11 MARZO - la partecipazione della SCUOLA alla manifestazione nazionale -
IN allegato, oltre al volantino, la documentazione necessaria per poter partecipare alle iniziative dell'11 marzo
METTIAMOLI IN CRISI!
L'11 marzo Manifestazione Nazionale
Roma, ore 10, Piazza della Repubblica
I lavoratori della scuola potranno usufruire dell'esonero dal servizio per tutta la giornata per partecipare al convegno di formazione dalle ore 8.30 alle 10.30.
L'USB, l'Unicobas, Slai Cobas e lo SNATER hanno proclamato per il giorno 11 marzo lo sciopero generale, di tutti i settori pubblici e privati.
Noi della scuola non possiamo scioperare, ma abbiamo organizzato un momento di confronto tra i lavoratori con un convegno di formazione, al termine del quale sarà possibile partecipare alla manifestazione nazionale di tutti i settori e movimenti, per la quale facciamo appello anche a studenti e genitori.
Le ragioni per scioperare e per manifestare sono scritte sulla pelle di tutti i lavoratori.
Disoccupazione e precariato.
Salari da fame e aumento dello sfruttamento.
Privatizzazione dei servizi e dei beni comuni :
salute, scuola, acqua, casa, trasporti, ambiente.
“Socializzazione” dei debiti e dei fallimenti degli imprenditori e delle multinazionali.
Restringimento degli spazi democratici fondamentali
come la Libertà di assemblea e di voto delle RSU.
Degrado culturale e imbarbarimento sociale.
Povertà sempre più diffusa anche tra i lavoratori statali.
I “risparmi”dei tagli vengono bruciati da decenni in armamenti, corruzione ed evasione fiscale.
Nella scuola sono bastati OTTO miliardi di tagli con la legge 133/ 2008 per cancellare 133 mila posti di lavoro
il prossimo anno altri 34 mila posti persi, e, come quest'anno, non si perderanno solo i contratti precari ma, soprattutto, quelli a tempo indeterminato per via della mancata sostituzione dei pensionati; mentre ci saranno nuovi disoccupati chi rimane dovrà lavorare il doppio.
Con la finanziaria 2010 di 24 miliardi ci hanno bloccato i contratti per tre anni ci sta costando in busta paga una media di 2000 euro l'anno per tutta la vita lavorativa: in 20 anni di servizio 40.000 euro; in 40 anni di servizio 80.000 euro
Per gli scatti di anzianità perdiamo dai 755 dei collaboratori scolastici ai 1990 dei docenti laureati, le donne vanno in pensione a 65 anni e hanno tolto qualsiasi possibilità di assunzione in ruolo per i precari. E tagli alle Regioni ed Enti Locali che con il federalismo dovranno occuparsi anche di Scuola, dopo i “fantastici” risultati in Sanità. La Fondazione Agnelli (proprio quelli della Fiat) calcola altri 18 mila posti ancora da tagliare quando entrerà a regime il federalismo!
Di questi giorni è il “milleproroghe” e abbiamo assistito alla messa in discussione delle graduatorie con il loro congelamento e stanno lavorando sulle “nuove” forme di reclutamento. Girano “bozze” dei decreti attuativi della legge Brunetta sul merito nella scuola, intanto CISL,UIL, UGL firmano l'Accordo del 4 febbraio e accettano il blocco dei contratti, le fasce di merito e la licenziabilità di chi avrà scarso rendimento! Avevano già messo mano al contratto nazionale: allungato di tre anni (quando si farà), svuotato (per lasciare spazio alle “leggi” da non discusse neppure con i sindacati amici), demolito con i contratti a progetto o a prestazione d'opera per i precari. Fondazioni, esternalizzazioni; svenderanno a pezzi la scuola pubblica al peggior offerente: questa è la privatizzazione.
La controparte (Governo e Confindustria) deve capire che i lavoratori tutti insieme non intendono più pagare una crisi economica che non hanno generato. Vogliono far passare sotto silenzio il “PATTO SOCIALE” tra Governo, Confindustria, i collaborazionisti CISL, UIL, UGL e anche la CGIL che lo firma, se pur presa da timidi “dubbi”, mentre sogna la rinascita di una nuova sciagurata stagione di concertazione al ribasso. Un patto sociale, come nel resto d'Europa, necessario a “rientrare dal debito”. Per l'Italia significa
- finanziarie di 45/50 miliardi l'anno, fino al 2013,
- pensione a 67 anni per tutti (uomini e donne)
- blocco di ogni automatismo che leghi lo stipendio all'inflazione.
Abbiamo scelto solo alcuni fatti, qualcuno ha ancora qualche dubbio sulla necessità di mobilitarsi e di farlo in tutti i settori?
LO SCIOPERO è il modo più diretto per far arrivare il nostro dissenso, per questo nel 1990 la legge 146, uno dei primi risultati della concertazione, pose limiti e vincoli alla sua attuazione. Non possiamo scioperare l’11 marzo perché non possiamo indire uno sciopero dopo pochi giorni da uno già indetto da un altro sindacato, anche se, in quel giorno, le scuole saranno chiuse in molte parti d’Italia! Abbiamo provato a convincerli della necessità di uno sciopero generale, ma non ci siamo riusciti: il minoritarismo e il settarismo hanno ancora prevalso.
Da quando a dicembre, l’USB ha lanciato l’appello per la costruzione di uno sciopero generale condiviso interpretando un bisogno dei lavoratori, nel nostro comparto sono fioriti scioperi d’ogni tipo, senza che i promotori abbiano accettato di confrontarsi sulla piattaforma rivendicativa. Sarà anche per questo che i lavoratori della scuola sono in questa pessima situazione?
Noi lavoratori della Scuola ci curiamo del futuro di questa società,
possiamo e dobbiamo tornare a vincere!
“Connetti le lotte” è la parola d’ordine con la quale abbiamo dato vita all’USB, con l’obiettivo di dare ai lavoratori un sindacato confederale e nazionale di lotta, perché è possibile e necessario avere obiettivi concreti e raggiungerli senza concertazione e, tanto meno, con l'estremismo autoreferenziale.
I lavoratori della scuola potranno partecipare alla manifestazione nazionale di Roma.
Grazie all'Unicobas e all'associazione Unicorno-L'Altrascuola si terrà a Roma un corso di formazione del personale della scuola (tutto) dalle ore 8.30 alle ore 10,30, sarà necessario:
recuperare i moduli in segreteria o allegati a questa notizia;
compilare il modulo per l'esonero da consegnare al Dirigente Scolastico;
comunicare la propria richiesta di partecipazione attraverso email (<link>scuola@usb.it), fax (06.7628233), o rivolgendosi direttamente alle nostre federazioni locali (<link http: www.usb.it>www.usb.it);
a chiusura del convegno verrà consegnato un attestato di partecipazione.
È ORA DI ALZARE LA TESTA E
DI RIVENDICARE CON FORZA SALARIO, REDDITO, DIRITTI E DIGNITÀ.
MANIFESTIAMO UNITI
METTIAMOLI IN CRISI!