14 novembre 2012. 'Potranno recidere tutti i fiori ma non potranno fermare la primavera' (P.Neruda)
C'erano davvero decine di migliaia di ragazzi nelle piazze italiane, lo slogan piu' gridato a Roma era "Tutti insieme famo paura!", ma hanno trovato sulla loro strada chi, infischiandosene della loro eta', della loro insicurezza del presente e paura del futuro, ha deciso di massacrarli per impedirgli di arrivare a gridare la propria rabbia sotto le finestre della politica.
Manganellate, lacrimogeni di ultima generazione che tolgono il fiato, cariche con i blindati addosso ai ragazzi, rastrellamenti, arresti, botte. Questo e' il quadro della manifestazione di oggi a Roma, ma anche a Brescia, Milano, Torino, ecc.
Intanto qualche pseudo sindacalista seguiva le direttive della CES di manifestare e scioperare per sostenere la richiesta di un "social compact", un patto sociale in salsa europea, che accompagni il "fiscal compact". Cioe' accompagnare le politiche di rientro forzato dal debito, a qualsiasi costo sociale, da parte dei paesi dell'unione europea con la concertazione sindacale, ovvero con la vasellina che tutto dovrebbe rendere meno cattivo e duro.
Quella stessa concertazione che dal '93 ad oggi ha consentito al capitale di riconquistare il terreno perso grazie alle lotte operaie e di classe della seconda meta' del secolo breve e di scatenare, loro sì, la lotta di classe contro i lavoratori e il lavoro.
Ma i tg, dopo aver esecrato la "violenza di pochi facinorosi che hanno rovinato questa bella giornata di civile protesta", hanno proseguito informandoci di cio' che succede nei palazzi del potere, delle elezioni da fare assieme, regionali e politiche, per evitare l'aumento esponenziale dell'astensionismo, delle vendette degli sconfitti che mandano in galera per diffamazione a mezzo stampa, delle primarie di questo e quello, che non mostrano altro che la miseria a cui sono ridotti i partiti.
Eppure la giornata di oggi, il ritrovato protagonismo degli studenti, quelli delle superiori piu' degli universitari, per riprendersi il presente, dice con ancora piu' forza che la politica, quella vera, e' quella che sta nelle piazze, nelle assemblee, negli scioperi e nella rabbia dei giovani operai dell'Ilva per l'"omicidio" del loro collega grazie ad un infame accordo sindacale che ha drasticamente ridotto la sicurezza, nella fuga dei ministri a bordo di elicottero dalla sardegna inseguiti dagli operai del Sulcis e dell'Alcoa, nella marea di lavoratori e precari, studenti, occupanti di casa, sfrattati che ha riempito di nuovo piazza S.Giovanni a Roma il 27 ottobre scorso.
Li' stiamo noi, con quelle piazze e quella gente. Come ci siamo stati oggi, senza cadere nella trappola dello sciopero per sostenere le tesi dell'avversario. Li' continueremo a stare nei prossimi giorni e mesi, per garantire il diritto a lottare e a manifestare, per impedire con la nostra presenza che gli studenti vengano massacrati nell'inutile speranza di non farli piu' scendere in piazza, per testimoniare davanti ai giudici chi ha davvero esercitato violenza, per continuare a perseguire tenacemente il nostro obbiettivo: costruire il sindacato che serve, ai lavoratori, ai precari, ai disoccupati, ai giovani, agli studenti, a chi e' senza casa, a chi pretende reddito, a chi, immigrato, lotta per i suoi e per i nostri diritti.
Per non pagare il debito e la loro crisi.