mercoledì 17 settembre dalla Cub Trasporti che critica la firma di Cgil, Cisl, Uil e Ugl del primo accordo su Alitalia. «L'intesa sottoscritta - si legge in un comunicato - segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia, che sarà ridotta ad un vettore poco più che nazionale». Per la Cub Trasporti « sono oltre 6000 i lavoratori a tempo indeterminato che saranno da subito espulsi dalla ex Compagnia di bandiera e circa 4000 i precari che restano senza alcuna certezza sul loro futuro». Per il sindacato autonomo «è inaccettabile e pericolosa la decisione di Cgil, Cisl, Uil e Ugl di sottoscrivere una intesa in cui si sancisce la possibilità, per la cordata italiana, di scegliere il personale da imbarcare nel nuovo vettore sulla base di una assoluta discrezionalità e - aggiunge - senza alcun vincolo rispetto alla esistente normativa contrattuale e legislativa».
15 settembre 2008 - La Nuova Venezia
SCIOPERO
Voli a rischio
Venezia - Mercoledì l’aeroporto di Tessera sarà interessato da uno sciopero di 24 ore del personale di Save, proclamato dalla sigla sindacale «Cub Trasporti», anche per i dipendenti di Sav, Gh e Aviapartner. Save che gestisce il Marco Polo, informa che saranno possibili rallentamenti nelle procedure di assistenza ai passeggeri e agli aerei. Il sindacato prospetta invece disagi consistenti per il traffico dell’aeroporto.
Fiumicino, assistenti di volo in corteo
Contestate le dichiarazioni di Angeletti
FIUMICINO. È contraddittorio l’aspetto dell’aeroporto Leonardo da Vinci dove, ad uno scenario di apparente normalità, al piano partenze, con i check-in e le biglietterie dell’Alitalia aperti, fa da contraltare quello che si vede un piano sotto, nella zona arrivi, tra i terminal B e C. Qui, poco dopo mezzogiorno, un gruppo di un centinaio di assistenti di volo dell’Alitalia, fuori dall’orario di lavoro, qualcuno anche con bambini al seguito, si scambiano opinioni sugli ultimi sviluppi della situazione. C’è chi sarebbe propenso ad andare a Roma, al ministero del Lavoro, «per far sentire la nostra voce», e chi, invece, insiste perchè si resti invece a Fiumicino, «perchè il patrimonio della compagnia è qui»come dice uno steward al megafono. «Non spezziamo il fronte», incalza poi qualcun altro. «E’ da vent’anni che lavoro in Alitalia - racconta una hostess - Anche mio marito lavora per l’Alitalia da vent’anni: lui è un pilota e ora si trova a New York». La manifestazione di protesta ha coinvolto oltre centocinquanta assistenti di volo. I rappresentanti della Cub Trasporti hanno letto al megafono le dichiarazioni, fischiate dai presenti, apparse su un quotidiano del segretario della Uil, Luigi Angeletti.
15 settembre 2008 - Il Resto del Carlino
AGITAZIONE SINDACALE
Aeroporto Marconi, mercoledì disagi per i viaggiatori
Per l'accavallarsi di una serie di scioperi (di carattere locale e nazionale), fa sapere Sab, la societa' di gestione dello scalo, "i servizi aeroportuali potrebbero non essere garantiti"
Bologna - Disagi in vista per i viaggiatori che dopodomani transiteranno dall'Aeroporto di Bologna. Per l'accavallarsi di una serie di scioperi (di carattere locale e nazionale), fa sapere Sab, la societa' di gestione dello scalo, "i servizi aeroportuali potrebbero non essere garantiti".
Le Rdb hanno invitato ad incrociare le braccia i lavoratori di Sab, Marconi Handling, Bas, Giacchieri e Koop Service per chiedere la convocazione ai tavoli sindacali delle rappresentanze di base, l'applicazione di un'unico contratto per gli addetti di tutte le aziende che operano nello scalo, e la chiusura definitiva della vicenda dei lavoratori ex Doro Group, che, in molti casi, attendono ancora il pagamento degli stipendi di agosto e settembre dello scorso anno e del Trf.
A questa mobilitazione si aggiungo quella proclamata da Cgil, Cisl, Uile Ugl per i lavoratori di Giacchieri (non riguarda solo Bologna) e gli scioperi di alcuni vettori (Meridiana, Airone, Alitalia, Eurofly). "ci scusiamo con i passeggeri per i possibili disagi, che cercheremo di ridurre al minimo", assicura Sab.
15 settembre 2008 - Il Sussidiario.net
ALITALIA/ Mercoledì 4 ore di sciopero dei lavoratori della Cub
L'intesa sottoscritta dalla cordata italiana e Cgil, Cisl,Uil, Ugl «segna un pesantissimo ridimensionamento di Alitalia che sarà ridotta ad un vettore poco più che nazionale». Lo afferma la Cub Trasporti, confermando lo sciopero di 4 ore, dalle 12 alle 16, dei lavoratori Alitalia per mercoledì 17 settembre.
La Cub Trasporti definisce «inaccettabile e pericolosa la decisione di Cgil, Cisl, Uil e Ugl di sottoscrivere un'intesa in cui si sancisce la possibilità per la cordata italiana di scegliere il personale da imbarcare nel nuovo vettore sulla base di una assoluta discrezionalità e senza alcun vincolo rispetto alla esistente normativa contrattuale e legislativa».
Dalla Cai, sottolinea il sindacato, «nessun impegno sullo sviluppo delle rotte intercontinentali, enormi le ricadute occupazionali anche sull'indotto e in particolare sull'aeroporto di Fiumicino, neppure una parola sui contratti che restano ancora da definire».
15 settembre 2008 - Corriere della Sera
Quegli irriducibili dei sit-in che decidono sulla trattativa
I sei piccoli sindacati di piloti, assistenti e hostess. Sono i lavoratori che si riconoscono nelle sigle escluse ieri. Appello dei piloti: intervenga il premier
di Enrico Marro
Gli «irriducibili» hanno la faccia di centinaia di hostess e steward in divisa e di tanti giovani e meno giovani in jeans e maglietta (il personale di terra) che ieri hanno inscenato cortei e sit-in a Fiumicino e poi, in serata, davanti al ministero del Welfare. Ma anche di decine e decine di piloti in giacca e cravatta, meno abituati agli slogan gridati nei megafoni. In comune hanno davvero molto poco (soprattutto gli stipendi) se non il fatto di lavorare per l'Alitalia. Ma si ritrovano in piazza, uno accanto all'altro, «per esclusione», nel senso che sono i lavoratori che si riconoscono nei sei sindacati esclusi dalla trattativa in corso tra governo, Cai e Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Ma loro, ad essere quelli che dovrebbero ratificare un accordo confezionato da altri, non ci stanno. E allora ecco che Anpac e Up (piloti), Avia e Anpav (assistenti di volo), Sdl e Cub (personale di terra) cavalcano la protesta. Qualcuno giura perfino controvoglia. «Guardi che noi siamo un sindacato ultramoderato — dice Antonio Di Vietri, 51 anni, presidente dell'Avia —. Ci definiamo apartitici, ma se proprio vuole classificarci, allora siamo di centro, cattolici di centro. Nel gruppo dirigente ci sono appartenenti a Comunione e liberazione. Io non sono di Cl, ma sono un "fesso" che ha votato per Berlusconi. Ecco, le garantisco che non voglio scatenare la piazza, ma la piazza si scatena da sola».
Il perché lo spiega Andrea Cavola, 52 anni, segretario di Sdl: «La proposta di Cai prevede che un lavoratore di terra passi da un netto di 1.200 euro a uno di 7-800 e che un assistente di volo da 2.500 euro netti a poco più di 2.000, che possono scendere fino a 650 euro se la persona non vola perché malata o per altre ragioni ». Cavola non ha difficoltà a riconoscere che Sdl (che una volta si chiamava Sult) ha un gruppo dirigente in buona parte orientato a sinistra, a partire dal segretario, «ma raccogliamo iscritti a destra e a sinistra perché seguiamo una linea pragmatica. Anche adesso ripetiamo: siamo disponibili a trattare a oltranza. Finora abbiamo continuato a invitare i lavoratori alla calma, ma anche l'acqua dei pompieri a un certo punto finisce ». E certo la situazione sembra davvero a un passo dal precipitare, se all'indirizzo del commissario Augusto Fantozzi che entra al ministero vengono lanciate grida di «assassino, assassino».
Fabio Berti e Massimo Notaro, che guidano i due sindacati dei piloti, rispettivamente l'Anpac e l'Up, sono preoccupati. E loro, che sono politicamente i più vicini al governo, si appellano al presidente del Consiglio. Dice Berti, mentre alcuni lavoratori, a notte fonda, improvvisano una fiaccolata: «Spero che Berlusconi faccia molta attenzione e non sottovaluti quanto sta succedendo. La tensione è molto alta. Ci aveva dato delle garanzie e ci avevamo creduto. Ora deve intervenire». Non si possono escludere dalla trattativa i sindacati che complessivamente rappresentano la maggioranza dei lavoratori, sostengono i leader. Chi ha invece già deciso di andare allo scontro duro è la Cub. «Noi non firmeremo nulla. Gli altri sono generali senza esercito », urla Fabio Frati nel megafono. Ma per fortuna la Cub, l'unica sigla davvero irriducibile, ha solo qualche centinaio di iscritti.
15 settembre 2008 - Il Tempo
I piloti a Berlusconi «Ora intervieni tu»
Troppi ostacoli sul cammino di Alitalia. Non bastano i passi avanti compiuti in una estenuante tira e molla tra governo, sindacati, Cai e piloti. Così il presidente dell'Anpac, Fabio Berti, si appella a Berlusconi.
di Alessandro Usai
«Al punto in cui è arrivata la trattativa per il rilancio di Alitalia - afferma Berti - serve un intervento diretto del presidente del Consiglio. Ci ha dato delle garanzie. Uscivamo da una trattativa difficile con Air France. Ci abbiamo creduto». I piloti, in questa fase di caos, vogliono un segnale serio. «Siamo disposti a sacrifici - prosegue Berti - ma devono esserci piccole aperture e invece c'è una chiusura totale: la situazione è calda, peggiora sempre di più e qui parliamo di mobilità dei cittadini. Sarebbe un danno per il Paese, per il Governo e anche per l'offerente». E ancora. «Non so se c'è qualcosa di diverso su questa partita. La responsabilità - conclude Berti - di quello che può accadere non sarà solo nostra ma di chi ha deciso di percorrere questa strada. I lavoratori devono essere rappresentati da chi ha i numeri per farlo». Le dichiarazioni del presidente dell'Anpac giungono al termine di un'altra giornata di tensione tra i lavoratori di Alitalia. L'ennesima. Sit-in, cortei, slogan hanno fatto ancora da cornice alla delicatissima trattativa sulla crisi della compagnia di bandiera. A Fiumicino per tutta la giornata di ieri gli assistenti di volo dell'Alitalia, fuori dall'orario di lavoro, hanno inscenato una manifestazione di protesta all'interno dell'aeroporto. Il corteo, a cui hanno partecipato oltre 150 tra hostess e steward in borghese, ha sfilato con trombette e fischietti, prima all'interno del terminal A, e quindi nel terminal B. I rappresentanti della Cub Trasporti hanno letto al megafono le dichiarazioni, fischiate dai presenti, apparse ieri su un quotidiano del segretario della Uil, Luigi Angeletti. «Qui - ha detto Fabio Frati, della Cub Trasporti - ci sono l'anima e il sangue della categoria. Ci hanno abbandonato da anni. Noi non firmeremo nulla. Sono generali senza esercito». Alle parole del rappresentate della Cub è seguito un lungo applauso dei manifestanti. Una giornata infinita per alcuni dipendenti Alitalia che hanno trascorso la notte di fronte alla sede secondaria del ministero del Lavoro in via Fornovo a Roma dove erano in corso le trattative. L'onda lunga della protesta è giunta fino a Venezia dove il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, ha speso parole in favore dei dipendenti Alitalia. «I lavoratori vogliono tutti mantenere il posto di lavoro - ha affermato il senatur a margine della festa dei popoli padani - ed è un loro diritto. Sono stati fatti tanti contratti di carattere provvisorio, che poi non sono mai trasformati in contratti definitivi cosa di cui i lavoratori hanno diritto». Il Partito democratico è convinto che in realtà i guai per la compagnia di bandiera e per i suoi lavoratori non finiranno certo con la chiusura dell'accordo. «In ogni caso il problema continua», assicura il ministro ombra del Pd Pierluigi Bersani. Anche se tutto dovesse andare per il meglio a questo punto si avrebbe «una piccola compagnia domestica che per portare la nostra gente nel mondo - è convinto l'esponente del Pd - dovrà farsi dare un passaggio da un'altra compagnia, mettendo a carico del contribuente almeno un miliardo e mezzo di euro». Le critiche alle organizzazioni sindacali sono, un pò a sorpresa, un punto di contatto tra maggioranza e opposizione. Forse proprio dal caos Alitalia si potrebbe riprendere il filo del dialogo per cercare di risolvere tutti insieme i tanti problemi del paese.
