A quando lo tsunami sindacale? Noi ci lavoriamo da tempo!
Dopo le elezioni ed il devastante e forse salutare scossone alla “politica ufficiale” che ha portato all'eccezionale successo il Movimento 5 Stelle, sembra si stiano rimuovendo molti dei mantra e dei tabù politici che hanno caratterizzato gli ultimi anni e soprattutto l'ultimo governo-ammucchiata guidato dalle banche e da Monti.
A prescindere da qualsiasi giudizio di merito sul risultato dei vari partiti, sia sul piano economico che su quello sociale, sia per ciò che riguarda la richiesta di cambiamento della politica e la riduzione dei suoi costi, più d'uno ha raffigurato questo scenario post-elettorale come un vero e proprio tsunami politico che ha colpito le coste italiane arrivando sino alle Alpi e sfilacciando equilibri e consuetudini che ormai facevano parte del menù della politica italiana.
Bene così, se fosse vero! Certo le considerazioni sulla “bontà” del primo fascismo o quelle di uno degli economisti di riferimento del M5S che afferma sia necessario “....tutelare il lavoratore e non più il posto di lavoro.”, o che l'articolo 18 è superato, o che il reddito di cittadinanza non è per tutti ma per chi perde il lavoro, o che ci vorrebbe la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende …. non sono un buon biglietto da visita. Affermazioni preoccupanti che auspichiamo non siano veramente le posizioni del M5S e comunque vedremo che cosa accadrà nei prossimi giorni e nei mesi che ci separano dalle prossime elezioni.
Crediamo però che questo tsunami non abbia investito una delle gambe fondamentali sulle quali si regge il meccanismo politico ed economico autoritario e straccione che ha portato l'Italia all'attuale situazione di disagio sociale: Cgil, Cisl, Uil e Ugl, cioè il vero “ammortizzatore sociale” di questo Paese.
Sono gli “addormentatori ufficiali del sistema” che per decenni hanno svolto una funzione di veri e propri calmieratori del conflitto sociale e che hanno sostenuto a spada tratta e con un abile gioco delle parti, il governo Monti.
Da anni ci siamo sentiti dire che il conflitto sociale è deleterio, antistorico e sorpassato, mentre questi signori hanno trasformato il sindacato, cioè l'organizzazione dei lavoratori, in qualche cosa di estremamente distante dai lavoratori stessi.
Oggi il vento sembra mutato, se non altro perché si sente aria diversa: proviamo a pensare se lo stesso tsunami che sta sconvolgendo la politica cambiasse direzione di qualche grado e arrivasse nelle stanze sindacali, sui loro “tavoli”, sui loro accordi a perdere, sulla concertazione e la collaborazione sociale che da sempre li sostengono.
Noi ci lavoriamo da tempo e continueremo a farlo, speriamo da oggi in poi un po' meno soli!