Alcune, poche, brevi, prime considerazioni post voto
Il partito della Merkel e dell’austerity ha perso nel paese più europeista d’Europa e questo probabilmente produrrà una diversa considerazione della Germania e della Francia nei confronti del nostro Paese (gli “sconti” in termini di rientro dal debito, ristrutturazioni ecc. sono finiti con la sconfitta di Monti, di Napolitano e della loro ipotesi);
Il partito dell’egoismo e dell’antieuropeismo, il PDL, riguadagna larghi spazi facendo populisticamente leva sugli interessi materiali, peraltro assai diversi fra loro, della “gente”;
Il partito del rigore temperato, il PD, perde molto del terreno conquistato con le primarie riconfermando la sua larga estraneità alle esigenze di quello che era il proprio blocco sociale che si riduce ad una parte minoritaria e localizzata della società
La coalizione improbabile, Rivoluzione civile, si manifesta per quello che è, cioè una coalizione senza collante sociale incapace di intercettare la forte avversione alle politiche dettate dall’Unione Europea e alle politiche di austerity e scrive definitivamente la parola fine sull’ipotesi che possa esistere una sinistra radicale senza relazione organizzata con il blocco sociale
Chi ha saputo con indubbia capacità catalizzare e raccogliere la rabbia e lo scontento, il M5S, ottiene una vittoria elettorale più larga del previsto che lo obbligherà ad esplicitare le proprie posizioni, e quindi anche il proprio interclassismo, e ad assumersi qualche responsabilità in più.
Resta il dubbio che l’assenza di uno strumento politico adeguato, di un sindacato conflittuale di massa, che rilancino chiaramente il proprio no all’Europa delle banche e dei capitali e riaffermino e restituiscano identità agli interessi di classe sia, a questo punto, un vero e proprio crimine politico.