15 settembre 2008 - Il Sole 24 Ore
A Fiumicino solo cortei e striscioni: evitati blocchi e disagi per i passeggeri
Una protesta con cortei e trombe da stadio, ma senza voli sospesie maxi ritardi nella consegna dei bagagli, come è successo giovedì. I vertici del sindacato si sono raccomandati: guai a bloccare il traffico e mettersi contro l'opinione pubblica.Ma la rabbia dei lavoratori era palpabile all'aeroporto di Fiumicino.Ieri una ventina di assistenti di volo e impiegati hanno passeggiato a lungo alle partenze internazionali,con cartelli davanti e dietro ( foto). Le scritte, contro il Governo: «Berlusconi Alitalia ci penso io». «Berlusconi, la cordata c'è,gli impiccati anche».Fuori dal Terminal,si sono radunati 300 assistenti di volo, molti in borghese, scortati dalle auto dei carabinieri. Tra i cartelli, «Mobbasta precari Alitalia». Alcune bandiere della Cub trasporti. Al Terminal B, assemblea spontanea della Sdl: un presidio permanente, dice il capo, Fabio Frati, pronti per la mobilitazione. Ma la loro presenza non ha creato problemi né al traffico,né ai passeggeri.Ieri i sindacalisti dell'Avia,assistenti di volo, sono andati nei Centri equipaggi per assicurare la regolarità delle operazioni: «Non cadremo nella logica degli sfascisti».(AP)
15 settembre 2008 - Il Messaggero
Fiumicino. Se non fossero stati i voli per Tripoli...
Fiumicino - Se non fossero stati i voli per Tripoli, per Sofia e per Londra, partiti con un’ora di ritardo, quella di ieri sarebbe potuta passare per la giornata della massima puntualità delle partenze Alitalia da Fiumicino. Quasi tutti i decolli, infatti, sono avvenuti secondo programma o tutt’al più e in rari casi con pochissimi minuti di slittamento sul programma.
Eppure il clima di tensione tra i dipendenti Az non si è sciolto. Anzi. I lavoratori, responsabilmente, non hanno "marcato visita" e hanno assicurato la puntualità dei collegamenti, l’efficienza dei controlli, la tempestività del carico e dello scarico dei velivoli, la sicurezza dell’assistenza in rampa. Dalle 6,00 alle 13,00 dal "Leonardo da Vinci" sono decollati pressoché in orario ben 90 voli Alitalia tra nazionali, internazionali e intercontinentali. Puntualissime le rotte verso gli Stati Uniti e per i voli interni. Le operazioni di terra, nei check-in e alla biglietteria, sono procedute nella norma.
Paradossalmente i disservizi più significativi si sono registrati nell’operativo dell’Air One, compagnia destinata ad "assorbire" l’Alitalia. Ben cinque, infatti, sono stati i voli Ap cancellati: il Bruxelles delle 8,25, l’Atene delle 10,00, il Venezia delle 12,50, il Bari delle 14,20 ed il Berlino delle 16,15. Il decollo per Sharm el sheikh delle 6,00 è avvenuto con due ore di ritardo. Slittato di un’ora l’unico volo gestito in code sharing tra Air One ed Alitalia, quello per Malta.
Non sono mancate attestazioni di preoccupazione e di insofferenza da parte del personale Az. Poco dopo mezzogiorno, presso il varco equipaggi, si è formato un gruppo di una quarantina di assistenti di volo, che, fuori dall'orario di lavoro e in alcuni casi con bambini al seguito, si sono radunati in attesa di notizie sugli sviluppi della situazione in trattativa a Roma.
Intorno alle 15,30 i manifestanti hanno dato vita ad un corteo spontaneo composto da oltre 150 persone tra hostess e steward in borghese. Lasciato il varco equipaggi hanno sfilato con trombette e fischietti prima all'interno del terminal A (voli nazionali) e quindi nel terminal B. Una volta entrati nell'aerostazione dei voli internazionali, i manifestanti si sono fermati, invitando a gran voce gli altri colleghi ad unirsi alla protesta e illustrando ai passeggeri le ragioni del loro dissenso.
I rappresentanti della Cub Trasporti hanno letto al megafono le dichiarazioni, fischiate dai presenti, rilasciate alla stampa del segretario della Uil, Luigi Angeletti. «Qui - ha detto Fabio Frati, della Cub Trasporti - ci sono l'anima e il sangue della categoria. Ci hanno abbandonato da anni. Noi non firmeremo nulla. Sono generali senza esercito. Noi siamo l'Alitalia. Noi siamo l'azienda». Alle parole del rappresentate della Cub è seguito un lungo applauso. Erano passate da poco le 17,00 e i manifestanti hanno fatto ritorno al varco equipaggi. Collegati via telefono con i rappresentanti sindacali impegnati sui tavoli della trattativa, intorno alle 19,00 una folta delegazione ha deciso di spostarsi per recarsi a Roma, al ministero del Lavoro. A Fiumicino è rimasto solo un drappello di lavoratori a presidiare quello che "resta" dell’azienda la, soprattutto, a tenere in ostaggio lo scalo pronti a mobilitarsi contro soluzioni non condivise. Per oggi, comunque, i 279 voli Az in partenza dal "Leonardo da Vinci" sono tutti in piedi e non risultano cancellazioni.(G.Man.)
15 settembre 2008 - QN Quotidiano Nazionale
«Parto o non parto?» Assalto ai call center
Continuano i presidi, Fantozzi fischiato
ROMA — UN PICCOLO corteo nel settore arrivi di Fiumicino; qualche coro contro i sindacati e il Governo; il trasferimento a Roma fuori del ministero del Lavoro per seguire da vicino la trattativa su Alitalia. Anche ieri giornata frenetica per i dipendenti della compagnia di bandiera. La preoccupazione di uomini e donne che vedono a rischio il posto di lavoro va di concerto con quella dei tanti italiani che hanno acquistato biglietti per i giorni a venire; di coloro che sono già partiti e dovranno rientrare nel prossimo periodo; di quanti hanno prenotato una vacanza o un viaggio di lavoro per il futuro prossimo o remoto. Tutti, in queste ore di incertezza, non fanno che girare le proprie ansie ai call center che, però, non riescono a dare risposte. Nessuno può garantire nulla con un’ipotesi di fallimento alle porte. Ci sono, allo stato, circa 15mila persone che sono partite con Alitalia e che con Alitalia dovrebbero tornare, libri mastri permettendo. In caso di fallimento, che significa non più compagnia, non più aerei, non più nulla, potrebbero restare a terra nella destinazione dove si trovano. Sicuramente, in base ad accordi internazionali, ci sarebbero altri gestori che si incaricherebbero del loro rientro ma secondo la disponibilità dei posti e, quindi, in coda alle liste. LA SPERANZA di tutti è che il grosso nodo si sciolga evitando la dissoluzione dell’Alitalia e consentendo agli acquirenti di esigere il prodotto per il quale hanno pagato. Le ansie hanno anche determinato un calo di vendite da parte della compagnia: nei primi sette mesi del 2008 i passeggeri sono diminuiti del 17,4%. Nel caso peggiore, con il fallimento, chi ha già pagato ha davvero poche possibilità di ottenere un rimborso. In questo elenco di possibili creditori vanno annoverati anche i fedelissimi del Club Mille Miglia (coloro che in base ai viaggi fatti accumulano punti e ottengono biglietti gratis) che sono circa 2 milioni. Anche per loro il futuro si presenta incerto: al fallimento di Swissair e Sabena i loro clienti con punti furono agevolati dalla società che le ha sostituite. Ma è un’incognita. Nel clima di preoccupazione generale che segna queste ore, anche ieri una protesta di dipendenti Alitalia a Fiumicino. Non ci sono stati ritardi nei voli né conseguenze per i passeggeri ma un centinaio di assistenti di volo ha scelto di manifestare la propria ansia sfilando per l’aereoporto. SONO SOPRATTUTTO i «duri» a scendere in piazza, coloro che ritengono impossibile qualsiasi accordo e che sollecitano i sindacati a non firmare. Ieri, in aereoporto, i rappresentanti dei Cub hanno letto alcune dichiarazioni di Angeletti (Uil) per poi fischiarle. Molti di loro, nel pomeriggio si sono trasferiti in via Fornovo dove hanno accolto con fischi e slogan l’arrivo del commissario straordinario della compagnia, Augusto Fantozzi.(s.m.)
15 settembre 2008 - Il Secolo XIX
la protesta
«meglio falliti che in mano a questi banditi»
Roma. La protesta dei lavoratori - nel giorno in cui tutti i voli partono regolarmente - prende di mira Augusto Fantozzi: «Buffone, buffone, assassino, assassino» hanno urlato alcuni dipendenti al commissario straordinario che ha il compito di traghettare la compagnia fuori dal pantano. La contestazione è andata in scena nella serata in via Fornovo, a Roma, di fronte a una delle sedi secondarie del ministero del Lavoro dove si è svolta la trattativa. Fuori dal palazzo diverse centinaia di dipendenti assiepati (anche intere famiglie con i bambini), strada presidiata da polizia e carabinieri, blindati attrezzati per garantire l'ordine pubblico. E un clima sempre più incandescente col passare delle ore: «Non firmate, non firmate; il contratto non si tocca» lo slogan più urlato insieme a «meglio falliti che in mano a sti banditi» o «chi non salta Colaninno è».Nel pomeriggio la rabbia serpeggiava nella manifestazione a Fiumicino - tenutasi fuori dall'orario di lavoro - di circa 150 assistenti di volo. Nel mirino dei lavoratori è finito Luigi Angeletti. Le dichiarazioni del sindacalista Uil al Corriere della Sera, lette al megafono dai rappresentanti della Cub Trasporti, sono state accolte da una raffica di fischi: «Ci hanno abbandonato, siamo noi la vera Alitalia» proclamava la fronda sindacale.
15 settembre 2008 - L'Eco di Bergamo
Fantozzi contestato da piloti e assistenti di volo
Roma - Ieri è stata anche giornata di proteste e manifestazioni: dal presidio che ormai da giorni è presente all'aeroporto romano di Fiumicino i cortei si sono spostati a Roma, davanti al ministero del Lavoro.
Oggetto delle contestazioni ieri in serata è stato soprattutto il commissario straordinario Augusto Fantozzi, che è stato attaccato verbalmente da alcune centinaia di piloti e assistenti di volo che attendevano l'inizio dell'incontro plenario e che protestavano anche per la trattativa «separata» tra sindacati confederali e Cai al ministero del Lavoro. «Buffone, buffone», hanno urlato contro Fantozzi i manifestanti.
La strada era presidiata da polizia e carabinieri, anche con blindati attrezzati per l'ordine pubblico. Presenti molti piloti e assistenti di volo in divisa, anche intere famiglie con i bambini.
Dagli slogan è continuato il pressing sui sindacati perché non arrivino a un accordo su condizioni giudicate inaccettabili. «Non firmate, non firmate. Il contratto non si tocca».
