Acqua Roma. Aspettando i Referendum un freno alla privatizzazione dell'Acea
In allegato il comunicato
Ieri la città di Roma e i suoi cittadini sono riusciti a porre un freno al processo di privatizzazione in atto nei confronti di Acea, la società che gestisce acqua ed energia a Roma e non solo.
A seguire la fine degli Stati Generali di Roma che si sono svolti al Palazzo dei Congressi all’Eur, c’è stato un incontro tra il Sindaco Alemanno e la rete “Roma Bene Comune” alla quale fanno parte numerose realtà cittadine attive in ambito sindacale, politico, sociale, abitativo e ambientale.
L’USB, presente all’incontro, ha incassato insieme a tutte le realtà presenti un’importante dichiarazione da parte del Sindaco in merito all’Acea.
Il Sindaco ha infatti dichiarato che non si procederà oltre nel processo di privatizzazione dell’Acea fino all’esito della consultazione referendaria, confermando così la nostra richiesta di moratoria presentata, insieme al Coordinamento Romano per l’Acqua Pubblica durante un consiglio comunale straordinario su Acea e in quell’occasione bocciata.
L’USB è da sempre impegnata nelle battaglie per la riappropriazione dei beni comuni, contro i loro processi di privatizzazione e pensiamo che i referendum siano l’espressione più compiuta della democrazia con i quali i cittadini potranno esprimere tutta la loro sovranità in merito a scelte politiche di carattere collettivo.
Siamo altresì convinti che una vittoria dei Sì ai referendum rappresentano una prima e decisiva tappa, non solo per ridare l’acqua alla gestione pubblica e partecipativa dei cittadini, ma anche per invertire la rotta e demolire tutte le logiche liberiste e privatizzatrici dei beni comuni, che da qualche decennio a questa parte hanno impoverito popolazioni e territori a favore di pochi gruppi finanziario-bancari, con ulteriore drastica riduzione di diritti, accelerando così i processi di crisi strutturale nella quale ancora ci troviamo.
Continueremo nella nostra battaglia a fianco dei movimenti per il diritto alla casa, per la difesa dei beni comuni, ai migranti, agli studenti per porre le fondamenta di una città a misura d’uomo e non dei poteri forti.