Durante la manifestazione di protesta a Fiumicino, ieri pomeriggio, i rappresentanti della Cub Trasporti hanno letto al megafono le dichiarazioni, fischiate dai presenti, apparse ieri su un quotidiano del segretario della Uil, Luigi Angeletti. «Qui – ha detto Fabio Frati, della Cub Trasporti – ci sono l'anima e il sangue della categoria. Ci hanno abbandonato da anni. Noi non firmeremo nulla. Sono generali senza esercito. Noi siamo l'Alitalia. Noi siamo l'azienda».
Alle parole del rappresentate della Cub è seguito un lungo applauso.
Ieri, comunque, gli aerei Alitalia hanno continuato a decollare e atterrare regolarmente nello scalo romano di Fiumicino. Al Leonardo da Vinci, dalle 6 di ieri mattina e fino alle 20, non si sono registrate variazioni d'orario significative rispetto all'operativo voli Alitalia.
E per oggi i voli AZ programmati in partenza dal Leonardo da Vinci sono 279, di cui 131 internazionali e 148 nazionali. Al momento, secondo quanto si è appreso, sono tutti in piedi e non risultano cancellazioni.
15 settembre 2008 - Il Tirreno
Presidio a Fiumicino, poi centinaia di hostess e steward assediano il ministero del Lavoro
Esplode la rabbia: guai a voi, non firmate
Contestato Fantozzi: «Buffone, assassino». Fischi per Angeletti
ROMA - Clima surriscaldato, proteste, presidi, contestazioni. Con i cortei di hostess e piloti che si sono spostati, come già sabato notte, da Fiumicino a Roma in un disperato pressing sulle trattative in corso al grido di «non firmate, non firmate». E con una contestazione pesante nei confronti del commissario dell’Alitalia Augusto Fantozzi.
Un clima esacerbato dalle divisioni sindacali, tra i confederali seduti dal primo pomeriggio al tavolo con Cai e il ministro Sacconi per tentare la definizione di un accordo quadro, e tutte le altre sigle (piloti e assistenti di volo) ad attendere al ministero del Lavoro una riunione che è slittata più volte nel pomeriggio: in ultimo alle 22.
Dunque la notte si annuncia caldissima, con i sospetti rimbalzati fin dalla tarda sera di accordi già raggiunti alle spalle degli autonomi e con i confederali che hanno seccamente smentito. E con la piazza che si sta facendo via via più esasperata e folta.
Nel tardo pomeriggio diverse centinaia di dipendenti di Alitalia si sono spontaneamente riunite in via Fornovo,di fronte ad una delle sedi secondarie del ministero del Lavoro dove è prevista la ripresa della trattativa formale sul piano di salvataggio per Alitalia.
All’arrivo del commissario straordinario della compagnia, Augusto Fantozzi, lo hanno contestato. «Buffone, buffone, assassino, assassino», hanno gridato più volte. La strada era presidiata da polizia e carabinieri, anche con blindati attrezzati per l’ordine pubblico.
La folla si è via via ingrosata, con molti piloti e assistenti di volo in divisa, anche intere famiglie con i bambini. Insistiti gli slogan perchè i sindacati non siglino un accordo su condizioni giudicate inaccettabili. «Non firmate, non firmate; il contratto non si tocca», hanno ripetuto i manifestanti.
Fin dalla prima mattima un presidio di lavoratori, circa 150, ha inscenato una manifestazione di protesta all’interno dell’aeroporto di Fiumicino. Il corteo formato da hostess e steward in borghese, ha lasciato alle 15,30 il varco dove si era radunato già dopo mezzogiorno, per sfilare con trombette e fischietti, prima all’interno del terminal A, e quindi nel terminal B. Una volta entrati nell’aerostazione dei voli internazionali, i manifestanti si sono fermati, invitando a gran voce gli altri colleghi ad unirsi alla protesta. Poi verso le 17 al grido «tutti in treno», i manifestanti hanno brevemente sostato nel mezzo dell’area partenze del terminal C, mettendosi seduti per terra. I rappresentanti della Cub Trasporti hanno letto al megafono le dichiarazioni, fischiate dai presenti, apparse su un quotidiano del segretario della Uil, Luigi Angeletti. «Qui - ha detto Fabio Frati, della Cub Trasporti - ci sono l’anima e il sangue della categoria. Ci hanno abbandonato da anni. Noi non firmeremo nulla. Sono generali senza esercito. Noi siamo l’Alitalia. Noi siamo l’azienda».
Poi tutti hanno lasciato l’areostazione per confluire al ministero del Lavoro.
15 settembre 2008 - La Tribuna di Treviso
Fiumicino, assistenti di volo in corteo Contestate le dichiarazioni di Angeletti
FIUMICINO - È contraddittorio l’aspetto dell’aeroporto Leonardo da Vinci dove, ad uno scenario di apparente normalità, al piano partenze, con i check-in e le biglietterie dell’Alitalia aperti, fa da contraltare quello che si vede un piano sotto, nella zona arrivi, tra i terminal B e C. Qui, poco dopo mezzogiorno, un gruppo di un centinaio di assistenti di volo dell’Alitalia, fuori dall’orario di lavoro, qualcuno anche con bambini al seguito, si scambiano opinioni sugli ultimi sviluppi della situazione. C’è chi sarebbe propenso ad andare a Roma, al ministero del Lavoro, «per far sentire la nostra voce», e chi, invece, insiste perchè si resti invece a Fiumicino, «perchè il patrimonio della compagnia è qui»come dice uno steward al megafono. «Non spezziamo il fronte», incalza poi qualcun altro. «E’ da vent’anni che lavoro in Alitalia - racconta una hostess - Anche mio marito lavora per l’Alitalia da vent’anni: lui è un pilota e ora si trova a New York». La manifestazione di protesta ha coinvolto oltre centocinquanta assistenti di volo. I rappresentanti della Cub Trasporti hanno letto al megafono le dichiarazioni, fischiate dai presenti, apparse su un quotidiano del segretario della Uil, Luigi Angeletti.
15 settembre 2008 - Avvenire
LE PROTESTE
A Fiumicino in 300 manifestano in silenzio
MILANO - Circa 300 lavoratori di Alitalia hanno improvvisato ieri una manifestazione all’aeroporto di Fiumicino per protestare contro lo stallo nelle trattative per la cessione della compagnia aerea. Dalle 12, vari dipendenti di Alitalia tra assistenti di volo e impiegati hanno iniziato a camminare in silenzio attraverso la hall delle partenze internazionali, con addosso cartelloni con varie scritte, tra cui «Berlusconi Alitalia ci penso io», «Berlusconi, la cordata c’è, gli impiccati anche». Intorno alle 17, i manifestanti si sono seduti a terra in silenzio per ascoltare le notizie arrivate dai sindacalisti sull’esito dell’incontro tra il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi e i sindacati. Ascoltate le notizie, dal gruppo di dipendenti si è alzato un applauso ironico. «Con questa iniziativa intendiamo sensibilizzare l’opinione pubblica e auspichiamo un intervento immediato del governo, affinché trovi una soluzione dignitosa per la nostra compagnia», ha spiegato uno dei manifestanti. Un rappresentante sindacale di Cub Trasporti ha spiegato poi che c’è la possibilità che scatti una mobilitazione permanente. «Chiediamo al governo di assumersi le proprie responsabilità. Fallite tutte le strategie della privatizzazione messe in atto, l’unica strada percorribile è la nazionalizzazione della compagnia».
14 settembre 2008 - Agi
ALITALIA: CONCLUSA MANIFESTAZIONE PROTESTA A FIUMICINO
(AGI) - Roma, 14 set. - Si e' conclusa poco dopo le 17 la manifestazione di protesta in aeroporto di oltre centocinquanta assistenti di volo Alitalia fuori dall'orario di lavoro. Al grido "tutti in treno", i manifestanti hanno poi brevemente sostato nel mezzo dell'area partenze del terminal C, mettendosi seduti per terra. Qui i rappresentanti della Cub Trasporti hanno letto al megafono le dichiarazioni, fischiate dai presenti, apparse oggi sul Corriere della Sera del segretario della Uil, Luigi Angeletti. "Qui - ha detto Fabio Frati, della Cub Trasporti - ci sono l'anima e il sangue della categoria. Ci hanno abbandonato da anni. Noi - ha proseguito - non firmeremo nulla. Sono generali senza esercito. Noi siamo l'Alitalia. Noi siamo l'azienda". Alle parole del rappresentate della Cub, e' quindi seguito un lungo applauso. Dopodiche' i manifestanti hanno fatto ritorno al varco equipaggi da dove erano partiti poco prima delle 16.30.
14 settembre 2008 - Ansa
ALITALIA: CONCLUSO CORTEO, FISCHIATE DICHIARAZIONI ANGELETTI
FIUMICINO (ROMA), 14 SET - Si e' conclusa poco dopo le 17 la manifestazione di protesta in aeroporto di oltre centocinquanta assistenti di volo Alitalia fuori dall'orario di lavoro. Al grido ''tutti in treno'', i manifestanti hanno poi brevemente sostato nel mezzo dell'area partenze del terminal C, mettendosi seduti per terra. I rappresentanti della Cub Trasporti hanno letto al megafono le dichiarazioni, fischiate dai presenti, apparse oggi su un quotidiano del segretario della Uil, Luigi Angeletti. ''Qui - ha detto Fabio Frati, della Cub Trasporti - ci sono l'anima e il sangue della categoria. Ci hanno abbandonato da anni. Noi non firmeremo nulla. Sono generali senza esercito. Noi siamo l'Alitalia. Noi siamo l'azienda''. Alle parole del rappresentate della Cub e' seguito un lungo applauso. Dopodiche' i manifestanti hanno fatto ritorno al varco equipaggi da dove erano partiti poco prima delle 16:30.
14 settembre 2008 - La Repubblica
Alitalia, nuovo assedio a Fiumicino
Al corteo degli assistenti di volo anche mamme e bambini
di FEDERICA ANGELI e FLAMINIA SAVELLI
Cinquecento dipendenti Alitalia in corteo per l´aeroporto Leonardo da Vinci. Una camminata pacifica dal terminal A degli arrivi nazionali fino alle partenze internazionali del terminal C, per dire «noi ci siamo, non lasciamo fallire la nostra compagnia». Sperano, non mollano, incrociano le dita, hanno paura. Tanta. Steward e hostess, molte accompagnate dai propri figli piccoli, cominciano a sfilare a suon di fischi, urli, slogan. Poi arriva la notizia che da domani l´Eni non fornirà più il carburante agli aerei Alitalia; poco dopo quella che 34 velivoli e 700, tra assistenti di volo e piloti saranno in cassa integrazione, infine la disdetta dei contratti, e dunque l´avvio della mobilità, dal 30 novembre. Ad annunciarlo attraverso un megafono sono i rappresentanti sindacali della Cub Trasporti e della Sdl.
Dagli schiamazzi si passa al silenzio. I cinquecento si siedono tutti al centro del terminal C, quasi a dover metabolizzare la valanga di cattive notizie. Un bimbo biondo dagli occhioni verdi, sulle spalle di uno steward, suona, senza sosta, una trombetta da stadio. Ma è l´unico rumore che interrompe minuti angosciosi carichi di pessimismo. «A quanto ho capito la fine è arrivata davvero - dice sgomento Alberto B. - da domani saremo tutti a spasso». La manifestazione riprende e finisce quaranta minuti dopo - alle 16.15 - al briefing equipaggi, che da ieri è diventato presidio permanente.
«Se lunedì qualche volo Alitalia dovesse rimanere a terra, la categoria degli assistenti di volo deciderà quale azione intraprendere. La categoria è molto unita e molto arrabbiata», dichiara Cesare Albanese, rappresentante sindacale Sdl e assistente di volo da quasi 20 anni.
Sul fronte politico in serata arrivano commenti preoccupati. «I numeri degli esuberi Alitalia, ora dopo ora, tendono a crescere», dichiara il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. «Anche risolvendo Alitalia io temo che poi ci si troverà di fronte qualcosa di molto più grande». «Il governo colpisce con una violenza inaudita gli interessi di Roma», interviene Michele Meta, capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera dei Deputati. Come lui il segretario regionale dell´Udc Luciano Ciocchetti: «È necessario un piano industriale alternativo a quello proposto da Cai che, così come è provocherebbe nella nostra regione una catastrofe sociale di proporzioni inimmaginabili».
13 settembre 2008 - La Nuova Venezia
SCIOPERO Aeroporto
Venezia - Mercoledì 17 settembre l’aeroporto di Tessera sarà interessato da uno sciopero di 24 ore del personale di Save, proclamato dalla sigla sindacale Cub Trasporti. Si fermano anche i dipendenti delle società di handling Sav, Gh e Aviapartner. Previsti, informa Save, rallentamenti nelle procedure di assistenza ai passeggeri e agli aeromobili.
13 settembre 2008 - Ansa
ALITALIA:FIUMICINO;FRATI (CUB), PRONTI A MOBILITAZIONE
(ANSA) - FIUMICINO (ROMA), 13 - ''Il commissario straordinario Fantozzi ha convocato i rappresentanti sindacali alle 14. Tutti i dipendenti in turno attendono notizie: se saranno cattive, scattera' immediatamente la mobilitazione''. Lo ha annunciato il rappresentante sindacale dei Cub Trasporti (RPT Cub Trasporti) comparto volo Fabio Frati che con altri sindacalisti e' presente all'assemblea spontanea davanti all'esterno dell'uscita del terminal B dell'aeroporto di Fiumicino. Frati ha detto che il ''presidio'' degli assistenti di volo e impiegati sara' permamente''. ''Chiediamo al Governo di assumersi le proprie responsabilita' - prosegue Frati - fallite tutte le strategie della privatizzazione messe in atto, l'unica strada percorribile e' quella della nazionalizazione della compagnia. Il Governo dovrebbe tutelare un bene pubblico come l'Alitalia che non e' certo fallita per colpa dei lavroatori''. I partecipanti all'assemblea nel frattempo sono diventati circa 300, ma per ora la loro presenza non provoca problemi ne' per i passeggeri ne' per il traffico stradale.
ALITALIA: CORTEO ASSISTENTI DI VOLO IN AEROPORTO FIUMICINO
(ANSA) - FIUMICINO, 13 SET - Poco dopo le 15.30 un corteo di almeno 150 assistenti di volo Alitalia, per lo più in borghese e alcuni dipendenti di terra, fuori dall'orario di lavoro, si è spostato dal varco equipaggi, dove ha sostato già dalla mattina, per sfilare poi con striscioni ed altri slogan di protesta in aeroporto. Ad aprire il corteo, che è scortato da polizia e carabinieri, uno striscione su cui è scritto 'Mobbasta precari Alitalia. Movimento di base assistenti di volo stagionali Alitalia'. Nel corteo composto da personale di volo, tutti in borghese, e che in alcuni casi hanno portato con sé bambini in passeggino, spuntano anche bandiere della Cub trasporti, mentre hostess e steward urlano e suonano trombe da stadio. Lentamente i manifestanti, battendo ripetutamente le mani, si sono recati al terminal Partenze dei voli nazionali, per poi entrare nell'area check-in.
ALITALIA: TERMINA CORTEO ASSISTENTI DI VOLO A FIUMICINO
(ANSA) - FIUMICINO (ROMA), 13 SET - E' durata circa 40 minuti la manifestazione spontanea organizzata oggi in aeroporto da oltre 150 assistenti di volo Alitalia fuori dall'orario di lavoro. Dal terminal dei voli nazionali, dove si erano direttamente recati partendo dal varco equipaggi, il corteo si e' poi spostato nella zona partenze del terminal C, dedicata ai voli internazionali e intercontinentali. Dalle ripetute battute di mani, suoni di tromba e fischi, si e' poi passati ad un silenzio ''assordante'', quando i manifestanti si sono fermati nel mezzo del terminal per mettersi poi tutti seduti. Nei circa 10 minuti di sosta, attraverso un megafono, i rappresentanti sindacali della Cub Trasporti e della Sdl si sono rivolti ai lavoratori, comunicando le ultime notizie in cui si faceva presente che il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi aveva detto ai sindacati che avrebbe aperto a partire da lunedi' la procedura di cassa integrazione straordinaria per il personale di volo dei 34 aerei che sono gia' a terra. Ma a far scattare un applauso dalle tinte fortemente ironiche e' stato poi l'annuncio, riferito sempre dai sindacalisti, che Fantozzi avrebbe detto che i voli saranno garantiti fino a domani, ''da lunedi' no, perche' non ci riforniscono di carburante''. A questo punto dai manifestanti si sono alzati grida di protesta nei confronti anche del governo. Verso le 16:15 hostess e steward hanno quindi lasciato le partenze dei voli internazionali per ritornare a radunarsi davanti al varco equipaggi.
13 settembre 2008 - Agi
ALITALIA: CONCLUSA PROTESTA ASSISTENTI DI VOLO A FIUMICINO
(AGI) - Roma, 13 set. - Si e' conclusa dopo 40 minuti la protesta degli assistenti di volo Alitalia a Fiumicino. Il corteo, composto da personale in borghese e fuori dall'orario di lavoro, si e' spostato dall'area dei voli nazionali ai check-in internazionali. Qui il clima della protesta ha subito un rapido cambiamento: da un rumososo battimani si e' passati istantaneamente a un silenzio assoluto. Seduti per terra i lavoratori hanno ascoltato gli interventi dei rappresentanti della Cub trasporti e dell'SDL (sindacato dei lavoratori) che li hanno aggiornati sulle posizioni espresse da Fantozzi e sulla possibilita' che da lunedi' i primi aerei restino a terra per mancanza di carburante. Un ironico applauso ha accolto le parole dei sindacalisti. Poi, la protesta e' terminata: i dipendenti sono tornati al varco equipaggi da dove era partito il corteo.
13 settembre 2008 - Roma Città
Alitalia, i Cub: "Se da Fantozzi risposte negative,
a Fiumicino scatterà subito la mobilitazione"
"Il commissario straordinario Fantozzi ha convocato i rappresentanti sindacali alle 14. Tutti i dipendenti in turno attendono notizie: se saranno cattive, scatterà immediatamente la mobilitazione". Ad annunciarlo è stato il rappresentante sindacale dei Cub Trasporti Fabio Frati.
13 settembre 2008 - L'Unione Sarda online
Alitalia arriva Berlusconi. Incontro con i sindacati
Conclusa a Palazzo Chigi la riunione su Alitalia ora l'incontro con i sindacati. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha lasciato Bari per fare rientro a Roma dove seguirà la trattativa su Alitalia
Si è conclusa la riunione su Alitalia a Palazzo Chigi, alla quale hanno preso parte il commissario straordinario Augusto Fantozzi, l'amministratore delegato di Cai, Rocco Sabelli, il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi ed il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, che hanno incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta.
BERLUSCONI. "Non è vero che il governo chiude la trattativa. L'Esecutivo è sempre disponibile con i suoi ministri, e oggi anche con il presidente del Consiglio, per dare tutto il supporto possibile per giungere all'unica soluzione possibile per evitare il fallimento della compagnia". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi conversando con l'Ansa mentre stava rientrando a Roma, dopo aver partecipato all'inaugurazione della Fiera del Levante a Bari, per seguire direttamente la vicenda Alitalia. "Questa situazione mi preoccupa moltissimo, non riesco a capire cosa succede e perché ci sia questo atteggiamento suicida, ci sono motivazioni politiche che non hanno nulla a che fare con le richieste dei lavoratori. Oggi mi incontro con il sottosegretario Letta per dare il contributo alla soluzione del problema". Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi, conversando telefonicamente con l'Ansa mentre stava rientrando a Roma, dopo aver partecipato all'inaugurazione della Fiera del Levante, per fare il punto sulla vicenda Alitalia.
SACCONI. Sulla vicenda Alitalia sono rimasti aperti due-tre temi importanti sui quali il governo cerca un punto di incontro tra le parti. Lo ha detto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi nel corso di un'intervista al Tg2. Il governo "sta cercando il punto d'incontro tra le parti sui due-tre, peraltro rilevanti, temi che sono rimasti aperti" e sta anche "sostenendo in queste ore il commissario Fantozzi nella sua difficile attività di far sopravvivere la società". Sacconi ha ribadito anche che sono "ore decisive" ed è "una giornata importantissima anche perché ci sono già scricchiolii nell'operatività della società". Quanto all'esito della vicenda il ministro torna a dire: "Al 50% sono possibili tutti e due gli esiti". Alla domanda se il confronto continuerà anche domenica, Sacconi ha risposto: "C'è un punto oltre il quale diventa inutile e siamo molto vicini a questo punto".
FANTOZZI. "Non sto dichiarando il fallimento per stasera, ma la situazione è davvero grave". Lo ha detto il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi uscendo da Palazzo Chigi. "Le cose stanno precipitando ci sono problemi di rifornimento carburante, i creditori spingono i freni, la cassa sta finendo, ci sono problemi di voli. Le cose precipitano", ha riferito Fantozzi aggiungendo che per questo serve buona volontà da parte di tutti. "Vado doverosamente ad ascoltare i sindacati - ha proseguito - ho ascoltato il Governo. Ai sindacati dirò quello che devo dire e farò quello che devo fare". Per Fantozzi, "è il momento che tutti dimostrino buona volontà. Alitalia deve salvarsi. Ognuno - ha ribadito - deve fare la sua parte, i lavoratori ma anche Cai".
SABELLI. "Sulla piattaforme contrattuale sul piano la nostra posizione è ferma. C'è disponibilità assoluta ma la nostra posizione è ferma". Lo ha detto l'amministratore delegato di Cai, Rocco Sabelli, uscendo da Palazzo Chigi. E ha aggiunto: "Non ci muoviamo da lì". "Crediamo nel progetto" ha aggiunto l'amministratore delegato di Cai, al termine della riunione a palazzo Chigi. "Abbiamo ribadito al dottor Letta - ha spiegato Sabelli - la nostra posizione sulla piattaforma contrattuale e sul piano" che è, "ferma".
AVIA. La convocazione da parte del commissario di Alitalia Augusto Fantozzi "può essere una utile occasione per stemperare la tensione. Ci auguriamo che i soggetti industriali e finanziari alternativi alla Cai, rompano gli indugi e manifestino con chiarezza il loro interesse per Alitalia". Lo afferma il presidente di Avia, Antonio Divietri assicurando che "in presenza di un progetto concreto, gli assistenti di volo non faranno mancare il loro più completo supporto". In queste ore, prosegue Divietri, "le strutture sindacali di Avia, insieme ad altre, sono presenti nei centri equipaggi per ribadire l'importanza di assicurare la regolarità delle operazioni di volo. Gli assistenti di volo non cadranno nella trappola degli 'sfascistì. Siamo ben consapevoli che il nostro unico capitale è il passeggero, che va tutelato dalle turbolenze generate di chi auspica il 'tanto peggio, tanto megliò".
PALENZONA. "Nè ADR nè il presidente Palenzona hanno mai avuto a nessun titolo contatti con British Airways e Lufthansa". E' quanto afferma in una nota il presidente Fabrizio Palenzona smentendo quanto scritto dal Sole 24 Ore e sottolineando che "l'offerta CAI è l'unica soluzione possibile al problema Alitalia". Per questo si augura che "si trovi un'intesa in tempi rapidi nell'interesse dei lavoratori, della compagnia e del Paese".
LA RUSSA. Sulla questione Alitalia "nelle trattative tutti debbono essere pronti a fare un passo indietro". Lo ha sostenuto il ministro della Difesa Ignazio La Russa a margine del Convegno del Coordinamento legali della Confedilizia a Piacenza. "E' già importante - ha aggiunto La Russa - che si sia capito che tutte le categorie avevano bisogno di una discussione specifica, credo che a questo punto spetti anche ai piloti comprendere la gravità della situazione".
BOSSI. "Io credo che i sindacati dovranno accettare perché i lavoratori vogliono i posti di lavoro e sennò rischiano di essere scaricati": lo ha detto Umberto Bossi rispondendo a una domanda dei giornalisti su Alitalia al termine della sua visita a Chignolo Po nell'ambito della tre giorni leghista sul Po. "Speriamo - ha detto Bossi - che tutti abbiano coscienza che l' interesse non è quello dei sindacati ma quello dei lavoratori. Io credo che alla fine saranno disponibili ad accettare un accordo intermedio".
SCHIFANI. "Lasciamo fare il suo lavoro al governo, so che sta facendo grandi sforzi e c'è chi sta lavorando per questo". Così Renato Schifani, presidente del Senato, ha risposto ai cronisti che a margine del seminario di Fi a Gubbio gli chiedevano un commento sulla crisi di Alitalia.
FORMIGONI. "In questo momento è prioritario che si raggiunga un accordo nelle discussioni che sono in corso a Roma, io mi auguro che questo accordo sia raggiunto. Se non fosse raggiunto si andrebbe verso scenari foschi, verso un fallimento di Alitalia che sarebbe un danno grave per tutto il paese". Così il Presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, sulla trattativa Alitalia a margine dell'inaugurazione del Museo dell'energia idroelettrica a Cedegolo (Brescia). "Io mi auguro - ha detto ancora Formigoni - che tutti gli attori in gioco sappiano trovare un accordo perché è l'unica strada percorribile per poter di nuovo dare un futuro a una compagnia aerea che rimanga italiana che possa dunque servire gli interessi turistici e imprenditoriali del nostro Paese. In questo momento noi attendiamo che da Roma arrivino notizie positive, dopodichè saremo in grado di riprendere a dare il nostro contributo di riflessione su quelli che possono essere i progetti di sviluppo di una compagnia di bandiera che sa bene d'avere in Lombardia dei clienti e dei potenziali clienti molto forti perché il mercato aereo è soprattutto in Lombardia".
GASPARRI. "Sono convinto che per Alitalia ci siano speranze positive": così Maurizio Gasparri capogruppo Pdl al Senato a margine del 18esimo convegno del Coordinamento legali della Confedilizia a Piacenza. "Viaggio in aereo ogni giorno e ho visto un atteggiamento molto responsabile del personale - ha raccontato -. Mi è capitato spesso in passato di raccogliere sfoghi di piloti, steward ed hostess ma in questi giorni che sono stati di grande preoccupazione ho notato da parte di tutto il personale un forte senso di responsabilità che incoraggia a ben sperare. D'altro canto i meccanismi messi in moto dal decreto che il Governo ha varato - ha aggiunto Gasparri - sono di ampia garanzia perché anche gli esuberi, che sono contenuti rispetto alle dimensioni di Alitalia, parliamo di 3.000-3.500 persone, sono accompagnati da tutele che durano addirittura sette anni. Ammettiamo che il dipendente Mario Rossi non venga riassorbito: ha comunque sette anni davanti a sè tra cassa integrazione e mobilità".
FRATI. "Il commissario straordinario Fantozzi ha convocato i rappresentanti sindacali alle 14. Tutti i dipendenti in turno attendono notizie: se saranno cattive, scatterà immediatamente la mobilitazione". Lo ha annunciato il rappresentante sindacale dei Cub Trasporti (RPT Cub Trasporti) comparto volo Fabio Frati che con altri sindacalisti è presente all'assemblea spontanea davanti all'esterno dell'uscita del terminal B dell'aeroporto di Fiumicino. Frati ha detto che il "presidio" degli assistenti di volo e impiegati sarà permamente". "Chiediamo al Governo di assumersi le proprie responsabilità - prosegue Frati - fallite tutte le strategie della privatizzazione messe in atto, l'unica strada percorribile è quella della nazionalizazione della compagnia. Il Governo dovrebbe tutelare un bene pubblico come l'Alitalia che non è certo fallita per colpa dei lavroatori". I partecipanti all'assemblea nel frattempo sono diventati circa 300, ma per ora la loro presenza non provoca problemi nè per i passeggeri nè per il traffico stradale.
MANIFESTAZIONE. Manifestazione improvvisa, poco dopo le 12:00 e conclusasi un'ora dopo, all'aeroporto di Fiumicino: una ventina di dipendenti di Alitalia tra assistenti di volo e impiegati ha inscenato una singolare forma protesta. Intanto, fuori dal terminal arrivi si erano radunati circa 300 assistenti di volo.Camminando in silenzio, con vistosi cartelli addosso i lavoratori-sandwich con scritte come "Berlusconi Alitalia ci penso io", "Berlusconi, la cordata c'è, gli impiccati anche", hanno continuato, sotto gli occhi incuriositi dei passeggeri a sfilare avanti e indietro all'interno delle hall Partenze internazionali. "Cosa chiediamo? - ha spiegato uno dei manifestanti, assistente di volo da 22 anni - La salvaguardia dei posti di lavoro e degli stipendi già ridotti ai minimi termini. Con questa iniziativa intendiamo sensibilizzare l'opinione pubblica e auspichiamo un intervento immediato del Governo affinchè trovi una soluzione dignitosa per la nostra compagnia".
13 settembre 2008 - La Repubblica
Fiumicino presidiato dai lavoratori
Proteste e cortei: "Non siamo come i minatori inglesi, il governo non ci piegherà"
di LUISA GRION e CARLO PICOZZA
ROMA - Non ci credono che possa davvero finire nel peggiore dei modi, con la compagnia fallita e tutti a casa. Non ci credono perché - dicono - «Noi non saremo i minatori inglesi, ma questo governo non è la Thatcher» e non si assumerà la responsabilità di mandare 20 mila persone per strada. Tantomeno reggerà ai blocchi, quelli «veri» che durano settimane e che «ora non ci sono, ma domani chissà». Questo si raccontavano ieri hostess, steward e piloti dell´Alitalia riuniti in una sorta di assemblea permanente all´aeroporto di Fiumicino. Un´altra afosa e appiccicosa giornata d´attesa per capire i destini dell´azienda e ripetersi ancora una volta che «se la proposta della cordata non cambia, meglio la mobilità».
Tanti appelli all´unità, qualche tensione (specialmente quando al megafono qualcuno suggerisce di fare come Air France nel ´93 e di occupare le piste), ma niente voli cancellati e niente accessi bloccati. E una giornata dura, da vivere «uniti» e l´entrata per gli equipaggi dell´aeroporto si popola anche di dipendenti in ferie che tornano alla base, perché sentire le notizie alla radio o in tivù in questi momenti non basta. La protesta si «allunga» dal mattino alla sera e a un certo punto assume la forma di un corteo di 500 persone che attraversa le partenze dai nazionali agli internazionali, più volte, su e giù. Cori, slogan scanditi e battimani: si va dal «governo scemo, guarda quanti "semo"» all´«Alitalia siamo noi», da «chi non salta Berlusconi è» a «oggi a noi, domani a voi».
C´è la scorta delle forze dell´ordine e tanti passeggeri che guardano. Gli italiani osservano con una certa indulgenza (anche perché tutti i voli, questa volta, partono), gli stranieri non capiscono e fanno «ciao, ciao» con la manina o scattano foto. Alcune assistenti di volo si portano dietro i figli sistemati nel carrello per i bagagli («perché oggi bisogna esserci e si fa come si può»); Fabio Frati del sindacato autonomo Cub-trasporti agita la sua busta paga da assistente alle partenze con trent´anni di servizio («1560 euro, ma 400 sono di festivi, maggiorazioni e straordinari»). Il corteo fa tappa anche al check-in per Albenga, paese del ministro Scajola. «Quando è tornato ministro ha fatto rinascere il volo: il governo ci ha messo un milione di euro, sull´aereo - quando va bene - ci sono venti passeggeri». «Ecco», commentano Paolo Pagnotta e Alberto Giusti della Cgil, «in piccolo questo è l´Alitalia: una diligenza da assaltare».
Già perché il bandolo della matassa per i dipendenti è proprio quello: «noi abbiamo lavorato, altri hanno spremuto. Sono anni che qui mandano manager incapaci che hanno intascato megastipendi e ora continuano a pararsi il didietro: sono stati loro a far fallire l´azienda». Ora, tutti chiedono e scandiscono in coro: «u-ni-tà, u-ni-tà». La parola d´ordine è: «nessuno ceda ad una proposta irricevibile, perfino la mobilità fa guadagnare di più». Tutti d´accordo? Quasi tutti. «Ho parlato con tanti colleghi - dice uno steward in Alitalia da 25 anni - volete sapere quanti a quel tavolo direbbero di sì pur di salvare il posto? Uno su dieci».
12 settembre 2008 - La Stampa
E i passeggeri rimasero a terra
Cancellati all'improvviso oltre cinquanta voli, migliaia di persone vittime dell'agitazione sindacale
di FLAVIA AMABILE - FULVIO MILONE
E' stato l’ultimo giorno di trattativa, ma anche la giornata delle proteste improvvise, dei disagi a tradimento, i più duri da mandare giù. C’erano centinaia di passeggeri furibondi all’aeroporto di Fiumicino lasciati all’improvviso senza voli, l’autostrada occupata, mentre centinaia di lavoratori protestavano sotto le due sedi del ministero del Welfare spostandosi da una sede all’altra, bloccando il traffico, seminando la loro rabbia nelle strade di Roma.
Che a Fiumicino la giornata sarebbe stata lunga lo si è capito nel primo pomeriggio quando sui terminal è apparso l’annuncio che era in corso un’assemblea dei lavoratori e quindi tra le 13 e le 23 alcuni voli potevano essere cancellati.
Alla fine scompaiono oltre cinquanta voli. E subito oltre l’ingresso delle partenze nazionali si viene accolti da una fila lunga e tortuosa. Perché dopo aver ricevuto la ferale notizia che il proprio volo è svanito, per avere informazioni su come riuscire prima o poi a imbarcarsi su un aereo, si viene invitati a chiamare a un call-center ovviamente tempestato di telefonate e quindi sempre occupato, oppure a mettersi in fila e attendere diligentemente il proprio turno.
Di file lunghe e tortuose ce ne sono almeno quattro: due alle partenze nazionali e altre due a quelle internazionali davanti a un banco con la scritta «biglietti-tickets». E’ un giovedì di settembre, a partire sono soprattutto persone che hanno impegni di lavoro. Tanti medici italiani e stranieri. Almeno cinquecento specialisti in diabete arrivati a Roma dall’Inghilterra per seguire un congresso internazionale e costretti a vagare tra i terminal di Fiumicino alla ricerca di un albergo dove passare la notte, di un posto sul primo volo libero e a tempestare di telefonate centinaia di ospedali britannici per annunciare che oggi non potranno essere al lavoro. E poi almeno un altro centinaio di oncologi italiani in partenza per Stoccolma dove oggi inizia un altro convegno.
Se si scende di un piano, e dai terminal delle partenze si va verso gli arrivi, si scoprono scene apocalittiche di passeggeri presi in ostaggio ai nastri trasportatori dove decine di valigie vengono perse e centinaia di persone si affollano per ore davanti ad una striscia che scorre inutilmente vuota, in attesa di recuperare i loro oggetti.
Le notizie sui blocchi a Fiumicino rimbalzano nel primo pomeriggio in via Flavia, dove un migliaio di lavoratori presidiano gli uffici del ministero del lavoro; urla, insulti, slogan si alternano agli applausi dedicati agli «eroi» dell’aeroporto. I più esasperati, sotto le bandiere della Cub (Confederazione unitaria di base) minacciano la protesta più estrema: «Siamo pronti ad allargare la protesta in tutto il Paese, blocchiamo gli scali italiani. Con noi ci sono anche i lavoratori delle compagnie private, a cominciare da AirOne». Sono gli stessi che in mattinata hanno gridato «Buffone» a Raffaele Bonanni, leader della Cisl, al suo arrivo in via Flavia. I rappresentanti sindacali sono sempre più preoccupati che la situazione sfugga loro di manmo. Antonio Divietri, presidente di Avia, ammette che ormai «siamo in difficoltà con gli iscritti che premono per la protesta più dura e a oltranza». E basta scambiare qualche parola con i piloti e gli assistenti di volo che fronteggiano a muso duro la polizia e i carabinieri per constatare che i suoi timori sono fondati, con i piloti che con losguardo torvo si aggirano per via Flavia indossando sulle camicie sacchi della nettezza urbana: «A questo ci hanno ridotto: immondizia».
Gli assistenti di volo non sono da meno. I più esasperati sono i lavoratori di Atitech di Napoli, che urlano in coro: «In Cassa integrazione mettete Berlusconi». Uno di loro, in serata, si cospargerà di alcool minacciando di darsi fuoco. Sono loro, quelli dell’Atitech, i primi a spostarsi, nel pomeriggio, negli uffici del ministero in via Fornovo, perchè «la base» ha saputo che la trattattiva si è spostata lì. E lì comincia un’altra, estenuante attesa, con i sindacalisti che di tanto in tanto scendono in strada per dare informazioni. Sono sempre notizie interlocutorie: «Le posizioni sono ancora distanti, si continua a discutrere». E Francesca Martucci, assistente di volo, quasi non trattiene le lacrime mentre dice: «Ma sì, meglio il fallimento che questo schifo di contratto che vogliono far passare. Che ci mettano tutti in cassa integrazione: io, hostess di Alitalia, arrotonderò lo stipendio magari facendo la lavapiatti. E che vadano tutti in malora».
12 settembre 2008 - L'Eco di Bergamo
«Fuori dai conteggi quattromila precari, Esuberi oltre 10 mila»
Gli esuberi reali di Alitalia sono oltre 10 mila, se si contano anche i 4.000 precari. Cub Trasporti: «3.250 esuberi derivano dalla contrazione di attività e dai tagli delle rotte. Si aggiungono 2.050 esternalizzati che saranno i lavoratori del cargo. Altri 700 bisognerà valutare se saranno mantenuti in azienda o diventeranno esuberi: sono i lavoratori di Az Fly e Az Servizi, di call center, informatica e amministrazione. Altri 1.200 lavoratori sono misteriosamente «scomparsi dai conteggi aziendali». Infine, bisogna aggiungere i 4mila precari per i quali, sottolinea Cub Trasporti, «non si prende nessun impegno».
12 settembre 2008 - L'Opinione
LE PROTESTE ESASPERATE DEI DIPENDENTI DI ALITALIA
Ultimo giorno di caos a Fiumicino e a Roma
di Alessandra Mieli
Il giorno più lungo della storia della compagnia di bandiera. Non si può dire che non ce l’abbiano messa tutta. Una prova di resistenza e di volontà. Una maratona contro il tempo, e... i lavoratori, o almeno una parte dei dipendenti, che ieri hanno rumorosamente "sfiduciato" le rappresentanze sindacali. Mentre queste ultime erano impegnate in una defatigante serie di trattative, prima nella sede del Ministero in via Flavia, e poi, nel pomeriggio in via Fornovo, all’aeroporto di Fiumicino e per le vie di Roma è stata una giornata di ordinaria follia. La giornata era iniziata con una prima concessione dell’amministratore delegato della Compagnia aerea italiana, Rocco Sabelli che aveva annunciato la disponibilità della Newco a partecipare a una società che prenderebbe in outsourcing con contratti pluriennali la manutenzione per la nuova Alitalia e a un’altra di operatori specializzati per il settore cargo. Ma immediata era anche arrivata la doccia fredda dal commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi che ha puntualizzato "Serve l’accordo entro domani". Al suo arrivo il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, è stato duramente contestato da un gruppetto di dipendenti di Alitalia esasperati. E’ toccato a Guglielmo Epifani da Bologna gettare acqua sul fuoco: "Non si esce da questa vicenda se non con l’accordo di tutte le organizzazioni. Siccome l’alternativa del fallimento non la vuole nessuno, bisogna continuare a trattare fino a raggiungere un punto di compromesso accettato da tutti". Ma, assumendo come reali le cifre dichiarate dal sindacato di base, si capiscono meglio le intemperanze e i mal di pancia degli assunti e dei precari dell’Alitalia. L’impatto reale del piano di salvataggio sarebbe di oltre 10mila tagli dei posti di lavoro oltre ai 3.250 esuberi annunciati prevede un futuro incerto per 2.050 esternalizzati, ed una situazione di incertezza per altri 700 dipendenti. Sarebbero poi circa 1.200 i lavoratori "misteriosamente scomparsi" dai conteggi aziendali. Per i Cub "è un falso il dato annunciato al tavolo di confronto di 17.500 dipendenti in tutto tra Alitalia e Air One: solo i dipendenti a tempo indeterminato di Alitalia - sostengono - sono 16.500". Il piano, "inoltre non tiene assolutamente conto del destino di 4.000 precari". La logica del "tanto peggio, tanto meglio" ha spinto i dipendenti ha rilasciare dichiarazioni al limite del buon senso, ma che, se si riflette al rapporto che i dipendenti di Alitalia hanno sempre avuto (fino a ieri) con il loro dato di lavoro, ovvero un Ministero, possono anche apparire in linea con le aspettative. "Non firmate, non firmate", era lo slogan gridato dai dipendenti di Alitalia che ora (troppo tardi) rimpiango il mancato accordo di alcuni mesi fa con l’Air France. "Ancora non capisco perché l’intesa con i francesi sia fallita – ha detto una hostess di terra - L’accordo con i transalpini ci avrebbe permesso di mettere in tasca 1.400 euro al mese. Ora quella cifra è solo un miraggio". In compenso è probabile che non abbiano incassato la solidarietà dei passeggeri dello scalo romano che ieri hanno celebrato, loro malgrado, il ricordo dell’11 settembre. Data infausta questa per tentare di chiudere un accordo, e per coloro i quali si sono ritrovati bloccati lungo la via dell’aeroporto ad arrancare con valige al seguito. Per non parlare dei passeggeri prenotati sulla quarantina di voli cancellati. E così ha avuto un effetto straniante il comunicato emesso dall’Alitalia proprio ieri che annunciava (come se nulla fosse) che la compagnia accompagnerà Sua Santità Benedetto XVI nel viaggio apostolico a Parigi, in occasione del 150esimo anniversario delle apparizioni di Lourdes. Ecco, ci vorrebbe proprio un miracolo per rimettere tutto a posto e far tutti contenti. Invece di miracoli neppure l’ombra, anzi neppure un gesto caritatevole da parte dell’amministratore delegato di Finmeccanica, Pier Francesco Guargaglini, che, a proposito di un eventuale interesse per la società che fa servizi di manutenzione pesante degli aerei, ha chiuso con un lapidario "Possiamo essere interessati a prendere qualche dipendente, ma non Atitech". E, su nel nord, intanto si pensa al futuro come se la tragedia fosse già finita. Il governatore lombardo si preoccupa che l’alleato internazionale più adatto per la nuova Alitalia sia una compagnia che fa collegamenti intercontinentali diretti con Malpensa e non nasconde le simpatie per Lufthansa Se ci sarà un potenziamento del traffico dagli scali milanesi, e da Malpensa in particolare, ha spiegato Formigoni, "si potrà discutere su come dovrebbe avvenire il ridimensionamento di Linate, in che tempi e in che modi".
12 settembre 2008 - Il Giornale
La rabbia dei dipendenti in corteo: "Così non si firma, meglio fallire"
Molti manifestanti con un cappio al collo Fischiato il segretario della Cisl Bonanni. Un lavoratore Atitech minaccia di darsi fuoco, rinuncia dopo l’intervento dei sindacalisti
di Massimo Malpica
Roma - Da Fiumicino al centro di Roma la vertenza Alitalia vive il suo 11 settembre tra slogan, rabbia e cortei. Nello scalo romano dipendenti della compagnia di bandiera e della società di handling di Air One sfilano in corteo bloccando le partenze, poi si riuniscono in assemblea, provocando la cancellazione di decine di voli. Qualche chilometro più in là, mentre nelle stanze del ministero del Lavoro la trattativa cerca una difficile sintesi, altri lavoratori Alitalia si piazzano davanti al dicastero, in via Flavia. Molti ironizzano sulla «cordata italiana» mettendosi un cappio al collo. Lo slogan più gettonato è il più radicale: «Fallimento».
Ne fa le spese il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, salutato da fischi e insulti. «Venduto, non firmare, da qui non esci», gli gridano, e meno male che la polizia evita contatti troppo ravvicinati con i «presidianti». Le «sigle» del trasporto aereo ci sono tutte, le bandiere bianco-gialle del Cub, i vessilli di Sdl, Cigl e Ugl colorano il caldissimo - non solo per il sole impietoso - isolato di fronte al ministero. Saturo quando da Napoli arrivano i dipendenti Atitech, la società che si occupa della manutenzione per l’Alitalia. Tra due ali di carabinieri ci sono comandanti in divisa, hostess e steward, tecnici, operatori del call center, assistenti di volo precari. Tutti cercano indiscrezioni su «quello che succede dentro», nessuno è ottimista. «Francamente i sindacati rappresentano solo loro stessi. Meglio fallire, almeno con i libri in tribunale avremo chiarezza», sospira Donatella, occhiali scuri e maglia arancione con l’adesivo «Mobasta», acronimo del Movimento di base assistenti di volo stagionali Alitalia. «Noi precari - continua - siamo la "zona grigia" di questa vertenza, gli invisibili. Io lavoro da otto anni a singhiozzo: lo stipendio lordo, senza ore volate, è di 690 euro, e volando un bel po’ si arriva sui 1.800 euro, diarie comprese. Ma il sussidio di disoccupazione si calcola sul dato base, il che vuol dire che quando non lavoro prendo 400 euro. Ora la cordata propone di scendere a 1.400 euro omnicomprensivi. Ridurre l’Alitalia così è stato un delitto. Ma perché gli unici a essere castigati devono essere i dipendenti, e non i veri responsabili?». «Noi speriamo nel mantenimento del posto di lavoro», interviene Carmine, napoletano, tecnico Atitech a Capodichino. «Se devo fare il postino per me va bene. Ma per formare uno di noi ci vogliono dieci anni, e i corsi costano migliaia di euro: siamo una risorsa e non uno sperpero, perché esternalizzare la manutenzione?».
Intanto la tensione sale. Arrivano le prime voci sull’esito dei «tavoli», un delegato del Cub urla al megafono che sono a rischio 10mila posti di lavoro «vogliono far sottoscrivere l’azzeramento dei diritti e a queste condizioni non si firma», la folla comincia a urlare «fal-li-men-to». Una dissoluzione, più che una soluzione. Eppure anche i piloti sposano la linea dura. «La proposta della cordata è inaccettabile», spiega Aldo Leonzi, comandante da 20 anni, 14mila ore di volo alle spalle. «Sull’aumento di redditività siamo d’accordo. Ma a noi piloti è stato proposto un salario che è inferiore del 30 per cento a quelli che Ryanair riconosce ai suoi. È quello il termine di paragone per la nuova compagnia? Il costo del personale Alitalia incide sul bilancio solo per il 19 per cento, un dato molto inferiore rispetto agli altri vettori. Gli sperperi sono stati altrove. E se la legge Marzano viene modificata per escludere la responsabilità amministrativo-contabile dei vertici come si può non pensare male? Qui siamo ridotti a trattare con la pistola alla testa, e non è giusto». Poi il presidio si sposta in via Fornovo, filiale del ministero e sede delle trattative. Slogan da stadio, poliziotti in assetto antisommossa. E in una situazione già sufficientemente tesa, un dipendente Atitech si cosparge d’alcol minacciando di darsi fuoco. Scendono i sindacalisti per farlo recedere dall’intento. E la trattativa, almeno questa, va subito a buon fine.
12 settembre 2008 - Il Tempo
Alitalia nella bufera
Maratona notturna per un accordo appeso a un filo
La trattativa per salvare Alitalia come da copione si è prolungata a notte fonda. E come intuibile le posizioni tra i lavoratori, in particolare i piloti, e la Cai, la cordata di imprenditori, sono rimaste distanti.
di Filippo Caleri
O meglio si sono avvicinate, ma di pochissimo.
Inascoltato è rimasto, dunque, l'appello del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che ha ribadito l'ultimatum: «O si raggiunge l'accordo stanotte o mai più, domattina (stamattina ndr), in assenza di un'intesa, il commissario straordinario dell'Alitalia, Augusto Fantozzi, dovrà avviare la disdetta dei contratti e la mobilità dei lavoratori, la strada verso il fallimento e ventimila lavoratori a casa».
Il governo è sceso in campo con determinazione. In serata il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ha chiamato nel suo studio a Palazzo Chigi il presidente della Cai Roberto Colaninno, il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi, l'ad e il direttore generale di Intesa SanPaolo, Corrado Passera e Gaetano Miccichè. Raggiunti successivamente dai ministri Sacconi e Matteoli. Obiettivo: imbastire una mediazione con l'ala più dura del personale e cioè i piloti, per i quali, le trattative del pomeriggio si erano arenate sui nodi della flotta, del servizio cargo e del contratto. Su posizioni intransigenti si erano bloccati anche gli assistenti di volo e lavoratori di terra.
Difficile, però, smuovere la Cai dalla sua principale missione e cioè aumentare la produttività aziendale. L'ad della cordata, Rocco Sabelli, ha spiegato ai sindacati che l'unica base di partenza della discussione era la piattaforma contrattuale proposta. Le sigle l'hanno rinviata al mittente. Troppo poco. I lavoratori aspettavano più generosità. Così la rabbia è stata tale che i dipendenti hanno continuato a chiedere ai propri rappresentanti di non firmare nulla. Anche per questo il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che si è detto pronto a firmare è stato fortemente contestato. Il quadro è stato corredato da gesti estremi. Un dipendente della Atitech si è cosparso di alcool è ha cercato di darsi fuoco. Protesta poi rientrata.
Sabelli, alla riapertura del negoziato ha confermato tutta la validità del piano elaborato da Intesa SanPaolo, perché di crescita e mirante a trasportare più passeggeri e realizzare più ricavi.
Un segnala di apertura è arrivato sul cargo (450 addetti di cui circa 150 piloti) e manutenzione pesante che fa capo all'Atitech di Napoli. La Cai che non vuole acquisire le due attività di Alitalia, che andrebbero in outsourcing, prevede una partecipazione azionaria dei due rami d'azienda.
Per questo Fantozzi ha già ricevuto due manifestazioni di interesse per Atitech e Alitalia Cargo. Ancora troppo poco per i piloti che non hanno mollato. Poi è cominciata la notte più lunga di Alitalia.
12 settembre 2008 - La Repubblica
Roma. VOLI in ritardo anche di un´ora...
di CARLO PICOZZA
Roma - VOLI in ritardo anche di un´ora, trentaquattro decolli (nazionali e internazionali) cancellati, momenti di tensione, proteste e rabbia contro il governo e critiche aspre ai nove sindacati in campo nella vertenza Alitalia: il blocco del traffico nasce spontaneamente nell´aeroporto di Fiumicino, sul finire dell´assemblea aperta ai rappresentanti delle istituzioni, poco dopo le due di pomeriggio. Protagonisti, i dipendenti Alitalia e quelli di Eas, i servizi aeroportuali di AirOne: trecento in tutto. Fermi i taxi, le auto a nolo con conducente, le macchine private. Tutti in fila, insidiati dal sole e dallo scirocco tra i moli A e B, di fronte all´ingresso del varco equipaggi dove piloti, hostess e steward con le loro valige nere prendono e lasciano il servizio, stanchi del conflitto e dell´»io l´avevo detto».
«Regalano Alitalia non a capitani coraggiosi ma ad avventurieri», commentano Fabio Frati (Check in Alitalia Airport) e Andrea Spadoni, impiegato, entrambi nella Confederazione unitaria di base (Cub). «Come si può», chiede il primo, «colpire con più accanimento i dipendenti con maggiori carichi di lavoro?». E Spadoni aggiunge: «L´ipotesi dei nuovi manager? Stravolgere il contratto, cancellare le regole. I tagli si abbatterebbero su tutte le voci della busta paga, dalla prima riga, la parte fissa della retribuzione, fino agli straordinari, ai festivi, al lavoro notturno. Via la quattordicesima, azzeramento degli scatti di anzianità. Chiedono più lavoro, 40 ore invece delle 37 e mezzo settimanali a costo zero, e maggiore flessibilità».
Qualcuno tenta di forzare il blocco. Volano parole grosse: «Vergogna. Noi qui non stiamo a fare dispetti a nessuno. Ho una moglie, una figlia e uno stipendio da mille euro che vogliono decurtarmi e voi, invece di solidarizzare, pensate a fare i furbi». L´intervento dei colleghi, degli agenti della Polaria, di quelli del commissariato di Fiumicino, stempera le tensioni. «Vorrebbero abbattere la retribuzione degli straordinari del 15 %», aggiunge Andrea Terriaca (Eas). «E per i precari part time il lavoro supplementare, quello oltre l´orario, dovrebbe essere compensato con il 4 per cento in più invece che con il 20». «Il sindacato non ci consulta né ci ascolta», dice Andrea Massenzini (Eas). «Così passa la modifica della legge Marzano che sterilizza, con retroattività biennale, le responsabilità dei manager di quelli vecchi e dei nuovi».
12 settembre 2008 - Liberazione
Signore, giovani in divisa, anziani e qualche bandiera...
di Maurizio Mequio
Roma - Signore, giovani in divisa, anziani e qualche bandiera. Sdl, Cub e Cgil. «Attenzione, quella della Cgil l'abbiamo incastrata a un cassonetto dell'immondizia...», spiega un signore. Ore 14.50, è da poco andato via Paolo Ferrero: «Stamane era passato Bonanni, fischi, cori, anche qualche insulto: era l'inizio della manifestazione», racconta un impiegato napoletano. «Il segretario di Rifondazione, inaspettatamente, è stato accolto bene. Ci ha meravigliato, ha avuto una gran bella dose di coraggio». Compattezza, questa la parola d'ordine dei manifestanti: «Abbiamo chiesto tavoli di trattative diverse per tipologie di stipendi diversi, ma qui, ora, siamo tutti amici. Siamo tutti nelle stesse condizioni». Un assistente di terra: «O accettate o ve ne andate a casa, questo ci hanno detto. Ma che stiamo scherzando? Siamo qui per far sentire del fiato sul loro collo: se non firmano, domani bloccheremo gli aeroporti, se firmano, non so cosa succede». Un suo collega spiega: «il contratto unico sarebbe stato svantaggioso anche per noi. Inoltre danno per scontato che ci taglieranno la quattordicesima, ci congeleranno gli scatti di anzianità, gli adeguamenti delle retribuzioni al tasso dell'inflazione, e perché no? Ci ridurranno pure lo stipendio del 40%. Carne da macello, siamo carne da macello». Un'assistente di volo racconta: «Un tizio mi guardava e non capiva. Gli ho detto: mi dispiace, ma capiterà anche a te. Alitalia è solo l'inizio. Siamo un grande laboratorio per la riduzione dei costi e dei diritti dei lavoratori. La gente deve aprire gli occhi». Un ragazzo racconta: «Anche io svolgo servizio sugli aerei e devo denunciare una campagna scandalosa che si sta facendo sui giornali: non è vero che siamo dei privilegiati. Non guadagnamo poco, ma meno di chi lavora per le altre compagnie europee. Quel che non passa è che si sta cercando di risolvere il problema tagliando esclusivamente i costi del lavoro. Solo il 19 % delle spese di Alitalia sono legate ai dipendenti, in Air France, compagnia che ha grandi utili, le spese per gli stipendi dei lavoratori sono al 26%. Siamo sul bilico: ci vogliono rifilare contratti simili a quelli di Ryan Air». Attaccato con un filo a una finestra c'è un aeroplanino di cartone, ha il simbolo della compagnia, con tanto di colori "patriottici". Sulle ali una scritta: «Vogliamo volare ancora». Roberto, da 11 anni in azienda, spiega: «Il piano di Air France sta entrando dalla porta di servizio, per acquistare tutto dall'interno. Smettiamola di credere che qualcuno stia facendo dei sacrifici in buon nome dell'italianità. Ci sono interessi di mezzo, vedi Expo, Fiumicino. Dietro questo gruppo miracoloso di amici di Berlusconi, si sono inseriti dei palazzinari, o dei palazzinari della finanza. Delocalizzano le loro industrie in tutto il mondo, alla ricerca del risparmio, e poi fanno i salvatori della patria». Alla Atitech di Napoli sono preoccupati: «Ci occupiamo di manutenzione pesante, da noi in 200 rischiano il posto». Ore 16.00, gira una voce: «Stanno portando avanti le trattative in due posti separati: qui discutono di piano industriale, a Via Fornova di esuberi e contratti». In attesa di riscontri, i manifestanti si alternano al megafono: «Vogliono frammentarci. Se continua così, domani bloccheremo il Papa». Applausi, rabbia e scherzoso entusiasmo: «Anche lui deve essere dei nostri! Domani deve andare a Parigi? Vedremo cosa fare». Poi: «Sono due settimane che non sappiamo niente, che ci dicono balle. Cgil, Cisl e Uil: sono loro le nostre incognite». E' la volta dei numeri, quelli urlati dai lavoratori: «Saranno più di 10mila gli esuberi. E' scandaloso, hanno inventato il manifesto politico della rottamazione». Un informatico si dice indignato: «Sacconi ha detto di non avere nessun impegno da prendere, Berlusconi ha annunciato che il numero di dipendenti a tempo indeterminato di Alitalia e Air One è pari a 17.500. Falsità, solo falsità: è così che sono partite le trattative. Solo in Alitalia siamo 16.500, in più ci sono ben 4mila precari. Quelli non si considerano? Non contano nulla? I conti sono facili: 500 precari già sono stati fatti fuori, altri 4mila non vengono considerati, 2500 del cargo saranno "venduti", ovvero tra massimo due anni saranno tagliati da qualcun altro, aggiungiamoci i 3mila e rotti esuberi cantati da Sacconi e voilà». Interviene una hostess: «Manca l'indotto, dicono che il rapporto esuberi Alitalia, esuberi lavoratori dell'indotto potrebbe essere a 1/1,8». Già sarebbe previsto un taglio sui costi di questi lavoratori pari al 20% sulla tratta Napoli-Livate: «Una tratta sempre piena», denuncia un diretto interessato. E sul fattore Cargo, c'è chi assicura: «C'è un'azienda vicina a Passera che è pronta ad approfittare della situazione». Ore 16, la conferma: i contratti si stanno discutendo altrove, ma sembra su tavoli separati. In corteo fino alla metropolitana per raggiungere in seguito via Fornova. Lì arriveranno altri dipendenti da Fiumicino: «Alle 13.00 c'è stata un'assemblea, credo che sia successa qualcosa anche in aeroporto», afferma un pilota. E' con dei colleghi, che spiegano: «Per formare ognuno di noi sono state spese centinaia di migliaia di euro ora ci dicono che siamo spazzatura». Sugli aerei: «Li dicono vecchi a 8-10 anni? In America volano con aerei come i nostri e hanno più di 15 anni». Ore 17.00, sotto il palazzo di Via Fornovo, dove continuano le trattative. «Sono blindati, ma noi siamo disposti a restare qui tutta la notte», afferma un ragazzo che lavora nella manutenzione di medio raggio. Con i colleghi: «Noi siamo la sicurezza. Il nostro stipendio? 1400 euro, ora ce lo vogliono ridurre a 800. Lavoriamo 37 ore e mezza alla settimana con turni a 24 ore. In tre anni siamo stati quasi dimezzati di numero, con spostamenti e pensionamenti vari. Nei magazzini mancano sempre di più i pezzi di ricambio». Un lavoratore ligure: «E' la truffa del secolo. Milioni di euro per liquidare chi ci ha portato sul lastrico, Cimoli. Una tratta aperta solo per fare contento Scajola, quella da Roma a Albenga, il suo paese. E ora?» Il ragazzo sorride e indica la maglietta di un signore, è bianca e c'è una scritta col pennarello blu: «Preferisco la mobilità a lavorare senza dignità».
11 settembre 2008 - Ansa
ALITALIA: CUB, IMPATTO REALE PIANO OLTRE 10MILA TAGLI
(ANSA) - ROMA, 11 SET - L'impatto reale del piano di salvataggio di Alitalia sarebbe di oltre 10mila tagli dei posti di lavoro: e' il calcolo del sindacato di base Cub-Trasporti, che non e' riconosciuto dall'azienda al tavolo ufficiale del confronto, e che sta improvvisando un'assemblea con i dipendenti presenti all'esterno della sede del ministero del Lavoro di via Flavia. Con un volantino spiegano che il piano oltre ai 3.250 esuberi annunciati prevede un futuro incerto per 2.050 esternalizzati, ed una situazione di incertezza per altri 700 dipendenti. Sarebbero poi ''circa 1.200 i lavoratori misteriosamente scomparsi dai conteggi aziendali''. Per l'organizzazione ''e' un falso il dato annunciato al tavolo di confronto di 17.500 dipendenti in tutto tra Alitalia e Air One: solo i dipendenti a tempo indeterminato di Alitalia - sostengono - sono 16.500''. Il piano, sottolinea ancora la Cub-Trasporti, ''inoltre non tiene assolutamente conto del destino di 4.000 precari''.
11 settembre 2008 - Il Sole 24 Ore / Radiocor
Alitalia: Cub Trasporti, gli esuberi reali sono oltre 10mila
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 11 set - Gli esuberi reali di Alitalia sono oltre 10mila, se si contano anche i 4mila precari. Lo sottolinea la Cub Trasporti che, in un volantino diffuso dai manifestanti sotto la sede del ministero del Welfare di via Flavia, snocciola anche numeri: "3.250 esuberi derivano dalla contrazione di attivita' e dai tagli delle rotte, nonche' dalle sinergie provenienti dalla fusione di Alitalia ed AirOne. Si aggiungono 2.050 esternalizzati che saranno i lavoratori del cargo, delle manutenzioni pesanti, dei carrelli di Atitech e di Ams. Altri 700 bisognera' valutare, dopo ulteriori verifiche, se saranno mantenuti in azienda, esternalizzati o diventeranno esuberi: sono i lavoratori di Az Fly e Az Servizi, del call center, dell'informatica e dell'amministrazione. Altri 1.200 lavoratori sono "misteriosamente scomparsi dai conteggi aziendali". A questo conto, che supera la cifra di 7mila, bisogna aggiungere i 4mila precari per i quali, sottolinea la Cub Trasporti, non si prende nessun impegno.
11 settembre 2008 - Adnkronos
ALITALIA: CUB, OLTRE 10.000 I TAGLI REALI
Roma, 11 set. - (Adnkronos) - Sarebbero oltre 10 mila i tagli reali al personale di Alitalia ed Air One previsti dal piano di Cai E' la denuncia del Cub Trasporti. Antonio Amoroso, parlando di fronte al presidio dei lavoratori, entra nel merito di quella che definisce "una triste contabilita': 3.250 sono gli esuberi dichiarati, 2.050 gli esternalizzati, 700 i lavoratori ancora da valutare, oltre 1.200 quelli scomparsi dai conteggi aziendali. Il totale fa oltre 10 mila".
ALITALIA: BLOCCO STRADALE MANIFESTANTI ALLE PARTENZE DI FIUMICINO
Roma, 11 set. - (Adnkronos) - Lavoratori di Alitalia ed Air One, organizzati da diverse sigle sindacali oltre che dai cub, stanno bloccando il traffico di fronte alle partenze nazionali ed internazionali dell'aeroporto di Fiumicino. E' quanto riferiscono di fronte alla sede del ministero del Lavoro di via Flavia fonti sindacali. Circa 500 manifestanti stanno esprimendo cosi' tutta la loro preoccupazione per gli sviluppi della trattativa in corso tra governo, azienda e sindacati. In un primo momento i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Sdl avevano riunito i lavoratori di fronte agli hangar della meccanica e degli amministrativi. Poi, un drappello, composto in maggioranza di precari Eas, la societa' che fa hundling per Air One, si sono spostati di fronte agli ingressi delle partenze nazionali ed internazionali. Via via il gruppo di manifestanti si e' infoltito e le forze dell'ordine stanno tentando, per ora invano, di riportare il traffico all'interno dell'aeroporto alla normalita'.
Il confronto su 4 tavoli separati
Alitalia, rush finale. Sacconi: ''Accordo stanotte o mai più''
Ultima possibilità per raggiungere un'intesa sui contratti. Cai: ''Unica base di partenza è la nostra proposta''. Il commissario Fantozzi: ''Serve accordo entro venerdì''. Proteste dei dipendenti davanti al ministero del Lavoro: ''Non firmate''. Un lavoratore minaccia di darsi fuoco. Bonanni contestato. Piloti: ''C'è rischio che la situazione precipiti''. Ricevute manifestazioni interesse per manutenzione e cargo
Roma, 11 set. (Adnkronos/Ign) - "O questa notte o mai più. O così o niente". E' il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ad affermarlo a proposito della possibilità di un accordo entro oggi per il rilancio di Alitalia. "Purtroppo questa è l'ultima possibilità, non ce ne è un'altra, non c'è la possibilità di un secondo appello", aggiunge laconicamente Sacconi. Quanto alla possibilità del raggiungimento di un'intesa il ministro comunque si mostra ottimista. "Io sono ottimista per definizione - sostiene - perché voglio pensare che nessuno voglia il fallimento. E questo mi porta ad avere fiducia nella ragionevolezza di tutti i soggetti. L'alternativa a tutto questo è il fallimento". Sacconi ha inoltre spiegato che "domani mattina, quando si apriranno gli uffici di Alitalia, il commissario dovrà avviare, con rapidità, atti che si fondano sulla presenza o meno dell'accordo, e quindi dell'offerta". L'unica base di partenza della discussione in corso resta la piattaforma contrattuale proposta da Cai, hanno ribadito in tarda serata fonti della Compagnia Aerea Italiana. La giornata cruciale per le sorti di Alitalia è iniziata questa mattina al ministero del Lavoro. Nella trattativa sono coinvolti il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, delle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli e il sottosegretario al Lavoro Pasquale Viespoli. La Cai è rappresentata dall'amministratore delegato Rocco Sabelli ed è presente anche il commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi. Ampia la delegazione sindacale. Al tavolo siedono tutti i vertici delle 9 sigle sindacali presenti in azienda. A livello confederale, sono presenti il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni e il segretario generale dell'Ugl Renata Polverini. L'incontro si è aperto con l'intervento dell'amministratore delegato di Cai Rocco Sabelli che ha confermato, secondo quanto riferito da fonti sindacali, "tutta la validità del piano" predisposto dalla società. "Un piano di crescita che mira a trasportare più passeggeri e a realizzare più ricavi". ''Complesso, impegnativo'', ha ammesso, ma anche ''realistico e possibile''. Dal confronto con i sindacati, ha proseguito Sabelli, "sono emersi due nodi, sul network e la flotta". In particolare, sul mercato domestico "c'è la necessità di un maggiore presidio sulle rotte fondamentali con AirOne". Il manager si dice convinto che "si possono migliorare i piani anche per non lasciare spazio ai competitor". Un altro passaggio importante è "una migliore strutturazione dell'offerta regionale". Sul lungo raggio, infine, "c'è una disponibilità di principio, concreta, nella fase di implementazione del network". Per la manutenzione, Sabelli propone l'outsourcing con la previsione di una partecipazione di Cai. Sulla questione relativa al cargo, la Cai, inoltre, sarebbe disponibile a partecipare con una quota alla joint venture di operatori specializzati nel settore, che rilevino le attività cargo e le gestiscano con criteri di mercato. Per la partnership internazionale della nuova Alitalia, la Cai è impegnata a trovare la migliore soluzione che valorizzi la compagnia. Sabelli, ha sottolineato, a quanto si apprende, che la quota del partner estero sarà di minoranza. Dopo l'intervento dell'amministratore delegato di Cai, la riunione plenaria è stata sospesa per procedere con una fase di colloqui informali e separati. Il negoziato è poi ripreso nel pomeriggio, articolandosi su 4 tavoli, quelli relativi alle diverse categorie professionali di piloti, assistenti di volo e personale di terra e un tavolo ad hoc per quanto riguarda ammortizzatori sociali e tutele del lavoro. Ma il confronto al momento non ha prodotto alcun avvicinamento tra le posizioni. Sabelli, riferiscono fonti sindacali, ha lasciato il dicastero."E' muro contro muro" ha detto il presidente dell'Avia Antonio Di Vietri. "Tutte le organizzazioni degli assistenti di volo hanno definito irricevibile la proposta della Cai e noi abbiamo ribadito la volontà di partire dal contratto esistente. Gli unici progressi che si sono verificati al tavolo, dove sta mediando, però, il ministero del Lavoro è quello sulle tutele previdenziali". Momenti di grande tensione si sono registrati nella giornata all'esterno del dicastero dove i lavoratori, rivolti ai sindacati, intimano: ''Non firmate, non firmate''. Duramente contestato il leader della Cisl Raffaele Bonanni, accolto al suo arrivo al grido ''buffone, buffone''. Al presidio si sono aggiunti anche circa 250 manifestanti dell'Atitech di Napoli, che scandiscono slogan contro il governo e la cordata italiana per la nuova Alitalia. La tensione con le forze dell'ordine è salita quando i manifestanti si sono mossi in corteo per raggiungere via Fornovo dove si è spostata la trattativa. Davanti alla sede del ministero, un lavoratore di Atitech si è cosparso di alcol e ha minacciato di darsi fuoco. Sono intanto intervenuti per cercare di tranquillizzare la situazione alcuni esponenti sindacali oltre ai rappresentanti delle forze dell'ordine. Agitazioni, anche a Fiumicino dove circa 500 lavoratori di Alitalia ed Air One, organizzati da diverse sigle sindacali oltre che dai Cub, hanno bloccato il traffico di fronte alle partenze nazionali ed internazionali dell'aeroporto. Già l'Enac aveva avvisato di possibili disagi e ritardi presso lo scalo romano nei servizi prestati da Alitalia Airport e EAS, per il protrarsi della loro assemblea fino alle 23. Intanto, l'Alitalia annuncia con una nota di aver ricevuto manifestazioni di interesse per l'intero pacchetto azioni Atitech S.p.a. e tutta la struttura Alitalia per la manutenzione pesante e per il ramo d'azienda ''Alitalia Cargo''. Il Commissario Fantozzi, si legge nella nota, ''ha ricevuto una lettera di dichiarazione di interesse da parte di Aviation - Management Consulting GmBH & Co. KG riguardante l'intero pacchetto azioni Atitech S.p.a. e tutta la struttura Alitalia per la manutenzione pesante" e ''da Sin&rgetica S.r.l. in nome e per conto di Alis - Aerolinee Italiane S.p.a. e di Miro Radici Finance S.p.A. una manifestazione di interesse riguardante il ramo d'azienda Alitalia Cargo''.
11 settembre 2008 - Roma Notizie
Rdb-Cub, SU ALITALIA ASSORDANTE IL SILENZIO DEL SINDACO ALEMANNO
"Sulla questione Alitalia, con le conseguenti pesantissime ricadute sul territorio di Roma, capitale d’Italia e città di grande flusso turistico, il silenzio del sindaco Alemanno è assordante", commenta Mario Carucci della CUB Lazio. "Mentre il sindaco Moratti ed i rappresentanti della Lega al Governo non perdono occasione per rilanciare il ruolo di Malpensa a discapito di Fiumicino, il sindaco Alemanno rifiuta ogni confronto con le lavoratrici ed i lavoratori e con le organizzazioni sindacali che, come nel caso della CUB Trasporti, hanno ripetutamente richiesto un incontro (il 3 luglio 2008, il 1 agosto ed il 29 agosto 2008) sul ridimensionamento dell’hub di Fiumicino e le conseguenti migliaia di esuberi nell’Alitalia e nell’indotto", aggiunge Carucci. "E’ pertanto urgente che il Sindaco di Roma convochi i rappresentanti dei lavoratori, almeno quelli che ne hanno fatto richiesta, ed affronti il tema della vertenza Alitalia, non limitandosi ad ascoltare solo Colaninno, che già tanto ha prodotto ricchezza per la collettività nella sua avventura alla Telecom Italia", ironizza il dirigente della CUB Lazio. "Se il Sindaco Alemanno continuerà nel suo rifiuto, la C.U.B. Lazio si riserva di valutare la necessità di indire una manifestazione dei lavoratori di Alitalia e di Fiumicino presso la sede del Comune di Roma", conclude Carucci.